Fiesole, una cittadina vicino a Firenze, è stata colpita dal cambiamento climatico proprio come qualsiasi altro luogo sul pianeta. Ecco il resoconto di un'iniziativa per portare il problema all'attenzione dei cittadini e per motivarli all'azione. In questa occasione ho cercato di usare alcune strategie che ho tratto principalmente da un documento sul cambiamento climatico di Peter Sandman, un professionista esperto di gestione del rischio. Fra queste strategie, Sandman suggerisce che dovremmo raccontare la verità sulla situazione, ma che non dovremmo cercare di far sentire la gente colpevole o di spaventarla. Dovremmo enfatizzare le misure concrete e le azioni che portano risultati che, nel caso del cambiamento climatico, significano considerare la mitigazione come qualcosa di importante quanto la prevenzione (e forse di più). Questo è un test, ma finora sembra aver funzionato a Fiesole. Ecco un elaborato del discorso che ho fatto all'incontro.
di Ugo Bardi
Buongiorno a tutti. Per prima cosa, lasciate che vi dica che è un vero piacere essere qui a parlare tutti insieme di cambiamento climatico. Devo ringraziare l'amministrazione della nostra città per aver organizzato questo incontro ed anche i cittadini fiesolani che hanno trovato il modo di passare un intero venerdì mattina per occuparsi di questo tema.
E' qualcosa di nuovo: il cambiamento climatico è una di quelle cose di cui non si sente parlare così spesso, di recente. Era citato molto di più in passato, ma ora sembra che ci sia una specie di cospirazione del silenzio in proposito. In TV, sentite parlare di ogni sorta di stranezze, da quella cosa chiamata “Spread” al debito, ai bond, alla borsa e tutto il resto. E' come se non ci fosse niente di importante nel mondo se non il sistema finanziario.
Tuttavia, credo tutti noi abbiamo notato che c'è qualcosa d'altro che sta accadendo nel mondo reale. Vedete, io non sono uno specialista in scienza del clima, anche se ho fatto del mio meglio per studiare il tema. Ma penso anche che non ci sia alcun bisogno di essere uno specialista per notare cosa sta accadendo. Lasciate che vi mostri questa immagine:
Sono sicuro che riconoscerete questo edificio: è quanto rimane della ghiacciaia di Monte Senario, non lontano da dove ci troviamo oggi. Certamente saprete anche che, un secolo fa, la gente scaricava tonnellate e tonnellate di neve invernale nella pancia di quell'edificio cavernoso per farci il ghiaccio. Ghiaccio che poi vendevano a Firenze durante l'estate.
Naturalmente, questo oggi non è possibile. Quest'inverno non abbiamo avuto per niente neve a Fiesole. Anche due anni fa, quando abbiamo avuto una grande tempesta di neve, è durata soltanto 2 o 3 giorni e poi la neve si è sciolta. Così, oggi, al più saremmo in grado di raccogliere in inverno ghiaccio sufficiente per fare qualche cono gelato in estate – se siamo fortunati. Infatti, le cose sono cambiate molto!
Ora, se il problema fosse solo che non possiamo più avere ghiaccio dalla neve invernale, be', potremmo dire che non è importante: abbiamo inventato i frigoriferi! Ma il cambiamento climatico prende altre forme e crea altri effetti. Lasciate che vi mostri questa foto, scattata la scorsa estate a Fiesole:
Ho raccolto fichi dagli alberi in estate per tutta la mia vita. Ma non avevo mai visto i fichi seccarsi sui rami prima di maturare. Questo è qualcosa di completamente fuori dal normale e fa il paio con altri cambiamenti nella vegetazione che si possono osservare. Molta gente ha notato come le valli di Fiesole stiano diventando gialle in estate. Questa è una cosa molto fuori dal normale: se ci pensate, potrete sicuramente ricordare che, fino a pochi anni fa, Fiesole rimaneva verde per tutta l'estate. Ora, questo è un grande cambiamento: potrebbe essere collegato alle temperature, alla siccità o all'inquinamento. Ma è un cambiamento che non possiamo ignorare.
E non è tutto. Come sapete, lo scorso anno ci sono stati due grandi incendi nella valle. Lasciate che vi mostri una foto del fuoco che ha quasi distrutto il borgo di Monte Rinaldi.
