domenica 24 marzo 2013

Fracking: rendimento energetico, economico ed ecologico

Da “The Oil Crash”. Traduzione di MR


Vignetta pubblicata da Ramón su El País.com il 31 gennaio 2012.


di Antonio Turiel

Cari lettori,

mentre si stanno notando di fatto (anche se ancora non vengono riconosciuti) gli effetti del fatto che ci troviamo nel tramonto del petrolio e probabilmente vicini al picco dell'uranio, il mondo occidentale si appresta ad una folle corsa allo sfruttamento di risorse di qualità tanto bassa e di scarso rendimento che decenni fa non si prendevano nemmeno in considerazione. Ma in una situazione di strangolamento continuo dell'economia per mancanza del suo reale motore ultimo, l'energia, sta portando a misure davvero disperate, la cui portata non è stata probabilmente valutata con la dovuta serenità.

Il caso di cui ci occupiamo oggi, perché bussa con forza alla porta dei paesi europei, è quello dello sfruttamento di idrocarburi mediante la tecnica della fratturazione idraulica (hydrofracking in inglese, chiamato anche fracking per abbreviare). In realtà le risorse sfruttabili in questo modo sono diverse, ma dato che il fattore che unisce l'opposizione popolare a queste estrazioni è centrato sulla tecnica di estrazione, qui darò una visione d'insieme degli idrocarburi relativi più importanti, segnalando i fattori comuni e quelli di differenza, sperando di contribuire a fare chiarezza su questo dibattito, a volte interessatamente aggrovigliato.

Dall'altro lato, quando si denuncia questo tipo di estrazione si enfatizzano soltanto i fattori ambientali. Terribili, autentici disastri ambientali, ma simili a quelli delle altre risorse che vengono sfruttate per il vasto mondo. Finora queste atrocità avvenivano lontano dai paesi occidentali, ma l'attuale penuria non ci permette tali finezze. L'amara lotta della classe media di qua per non cadere nella Grande Esclusione la porta a mantenere un certo orgoglio di indipendenza e a resistere al fracking in quella che, in sintesi, può essere la sua ultima battaglia, la difesa dell'ultima risorsa che alla fine ci resterà: la sostenibilità del nostro habitat. E questo fa sì che il dibattito appaia quello di sempre: fra sognatori ecologisti che vogliono preservare l'ambiente e imprenditori pratici che generano ricchezza  e posti di lavoro. Con questo approccio, il dibattito è perso in anticipo, nonostante la brutalità dell'impatto ambientale associato al fracking.

Tuttavia, risulta che se si analizzano altre variabili, come il rendimento energetico o netto di queste fonti o il loro rendimento economico, emerge una prospettiva completamente diversa. Tanto diversa che mi sembra incredibile la campagna di pubbliche relazioni che si sta facendo a favore del fracking, visto che non regge alla minima seria analisi. In questo contesto, ridurre la discussione sul fracking al solo problema ambientale risulta conveniente per l'industria, poiché permette di ridurre il problema ad un campo di battaglia noto, in cui è noto che la normale retorica (essenzialmente, la creazione di posti di lavoro) ha successo. Ragione in più per allargare la prospettiva ed esporre la cruda realtà del problema. Cominciamo quindi, la nostra analisi.

Geologia delle risorse non convenzionali e loro rendimento energetico.

Il seguente diagramma è tratto da un eccellente articolo (ne raccomando vivamente la lettura) di Aitor Urresti e Florent Marcellesi:



I giacimenti di petrolio e gas convenzionale di solito si trovano in formazioni di roccia sedimentaria (solitamente arenaria o calcare). Si tratta di rocce porose (piene di buchi, come una spugna) e permeabili (i buchi formano canali lungo i quali il fluido può circolare, attraversando tutta la pietra) e così, quando si perfora in un punto, si accede a tutto il gas o il petrolio circostante, fino a che la pressione interna si abbassa tanto che, per l'azione del peso della roccia che c'è sopra, i canali, per i quali fluiscono gas e petrolio, cominciano a collassare e arriva un momento in cui si otturano. Per evitare o ritardare questo problema si usano varie tecniche, consistenti per la maggior parte nel fare pozzi ausiliari in cui si inietta liquido o gas in pressione per frenare il collasso della roccia e spingere l'idrocarburo verso il pozzo di estrazione.

