martedì 25 aprile 2017

Perché l'energia nucleare non è un'alternativa ai combustibili fossili


Di Alice Friedmann



Da “Energy skeptic”. Traduzione di MR (via Maurizio Tron e Jacopo Simonetta)

[ Le ragioni economiche sono l'ostacolo maggiore ora per le nuove centrali nucleari, con costi di capitale così alti che è quasi impossibile ottenre prestiti, specialmente quando il gas naturale è così tanto più economico e meno rischioso. Ma ci sono anche altre ragioni per le quali l'energia nucleare è nei guai. Ci sono molte più centrali in pericolo di chiusura di quante ne vengano costruite (37 o più potrebbero chiudere)]. 

Questa è una crisi di combustibili liquidi da trasporto. Il tallone di Achille della civiltà è la nostra dipendenza da camion di ogni genere, che vanno a gasolio perché i motori diesel sono di gran lunga più potenti di vapore, benzina, elettricità o qualsiasi altro motore sulla Terra (Vaclav Smil. 2010. Principali motori della globalizzazione: la storia dell'impatto dei motori diesel e delle turbine a gas. MIT Press). A miliardi camion (e macchinari) è richiesto di mantenere in funzione le catene di fornitura dalle quali dipendono ogni persona ed ogni azienda, così come estrazione mineraria, agricoltura, strade/costruzioni, camion per il legname e così via. Visto che i camion non possono andare a corrente elettrica, qualsiasi cosa che generi corrente non è una soluzione, quindi qualsiasi cosa generi elettricità non è una soluzione, né è probabile che la rete elettrica possa mai essere 100% rinnovabile (leggete “Quando i camion smettono di andare”, questa cosa non può essere spiegata così in breve), o che potremmo sostituire miliardi di motori diesel nel tempo che ci rimane.

Alice Friedemann www.energyskeptic.com autrice di “Quando i camion smettono di andare: energia e futuro dei trasporti”, 2015, Springer e di “Crunch! Chips e crackers di grano integrale”. Podcast: Practical Prepping, KunstlerCast 253, KunstlerCast278, Peak Prosperity, XX2 report


L'energia nucleare costa troppo

Le centrali nucleari statunitensi sono vecchie e in declino. Per il 2030, la generazione di energia nucleare potrebbe essere fonte di solo il 10% dell'energia elettrica, metà della produzione attuale, perché 38 reattori che producono un terzo dell'energia nucleare hanno superato i 40 anni di vita ed altri 33 reattori che producono un altro terzo di energia nucleare hanno più di 30 anni. Anche se ad alcuni verranno rinnovati i permessi, 37 reattori che producono metà dell'energia nucleare sono a rischio di chiusura per cause economiche, guasti, inaffidabilità, lunghe interruzioni, sicurezza e costosi aggiornamenti post Fukushima (Cooper 2013. L'energia nucleare è troppo costosa, 37 costosi reattori sono previsti in chiusura e Un terzo dei reattori nucleari moriranno di vecchiaia nei prossimi 10-20 anni).


