In questo post commento un articolo di "Uriel" sul blog "Wolfstep" che si dedica (ci mancherebbe) a demolire il concetto dei riscaldamento globale antropico.
Esiste uno stile retorico che in inglese va sotto il nome di "rant" e che in italiano possiamo chiamare lo "sfogo". E' uno stile urlato che si basa su una grande sicurezza nelle proprie tesi e sull'insultare gli avversari. E' uno stile che va benissimo in politica, dove ha una sua efficacia e una sua tradizione. Ma non va bene quando si parla di cose che hanno una certa rilevanza tecnica e scientifica. Lo si trova, in effetti, utilizzato per propagandare un certo tipo di imbrogli che vanno dal tronchetto della felicità di Vanna Marchi alla cura miracolosa per il cancro di Tullio Simoncini. Come ho ragionato in un post precedente, la sicurezza assoluta è il marchio decisivo dell'imbroglione e dell'incompetente. Ci saranno delle eccezioni alla regola, ma finora ne ho trovate ben poche.
Un esempio di uno che usa comunemente il rant come figura retorica è "Uriel," che tiene il blog "Wolfstep". Mi risulta che Uriel sia il nome di un arcangelo, questo già la dice lunga sul tipo di personalità che sta dietro al nome. Uriel del blog è un arcangelo alquanto insolente che non riesce a scrivere un pezzo senza insultare chi non la pensa come lui fin dal primo paragrafo. Per esempio, nel post che commento qui, comincia subito imprecando contro qualcuno definito come "uno dei soliti primi della classe arrivato qui a sbroccare." E questo è soltanto uno degli insulti di un articolo che ne tira fuori almeno uno ogni due paragrafi (per esempio "l'immensa montagna di merda scientifica" che - secondo Uriel -la scienza del clima avrebbe prodotto negli anni).
Questo non vuol dire che Uriel non sia una persona intelligente, al contrario, lo è. Peccato però che sia proprio questa sua intelligenza che gli rende difficile approfondire i temi che tratta e che, alle volte, capisce al contrario, come ha dimostrato in un suo post sul concetto di EROEI.
Ultimamente, Uriel si è lanciato da solo a distruggere l'intera scienza del clima con un post intitolato "La buffonata del riscaldamento globale". Il risultato è un disastro dal punto di vista scientifico ma ha avuto una certa efficacia comunicativa nel confondere chi non è addentro nella faccenda. Diversa gente mi ha citato questo post di Uriel come qualcosa di importante, se non addirittura la definitiva demolizione della scienza del clima così come viene proposta da quei poveri imbecilli che hanno perso il loro tempo a studiarci sopra per anni dopo aver preso il dottorato nelle migliori università del mondo.
I ragionamenti di Uriel nel suo post si basano in gran parte sulle solite leggende: il medioevo era più caldo di oggi, i pianeti si scaldano, eccetera. C'è qualche aggiunta che sembra originale; tipo quella che, secondo lui, nel 1880 non esistevano termometri in grado di leggere il decimo di grado. Ma non sto a esaminare il post di Uriel punto per punto. Semmai, vi invito a leggetevi il libro di Stefano Caserini dove troverete tutti i dati necessari per capire come e perché tutti questi argomenti sono soltanto delle leggende.
Tuttavia, nel suo post Uriel non si limita a insultare quello che lui definisce "la massa di merda scientifica" sul clima ma ci rimesta dentro a piene mani e tira fuori dei dati che interpreta a modo suo tirando fuori un' elucubrazione che non mi sembra ci sia fra le leggende descritte nel libro di Caserini. Vale la pena di esaminare questa idea un attimo perché, in effetti, potrebbe sembrare valida a prima vista. Notate che Uriel ci presenta questa sua idea come se se la fosse inventata lui, ma ovviamente non è così. Dato che non si degna di citare le sue fonti, non posso sapere da chi l'ha presa, ma la ritrovate - per esempio - nel lavoro di Scafetta. (vedi questo post su climalteranti).