Stavo tornando a casa quel giorno e, mentre passavo di fronte alla collina, ho visto fiamme gigantesche innalzarsi da dietro la collina. Posso dirvi che faceva veramente paura. Così, sono andato a casa, ho preso la mia macchina fotografica e sono tornato lì per fare qualche foto. Fortunatamente, a quel punto le fiamme erano quasi spente. Ma ci sono volute diverse ore e due elicotteri per estinguere completamente il fuoco. A parte tutte le altre considerazioni, pensate a quanto sia costato mantenere in volo quegli elicotteri così a lungo! E questo è un costo che dobbiamo pagare tutti noi come cittadini.
Naturalmente, non si può attribuire un singolo evento, un incendio in questo caso, al riscaldamento globale. Sì, ma io ho vissuto per più di 40 anni in questa valle e ricordo un solo incendio sufficientemente grande da richiedere un elicottero per essere spento. Forse ce ne sono stati altri, non ne sono a conoscenza, ma quest'anno, come sapete, ci sono stati due grandi incendi vicino a Fiesole in un solo anno. Questo dovrebbe dirci qualcosa.
Allora, cosa sta accadendo? Cambiamenti, grandi cambiamenti. E non solo siccità ed incendi. Oggi tendiamo ad usare il termine “cambiamento climatico” piuttosto che “riscaldamento globale”, come si usava fino a non molto tempo fa. Questo perché gli effetti del riscaldamento globale sono molto più complessi di quanto ci sembrassero all'inizio. Non si tratta solo del fatto che fa un po' più caldo, è l'intero clima che cambia in modi imprevedibili. Lo scorso anno c'è stata una terribile siccità, quest'anno è piovuto per sei mesi quasi ininterrottamente. Il clima sta diventando caotico. Gli specialisti su questo argomento possono dirci il perché, ma tutti noi ne vediamo le conseguenze.
Fra le conseguenze del cambiamento climatico, ci sono alluvioni e tempeste di neve. Lasciate che vi mostri una foto di una grande tempesta di neve di due anni fa a Fiesole.
Bello, certo. Ma dobbiamo ricordare che la neve era così comune nella nostra città qualche decennio fa, che la gente doveva esserci abituata. Oggi, quando ci sono due giorni di neve, è un disastro! Nessuno sa più cosa fare. La cose cambiano!
La stessa cosa vale per la pioggia. E' sempre piovuto a Fiesole ma, ora, quando piove lo fa così forte che crea grandi problemi. Ricordate cosa ci diceva l'assessore all'agricoltura proprio prima del mio intervento? Ha detto che ogni anno subiamo qualcosa come 3 milioni di euro di danni a causa dei fenomeni atmosferici. Questo non può essere totalmente attribuito al cambiamento climatico, naturalmente, ma una buona parte sì.
Così, penso che non serve che gli scienziati del clima ci dicano che il clima sta cambiando. Lo possiamo vedere coi nostri occhi. E non è necessario che ci addentriamo in una di quelle orrende discussioni sul fatto che sia vero o meno, che sia causato o meno dagli esseri umani, se sia una grande truffa è tutto il resto. Potete pensarla come volete su questo argomento; forse non è così grave come dice certa gente. Forse qualcuno ci sta facendo i soldi sopra. Forse non è colpa nostra o, perlomeno, non completamente. Potremmo discutere di queste possibilità fino a che ci cadono le mascelle sul pavimento. Ma il punto è che tutti stiamo vedendo il cambiamento e non lo possiamo ignorare.
E il punto è che questo corrisponde a quello che gli specialisti ci hanno sempre raccontato. Guardate questa immagine:
Guardate la linea rossa. E' la temperatura media della Terra secondo lo studio più recente. Comincia a salire rapidamente più o meno da quando abbiamo cominciato a bruciare carbone, circa due secoli fa. E, come vedete, la temperatura al tempo in cui era attiva la grande ghiacciaia di Monte Senario era perlomeno di circa mezzo grado (centigrado) inferiore di quella odierna. Così, solo mezzo grado è sufficiente a portare cambiamenti molto grandi. Pensate quindi a cosa potrebbe accadere con 2 o 3 gradi in più, come gli scienziati dicono che accadrà se continuiamo a bruciare combustibili fossili – come pare probabile che continueremo a fare.
Ora, guardate questa immagine:
E' il mondo come potrebbe essere nel 2030-2039 secondo uno studio di “UCAR”. Le aree rosse della mappa indicano siccità. Fate attenzione su questo punto: è un “indice di siccità”. Non significa solo che piove meno. Significa anche che la pioggia arriva al momento sbagliato e fa più danno che guadagno. Guardate il Mar Mediterraneo: non è una regione solo rossa, è viola. Così, le siccità che abbiamo visto intorno a noi hanno senso – è qualcosa che ci si aspettava e che ci si aspetta che aumenti nei prossimi decenni. Siamo proprio nel posto sbagliato del mondo, in termini di siccità future.