Non vengono costruiti nuovi reattori perché ci voglioni anni per ottenere i permessi e devono essere raccolti dagli 8,5 ai 20 miliardi di dollari di capitale per una nuova centrale nucleare da 3.400 MW (O’Grady, E. 2008. Il luminare cerca un nuovo reattore. Londra: Reuters.). Questo è praticamente impossibile visto che una più sicura centrale a gas da 3.400 MW può essere costruita con 2,5 miliardi di dollari in metà tempo. Quale società di servizi vuole spendere miliardi di dollari es aspettare un decennio prima di ottenere un centesimo di introito e che venga generato un watt di elettricità?
Negli Stati Uniti ci sono 104 centrali nucleari (in gran parte costruite negli anni 70 e 80) che contribuiscono al 19% della nostra elettricità. Anche se tutte le centrali over 40 ottenessero il rinnovo per operare per 60 anni, a partire dal 2020 è improbabile che possano ottenere il rinnovo per altri 20 anni, quindi per il 2050 quasi tutte le centrali nucleari saranno fuori mercato. Joe Romm in “Il nucleare del rischio: un anno dopo Fukushima, l'energia nucleare rimane troppo costosa per essere una grande soluzione climatica” spiega in dettaglio perché l'energia nucleare è troppo costosa, per esempio:
  • I nuovi reattori nucleari sono costosi. Le recenti stime dei costi per le nuove singole centrali hanno superato i 5 miliardi (per esempio, vedete Scroggs, 2008; Servizio investimenti di Moody's, 2008)
  • I nuovi reattori sono intrinsecamente costosi perché devono essere in grado di sopportare praticamente ogni rischio che si possa immaginare, compreso l'errore umano e i grandi disastri
  • Sulla base di un rapporto fondamentale del 2007, dovremmo aggiungere una media di 17 centrali ogni anno, costruendo una media di 9 centrali all'anno per sostituire quelli che verranno messi in pensione, per un totale di una centrale nucleare ogni due settimane per quattro decenni – più 10 Yucca Mountain per stoccare le scorie
  • Prima del 2007, le stime del prezzo di 4.000 dollari/kw del nucleare statunitense erano comuni, ma dall'ottobre del 2007 il rapporto del Servizio agli Investitori di Moody's, “La nuova generazione nucleare negli Stati Uniti”, ha concluso: “Moody's crede che il costo tutto compreso di un impianto generatore nucleare potrebbe aggirarsi a circa 5.000-6.000 dollari/kw”. 
  • Lo stesso mese, la Florida Power and Light, “un leader nella generazione di energia nucleare”, ha presentato la sua stima dettagliata del costo di nuove centrali nucleari alla Commissione di Servizio Pubblico della Florida. La stima ha concluso che due unità per un totale di 2.200 megawatt costerebbero dai 5.500 agli 8.100 dollari per kilowatt – da 12 18 miliardi di dollari!
  • Nel 2008, Progress Energy ha informato i legislatori di stato che le due centrali gemelle da 1.100 megawatt che intendevano costruire in Florida sarebbero costate 14 miliardi di dollari, cosa che “triplica le stime fatte dalla società di servizi più di un anno fa”. Sarebbero più di 6.400 dollari a kilowatt. (E questo non tiene nemmeno conto della linea di trasmissione lunga 320 km da 3 miliardi di dollari di cui ha bisogno la società di servizi, che farebbe salire il prezzo alla cifra impressionante di 7.700 dollari a kilowatt). 
Estratto da L'energia nucleare è il nostro futuro energetico o una spirale di morte? 6 marzo 2016, di Dave Levitan, Ensia:
In generale, più si accumula energia con una data tecnologia, meno costa costruirla. Ciò è stato illustrato drammaticamente dal crollo dei costi di energia eolica e solare. Il nucleare, tuttavia, è andato in controtendenza, dimostrando invece una specie di “curva di apprendimento negativa” nel tempo. 
Secondo la Union of Concerned Scientists (UCS), il costo reale di 75 dei primi reattori nucleari costruiti negli Stati Uniti hanno superato le stime iniziali di più del 200%. Più di recente, i costi hanno continuato a gonfiarsi. Sempre secondo la UCS, il prezzo di una centrale nucleare è balzato dai circa 2-4 miliardi di dollari del 2002 ai 9 miliardi di dollari nel 2008. Detto in un altro modo, il prezzo è schizzato da meno di 2.000 dollari statunitensi per kilowatt all'inizio del 2000 agli 8.000 dollari statunitensi a kilowatt nel 2008.   
Steve Clemmer, direttore di ricerca ed analisi energetica presso la UCS, non vede un cambiamento di questa tendenza. “Non vedo prove del fatto che vedremo i tipi di riduzione dei costi di cui parlano i sostenitori. Non molto scettico a riguardo – bello se succede, ma non vedo come”, dice. 
Alcuni progetti negli Stati Uniti sembrano fronteggiare ritardi e sforamenti ad ogni piè sospinto. Nel settembre 2015, un tentativo della Carolina del Sud di costruire due nuovi reattori in una centrale già esistente è stato ritardato di tre anni. In Georgia, una ordinazione di una centrale del proprietario Southern Co. del gennaio 2015 diceva che i suoi due reattori aggiuntivi avrebbero fatto fare un salto di 700 milioni di dollari al costo e avrebbe richiesto 18 mesi in più per essere costruita. Questi problemi hanno diverse cause, dai ritardi nei permessi a semplici errori di costruzione e non è probabile che si trovino soluzioni facili al problema.  
In Europa la situazione è analoga, con un paio di esempi particolarmente clamorosi che gettano una cappa sull'industria. La costruzione di un nuovo reattore della centrale finlandese di Olkiluoto 3 è iniziata nel 2005, ma non finirà prima del 2018, nove anni in ritardo e più di 5 miliardi di dollari americani oltre il preventivo. Un reattore in Francia, dove il nucleare è la fonte principale di energia elettrica, è sei anni in ritardo rispetto al programma e più del doppio più costosa di quanto preventivato.  
“La storia di 60 anni o più di costruzione di reattori non offre prove che i costi scenderanno”, dice Ramana. “Man mano che la tecnologia nucleare è maturata, i costi sono aumentati e tutte le indicazioni attuali sono che questa tendenza continuerà”.
Le centrali nucleari richiedono sistemi di rete enormi, visto che sono lontane dai consumatori di energia. Il Financial Times stima che questo richiederebbe l'investimento diecimila miliardi di dollari in tutto il mondo in sistemi elettrici nei prossimi 30 anni. 

