venerdì 24 gennaio 2014

L'altro lato del picco: il collasso del consumo di petrolio e gas in Italia

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR

Il picco del consumo di petrolio in Italia: Siamo tornati al 1967.
Tutti i dati di questo post in questo post provengono dalla revisione statistica della BP  fino al 2012, aggiornata al 2013 da varie fonti.

A volte, il picco del petrolio sembra un gioco intellettuale che si continua a giocare discutendo se è già arrivato o no. Ma il punto con il petrolio non è quanto ne viene prodotto, da qualche parte, ma quanto ce ne possiamo permettere di usare. E, per quanto riguarda l'Italia, il picco del consumo è già arrivato, come potete vedere più sopra. E' impressionante: il consumo è diminuito di più del 30% in meno di 10 anni. Oggi siamo tornati ai livelli del 1967. E, nel 1967, la popolazione era di circa 50 milioni di persone, circa 10 milioni in meno di oggi. Abbiamo realmente raggiunto l'altro lato del picco e non vediamo il fondo della discesa.

Perché? Semplice: la riduzione del consumo di petrolio è direttamente collegata ai prezzi, come potete vedere qui:

Potete anche fare un grafico con i prezzi in funzione della produzione, ecco i risultati:


In breve, l'economia italiana può permettersi di accrescere il proprio consumo di petrolio quando il petrolio costa meno di circa 20 dollari al barile (in dollari di oggi), rimane stabile finché il petrolio è a meno di 40 dollari al barile e collassa quando i prezzi del petrolio vanno oltre quel livello.

Sono sicuro che ora vi state chiedendo com'è la vita in Italia con un terzo del petrolio che se ne è andato. Vi aspettereste strade vuote, città deserte ed un'atmosfera generale da post olocausto. Be, no; non è così. Posso dirvi che è difficile vedere grandi cambiamenti nella vita di tutti i giorni in Italia. In particolare, nell'ora di punta in città, le strade sembrano intasate di macchine come sempre. Da quello che sento dire da amici e conoscenti, la situazione è la stessa per tutte le grandi città italiane.

Ma arrivare alla conclusione che in Italia non ci sono problemi significa fare lo stesso errore che il nostro ex Primo Ministro ha fatto qualche anno fa, quando ha detto che l'Italia non aveva problemi economici perché “i ristoranti sono pieni”. I ristoranti non sono l'economia e le strade cittadine all'ora di punta non sono il sistema di trasporto nazionale. E non c'è dubbio che i trasporti abbiano dei problemi se li misuriamo in termini di chilometri percorsi. Ecco i dati (per gentile concessione di  Massimo de Carlo di “Mondo Elettrico”). La curva blu rappresenta i veicoli leggeri, principalmente automobili, quella viola i camion e la rossa tutti i veicoli. Dati  AISCAT, aggiornati al 2012.



Vediamo che il sistema di trasporti è riuscito ad affrontare – più o meno – la ridotta fornitura di petrolio fino a circa il 2008-2010. Il picco in chilometri percorsi è arrivato dopo il picco del consumo di petrolio e il declino è stato meno pronunciato: meno del 10% per le automobili e circa il 15% per i camion. Quindi, c'è una ragione per la quale la diminuzione del traffico non è percepibile nelle città, specialmente durante le ore di punta. Le persone probabilmente hanno tagliato i viaggi non strettamente necessari e sembra che siano ancora in grado di usare le proprie automobili per il trasporto quotidiano. Hanno potuto farlo in gran parte trasformando l'alimentazione delle loro automobili a gas naturale e a GPL. In parte anche passando ad automobili più efficienti, anche se le piccole auto e le ibride sembrano ampiamente di meno dei SUV. 

Sembra quindi che il principale fattore che ha contrastato il declino del consumo di petrolio, fino a un certo punto, sia stato un aumento del consumo di gas naturale. Questa è stata una tendenza storica non solo in termini di combustibili per i veicoli, ma per una gran varietà di applicazioni. Potete vedere tutta la storia nella figura che segue: 


Intorno al 2006, il consumo di gas ha raggiunto un picco ed ha generato il “picco degli idrocarburi” in Italia. Dopodiché, il consumo è calato rapidamente, molto più rapidamente di quanto non fosse cresciuto. E' un comportamento che ho definito il “collasso di Seneca”. L'Italia potrebbe avere il dubbio onore di essere la prima grande economia occidentale a vivere questo tipo di collasso in tempi moderni. 

Cosa succederà, ora, da questo lato del picco? Difficile a dirsi, ma se il collasso di Seneca continua, nei prossimi anni è improbabile che vedremo ancora ingorghi nell'ora di punta (e i ristoranti pieni).