Siccome la roccia è permeabile, gas e petrolio finirebbero per arrivare in superficie e così è accaduto in qualche caso (è come hanno avuto origine le sabbie bituminose del Canada). Perché ci sia un giacimento ci dev'essere una roccia sigillo, non permeabile (per esempio salina), che impedisca la migrazione degli idrocarburi verso la superficie. I giacimenti di petrolio sono soliti avere in cima delle sacche di gas naturale, si tratta essenzialmente di metano e il metano si forma dalla decomposizione di altri idrocarburi (il metano è l'idrocarburo più semplice, con un solo atomo di carbonio). Tuttavia, è possibile trovare gas naturale senza petrolio associato (risultato del fatto che tutta la materia organica si è decomposta). In realtà, e come poi discuteremo, c'è molto gas naturale in tutto il mondo, anche se non sempre sfruttabile economicamente. Perché vi facciate un'idea, un scherzo abituale dei geologi petroliferi è: “Abbiamo già terminato di realizzare esplorazioni del blocco X. La cattiva notizia è che non c'è petrolio: La buona notizia è che non c'è gas”.

Nel caso degli idrocarburi non convenzionali, la situazione è molto diversa. Ce ne sono di vario tipo, ma oggi ci concentreremo sul caso delle ardesie o scisti e sulle risorse associate.

Le ardesie sono rocce metamorfiche (modificate dall'azione del calore e della pressione) che formano lamine. Non tutte le ardesie sono associate alla presenza di materia organica e di idrocarburi, ma solo alcune di tipo speciale. La più conosciuta è l'ardesia bituminosa (propriamente, lutite), che contiene i resti di materiale organico che è rimasto intrappolato nelle argille che hanno dato luogo all'ardesia. Il materiale contenuto si chiama Cherogene ed è una specie di petrolio poco cotto (poiché la materia organica non è stata sottoposta alle condizioni di temperature e pressione adeguate). Le lutiti bituminose sono conosciute da millenni (i romani le sfruttavano, per esempio, nella miniera di petrolio di Riutort) e le sue risorse su scala planetaria, valutate decenni fa, sono gigantesche: in termini di barili equivalenti di petrolio (conversione per energia) si stima che in tutto il mondo ci siano fra i 2,8 e i 3,3 miliardi di barili, più della metà dei quali negli Stati Uniti (per che vi facciate un'idea, in tutta la storia dell'Umanità si sono consumati poco più di un miliardo di barili di petrolio convenzionale). Tuttavia, risorse, non riserve: le risorse sono ciò che si trova sul posto, mentre riserve sono quelle che si possono sfruttare, il che dipende da fattori economici e, in realtà, dal fatto di avere un buon ritorno energetico (EROEI), tipicamente superiore a 10 perché la cosa sia redditizia economicamente. E il problema è che lo sfruttamento del cherogene, con tutte le tecniche utilizzate, ha un EROEI molto basso, da 2 (Cleveland & O'Connor) a 4 (Rapier), compreso lo sfruttamento di cherogeni di più alto contenuto energetico (a parte il fatto che hanno altri problemi, ma che non commenteremo ora). Il fatto è che da decenni si cerca di sfruttarli commercialmente senza successo, ma la loro mera esistenza e l'enormità delle risorse di cherogene servono per estrapolare di tanto in tanto notizie brevi di taglio ottimista nei quotidiani, una nuova tecnica di sfruttamento che dovrebbe essere rivoluzionaria, l'opinione di un esperto di petrolio, ecc. Anche il fatto che molti americani abbiano sentito parlare del petrolio da scisto (si chiamano così le ardesie cherogeniche) e della grandiosità delle risorse serve per incoraggiare una confusione interessata che ora spiegheremo.