In sintesi, gli investitori non investiranno in nuovi reattori perché:

  • Ci sono miliardi in gioco in responsabilità in caso di fusione o incidente
  • potrebbe esserci uranio sufficiente soltanto per alimentari le centrali esistenti
  • il costo per centrale lega il capitale troppo a lungo (possono servire 10 miliardi di dollari in 10 anni per costruire una centrale nucleare)
  • i costi di smantellamento sono molto alti
  • trattare in modo appropriato le scorie è costoso
  • non c'è luogo in cui mettere le scorie - nel 2009 il Segretario all'Energia Chu ha chiuso Yucca Mountain e non c'è sostituto in vista. 

Né il governo statunitense pagherà per i reattori nucleari, dato che l'opinione pubblica è contraria - il 72% ha detto no (su E&E news), non erano favorevoli al fatto che il governo pagasse i reattori nucleari tramite garanzie per miliardi di dollari di nuovi prestiti federali per i nuovi reattori.
Cembalest, un analista di J.P. Morgan, ha scritto “In qualche modo, il pollo nucleare era cotto dal 1992, quando il costo della costruzione di una centrale da 1 GW è aumentato di un fattor 5 (in termini reali) rispetto al 1972” (Cembalest).

Picco dell'uranio

Gli esperti di energia avvertono che una carenza acuta di uranio sta per colpire l'industria dell'energia nucleare. Il dottor Yogi Goswami, co-direttore del Centro di Ricerca per l'Energia Pulita dell'Università della Florida avverte che le riserve provate di uranio dureranno meno di 30 anni. Nel 2050, tutte le riserve provate e quelle non scoperte di uranio saranno finite. Le attuali centrali nucleari consumano circa 67.000 tonnellate di uranio di alta qualità all'anno. Con le attuali riserve mondiali di uranio di 5,5 milioni di tonnellate, ne abbiamo abbastanza da durare 42 anni. Se vengono costruite altre centrali, allora ci rimangono meno di 30 anni (Coumans).

La produzione di uranio ha raggiunto il picco negli anni 80 ma le disponibilità hanno continuato a soddisfare la domanda grazie al fatto che le armi nucleari smantellate dopo la Guerra fredda sono state convertite in combustibile commerciale. Quelle fonti ora stanno finendo e un nuovo picco dovuto alla domanda potrebbe essere all'orizzonte.

Il solo modo in cui potremmo estendere le nostre disponibilità di uranio è costruire reattori autofertilizzanti. Ma non abbiamo idea di come farlo e ci stiamo provando dagli anni 50.
La Cina ha accesso il suo diciannovesimo reattore nucleare in quanto vuole accelerare la sua generazione nucleare. Il paese pensa di accendere 8.64 GW di capacità di generazione nucleare nel 2014 rispetto ai 3,24 GW di nuova capacità del 2013. la disponibilità di uranio per l'industria nucleare cinese sta diventando un problema. Pechino potrebbe dover importare circa l'80% del suo uranio per il 2020, rispetto all'attuale 60%. Potrebbe persino non esserci abbastanza uranio per alimentare le centrali esistenti.


