Questo diagramma, preso da "linguaditerra" ci da un'idea dell'estrema difficoltà che abbiamo davanti se vogliamo coinvolgere la popolazione sulla questione del riscaldamento globale. I dati non sono recentissimi, ma la situazione non credo sia cambiata molto a oggi, anzi potrebbe essere peggiorata. Allora, vediamo che circa il 65% della popolazione viene classificata come composta di "analfabeti" o "semianalfabeti" funzionali. Questo vuol dire che non sono normalmente in grado di decifrare un messaggio scritto che non sia di semplicità estrema. Questo analfabetismo che riguarda la lingua scritta si riflette poi sulla capacità di decifrare un messaggio di tipo tecnico o scientifico.
Ora, se prendiamo il problema climatico, si vede subito da questi dati qual'è il problema di spiegarlo alla gente. La catena di eventi che fa si che guidare un'automobile in Italia da un contributo alla fusione della calotta artica è una cosa che può essere capita soltanto con un minimo di preparazione scientifica. Dai dati di cui sopra, vediamo che la frazione di persone in Italia con quel tipo di preparazione potrebbe essere, al massimo, di qualche percento della popolazione.
Eppure, il fatto che "la gente" non abbia gli strumenti culturali adatti a capire certe cose non vuol dire che siano scemi; assolutamente no. La gente siamo noi, siamo le nostre famiglie, i nostri amici, siamo padri e madri preoccupati per i nostri figli. Ricchi o poveri, colti o ignoranti, vogliamo sapere come stanno le cose sulla questione del riscaldamento globale e su tanti altri argomenti importanti. E queste cose le possiamo sapere se abbiamo fiducia negli esperti e se gli esperti hanno rispetto per noi.
Se ci pensate sopra un attimo, tantissime cose che si fanno normalmente si fanno su questa base: fiducia e rispetto reciproci. Pensate al dottore che vi cura, al maestro che vi insegna qualcosa, anche semplicemente al meccanico che vi ripara l'automobile. Per essere curati dal vostro dottore non avete bisogno di una laurea in medicina per capire esattamente il meccanismo biomolecolare del funzionamento della medicina che prendete. Avete bisogno di fiducia nel medico che vi prescrive quella medicina. E il vostro medico si guadagnerà la vostra fiducia se vi rispetta come persone, e non invece vedendovi soltanto come un caso clinico. Se vi rispetta, vi potrà spiegare come funziona quella medicina e perché la dovete prendere.
E' possibile costruire questo rapporto di reciproco rispetto e fiducia fra esperti e pubblico sulla questione del riscaldamento globale? Si, è possibile. Se guardate la storia di come il problema era stato affrontato all'inizio, vedrete che era esattamente così che il rapporto fra esperti e pubblico si stava sviluppando. C'erano conferenze e rapporti sul clima che nessuno contestava. Nessuno offendeva gli scienziati dandogli di bugiardi e di imbroglioni. I politici mettevano la questione del riscaldamento globale al centro della loro azione. Insomma, il pubblico aveva fiducia negli esperti che - da parte loro - questa fiducia in qualche modo se l'erano guadagnata.
Questo rapporto di fiducia e di rispetto è continuato finché il problema climatico non è andato a impattare contro interessi economici consolidati; quelli delle lobby del petrolio e del carbone, principalmente. A questo punto, è entrata in gioco la propaganda - un meccanismo ben collaudato e ben finanziato che è stato messo in azione per distruggere tutto quello che era stato costruito fino ad allora.
Se ci pensate sopra un momento, la propaganda anti-scienza che vediamo in azione in questo momento agisce in modo esattamente il contrario di quello che dicevo che si dovrebbe fare. Per prima cosa, mina la fiducia negli scienziati, attaccandoli a livello personale. Poi non ha rispetto per nessuno. In effetti, la propaganda disprezza il pubblico ed è così che deve fare, altrimenti come lo potrebbe imbrogliare? E questo disprezzo lo mostra in continuazione sulla questione del riscaldamento globale. Lo fa banalizzando le cose oppure dando importanza a dettagli inutili o a pure falsità. Così, la propaganda vi farà credere che le cose veramente importanti nella scienza del clima sono la temperatura di oggi, certe lettere scritte da qualcuno 10 anni fa, il clima di Plutone, oppure sapere esattamente a che velocità si sciolgono i ghiacci dell'Himalaya. La propaganda non cerca il rispetto o la fiducia di nessuno: cerca solo di distruggere entrambe le cose.
Distruggere è sempre molto più facile di costruire e non c'è dubbio che la propaganda anti-scienza ha avuto molto successo in questi ultimi tempi. Sono riusciti a minare la fiducia del pubblico negli scienziati e a generare una tale confusione che molta brava gente si trova oggi a credere in perfetta buona fede che il riscaldamento globale è tutto un imbroglio. In più, sono riusciti a scatenare un clima da caccia alle streghe che ha dato spazio a un gran numero di persone aggressive e mentalmente instabili per scagliarsi contro i loro incubi personali, in questo caso identificati nei climatologi e negli scienziati in generale.
Possiamo recuperare? Io credo di si. Io credo che ci sia ancora spazio per superare questa fiammata di propaganda. Rendersi conto di quello che sta succedendo è già un grosso passo avanti e far notare alla gente le trappole propagandistiche che li circondano spesso fa miracoli nel far loro capire che li stanno imbrogliando. Noi stessi non dobbiamo cadere nelle trappole mediatiche che ci vengono tese da gente che è pagata apposta evitando di farci menare per il naso in dibattiti insensati. Soprattutto, dobbiamo ricordarci che il pubblico (la gente; e la gente siamo noi) va rispettato. Si tratta di raccontare le cose come stanno. Non sarà facile, ma a lungo andare, la verità finisce per vincere.