venerdì 14 gennaio 2011

La fabbrica degli imbrogli: continua il riscaldamento degli oceani?

Ovvero: come continuano a prenderci per scemi.



L'industria automobilistica sovietica riusciva a produrre un gran numero di veicoli ma non a farli funzionare bene. Lo stesso vale per l'industria del negazionismo climatico che continua a produrre un gran numero di "prove" che il riscaldamento non esiste o che non è causato dall'uomo. Alla verifica pratica, nessuna di queste "prove" funziona - sono accrocchi sferraglianti e inutili peggio della Zaz o della Moskvitch.

I diversamente esperti di scienza del clima non sono particolarmente preparati e neppure intelligenti. Però, come attivismo danno dei punti a tutti. La quantità di scemenze che riescono a tirar fuori una dietro l'altra è incredibile - neanche se li pagassero (o forse è proprio per questo....)

Allora, ecco la novità del giorno che comincia a diffondersi in tutti i siti anti-scienza. Due tali di nome Knox e Douglass sono riusciti a farsi pubblicare un articolo su un'oscura rivista scientifica (*) (link all'articolo completo) dove "dimostrano" che gli oceani non si scaldano. Il nocciolo della loro "prova" è la figura seguente: 



Figura 1 dell'articolo di Knox e Douglass "Recent Energy Balance of Earth" International Journal of Geosciences, 2010, 1, 99-154 (link all'articolo completo).



Guardate la linea rossa: è una lisciatura dei dati e sembrerebbe che scenda leggermente. Quindi, concludono gli autori, gli oceani non si scaldano. E se gli oceani non si scaldano, ne consegue che la Terra non si scalda. E se la terra non si scalda, allora l'effetto serra non esiste e allora tutta la faccenda dell'AGW (riscaldamento globale antropogenico) è un imbroglio.

E invece, l'imbroglio è proprio questo immondo accrocchio di Knox e Douglass. Dovrebbe uscire fra breve un post su "Skeptical Science" dove i due sono trattati come si meritano. Ma non c'è bisogno di scomodare gli esperti per sbufalarli. Lo può fare chiunque un minimo di attenzione e di spirito critico.

Guardate solo il set di dati che presentano: dal 2004 al 2008: perché proprio quell'intervallo? Beh, perché è esattamente il periodo che gli consente di dire che il calore immagazzinato negli oceani diminuisce.

Notate che la linea rossa fitta i dati solo fino all'inizio del 2008. Ma perché non hanno considerato il periodo posteriore? Eppure i dati ci sono fino a metà del 2008. Ma se avessero incluso anche quei dati non gli sarebbe venuto fuori un declino. E te li fanno anche vedere!!!

Ma veramente ci prendono per scemi? Prendete qualsiasi serie di dati climatici: troverete sempre un intervallo di qualche anno in cui la temperatura non sale. Troppo facile: basta scegliere un intervallo abbastanza breve e si ritorna al solito trucco. Che poi si riduce al ragionamento, "oggi fa freddo dalle mie parti, dunque il riscaldamento globale non esiste" Eh, già........

Date invece un occhiata alla serie dei dati completa, eccola qui, da un articolo di Trenberth su Nature (Vol 465, 20 May 2010)


Prendete l'intervallo fra il 2004 e il 2008, vedete che è una zona dove le temperaure non aumentano o aumentano di poco. Sono, più o meno, i dati presentati da Knox e Douglass.  Potevano divertirsi a prendere i dati dal 1995 al 1998 per "dimostrare" altrettanto bene che gli oceani non si scaldano. Basta prendere una zona abbastanza piccola di questo diagramma e poi mettersi a gridare che "gli oceani non si scaldano". Facile, no?

Il problema non è tanto che ci sia chi riesce farsi pubblicare questa roba in qualche modo - è il fatto che qualcuno ci crede!

Meglio detto, il problema è il fatto che qualcuno ci racconta queste storie come se ci credesse e se si aspettasse che noi ci crediamo. Alla fine, continuano a prenderci per scemi.

Nota aggiunta dopo la pubblicazione: E' uscito il 14 gennaio un articolo di John Cook su Skeptical Science che demolisce l'articolo di Knox e Douglass con argomentazioni molto simili alle mie, anche se più dettagliate.
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(*) Vi può incuriosire qualche dettaglio sulla cosiddetta "rivista scientifica" che ha pubblicato l'articolo di Knox e Douglass, ovvero l'International Journal of Geosciences. Rivista del tutto sconosciuta ai più e che era al suo primo volume quando ha pubblicato l'articolo in questione. E' pubblicata da un'entità chiamata "Scientific Research Publishing" che, fra le altre cose, pubblica una rivista intitolata "Journal of Modern Physics and Psychology" il cui titolo è tutto un programma. Apparentemente, l'editore ha sede in Cina, ma la rivista di geoscienze è uno spinoff, o è sponsorizzata, della Shakes Sazan Ltd, una ditta iraniana che si occupa - sembrerebbe - più che altro di costruzioni edili. Come sta che si sponsorizzano studi climatici... boh? Inoltre, hanno scuccato l'editore dalla rivista a copiare articoli di altre riviste come pure hanno trovato che aveva inserito dell'editorial board gente che non sapeva nemmeno di esserci. Insomma, un bell'imbroglio anche la rivista da sola. Questo ci dice qualcosa sulla qualità degli articoli che ci compaiono stampati dentro.

Vi può anche incuriosire sapere qualcosa del background scientifico degli autori dell'accrocchio di cui abbiamo parlato. Uno, Robert Knox è professore emerito all'università di Rochester e ha lavorato nel campo della biofisica. L'altro, David Douglass, è professore a Rochester con esperienza nel campo della fisica dello stato solido. Entrambi sembrerebbero persone con qualifiche più che rispettabili nei campi in cui sono competenti. Sembra incredibile che si siano ridotti a pubblicare robaccia come questa su una rivista indegna di persone serie.

Ringrazio Paolo Marani per la segnalazione, come pure Michael Mann, Carlo Cacciamani, Claudio della Volpe e Riccardo Reitano per alcuni chiarimenti.