Fonte: Colorado Geological survey

L'energia nucleare è troppo pericolosa

Nel 2016, la prestigiosa rivista Science, sulla base delle lezioni apprese dalla Accademia Nazionale delle Scienze a Fukushima, ha scritto che un incendio di combustibile nucleare esaurito a Peach Bottom, in Pennsylvania, potrebbe costringere all'evacuazione di 18 milioni di persone.  Questo perché non c'è ancora un luogo dove mettere le scorie nucleari, che quindi vengono stoccate in piscine di acqua in situ che non si trovano dentro cupole di contenimento, ma all'aria aperta e un obbiettivo primario per i terroristi in oltre 100 località. Se l'energia elettrica mancasse per più di 10 giorni a causa di un disastro naturale, all'impulso elettromagnetico di un'arma nucleare/flare solare o qualsiasi altra ragione, queste piscine nucleari potrebbero incendiarsi e sputare radiazioni per molti chilometri quadrati e costringere milioni di persone ad evacuare. Vedete anche: Lo stato schioccante dei siti nucleari più rischiosi del mondo.

I pericoli delle scorie nucleari sono la ragione principale per cui la California e molti altri stati non permetto l'apertura di nuove centrali. Per scoprire di più sui pericoli delle scorie nucleari e sul perché non abbiamo un luogo dove stoccarle, leggete la recensione del libro “Troppo caldo da toccare”.
Greenpeace ha una critica dell'energia nucleare intitolata Pericoli dei reattori nucleari (2005) che fa le seguenti considerazioni:

  1. Man mano che le centrali nucleari invecchiano, i loro componenti diventano fragili, corrodono ed erodono. Questo può succedere a un livello microscopico che è rilevabile quando scoppia una tubatura. Man mano che una centrale invecchia, le possibilità di incidenti gravi aumentano. Anche se alcuni componenti possono essere sostituiti, guasti nel contenitore a pressione del reattore porterebbero a un rilascio catastrofico di materiale radioattivo. Il rischio di incidente nucleare cresce significativamente ogni anno dopo 20 anni, L'età media delle centrali in tutto il mondo ora è di 21 anni.
  2. In un blackout, se i generatori di emergenza non si accendono, c'è il rischio di una fusione. Questo è accaduto di recente in Svezia alla centrale elettrica di Fosmark nel 2006. Un ex direttore ha detto: “E' stata una pura fortuna che non ci sia stata una fusione. Visto che la fornitura elettrica dalla rete non ha funzionato come avrebbe dovuto, avrebbe potuto essere una catastrofe”. Ancora poche ore e si sarebbe potuta verificare una fusione. Non dovrebbe sorprendere nessuno che i blackout diventeranno sempre più comuni e più lunghi man mano che l'energia declina. 
  3. Le centrali nucleari di terza generazione sono maiali col rossetto – sono solo centrali di seconda generazione travestite – non sono più sicure delle centrali esistenti. 
  4. Molti guasti sono dovuti ad errore umano e questo sarà sempre così, a prescindere da quanto siano ben progettate le future centrali.
  5. Le centrali nucleari sono obbiettivi attraenti per i terroristi ora e nelle future guerre di risorse. Ci sono dozzine di modi per attaccare centrali nucleari e di ritrattamento. Sono obbiettivi non solo per l'enorme numero di morti che potrebbero causare, ma come fonte di plutonio per fare bombe nucleari. Ce ne vogliono solo pochi chili per fare un'arma e pochi microgrammi per causare il cancro. 

Se Greenpeace ha ragione sui rischi che aumentano dopo i 20 anni, allora è destinato ad esserci un incidente di fusione entro 10 anni, cosa che renderebbe quasi impossibile raccogliere il capitale. (E infatti c'è stato, Fukushima ha avuto una fusione nel 2011). E' già difficile trovare il capitale, perché i proprietari vogliono essere completamente esenti dai costi di fusioni nucleari ed altri incidenti. Ecco perché non sono state costruite nuove centrali per decenni negli Stati Uniti.