Da poco meno di un decennio, negli Stati Uniti si sta vivendo un boom dello sfruttamento del gas di scisto, conosciuto anche come shale gas. Si tratta delle bolle di metano che sono incastrate fra le lamine dell'ardesia e generalmente sono associate alla presenza di cherogene. Posto che l'ardesia non è una roccia permeabile, anche porosa, estrarre questo gas da lì costituisce una sfida enorme. Il metodo più economico per il suo sfruttamento, già conosciuto da decenni, è quello della fratturazione idraulica o fracking. Questo metodo si basa sul perforare prima un pozzo verticale e, a partire da esso, estendere una o più diramazioni più o meno orizzontali, che penetrano fra le lamine dell'ardesia grazie all'iniezione di sabbia e acqua in pressione fratturandole e rendendo accessibile il metano. Siccome il metano è ancora agganciato al materiale, per recuperarlo si inietta un cocktail chimico che favorisce il suo distacco. La produttività di questi pozzi è molto bassa, circa di 200 volte inferiore di quella di un pozzo convenzionale. Inoltre, la produzione decade molto in fretta e un tipico pozzo di gas non convenzionale produce l'80% di tutto il gas della sua vita utile in un anno. I ritmi di decadimento sono tanto rapidi che si deve perforare continuamente e a gran velocità nuovi pozzi per mantenere la produzione e questo ritmo cresce quando si cerca di produrre più gas con questo metodo, il che pone un limite assoluto alla produzione totale annua.

Non esiste nessuno studio che valuti seriamente quale sia l'EROEI del gas di scisto, ma deve essere abbastanza basso, dati i costi di produzione alla bocca del pozzo negli Stati Uniti: fra i 2,25 e i 9 dollari ogni 1.000 piedi cubici (tfc) e questo è circa 8 volte più caro dei pozzi convenzionali in Russia. Tenendo conto che l'EROEI del gas russo si trova intorno a 20, possiamo stimare che il gas di scisto si collochi fra 2 e 3, e c'è anche chi sostiene che possa essere inferiore a 1. Un EROEI tanto basso rende incomprensibile la montatura mediatica che si sta facendo, che in Spagna è iniziata da un paio d'anni, quando per forza di cose la sua fattibilità è nulla – altro su questo più avanti.

Le risorse di gas di scisto su scala globale non sono in realtà tanto grandi. Al culmine dell'euforia per lo shale gas, nell'aprile 2011, la Energy Information Administration (EIA) valutava le risorse globali in 6.622 miliardi di piedi cubici di gas di scisto, pertanto il gas di scisto, se si potesse produrre alla velocità che vogliamo, e sappiamo già che non è possibile, durerebbe circa 60 anni. Tuttavia, alcuni mesi più tardi, l'USGS  (United States Geological Service) ha tirato una secchiata d'acqua fredda su queste prospettive meravigliose: una revisione delle riserve della formazione di Marcellus ha rivelato che erano gonfiate di 5 volte (!), proprio per le trappole contabili che denunciavamo su questo blog, cosa che ha dato luogo a commenti molteplici. L'impraticabilità economica del gas polacco – eccesso di azoto, come commentava Dmitri Orlov – ed altri “problemi” che sono emersi, suggeriscono che il potenziale reale delle riserve di shale gas equivalga come massimo a pochi anni di consumo e non ha il potenziale di modificare l'arrivo del picco del gas naturale. In realtà, il gas di scisto è una risorsa molto più scarsa del cherogene, ma il marchio “shale” vende nell'inconscio americano e da lì dire “shale gas” emoziona il cittadino comune, specie quando viene surclassato continuamente dagli assurdi proclami sull'indipendenza energetica degli Stati Uniti, i quali non resistono a nessuna analisi minimamente rigorosa.

L'ultima risorsa di cui parlerò oggi, per il suo collegamento al fracking, è quella del tight oil (petrolio di roccia compatta). Si tratta di formazioni di arenaria convenzionale che contengono petrolio convenzionale, ma che sono intrappolate (in formazioni allungate, come lenti) dentro una roccia non permeabile. Si tratta in realtà di petrolio convenzionale, ma il suo sfruttamento con mezzi convenzionali risulta non redditizio data la piccolezza dei giacimenti, quindi si ricorre alla tecnica del fracking causando una frantumazione massiccia del sottosuolo per aumentare artificialmente la permeabilità della roccia e permettere che il petrolio fluisca. Anche qui si iniettano acqua e sabbia in pressione e anche qui si usa un cocktail chimico per favorire il flusso. E, come nel caso dei pozzi di gas di scisto, si devono perforare pozzi senza tregua per compensare il rapido declino della produzione.