Ma non importa quale sia l'origine; vediamo piuttosto di capire di cosa si tratta. Allora, dice Uriel che:
1. Nel passato mezzo milione di anni, circa, ci sono stati diversi episodi di raffreddamento e di riscaldamento globale.
2. Negli episodi di riscaldamento, si è visto che la concentrazione di CO2 è aumentata dopo l'incremento di temperatura.
3. Si sa che questi episodi sono causati da piccole variazioni di irraggiamento solare dovuti a variazioni orbitali e di inclinazione dell'asse terrestre (questa si chiama la teoria di Milankovich).
Ne consegue, dice sempre Uriel, che nel passato è sempre stato il sole a causare l'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera terrestre. Allora - secondo Uriel - si può concludere che anche oggi l'aumento della concentrazione di CO2 sia causato dal sole e non dall'attività umana. (il tutto condito da vari insulti e accidenti contro chi non la pensa come lui, ma lasciamo stare).
Ora, al primo colpo, il discorso di Uriel sembra avere una sua logica. Uriel è, in effetti, un dilettante intelligente. Ma deve anche rendersi conto che non basta l'intelligenza per padroneggiare cose complicate come la scienza del clima. Un dilettante, per quanto intelligente sia, deve avere anche un minimo di umiltà per imparare prima di lanciarsi a criticare. Altrimenti, si fanno errori - appunto - da dilettanti.
Dov'è l'errore del ragionamento di Uriel? Beh, non ce n'è uno solo. Ve ne elenco alcuni:
Primo errore: basarsi soltanto sui dati dei passati 600.000 anni. Se andiamo più indietro nel tempo, fino alle centinaia di milioni di anni, vediamo chiaramente che durante i passati 500 milioni di anni, l'irradiazione solare è aumentata mentre la concentrazione di CO2 è diminuita (come si può leggere, per esempio, qui) Questo è esattamente il contrario di quello su cui Uriel basa il suo ragionamento.
Secondo errore. In tutta la storia del clima dei passati 600.000 anni, il sole non ha mai fatto aumentare la concentrazione della CO2 oltre i 300 ppm (parti per milione) - anzi, anche nei momenti di massima irradiazione si è di solito fermata a valori nettamente inferiori. Allora, come sta che oggi il sole dovrebbe aver causato un aumento fino a quasi 400 ppm e in ulteriore crescita? (questo dato lo si vede nello stesso post di Uriel) Questo non si può giustificare in nessun modo con i cicli di Milankovich, come sostiene Uriel.
Terzo (e principale) errore. Aver trascurato la firma isotopica della CO2. Nei cicli citati da Uriel, le variazioni di concentrazione di CO2 non sono accompagnate da cambiamenti nella firma isotopica, ovvero dal rapporto fra isotopo 12 e 13 del carbonio. Questo vuol dire che, in effetti, in questi cicli è il sole che scalda gli oceani e che rilasciano CO2 come conseguenza. Invece, oggi vediamo benissimo un cambiamento nella firma isotopica della CO2 che corrisponde molto bene alla composizione isotopica del carbonio che sta nei combustibili fossili. Inoltre, l'aumento della CO2 atmosferica osservata corrisponde molto bene alla quantità di CO2 emessa dai combustibili fossili bruciati. Di questi, circa la metà è stata assorbita negli oceani, il resto forma quell'eccesso che noi vediamo rispetto al periodo pre-industriale. Ne consegue che l'eccesso di CO2 che vediamo nell'atmosfera viene dai combustibili fossili e non dall'effetto del sole. (come spiegato, per esempio, qui). Questo è esattamente il contrario di quanto sostiene Uriel.
Ora, io lo so che queste considerazioni non avranno nessun effetto su chi ha ormai deciso che il concetto di "riscaldamento globale causato dall'uomo" non coincide con le proprie convinzioni ideologiche o religiose (o con quelle delle lobby che li stipendiano). Lo so anche che quelli che cominciano i loro ragionamenti insultando chi non la pensa come loro non saranno minimamente scalfiti da fatti, dati e considerazioni razionali. Tuttavia, ho scritto queste cose sperando che siano utili per chi si fosse trovato un po' perplesso davanti all'apparente logica del post di Uriel.
Ah.... se poi volete che qualche primo della classe venga a sbroccare con delle citazioni accademiche, vi potete guardare questo articolo recente di Judith Lean sull'influenza del sole sul clima terrestre. Articolo che fa vedere i dati aggiornati e corretti che ci dicono che il sole influisce sicuramente per meno del 10% sul riscaldamento osservato.