Anche l'EROEI potrebbe essere troppo basso per gli investitori. Se considerate l'energia necessaria per costruire una centrale nucleare, che necessita di una quantità enorme di cemento, tubi d'acciaio ed altre infrastrutture, potrebbe servire un tempo lungo perché l'energia di ritorno paghi l'energia investita. La costruzione delle centrali nucleari statunitensi degli anni 70 richiedeva 40 tonnellate di acciaio e 190 metri cubi di cemento per megawatt medio di capacità di generazione di elettricità (Peterson 2003). La quantità di gas serra emessi durante la costruzione è un'altra ragione per cui molti ambientalisti si sono allontanati dall'energia nucleare. I costi del trattamento delle scorie nucleari sono andati alle stelle. Un impianto di trattamento immensamente costoso per la pulizia della centrale nucleare di Hanford è passata dal costo di 4,3 miliardi di dollari nel 2000 a 12,2 miliardi di dollari di oggi. Se l'impianto di trattamento finale verrà mai costruito, sarà alto 12 piani e lungo come 12 campi da football (Dininny 2006).

Ci vuole troppo tempo per costruire centrali nucleari

Ci vogliono spesso più di 10 anni per costruire una centrale nucleare perché ci vogliono anni per avere i permessi, fabbricare i componenti ed altri 4-7 anni per costruire materialmente. Questo è un tempo d'attesa troppo lungo per gli investitori, che vogliono dei ritorni molto più rapidi di questi. I tecno ottimisti possono obiettare che qualche tipo di reattore moderno potrebbe essere costruito più rapidamente. Ma l'opinione pubblica ha paura dei reattori (giustamente), quindi è destinato a procedere lentamente, in quanto le proteste delle persone chiederanno ispezioni più severe ad ogni passo del percorso. L'opinione pubblica è preoccupata anche dai problemi di stoccaggio a lungo termine delle scorie. Quindi anche un reattore piccolo e semplice avrebbe diversi ostacoli da superare.

I mercati finanziari sono cauti ad investire in nuove centrali nucleari finché non sarà dimostrato che possano essere costruite secondo i preventivi e nei tempi stabiliti. Non sono state costruite centrali nucleari per decenni negli Stati Uniti, ma ci sono ricordi spiacevoli, perché la costruzione di alcune delle attuali centrali in opera è stata associata al superamento dei costi e a ritardi consistenti. C'è anche un divario significativo fra quando inizia la costruzione e quando si realizzano ritorni sugli investimenti.

Una crisi irrigidirà l'opinione pubblica contro la costruzione di nuove centrali nucleari

Ho scritto questa sezione prima del disastro di Fukushima e ci saranno altri disastri man mano che le vecchie centrali nucleari, usate oltre il loro tempo di vita e spinte a produrre elettricità a pieno regime, cedono ai molti pericoli descritti in dettaglio dal rapporto di Greenpeace International “I pericoli dei reattori nucleari”. E' solo una questione di tempo perché i nostri reattori fondano. Quando questo accade, l'opinione pubblica combatterà lo sviluppo di ulteriori centrali nucleari. Altri fattori oltre all'età che potrebbero causare un disastro sono i disastri naturali, i guasti della rete elettrica, l'aumento di alluvioni e siccità più gravi, le condizioni meteorologiche più instabili dovute al cambiamento climatico, la mancanza di personale man mano che i lavoratori anziani vanno in pensione con pochi ingegneri istruiti disponibili per sostituirli.

Persino Edward Teller, padre della bomba all'idrogeno, pensava che le centrali nucleari fossero pericolose e dovessero essere messe sottoterra per sicurezza in caso di guasto e per renderne più facile la sistemazione. Cinque dei sei reattori della centrale di Fukushima in Giappone erano reattori mark 1. Trentacinque anni fa, Dale G. Bridenbaugh e due dei suoi colleghi della General Electric si sono licenziati dopo che si è convinto che il progetto del reattore nucleare Mark 1 che stavano revisionando era così sbagliato che poteva portare a un incidente devastante (Mosk). Le centrali nucleari sono obbiettivi estremamente attraenti per i terroristi e in una guerra. L'uranio non è immagazzinato solo al centro, ma nell'area delle “scorie” vicino alla centrale, fornendo un sacco di materiale per bombe atomiche “sporche” o esplosive. Per i dettagli, leggete il documento originale o il mio riassunto del rapporto di Greenpeace.