Anche per il petrolio di roccia compatta non ci sono stime dell'EROEI. Secondo l'Oil Depletion Analysis Centre, il costo produttivo del tight oil è fra 83 e 86 dollari, il che permette di ipotizzare che il suo EROEI sia di circa 12. Non eccellente, ma sufficientemente buono perché l'avventura sia redditizia, soprattutto con i prezzi attuali.

E, come no, come in molti casi la roccia sfruttata è l'ardesia. Indovinate come come viene chiamato a volte questo tipo di petrolio? Di fatto shale oil, il che aumenta di vari gradi in più la confusione, perché anche il petrolio sintetizzato dal cherogene che si estrae dalle ardesie bituminose, o oil shales, a volte è stato chiamato anche shale oil. La confusione è servita, a beneficio della creazione di un'immagine completamente falsificata del potenziale della risorsa, visto che le riserve mondiali di tight oil sono 100 volte inferiori a quelle del petrolio da cherogene.


Redditività economica

A questo proposito conviene distinguere l'estrazione dei tre tipi principali di risorsa di cui abbiamo parlato.

Rispetto al cherogene, ci sono poche cose da dire. Non si sta sfruttando e ci sono solo alcuni impianti sperimentali. Al momento non è sostenibile commercialmente, nemmeno con il sussidio di altre fonti di idrocarburi più economici di quelli di cui ancora usufruiamo.

Rispetto al gas naturale, c'è stata una campagna di disinformazione molto intensa sulla sua realtà economica che è opportuno chiarire e affrontare alla radice: cioè, esaminando quello che è successo negli Stati Uniti. La versione ufficiale dice che il prezzo del gas naturale si è mantenuto basso negli Stati Uniti grazie alla grande abbondanza di gas propiziata dall'estrazione di shale gas mediante il fracking. Questo farebbe pensare che il consumo di gas negli Stati Uniti sia aumentato molto rapidamente con il boom del fracking, data l'abbondanza di una risorsa economica e sfruttabile, ma che la disponibilità dello stesso sia andata ancor più rapidamente aumentando e per questo il prezzo si è mantenuto basso. Niente di più lontano dalla realtà.



Come mostra il grafico della EIA del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti, si è mantenuto piuttosto piatto dalle medie degli anni 90 del secolo passato fino al 2009, approssimativamente, con una piccola caduta fra il 2005 e il 2007. Gli ultimi 2 anni della serie mostrano una leggera salita ma cha ancora non è troppo significativa, fra le altre cose perché è simile agli incrementi in capacità di immagazzinamento di quegli stessi anni.

Abbiamo, peraltro, lo storico dei prezzi del gas naturale, espressi in dollari costanti del 2012, grazie a Gail Tverberg:


Se confrontiamo questo grafico col precedente, ciò che si vede è che perché il consumo di gas aumenti il prezzo dello stesso (in dollari per milioni di unità termiche britanniche, MTBU) non può superare il limite dei 4 dollari del 2012. Risulta, tuttavia, che il prezzo minimo per non avere perdite in un pozzo di gas convenzionale sia di 7-8 dollari per MBTU. Ogni volta che il gas non convenzionale ha aumentato il suo peso nel panorama energetico americano, il consumo si è ridotto e solo ora che le compagnie dedite al fracking hanno accettato di abbassare i prezzi al di sotto dei costi, il consumo ha recuperato, ma solo moderatamente. La realtà è che queste compagnie, nella loro fuga in avanti, sono incorse dal 2010 in deficit trimestrali congiunti di 10.000 milioni di dollari, dando priorità all'aumento delle riserve di gas (migliorando così la loro capitalizzazione in borsa) anziché alla redditività dell'estrazione. Finché la situazione è stata sostenibile (nelle parole di Rex W. Tillerson, amministratore delegato della Exxon Mobile: “Qui abbiamo perso anche la camicia”) e il numero di nuovi pozzi in funzione crolla a velocità vertiginosa (il grafico è di questo articolo):

Numero di pozzi operati dalla Cheasepeake



I promotori dell'avventura dello shale gas in Europa sostengono che questo qui non avverrà. A causa degli alti prezzi del gas in questa regione, essendo indicizzato al prezzo del petrolio.

