giovedì 11 marzo 2010

Seduti sopra il vulcano



Vivere sulle pendici di un vulcano può sembrare qualcosa che tocca soltanto agli abitanti delle frazioni vesuviane vicino a Napoli. Ma tutti siamo seduti sopra un vulcano planetario: quello degli idrati di metano che potrebbero causare un riscaldamento globale drastico e irreversibile. Un recente articolo apparso su Science indica una tendenza preoccupante di rilascio di metano in atto dagli idrati polari


Il metano è uno dei "gas serra" (o gas climalteranti) dell'atmosfera, uno di quei gas che assorbono il calore e lo trattengono nell'atmosfera, riscaldandola. L'aumento della concentrazione dei gas serra è la causa principale del riscaldamento globale.

Di solito, quando si parla di gas serra si parla più che altro del CO2, il biossido di carbonio. Ma l'atmosfera è un sistema complesso dove ci sono vari gas serra che interagiscono fra di loro. Fra questi c'è il metano che è un gas serra più potente del CO2 ma che si trova nell'atmosfera in concentrazioni molto più piccole. A causa di queste basse concentrazioni, i suoi effetti sulla temperatura globale sono molto minori di quelli del CO2. C'è però una forma di metano di cui si sa poco e che potrebbe avere effetti dirompenti sulla temperatura: gli idrati di metano.

Gli idrati (o clatrati) di metano sono detti "il ghiaccio che brucia". Li si possono accendere con un fiammifero, come si vede in questa foto.

E' metano intrappolato nel ghiaccio, tipicamente nel permafrost delle regioni polari. E' il risultato di processi biologici molto antichi; un po' come il petrolio. Da molto tempo si parla di immense riserve di metano negli idrati e della possibilità di estrarlo per utilizzarlo come combustibile. Per ora, le difficoltà sono state tali che non se ne è fatto di niente e, sperabilmente, non lo si farà mai dato che le conseguenze potrebbero essere disastrose. Come nel caso del petrolio, potrebbe non essere cosa buona far ritornare in superficie cose che sono state intrappolate molto a lungo sottoterra.

Gli idrati di metano sono una immensa sorgente potenziale di gas serra e non c'è garanzia che rimangano tranquilli dove sono per sempre. Ci resteranno finché la temperatura planetaria rimane costante, più o meno. Ma se si alza, come si sta alzando a causa dell'immissione di CO2 nell'atmosfera, allora non è affatto detto che il metano rimanga congelato nel permafrost.

Se il permafrost si scalda, rilascia metano. Il metano rilasciato causa un ulteriore riscaldamento. Questo riscaldamento causa il rilascio di ulteriore metano e via così. Parte del metano emesso viene gradualmente trasformato in CO2 da processi biologici, ma questo cambia poco al fatto che il risultato di questa catena di eventi è un rilascio sempre crescente di gas serra nell'atmosfera. La conseguenza non può essere che un disastroso riscaldamento planetario, anche peggiore degli scenari più pessimistici presentati dai climatologi che parlano anche sei gradi di temperatura in più.

Questa esplosione dei clatrati viene detta in inglese il "cannone a clatrati" (clathrate gun). Tenendo conto che il cannone è puntato contro di noi, è chiaro che è un'espressione piuttosto efficace.

Può veramente succedere una cosa del genere entro i prossimi decenni? Non lo possiamo dire con certezza, ma alcune cose le sappiamo: una è che la concentrazione di metano nell'atmosfera sta aumentando, l'altra che il permafrost sta rilasciando grandi quantità di metano, come riportato anche di recente su Science. Non è detto che questo rilascio sia un fenomeno eccezionale, ma nemmeno che non lo sia. Dopotutto, ci troviamo oggi in condizioni di composizione dell'atmosfera che non si sono mai verificate nell'ultimo milione di anni in termini di concentrazione di CO2. Queste condizioni eccezionali potrebbero portare a delle conseguenze eccezionali come, appunto, il rilascio di metano dagli idrati. Per quanto ne sappiamo, questo rilascio è già avvenuto diverse volte nel remoto passato e i risultati sono stati molto spiacevoli: riscaldamento planetario accompagnato da estinzioni di massa e distruzioni varie.

Come minimo, dobbiamo studiare questa faccenda molto seriamente per cercare di capire cosa sta succedendo. Non sappiamo se il rilascio degli idrati potrebbe avvenire in millenni, secoli, o soltanto decenni, ma non possiamo escludere nessuna ipotesi. Sappiamo che ci deve essere un limite di temperatura oltre il quale non si deve andare se non si vuole causare un rilascio catastrofico. Non sappiamo quale sia esattamente questo limite, ma quasi certamente esiste e sarebbe bene determinarlo per evitare di sorpassarlo.

E se venisse fuori che la miccia del cannone a clatrati è già accesa? Ovvero, che il limite di temperatura è già stato sorpassato? Beh, sarebbe una situazione interessante (termine inteso nel senso dell'antica maledizione cinese). Una volta che il processo di rilascio del metano dagli idrati è partito su larga scala, non c'è modo di fermarlo. Si fermerà da solo soltanto al momento in cui non ci sarà più metano da rilasciare e a quel punto ci troveremmo ad abitare in un pianeta completamente diverso da quello in cui siamo oggi. Non ci sono trattati internazionali che tengano e neppure doppi vetri e pannelli isolanti. L'unica possibilità di sopravvivenza per gli esseri umani sarebbe di abbassare la temperatura del pianeta per mezzo di misure veramente drastiche di geoingegneria: schermi solari orbitanti, spruzzamento di solfati nell'atmosfera o chissà che altro. Il tutto da inventarsi e mettere in pratica in pochi decenni al massimo: veramente una storia da farci un film. La realtà, tuttavia, potrebbe non essere a lieto fine.

Per quelli che abitano sulle pendici del Vesuvio, è un'opzione possibile quella di cambiare casa e allontanarsi dalla zona pericolosa. Per noi, tuttavia, non lo è cambiare pianeta. L'unico modo per stare tutti tranquilli è di evitare di scaldare il pianeta oltre il limite che farebbe scattare l'eruzione climatica dei clatrati. Siamo ancora in tempo per riuscirci riducendo le emissioni di gas serra. Purtroppo, da quello che è successo negli ultimi tempi nel dibattito climatico, comincio ad avere dei dubbi sulla capacità umana di capire cosa sta succedendo e agire in proposito.

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Di idrati di metano ho già parlato in altre pagine web; fin dal 2005

http://www.aspoitalia.it/documenti/bardi/motoclima/motoclima.html

http://www.climalteranti.it/2009/12/08/il-punto-di-non-ritorno-del-clima/

http://aspoitalia.blogspot.com/2009/08/la-strategia-dei-maya-estrarre-gas.html

http://ugobardi.blogspot.com/2010/03/lincubo-peggiore.html