EROEI e smantellamento

Vedete: Smantellare un reattore nucleare
L'energia per costruire, smantellare, trattare le scorie, ecc. potrebbe essere di più di quella che l'impianto genererà mai, un EROEI negativo. Una revisione di Charles hall et al. degli studi sull'energia netta dell'energia nucleare ha scoperto che i dati sono “idiosincratici, pregiudiziali e poco documentati” ed ha concluso che le informazioni più affidabili sull'EROEI erano troppo vecchie per essere utilizzabili (i risultati variavano da 5:1 a 8:1) I dati più nuovi erano ingiustificabilmente ottimistici (15:1 o più) o pessimistici (bassi, persino meno di 1:1). Una delle principali ragioni per cui l'EROEI è basso è a causa delle enormi quantità di energia usata per costruire le centrali nucleari, cosa che crea una grande quantità di emissioni di gas serra.

Scala

“Per produrre energia nucleare sufficiente ad uguagliare l'energia che otteniamo attualmente dai combustibili fossili, si dovrebbero costruire 10.000 delle più grandi centrali nucleari possibili. Si trata di un'iniziativi enorme e probabilmente non fattibile e a quel tasso di combustione le nostre riserve conosciute di uranio durerebbero soltanto 10 o venti anni”. (Goodstein). Ci sono abbastanza siti per 10.000 centrali vicino all'acqua per il raffreddamento ma non troppo in basso per evitare che l'aumento del livello dei mari le distrugga o che le siccità rimuovano le disponibilità di acqua per il raffreddamento?

Personale

L'energia nucleare è stata impopolare per molto tempo che non ci sono abbastanza ingegneri nucleari, operatori di centrale e progettisti, o aziande produttrici da portare rapidamente in scala (Torres 2006). Il numero di certificati della Società Americana di Ingegneria Meccanica (ASME) ottenuti in tutto il mondo è crollato da 600 nel 1980 a 200 nel 2007. C'è anche una insufficiente disponibilità di persone con la necessaria preparazione o formazione in un momento in cui venditori, contractor, architetti, ingegneri, operatori e legislatori staranno cercando di mettere insieme il loro personale. In aggiunta, il 35% del personale negli impianti nucleari statunitensi sono vicini alla pensione nei prossimi 5-10 anni.

Potrebbero esserci carenze di certi pzzi di ricambio e componenti (specialmente grandi pezzi forgiati), così come di mestieri qualificati e personale tecnico, se l'energia nucleare si espande significativamente in tutti il mondo. Ci sono meno fornitori di pezzi di ricambio e componenti nucleari ora che in passato.

Proliferazione nucleare e obbiettivi del terrorismo

Possiamo davvero impedire che dei dittatori folli usino plutonio ed altre scorie nucleari per fare la guerra per 30.000 anni? Anche se una bomba nucleare fosse oltre le capacità della società in futuro, le scorie potrebbero essere usate per fare bombe sporche. Nel frattempo, i reattori costituiscono dei buoni obbiettivi per i terroristi che hanno i soldi per assumere scienziati che li aiutino a fare una bomba nucleare dell'uranio rubato o dal plutonio.

Acqua

Le centrali nucleari devono essere costruite vicino all'acqua per il raffreddamento e ne usano una quantità enorme. Gli scienziati sono sicuri che il riscaldamento globale farà aumentare il livello del mare – circa la metà delle centrali nucleari esistenti verrebbe allagata. Il cambiamento climatico causerà siccità più lunghe e gravi, col potenziale di far restare le centrali senza acqua di raffreddamento sufficiente, e tempeste più gravi porteranno più uragani e tornado.

Sindrome NIMBY

Non sottovalutate mai la sindrome NIMBY, che sta già impedendo alle centrali nucleari di essere costruite. L'opposizione politica alla costruzione di migliaia di centrali nucleari sarà impossibile da superare.

Nessun buon modo di immagazzinare l'energia

Una delle necessità cruciali dell'energia elettrica è è un modo per immagazzinarla. Accumulatori su scala non sono stati inventati nonostante decenni di ricerca ed esistono solo poche materie prime sulla terra per costruire batterie NaS ad un costo di oltre 44 trilioni di dollari che occuperebbero 2448 kmq di territorio (Friedemann 2015). Una grande quantità di energia elettrica generata dovrebbe essere usata per sostituire i miliardi di macchine e veicoli con motore a combustione  piuttosto che fornire calore, raffrescamento, energia per cucinare e luce a case ed uffici. Ci vogliono decenni per passare da una fonte energetica ad un'altra. E' difficile vedere come si possa ottenere questo senza grande disagio e caos sociale, cosa che rallenterebbe il processo di conversione. E' probabile che la disperazione porti al furto di componenti importanti della nuova infrastruttura per vendere il metallo di scarto, come sta già succedendo a Baltimora dove vengono rubati lampioni di 9 metri vengono rubati (Gately 2005).

