venerdì 16 agosto 2013

Declino di un impero



Guest post di Alexander Ac

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR

Dato che la città di Detroit ha ora ufficialmente dichiarato bancarotta, vale la pena guardare il quadro allargato. E' il destino della città, un tempo grande, solo una breve pausa sulla strada della prosperità? O è piuttosto un sintomo di qualcosa di più grande e più diffuso che riguarda il futuro di una società post industriale?

Senza esagerazioni, Detroit un tempo era un simbolo del “Sogno Americano”, caratterizzata dal più alto reddito pro capite dell'intero paese, della più alta crescita della popolazione, industrializzazione, crescita della ricchezza, ecc. La popolazione ha raggiunto quasi i 2 milioni di persone.

Ora Detroit è il simbolo del “Incubo Americano”, con una popolazione in declino*, povertà e criminalità in aumento, declino del valore della proprietà, declino dei servizi pubblici, ecc. Ora la popolazione è inferiore alle 700.000 persone.

Il periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale è stato caratterizzato da una crescita esplosiva della popolazione e del consumo di energia, aumenti incredibili di produttività portati dall'energia a buon mercato, globalizzazione degli scambi, innovazione tecnologica, specialmente nei campi dei computer e della comunicazione, amento della qualità della cura della salute e, si spera, la crescita collettiva della felicità della popolazione.

Lo stesso periodo può essere anche caratterizzato da diverse tendenza fondamentali, che probabilmente spiegano molto. Guardiamo il grafico seguente:

Fig. 1: Il grafico mostra l'evoluzione del consumo di energia primaria pro capite i Btu (linea blu) e il rapporto del debito totale rispetto a PIL nominale (linea rossa in %) dal 1950 al 2011. Le linee tratteggiate verticali mostrano le soglie approssimative delle diverse fasi di crescita/declino degli Stati Uniti. (Fonte: EIA, St. Louis Fed).

Fase di espansione (1950-1979)

Questo periodo può essere caratterizzato in generale da una rapida crescita della popolazione, una rapida crescita dei consumi di energia totale pro capite (2% all'anno), di costruzione di infrastrutture e di rapporto debito/PIL relativamente stabile (0,3% all'anno). Possiamo parlare di “fase di espansione”, dalla quale gran parte della popolazione ha beneficiato in termini di aumento della qualità della vita. L'aumento della sicurezza, il migliore accesso alle cure mediche, la migliore educazione e libertà di quasi tutto erano dei dati di fatto della vita. Anche le condizioni ambientali potrebbero essere migliorate in alcune o persino in gran parte delle località. E il riscaldamento globale non era una preoccupazione seria a quel tempo.

Fase di declino lento (1979-2009)

Questa caratterizzazione dei 30 anni seguenti al picco del consumo pro capite di energia primaria potrebbe essere sorprendente ai più, ma non dovrebbe esserlo in realtà. Molte delle grandi conquiste della scienza e della tecnologia ha iniziato ad essere lentamente superate dall'esaurimento delle risorse. Questa tendenza è passata in gran parte inosservata, visto che il livello crescente di debito mascherava il prezzo reale dell'energia. Abbiamo deciso di pagare meno per la prosperità di oggi (meglio chiamarlo consumo), in cambio di più prosperità per domani, dando per scontato che i giorni felici dell'energia a buon mercato sarebbero tornati in futuro, ad un certo punto. L'ingenuità umana è sconfinata, come possiamo facilmente osservare. Ma durante la fase di crescita esponenziale l debito sul PIL (quasi il 5% all'anno) e del lento declino pro capite dell consumo di energia (0,5% all'anno), molte dell tendenze che prima erano positive sono diventate negative.  Ecco una lista di alcune di esse:

  • Crescita nella diseguaglianza di reddito fra ricchi e poveri
  • Tassi di crescita della fertilità in diminuzione
  • Crescita del settore finanziario nel computo totale del PIL
  • Delocalizzazione dei lavori ad alta intensità energetica in paesi stranieri
  • Bilanci commerciali sempre più negativi
  • Declino della qualità dell'educazione
  • Aumento dei costi dell'assistenza sanitaria
  • Declino del valore aggiunto dell'ulteriore debito
  • Aumento della dipendenza dal petrolio proveniente dai paesi del Medio Oriente
  • Invecchiamento delle infrastrutture (ciò che abbiamo costruito durante l'era del petrolio a 10 dollari al barile è difficile da mantenere o addirittura espandere nell'era del petrolio a 100 dollari al barile) 


Fase di declino rapido (2009-???)