Quindi, vedete cosa stiamo affrontando. Potrebbe non essere politicamente corretto dire quello che dico, ma siamo tutti adulti. Non ci piace quando scopriamo che la gente ci sta “addolcendo la pillola”. Credo che si debbano dire le cose come stanno. Dobbiamo affrontare un futuro, nei prossimi decenni, in cui avremo più siccità, più incendi, più ondate di calore, più inondazioni improvvise e, probabilmente, più tempeste di neve. Questo è ciò che vedremo, a prescindere da quello che faremo come cittadini di Fiesole e a prescindere da ciò che verrà fatto a livello di governi e di trattati internazionali. Il cambiamento climatico e qui con noi per restarci, almeno per qualche decennio. Lo stiamo vedendo, lo vedremo di più in futuro. Così, quando pensiamo alla nostra città, pensiamo a qualcosa di verde e bello:
Ma ecco lo stesso luogo, visto da un'angolazione diversa dopo l'incendio dell'anno scorso. Per quanto ancora avremo una Fiesole verde?
Vedete che abbiamo un problema. Un grosso problema. Così, cosa facciamo?. Be', il primo passo per risolvere il problema è riconoscere che esiste e il fatto che ci troviamo tutti qui oggi, significa che riconosciamo che il cambiamento climatico esiste e che dobbiamo fare qualcosa. Questo è un grande passo avanti.
Io credo che il problema climatico sia risolvibile. Ma abbiamo bisogno di metterci insieme e fare qualcosa. Molto può essere fatto a livello internazionale, attraverso trattati per ridurre le emissioni e passare a forme di energia più pulita. Ma per ottenere questi trattati dobbiamo costruire un consenso che renda questi trattati necessari. E il consenso parte a livello locale – parte dalla gente e siamo noi la gente! Così, il nostro primo compito è quello di cominciare a costruire questo consenso qui a Fiesole. Pensateci: lo stiamo facendo proprio adesso! Vedo che state annuendo. Vedete? Non è difficile cominciare ad agire sul problema climatico!
Stavo guardando le vostre facce quando vi stavo mostrando quelle proiezioni di future siccità e incendi. Lo so, fa paura guardare al futuro e la tentazione e di girare gli occhi da un'altra parte o gridare qualcosa tipo “non è vero, è una truffa, un imbroglio, un trucco”. Ma ora che sapete che siete attivi, che state facendo qualcosa, vi sentite meglio, no?
Questo è un piccolo trucco che ho appreso da uno psicologo svedese di nome Lennart Parknas. Ha scritto un bel libro su come motivare le persone all'azione. Dice che l'azione è fondamentale: non si può fare niente per risolvere un problema finché non si è convinti di poter fare qualcosa per risolverlo. E' ciò che Parknas definisce essere "attivi". Il cambiamento climatico è un grande problema, ma i metodi per risolvere i grandi problemi sono gli stessi di quelli per risolvere quelli piccoli. Abbiamo bisogno di sapere che possiamo risolverli per risolverli.
Naturalmente, c'è molto di più che possiamo fare in più oltre a riunirci in una stanza e annuire a quello che qualcun altro dice. Ho discusso questo argomento con l'amministrazione della nostra città e ci sono un sacco di cose che possiamo fare insieme. Una è proteggere il nostro territorio dal fuoco: non vogliamo altri incendi come quelli dell'estate scorsa. Abbiamo bisogno di sorveglianza ma, più di tutto, ci serve preparazione. Probabilmente sapete che l'incendio di Monte Rinaldi è partito da un tale che ha pensato che fosse una buona idea bruciare foglie secche nel giardino in un caldo giorno di agosto. Non era preparato, ma nessuno gli ha detto, apparentemente, che quella non era un'idea così buona. Vedete? Non siamo preparati, non solo non lo era quel tale. Dobbiamo lavorare su questo!
La prevenzione degli incendi è un esempio di quella che viene chiamata “mitigazione” degli effetti del cambiamento climatico. Naturalmente, la mitigazione non risolve il problema climatico alla sua radice (quella viene chiamata “prevenzione”). Ma la mitigazione ha questo grande vantaggio di darci qualcosa di vero e pratico da fare. E se preveniamo gli incendi abbiamo una situazione doppiamente vantaggiosa. Facciamo qualcosa di buono in sé, ma creiamo anche consapevolezza sul cambiamento climatico intorno a noi. Creiamo il consenso, che è ciò di cui abbiamo bisogno.