Reattori autofertilizzanti. Servirebbero 24.000 reattori autofertilizzanti, ognuno di essi una potenziale bomba nucleare (Mesarovic)


  • Sappiamo dal 1969 che avevamo bisogno di costruire reattori autofertilizzanti per allungare il tempo di vita del materiale radioattivo a decine di migliaia di anni e per ridurre le scorie radioattive generate, ma ancora non sappiamo come farlo. (NAS) 
  • Se ma dovessimo riuscirci, questi reattori sono molto più vicini ad essere bombe nucleari di quelli convenzionali – gli effetti di un incidente sarebbero catastrofici economicamente e per il numero di vite perse se succedesse vicino ad una città (Wolfson). 
  • Il prodotto di scarto di una reazione autofertilizzante è il plutonio. Il plutonio 239 ha un tempo di dimezzamento di 24.000 anni. Come possiamo garantire che nessun terrorista o dittatore userà mai questo materiale per costruire una bomba nucleare o una bomba sporca in questo periodo di tempo? 


Ipotizzate, come vogliono che facciamo i tecno ottimisti, che in 100 anni tutta l'enegia primaria sarà nucleare. Seguendo i modelli storici ed ipotizzando un quadruplicarsi della popolazione non improbabile, avremo bisogno, per soddisfare le richieste di energia del mondo, di 3.000 “parchi nucleari”, ognuno consistente, diciamo, di 8 reattori autofertilizzanti. Questi 8 reattori, lavorando al 40% di efficienza, produrranno collettivamente 40 milioni di kilowatt di elettricità. Pertanto, ognuno dei 3.000 parchi nucleari convertirà energia nucleare primaria equivalente a 100 milioni di kilowatt termici. I più grandi reattori nucleari attualmente in funzione convertono circa 1 milione di kilowatt (elettrici), ma noi daremo il beneficio del dubbio ed ipotizzeremo che i nostri 24.000 reattori mondiali siano in grado di convertire 5 milioni di kilowatt ciascuno. Per produrre l'energia mondiale fra 100 anni, quindi, dovremo costruire appena ogni anno da adesso ad allora, 4 reattori a settimana! A quella cifra non tiene conto del tempo di vita dei reattori nucleari. Se i nostri reattori nucleari futuri durano in media 30 anni, alla fine dovremo aver costruito 2 reattori al giorno per sostituire quelli esausti. Nel 2025, affidarsi al solo nucleare richiederebbe più di 50 grandi installazioni nucleari, in media, in ogni stato dell'unione.

Ai fini di questa discussione, non teniamo conto se questo tasso di costruzione sia tecnicamente ed organizzativamente fattibile in vista del fatto che, al momento, i tempi di consegna per la costruzione di centrali molto più piccole e più semplici è dai sette ai dieci anni. Non teniamo neanche conto del costo di circa 2.000 miliardi di dollari all'anno – o il 60% della produzione mondiale totale di 3.400 miliardi di dollari – solo per sostituire i reattori usurati e la disponibilità di capitale di investimento. Potremmo anche ipotizzare di poter trovare impianti di stoccaggio sicuri per i reattori dismessi e i loro macchinari accessori irradiati ed anche per le scorie nucleari. Ipotizziamo che la tecnologia si sia occupata di tutti questi grandi problemi, lasciandoci solo qualche bazzecola di cui occuparci.
Per far funzionare 24.000 reattori autofertilizzanti, avremmo bisogno di trattare e trasportare, ogni anno, 15 milioni di kg (16.500 tonnellate) di plutonio 239, il materiale chiave della bomba atomica di Hiroshima.