Queste ed altre tendenze negative a lungo termine sono confluite nella crisi finanziaria del 2009-2009, che è risultata essere globale. Il rapporto debito/PIL ha raggiunto il picco negli Stati Uniti ed il suo declino ha dato inizio a ciò che possiamo chiamare fase di “declino rapido”. I Fed Funds Rate prossimi allo zero o le politiche di “alleggerimento quantitativo” non cambieranno l'evoluzione fondamentale dell'economia statunitense. Non c'è nessuna nuova “rivoluzione industriale” dietro l'angolo, a prescindere da ciò di cui vuole convincerci la propaganda sul “gas di scisto” o sul “petrolio di scisto”, ignorando peraltro la perdita di soldi e la catastrofe climatica. Abbiamo saccheggiato le risorse facili ed ora dobbiamo affrontarne le conseguenze. Se fossimo sufficientemente saggi collettivamente, il che non accade ancora, potremmo avere una piccola possibilità di evitare la Terza Guerra Mondiale negli anni e nei decenni a venire. Sfortunatamente, la storia sembra predire un risultato diversa.

* Tenente in mente che in uno scenario di declino globale le persone non hanno nessuno posto in cui migrare, a differenza del caso di un declino locale, come quello di Detroit.



9 commenti:

  1. ..Da 5 anni si parla in questi circoli che vogliono avvicinarsi alla termodinamica dell'Egitto come un o b r o b r i o di sostenibilità : i principali media nazionali invece fanno un gran parlare di fazioni politiche ,religiose, civili...Che siano anche i media per larga parte un o b r o b r i o di sostenibilità ?..P e r c h è i g r i l l i n i sembrano aver dimenticato la questione r a i e finanziamento ai quotidiani ? ...La terza guerra mondiale sopra paventata potrebbe rivelarsi come una interminabile guerriglia civile : la questione è se i conflitti fra gli uomini sono il male supremo o piuttosto i conflitti dell'uomo con la natura...Forse i conflitti fra gli uomini sono ormai necessari per risolvere l conflitto con la natura, o comunque cercare di risolvere prima i conflitti fra gli uomini che quello con la natura è velleitario....ergo dobbiamo abbandonare la nostra morale, il diritto ed ogni forma di organizzazione che anteponga il singolo alla specie ed alle specie...Con l'avanzare della guerra civile in Egitto prima che in altri regioni estremamente sovraffollate od in disequilibrio fra classi sociali e generazioni,spero in un regista che abbia l'ardire di proporci le vicende egiziane come inevitabile frutto di sessanta anni di diritti riproduttivi...

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  2. pare che l'espulsione di massa coronale solare a luglio ci abbia mancato di poco. Se ci avesse preso, ora avremo 450 fusioni di noccioli nucleari e la terza guerra mondiale sarebbe stata l'ultima delle preoccupazioni, perchè la avremo già in casa. Comunque, se non ci piglia qualcosa del genere, penso che faranno di tutto per prolungare l'agonia imperiale, un pò come successe ai Romani dopo la distruzione delle legioni di Decio in Pannonia nel 251. 200 anni di declino controllaro mi sembrano troppi, ma qualche decennio si può fare. I viziati e prepotenti ultra cinquantenni saranno iti, come diceva mio nonno, e ai più giovani hanno già cominciato a far vedere i sorci verdi, così da non far loro alzare troppo la cresta e siamo solo all'inizio. Se il declino fosse più rapido, ci sarebbe meno da patire, ma forse hanno paura di trasformare il mondo in una guerriglia come sta succedendo ora in Egitto. Certo che in una nazione con terreno fertile pari alle tre venezie 83 milioni devono stare un pò strettini. Se avessero preso provvedimenti al tempo di LTG non saremmo arrivati a questo punto, ma io non avrei avuto tutto quello che ho avuto, che a confronto di quello che vogliono i giovani odierni sono quisquilie. Per questo non potranno averlo. Come diceva sempre mia mama: chi troppo vuole, nulla stringe. O come diceva mio papa: meglio un uovo oggi, che una gallina domani. Ma la saggezza popolare di ieri, oggi è ancora peggio di una bestemmia. Per ora.

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  3. Una legge della natura dice che sopravvive la specie che riesce ad adattarsi ai cambiamenti ambientali;
    così anche le città riescono a continuare a svilupparsi, se riescono ad adattarsi ai cambiamenti dell'economia.

    Lo stesso lavoro (mestiere) non può essere fatto allo stesso modo per una vita intera, ma bisogna adattarlo ai cambiamenti dei tempi.
    I lavori che non riescono ad adattarsi scompaiono o si ridimensionano, mentre ne nascono dei nuovi.

    Oggi leggevo che il Bangladesh è il Paese con più alta densità di popolazione al mondo, oltre 1000 abitanti per kmq (oltre 5 volte quella italiana).
    Ha poco più della popolazione della Russia, ma con un territorio che è 120 volte più piccolo.
    Anche lì le differenze sociali creano attriti.

    Penso che sia estremamente difficile, nel lungo periodo, tenere in pace Paesi con una così alta densità di popolazione.

    Abbiamo ancora poco tempo prima che il mondo si avvii in una crisi sociale globale.


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  4. Avrei una domanda per il prof. Bardi (o chiunque altro voglia gentilmente rispondermi).

    Nei casi di collasso economico di una struttura sociale si verifica anche sempre un crollo demogafico (vedi sopra la rapida riduzione della popolazione di Detroit).
    Questa correlazione, però, da fiato a coloro che continuano a propugnare la crescita demografica senza limiti, i quali posso dire: "Vedete ' E' crollata la popolazione e subito la città è andata in crisi !"