Il grande errore con il gas naturale è la sua sostenibilità. Al margine degli usi che già si fanno del gas (principalmente, forni industriali, raffinerie e calore domestico) il gas naturale ha il potenziale di sostituire il petrolio in alcune applicazioni. Tuttavia, potenzialità non significa che tale sostituzione si stia portando a termine. E non si porta a termine perché l'investimento in infrastrutture che si devono realizzare è smisurato. Trasportare e immagazzinare gas è più costoso e complesso che trasportare e immagazzinare petrolio, per il quale già esiste l'infrastruttura. Si deve capire che in un momento di crisi economica come quello attuale, intraprendere investimenti multimilionari che impiegheranno decenni per essere ammortizzati è qualcosa di troppo rischioso e sul quale ovviamente gli investitori non stanno scommettendo. Questo fa sì che credere che il gas naturale sia una buona opzione per il futuro del Vecchio Continente sia una pericolosa forma, finanziariamente, di auto inganno. Fra le altre cose perché il mercato potenziale da penetrare col nuovo flusso di gas è quello automobilistico, ma in Europa la flotta di utilitarie è principalmente diesel e non possono essere adattate a gas. E in un momento in cui le vendite di auto sono ai minimi (e senza la minima speranza di ripresa) è impensabile che i privati si decidano ad una sostituzione del parco su grande scala, il che pone a maggiore rischio l'investimento nella infrastruttura. E pensare di esportare  è ugualmente una cattiva opzione: senza gasdotto di collegamento fino ai potenziali compratori, i costi degli impianti di liquefazione e rigasificazione sono proibitivi e non si stanno semplicemente facendo.

Non ci serve gas, ci serve petrolio. Il gas segue soltanto il petrolio: in Spagna, dal 2008 al 2011, il consumo di petrolio è crollato a causa dei prezzi più alti del 19%, ma quello del gas naturale è anche crollato e non meno del 10%. Non è solo che la crisi riduce il consumo, è che abbiamo una società petrolio-dipendente e senza petrolio il gas è inutile, per esso non abbiamo l'infrastruttura di sfruttamento adeguata. E' tanto così che un 20% di tutto il gas che si estrae nel mondo si brucia direttamente in situ, visto che disperderlo in aria crea il rischio di esplosioni (come è successo, per esempio, l'anno scorso con la piattaforma marina Elgin, che è bruciata per mesi) e sfruttarlo economicamente ha senso in luoghi vicini ai punti di consumo o ben collegati ai gasdotti. Anche nei siti dove si pratica il fracking per estrarre petrolio (tight oil) il gas viene bruciato senza tante esitazioni:

Immagine dal blog di Kjel Aleklett: aleklett.wordpress.com. La formazione di Bakken, durante la notte,  produce più luce di Minneapolis.


Infine, rispetto al petrolio convenzionale di roccia poco porosa e impermeabile (tight oil), è l'unico che sembra avere una certa redditività economica, perlomeno finché il prezzo del petrolio si mantiene al di sopra degli 80 dollari al barile. Siccome in realtà ci sono molte buone ragioni per pensare che sarà così (oppure soffriremo pene ancora peggiori, alcune delle quali le abbiamo già commentate), questo petrolio, comunque caro, si potrà sfruttare e si sfrutterà. Questo sì, il suo impatto su scala globale sarà ridotto dati i limiti del suo potenziale massimo ed il suo rapido raggiungimento del picco e declino. Come commentava Matthieu Auzzaneau, i giacimenti di tight oil del Nord Dakota tarderanno solo pochi anni ad imitare il corso dei suoi gemelli che lavorano sulla stessa formazione di ardesia dello stato del Montana, dove lo sfruttamento è iniziato prima.