Questo non significa che non possiamo fare prevenzione sul cambiamento climatico, qui a Fiesole – naturalmente possiamo. Dobbiamo procedere in parallelo con cose come le energie rinnovabili, una migliore efficienza in molte aree, dal riscaldamento di casa al trasporto. Ma la cosa più importante è lavorare per ottenere il consenso che il problema climatico esiste e per ottenere il consenso dobbiamo essere potenziati. Dobbiamo agire e lo stiamo facendo.
Così, il fatto che voi siate tutti qui mi dice che abbiamo una possibilità di fare qualcosa di buono e dare allo stesso tempo l'esempio ad altre città e paesi! Noi siamo una piccola città, naturalmente, ma dopotutto tutte le cose grandi all'inizio sono piccole!
due secoli fa si ebbe l'anno senza estate, il 1816. Da allora l'aumento non è stato di 0,5°, ma di 1°. Per lo più concentrato negli ultimi decenni, per via della maggiore duttilità d'uso e consumo del petrolio rispetto al carbone. Ciò ha portato ad un'estremizzazione del clima, come si vede che è successo e si intensificherà come mostra il grafico delle precipitazioni da qui a 20/ 30 anni. Quindi eventi estremi che porteranno più disastri. Ma come si vede sta succedendo alla politica, il futuro seguirà la falsa riga del passato. Non sono certo i 271 valorosi al giorno che visitano questo sito a determinare un cambiamento radicale, quando là fuori ci sono mld di umani proni a mantenere o migliorare il loro paradigma a spese del pianeta e dei loro simili. Il cambiamento ci sarà, quando cominceranno a scarseggiare carburanti e cibo, fino ad allora disperazione e stridor di denti di quelli che il meccanismo perverso dell'economia capitalistica ha condannato ai margini. E saranno sempre di più. Anzi saremo.
RispondiEliminacaro Mago, non conta il numero di quelli che rimangono all'oscuro. Conta il numero di quelli che capiscono.
EliminaSono completamente d'accordo che e' solo facendo qualche cosa che si riesce a capire meglio l'intera situazione. Cosi come coloro che hanno lavorato sulla divulgazione e sul cercare di far capire ad altri la realta' dei cambiamenti climatici...(ed altre realta' associate tali il picco del petrolio ed i limiti alla crescita) hanno imparato moltissimo attraverso gli anni non solo in come fare meglio quel tipo di lavoro ma anche portandoli cosi' a capire anche cosa si potrebbe fare a vari livelli per la prevenzione o la mitigazione o l'adattamento....e quali sono gli attori principali che lo possono e lo devono fare, cosi' sara anche per coloro che cercheranno di fare qualche cosa per la "prevenzione" o la "mitigazione" o l"adattamento" anche se solo al livello di una sola comunita'. Le comunita' e gli individui che ne fanno parte possono i) fare qualche cosa direttamente loro stessi nella propria comunita il che li aiutera' (moltissimo secondo me) a capire meglio l'intero fenomeno e li portera' anche a ii) esercitare vari tipi di pressione e di azione sugli altri livelli che anche loro devono fare qualche cosa...cioe i governi centrali, regionali e locali, le conferenze internazionali, le grandi imprese e tutta la vasta gamma di attori che deve agire e che senza la azione dei quali non si pu'o sperare che il problema nella sua totalita' venga risolto....quindi facendo quel che si puo' per evitare ulteriori incendi a Fiesole e' il miglior laboratorio possibile per imparare anche tutto il resto. Ma ovviamente bisogna incominciare in molto piu che in una sola comunita' o localita' . E bisogna pure continuare a fare il lavoro agli altri livelli. E secondo me e' anche molto importante a livello piu personale ricordarsi anche un'altra lezione che credo aver imparato nella vita. Non aspettarsi mai che qualcuno un giorno ti dica grazie per quel che hai cercato di fare. Se lo si fa' meglio farlo perche convinti che sia la cosa giusta da fare. E credo (od almeno me lo auguro per lui) che questo sia anche cosa sia passato per la testa di Giorgio Napolitano recentemente.
RispondiEliminaSe ci accorgessimo che siamo una colossale fiera d'artisti, invece che un'accozzaglia di ottusi consumatori, usciremmo da questo marasma non troppo contusi.
RispondiEliminaChi ha letto "Infinite forme bellissime" di Sean B. Carroll può capire al volo cosa intendo dire.