    Ora, noi "entropisti" sappiamo bene che non è così: che la crescita demografica è una parte del problema, ovvero una delle cause del crollo.
    Ma allora perchè quando la popolazione di Detroit è calata vistosamente, non si è verificata una ripresa della città ?
    Come possiamo smantellare il sillogismo natalista di cui sopra ?

    (Spero di essere stato chiaro).

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  5. ..Lumen...ci hai pensato bene ?..anzitutto diminuzione della complessità e sociale e diminuzione della densità demografica difficilmente sono perfettamente contemporanei, a meno di non essere colpiti da un asteroide da almeno 10 km di diametro; anche il potenziale distruttivo di tutti gli ordigni nucleari sarebbe largamente inferiore e c m q non sufficiente a far procedere crollo demografico e sociale di pari passo; poi nel caso di Detroit non sono miracolosamente scomparsi all'istante i 2/3 dei cittadini americani preferibilmente fra gli inabili al lavoro, ma si sono semplicemente spostati ;questo in un quadro di diminuzione delle risorse pro capite, anche per i cittadini americani, (per raffronto basta guardare le miglia guidate in media da ogni cittadino americano in costante diminuzione dal 2008 ad oggi)...Detto questo spero le guerriglie civili permanenti anche nei paesi occidentali contribuiscano al crollo demografico, preferibilmente non fra i più giovani, come accade adesso ad esempio in Italia ( nel 2012 l'età media della primipara italiota è arrivata alla veneranda età di 35 anni con un tasso di fertilità dell'1,2 ) , molto prima che si raschi il fondo del barile ad esempio con o g m resistenti alla siccità..O se preferisci il segno del picco della pendenza del crollo demografico sarà quando l'Italia esporterà solo qualche vino pregiatissimo e niente più pasta ad esempio...

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  6. Non bisogna confondere gli effetti con le cause.

    La popolazione di Detroit è diminuita perché è venuto a mancare il lavoro e con esso il benessere e quindi le tasse che le persone pagavano per mantenere una grande città (manutenzione strade, sicurezza ecc.)

    Quando il lavoro finì, il reddito medio delle persone diminuì e molti che non trovarono lavoro andarono via.

    Le entrate diminuirono, mentre le uscite restarono quasi le stesse (le strade della città non diminuirono, ma diminuì la densità di popolazione); il buco di bilancio aumentò sempre più fino a mandare in fallimento l’intera città.

    La crisi di un settore, che sia economico, energetico, industriale ecc. si può assorbire se gli altri settori riescono a compensare; se no, la crisi diventa tragedia.

    La crisi energetica può essere sostenibile, finché basta ridurre gli sprechi per colmare la riduzione di energia; se invece la crisi energetica è molto profonda (tipo -60% di energia) non basta annullare gli sprechi per compensare l’enorme calo, quindi si scende sotto il minimo di sussistenza, il quale non è colmabile e quindi la popolazione viene ridotta dalla mancanza delle risorse indispensabili alla vita.

    Aumento della popolazione e diminuzione delle risorse energetiche sono due cose che vanno in contrasto. O si aumenta l’energia a disposizione o la popolazione deve diminuire i consumi e quindi non crescere di numero.

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  7. espansione economica porta quella demografica. Da ragazzo ho visto raddoppiare la popolazione del mio comune per la richiesta di manodopera necessaria alle industrie e PMI che si sviluppavano, ora l'ho vista aumentare grazie agli extracomunitari, perchè massicciamente assistiti. Tutto dipende dai soldi che circolano e tutto potrà fermarsi solo quando questi non serviranno più per l'acquisto dei beni di consumo, ma questo accadrà solo allo svanire dei beni stessi. Finchè arriveranno navi cariche di grano e petrolio ci saranno beni da consumare ed è un giochino che fa piacere a tutti, meno che al pianeta e quei pochi che hanno un cervello non televisivo. Comunque una buona notizia: il pack si è sciolto meno ad oggi rispetto all'anno passato. Si potrà tornare ad inquinare di più e forse sarà per questo che il PIL europeo è previsto in aumento. Beni di consumo permettendo.

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  8. Ringrazio gli amici per le rispettive risposte, che condivido.

    Purtroppo il riequilibrio positivo che viene portato dal calo della popolazione ha bisogno di tempi lunghi, molto più lunghi di quelli in cui l'assioma "Tanta popolazione = Tanto benessere" sembra funzionare a meraviglia.
    Per questo tanta gente non capisce e finisce per seguire (anche in buona fede) le idee nataliste.

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    1. Sono d'accordo con te. Bisogna togliere tutti i benefici che si danno alle famiglie numerose; perchè devono pagare chi non ha figli le scelte di chi decide di non usare un semplice profilattico?? Forse è il medico o un giudice di un tribunale ad imporre di avere famiglie numerose? Se c'è gente che ritiene che sia bello avere 3, 4, o più figli è libero di generarli, me che se li paghino tutti loro, senza stressare ulterormente le casse pubbliche.

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