Di fatto, nemmeno la stessa Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA) si aspetta, nelle proprie previsioni di futuro, che la produzione di questo tipo di petrolio superi i 2 milioni di barili al giorno (Mb/g; in confronto ai 90 Mb/g che si consumano nel mondo oggi) e questo nonostante l'operazione di maquillage contabile. Di fatto, se si guarda l'evoluzione dei pozzi petroliferi perforati negli Stati Uniti, si vede che hanno iniziato a declinare, il che anticipa un rapido declino dell'estrazione di tight oil:



Redditività ecologica

Propriamente, per parlare di “redditività ecologica” dovremmo essere capaci di quantificare il valore dei servizi ecologici sacrificati (distrutti) o il costo della loro sostituzione. Tale quantificazione è assai complicata, perché in alcuni casi implica un aumento della mortalità e la mortalità di esseri umani (come in realtà fanno molte attività industriali). Non pretendo di entrare in questa parte del dibattito, soggetta alla reazione emozionale. Mi limiterò ad elencare i danni ambientali constatati in determinate situazioni.

- Consumo di acqua: l'uso della fratturazione idraulica implica un consumo di acqua per ogni pozzo molto significativa. Nel caso del gas di scisto, ogni tfc prodotto richiede 0,40 barili di acqua (circa 64 litri). In termini di barili di acqua per ogni barile equivalente di petrolio, la proporzione è 2,33 a 1 e presumibilmente la quantità è simile nel caso del tight oil. E' una quantità di acqua simile a quella dell'estrazione convenzionale del petrolio, soltanto che si fa in zone dove non c'erano mai stati questi usi e in alcuni casi comporta gli stessi problemi di qualsiasi altra industria che fa un uso intenso dell'acqua, come l'aumento dello stress idrico, la salinizzazione e l'inquinamento da metalli pesanti nei pozzi, ecc.

- Inquinamento diretto della falda: per accedere alle formazioni di scisto si deve perforare la roccia sigillo, ma la falda acquifera si trova sopra di essa, quindi inevitabilmente la si deve attraversare. Basandosi sui brevetti (ma i brevetti non funzionano così, curiosamente) le compagnie non rivelano la composizione dei loro cocktail. Analisi in situ fatte da attivisti, rivelano che i cocktail usati frequentemente sono composti da sostanze cancerogene, mutagene e tossiche (compresi benzene, toluene, etil-benzene, xilieni...). E' ben illustrato nella infografica del New York Times sull'inquinamento associato al fracking. In molti casi si sono trovate quantità molto significative di queste sostanze, e dello stesso gas naturale infiltrato, nelle forniture di acqua che provengono dai pozzi delle zone adiacenti (come denunciano documentari come Gasland). Non c'è da stupirsi: in ogni pozzo entrano 4.000 tonnellate di cocktail chimico. Il problema dell'inquinamento normalmente è quello che preoccupa le popolazioni circostanti, soprattutto perché nessuno è stato in grado ancora di stimare quanto tempo ci vuole perché la falda si ristabilisca. In alto, c'è una tendenza all'allentamento delle norme di protezione ambientale per favorire il fracking, pratica comune negli Stati Uniti che si sta copiando anche in Spagna.

Oltre all'inquinamento della falda, si produce l'emissione di diversi gas, come composti organici volatili e, in alcuni casi, di radon. E questo senza contare che è un'industria con un impatto significativo nell'emissione di gas serra, non solo di CO2, ma anche dello stesso metano.

- Terremoti: non è una leggenda urbana ma una cosa certa e preoccupante: la frattura delle lamine di ardesia e la lubrificazione con acqua può favorire lo spostamento di masse di terra e causare terremoti. A Blackpool c'è stato un terremoto di magnitudo 2,5 della scala Richter il primo aprile del 2011 ed un altro di magnitudo 1,7 il 27 di maggio dello stesso anno. La stessa compagnia che realizzava i lavori di prospezione dello shale gas, Cuadrilla, ha riconosciuto che i suoi test erano la causa probabile dei terremoti, anche se ha aggiunto “la configurazione geologica era inusuale” (si noti che stiamo parlando di “prospezioni”, non di “estrazione”, il che rende i fatti ancora più allarmanti). Negli Stati Uniti si sono prodotti una serie di terremoti collegati al fracking in Ohio durante il 2012 (il più grave, è stato uno di magnitudo 4,0 vicino a Youngstown il 31 di dicembre del 2011).