Servono solo 250 grammi di plutonio per costruire una bomba. Se inalati, slo dieci microgrammi di plutonio 239 è probabile che causino un cancro al polmone fatale. Una palla di plutonio della dimensione di un chicco d'uva contiene veleno sufficiente ad uccidere quasi tutte le persone in vita oggi. Inoltre, il plutonio 239 ha una vita radioattiva di più di 24.000 anni. Ovviamente con molto più plutonio in mano, ci saranno problemi tremendi nella salvaguardia dei pachi nucleari – non uno o due, ma 3.000. E che dire del loro posizionamento, della sovranità nazionale e della giurisdizione? Un paese può permettersi una protezione inadeguata in un paese vicino quando il più piccolo incidente potrebbe avvelenare le terre adiacenti e le popolazioni per migliaia e migliaia di anni? E chi deve decidere cosa costituisce una protezione adeguata, specialmente in caso di agitazione sociale, guerra civile, guerra fra nazioni o anche solo quando un leader nazionale cade per un caso di nevrosi? Le vite di milioni di persone potrebbero facilmente essere legate ad un singolo individuo audace e sconsiderato.

Riferimenti

Cembalest, M.21 Nov 2011. Occhio al mercato. La ricerca donchisciottesca di soluzioni energetiche.
J P Morgan Coumans, C.  4 Sep 2010. Riserve di uranio in essere per il 2050. Deccan Chronicle

Dininny, S. 7 Settembre 2006. Il costo del trattamento delle scorie della centrale di Hanford arrivano a 12,2 miliardi. The Olympian / Associated Press.
Friedemann, A. 2015. Quando i camion smettono di andare: energia e futuro dei trasporti. Springer.

Gately, G. 25 Nov 2005. Pali della luce scomparsi – si pensa vengano venduti come rottami da ladri. 130 impianti stradali sono stati abbattuti a Baltimora. New York Times.

Goodstein, D. April 29, 2005. Trascrizione della conferenza La fine dell'era del petrolio

(Greenpeace) H. Hirsch, et al. 2005. Pericoli dei reattori nucleari: pericoli attuali dell'utilizzo di tecnologia nucleare nel XXI secolo http://www.greenpeace.org/raw/content/international/press/reports/nuclearreactorhazards.pdf

Heinberg, Richard. Settembre 2009. Alla ricerca di un miracolo. "Energia netta, limiti e il destino della società industriale. Post Carbon Institute.
Hoyos, C. 19 OCT 2003 Il settore elettrico 'ha bisogno di 1..000 miliardi di dollri nei prossimi 30 anni'. Financial Times.

Mesarovic, Mihajlo, et al. 1974. Specie umana al punto di svolta: Il secondo rapporto al Club di Roma.  E.P. Dutton, 1974 pp. 132-135

Mosk, M. 15 Mar 2011. Fukushima: il progetto del reattore nucleare Mark 1 ha causato le dimissioni per protesta dello scienziato della GE. ABC World News.
(NAS) “E' chiaro, pertanto, che per la transizione ad un programma completo di reattori autofertilizzanti prima che la disponibilità iniziale di uranio 235 sia esaurita, possono essere rese disponibili forniture molto più ampie di quelle esistenti ora. Il fallimento nel fare questa transizione costituirebbe uno dei più grandi disastri della storia umana” Accademia Nazionale delle Scienze. 1969.

Risorse e uomo. W.H.Freeman, San Francisco. 259.

Peterson, P. 2003. Gli Stati Uniti avranno bisogno di un secondo deposito geologico? The Bridge 33 (3), 26-32.

Torres, M. “Esaurimento dell'uranio ed energia nucleare. Siamo al picco dell'uranio?” http://www.theoildrum.com/node/2379#more

Wolfson, R. 1993. Scelte nucleari: guida per il cittadino alla tecnologia nucleare. MIT Press

Per vedere quali centrali sono aperte, in chiusura o in costruzione (excel):

Appendice A: Reattori commerciali ad energia nucleare degli Stati Uniti – Reattori in funzione

Appendice C: Reattori commerciali ad energia nucleare degli Stati Uniti – Reattori ad energia nucleare autorizzati ad operare in precedenza

Appendice D: Reattori commerciali ad energia nucleare annullati
Commissione di regolamentazione nucleare degli Stati Uniti 2014-2015 Compendio informativo. Materiali nucleari, scorie tossiche, reattori nucleari, sicurezza nucleare.