lunedì 17 febbraio 2014

La furia dei predatori apicali

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR



Tendo a pensare che gran parte di quello che sta avvenendo intorno a noi oggigiorno possa essere spiegato se vediamo il sistema sociale come un ecosistema. Sappiamo che gli ecosistemi hanno “catene alimentari” o “cascate trofiche”. In un post precedente ho detto che i governi si stanno comportando come predatori apicali nel sistema socio economico.

Un problema dei predatori apicali è che – per definizione – non hanno meccanismi per limitare il proprio numero se non la disponibilità di cibo. Visto che i predatori biologici (ed anche i governi) non sono normalmente in grado di pianificare per il futuro, tendono a distruggere la loro stessa fonte di cibo tramite un'eccessiva predazione: si chiama “overshoot” (superamento). Questo fenomeno è stato studiato già circa un secolo fa da Lotka e Volterra, che hanno creato un modello che, oggi, è conosciuto col loro nome (Modello LV o, a volte, come il “modello delle volpi e dei conigli”). Ecco una sequenza tipica del modello:


Si vedono oscillazioni dovute al fatto che i predatori vanno periodicamente in overshoot, uccidono troppe prede e finiscono per esaurire il cibo per loro stessi. E' una semplificazione spinta, naturalmente. Gli ecosistemi reali sono molto più complessi di un semplice sistema a due specie e di solito non mostrano delle oscillazioni così regolari. Ma tuttavia il modello ci da delle idee sulle forze in gioco e di come il comportamento dei predatori potrebbe andare fuori controllo.

Sotto, vedete una simulazione del modello LV (fatta usando Vensim) dove ho ipotizzato che le prede non si riproducono; un'ipotesi vicina alla realtà in un sistema economico basato su risorse non rinnovabili. Nel grafico mostro anche il tasso di predazione. Si vede che i predatori continuano nell'uccisione furiosa di un gran numero di prede senza rendersi conto che stanno distruggendo la loro stessa fonte di sussistenza.  


Ovviamente si tratta di un'interpretazione qualitativa, ma sembra che ci stia dicendo qualcosa quando ci rendiamo conto che il predatore apicale nel nostro sistema socio economico è il governo, sotto forma delle sue numerose agenzie (la polizia, la magistratura, l'agenzia delle entrate, ecc.). Date un'occhiata all'articolo sotto del New Yorker e ditemi se non avete l'impressione di un predatore andato su tutte le furie. 

Presi 

In un regime di confisca civile, dei cittadini americani che non sono stati accusati di atti illeciti possono venire spogliati del loro contante, delle loro automobili e persino delle loro case. E' tutto qui quello che perdiamo?

Di Sarah Stillman, 12 agosto 2013

In un luminoso giovedì pomeriggio del 2007, Jennifer Boatright, una cameriera al bar tavola calda di Houston, guidava coi suoi giovani figli ed il suo ragazzo, Ron Henderson, sulla statale 59 verso Linden, la città natale di Henderson, vicino al confine fra Texas e Louisiana. Facevano il viaggio ogni aprile, ai primi segni di primavera, per camminare sui sentieri locali pieni di fiori selvatici e passare un po' di tempo col padre di Henderson. Quest'anno, hanno deciso di comprare un'auto usata a Linden, che ne ha un sacco in vendita, e quindi hanno impacchettato i loro risparmi in contanti nel cruscotto della vettura. Appena dopo il crepuscolo, superano un segnale che diceva “Benvenuti a Tenaha: una piccola città con un grande potenziale!”

Si sono infilati in un piccolo negozio per uno spuntino. Tornati in autostrada, 10 minuti più tardi, la Boatright, una “contadina del Texas di Lubbock”, per sua stessa ammissione, ed Henderson, che è latino, hanno notato qualcosa di strano. La stessa auto della polizia che il loro figlio undicenne aveva ammirato nel parcheggio del piccolo negozio li stava inseguendo. Vicino ai confini della città, un poliziotto alto e dalle spalle da toro di nome Barry Washington li ha fatti accostare.

Ha chiesto se Henderson sapeva di aver guidato sulla corsia di sisnistra per oltre mezzo miglio senza superare.

No, ha replicato Henderson, dicendo di essersi spostato sulla corsia di sinistra per favorire l'ingresso dell'auto della polizia in autostrada. 

C'erano droghe in macchina? Quando Henderson e la Boatright hanno detto di no, il poliziotto ha chiesto se lui e il suo collega potevano perquisire la macchina.

I poliziotti hanno trovato il contante della coppia e un tubo di vetro marmorizzato che, a dire della Boatright, era un regalo peri sua cognata, così li hanno scortati alla stazione di polizia. Lì, in un angolo, c'erano due tavoli colmi di gioielli, lettori DVD, cellulari e cose simili. Secondo il rapporto della polizia, la Boatright e Henderson corrispondevano al profilo di corrieri della droga: stavano andando da Houston, “un posto famoso per la distribuzione di narcotici illegali”, a Linden, “un posto conosciuto per lo spaccio di narcotici illegali”. 

Il rapporto descrive i loro bambini come possibili esche intese a distrarre la polizia mentre la coppia percorreva la strada con disinvoltura, fumando marijuana. (Non ne è stata trovata in macchina anche se Washington ha dichiarato di averne sentito l'odore).

L'avvocato del distretto della contea, una donna di 57 anni coi capelli cotonati alla Charlie’s Angels di nome Lynda K. Russell, è arrivata un'ora dopo. La Russel che faceva un secondo lavoro a livello locale come cantante country, ha detto a  Henderson e alla Boatright che avevano due opzioni. Potevano affrontare accuse penali per “riciclaggio di denaro sporco” e “messa in pericolo di minori”, nel qual caso sarebbero andati in prigione e i loro figli sarebbero stati dati in affidamento. O potevano firmare per lasciare il loro contante alla città di Tenaha e rimettersi in viaggio. “Non deve essere depositata nessuna accusa penale”, c'era scritto su una rinuncia che lei aveva redatto, “e i vostri bambini non devono essere affidati al CPS (Child Protective Services). “Dove siamo?” Ricorda di aver pensato la Boatright. “E' un qualche paese straniero in cui svendono i bambini delle persone”? Tenendo la sua bambina di 16 mesi sull'anca, è scoppiata in lacrime. Più tardi, ha appreso che gli accordi che prevedono contanti in cambio della libertà sono diventati un punto di orgoglio per Tenaha e che quelle versioni della tattica venivano usate in tutto il paese. “Essere sicuri e continuare il buon lavoro”, ha scritto lo sceriffo della città a Washington, in seguito ad una raffica di lamentele da parte di guidatori da fuori città che dichiaravano di essere stati fermati a Tenaha e derubati di contante, valori e, in almeno un caso, di un neonato, senza nessuna prova evidente di contrabbando.

Clicca qui per leggere l'articolo intero (in inglese) sul “New Yorker”