In fondo, qualche mercante d'arte, un enigmatico mecenate, ci ha radunato da migliaia di anni in questo luogo dell'Universo per vedere cosa sarebbe successo ad ammassare sotto lo stesso tendone tanta rutilante creatività.
Ora il capolavoro è far sì che la fiera continui, senza che gli artisti s'azzuffino e s'accapiglino per primeggiare gli uni sugli altri.
Tra artisti iconoclasti e icono-caustici, non sarà facile, ma neanche impossibile.
En passant:La quotazione dell'oro ha fatto un bel tonfo.
Forse qualcuno si sta ricordando di un certo Re Mida e che tutto ciò che luccica non è fatto d'oro.
Come lo sguardo che ci attira dell'ignota persona appena incontrata.
Marco Sclarandis
io ero convinta che l'Italia fosse sotto attacco perchè l'obiettivo è portarci via l'oro della Banca d'Italia
EliminaIo tenderei al realismo e ciò non fa presagire nulla né di buono né di nuovo.
RispondiEliminaIl crollo di un sistema per non solo voler ignorare i limiti ma nel volerli superare arrogantemente è così profondo nell'animo umano che appare con la metafora del crollo della torre di Babele anche nei libri sacri del monoteismo. Più tardi Esopo con la cicala e al formica...
Sartre osservava che non è vero che le persone ignorino, le persone sanno e sono in malafede.
Nel comune dove abito dove varie campagne di informazione, ieri ho aperto un cassonetto e la maggior parte delle borsine di rifiuto contenevano plastica, carta, vetro e lattine che avrebbero dovuto essere messe nelle campane accanto. La popolazione ha ampie parti insensibili e incapaci pure di atti semplici, elementari come quello della raccolta differenziata.
In momenti critici scattano poi dei comportamenti collettivi, gregari peggiorativi.
Jared Diamond descrive il fatto che molto spesso la scarsità di una risorsa porta ad una maggiore lotta per accaparrarsela e ciò comporta un repentino e drastico aumento di consumo della risorsa e via dicendo: ad esempio si parla di economia dell'estinzione per il tonno rosso.
Ancora: le aree agricole e selvatiche contigue ai limiti urbani che dovrebbero essere conservate con massima attenzione e cura, specie in Italia che è uno dei paesi più colpiti dalla distruzione edilizia, infrastrutturale del territorio, sono invece proprio le aree più ambite dalla speculazione edilizia e politicastrica e, paradossalmente, hanno probabilità di distruzione più alte.
I sistemi demagocico-democratici peggiorano lo scenario, come qui e qui
osservato.
Come uscirne?
Che Massimo Fini abbia ragione? accelerare ulteriormente questo sistema affinché collassi ancor prima?
Non sono molto gradevoli questi collassi però.
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RispondiEliminaFare qualcosa nel nostro piccolo? E' necessario, direi quasi obbligatorio, anche perchè fa sentire meglio: Ma con il genere umano che ci ritroviamo e che non sente ragione a voler cambiare il BAU è - scusate il mio pessimismo - come fare la chemioterapia ad un malato terminale di cancro; lo si fa e lo si deve fare per non cadere nella rassegnazione, ma alla fine la prognosi è infausta!
RispondiEliminaE' molto difficile non perdersi d'animo in una situazione come questa.
RispondiEliminaI piccoli gesti virtuosi quotidiani vengono sovente disprezzati e sbeffeggiati.
La tentazione di cedere al flusso dei cinici, dei disfattisti e dei peggiori è talmente elevata in certi momenti, che bisogna ingegnarsi con la psiche in un modo che è vera e propria arte.
Io ho impiegato anni di ostracismo per piegare un farabutto col quale devo coabitare.Non nello stesso appartamento, ovviamente.
Ma anni di ritiro del saluto e di gelidi sguardi a lui e parte della sua stirpe hanno ottenuto dei grandi risultati.
Non è la materia bruta inanimata la causa del collasso ormai conclamato.
Siamo noi bruti che cambiamo il nostro comportamento quasi sempre, quando ormai non c'è comunque altro da fare.
Gli anameti, lanciati da una Rachel Carson in Primavera silenziosa e poi dal Club di Roma, in I limiti della crescita (sviluppo, nella traduzione italiana) non servono più ormai.
Sono i fatti del collasso che istruiranno le persone.
Più la gente imparerà alla svelta più ci sarà un tonfo.
Più la gente ignorerà le lezioni più ci sarà schianto.
Già solo il suono di queste due parole trasmente la differenza.
Marco Sclarandis