- Uso del suolo: stiamo parlando di un'industria pesante, che richiede un traffico costante di materiali e personale, infrastruttura, logistica, trasporti, alloggi, ecc. L'impatto è tremendo: vedete, per esempio, le file ininterrotte di camion che portano forniture e prodotti chimici,  e riportano via il petrolio prodotto, nella formazione di Bakken nel Nord Dakota:



Siccome stiamo parlando di un'industria che richiede una grande logistica ma che ha una vita molto breve, l'impatto sul territorio è molto grande e la fretta può portare a distruggere in poco tempo ciò che può impiegare decenni per recuperare.

Conclusione

Non è audace dire, dopo tutto ciò che si è detto, che lo sfruttamento di risorse di idrocarburi estremi col fracking è un completo controsenso, da qualsiasi punto di vista, senza nemmeno una praticabilità economica e molto marginale nel caso del Tight oil (risorsa che in Spagna non si conosce né ci si aspetta di conoscerla). Il sacrificio energetico per questo sfruttamento, in un momento che richiederebbe un miglior utilizzo delle risorse in declino, ci pone in una situazione molto peggiore di fronte al futuro. E gli impatti ambientali associati son talmente crudi da fare di questa scommessa semplicemente un suicidio.

Il vero problema di fondo, ora e sempre, è l'incapacità da parte delle istanze politiche di accettare che il modello attuale, basato sulla crescita economica inarrestabile ed esponenziale, sia semplicemente non più praticabile di fatto. Quanto più tempo tarderemo ad accettare, e a far accettare, che c'è bisogno di un cambiamento di sistema economico, più profondamente transitiamo su una strada che ci porta dove in realtà non vogliamo andare.

Saluti.
AMT







venerdì 22 marzo 2013

Soldi e collasso

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Paula di Mythodrome ha esaminato il concetto “ Solari”  di gestione dei soldi in un post pieno di spunti ed idee interessanti. Prima di giungere al testo di Paula, tuttavia, alcuni miei commenti  (U.B.).
(Sopra, lo "Scec" il buono sviluppato in Italia)


I soldi non esistono realmente. Prendendo a prestito una metafora di A. Mitchell-Inness, pensiamo ad un concetto come il “chilogrammo”, una unità di misura del peso. Possiamo dire che un determinato oggetto pesa un kg, ma non possiamo avere un “chilogrammo) nelle nostre mani più di quanto un discepolo di Bodhidharma potesse mostrare la sua anima al suo maestro perché egli gliela pacificasse. La stessa cosa vale per i soldi, che sono un'unità di misura del concetto di “credito” e, come tale, non hanno nessuna forma, in sé, nel mondo reale.

Tuttavia, tendiamo a pensare che dollari ed euro possano essere in qualche modo posseduti, accumulati e conservati. E' come se stessimo guardando noi stessi come dei piccoli draghi Fafnir seduti sul nostro tesoro, aspettando di combattere il prossimo Sigfrido in arrivo. Questa è una illusione che ci crea infiniti problemi: i soldi non possono generare altro che ciò che la società può generare. Se la società collassa, i soldi collassano con essa. E' vero anche il contrario. Ciò che vediamo al giorno d'oggi è il rinforzo interattivo di due elementi: la crisi finanziaria e la crisi delle risorse/clima. 

Molto lavoro è stato fatto su nuove forme di soldi e su nuovi modi di gestire i soldi. Abbiamo monete locali, finanza etica, valute alternative ed altro. Se queste idee funzioneranno è tutto da vedere, ma esse potrebbero darci almeno un opportunità di lottare per alleviare gli effetti del prossimo collasso finanziario. In quello che segue, Paula di Mythodrome esamina in dettaglio l'idea di “Solari” sviluppata da Catherine Austin Fitts.


Da Mythodrome, di Paula

Presentazione della Venerabile Signora Fitts

Una delle persone il cui lavoro post 11 settembre ammiro di più è Catherine Austin Fitts. Per vocazione è una operatrice finanziaria il che, nella mente di molte persone, dovrebbe renderla automaticamente positivamente cattiva. Tuttavia, il suo approccio ai soldi e alla finanza è molto diverso dal vampiro seppia col quale tutti noi dobbiamo lottare.

Sono andata ad incontrarla alla conferenza per le Soluzioni Locali nel 2006 ed a n certo punto, mentre chiacchieravamo informalmente sui vari modi in cui le comunità locali potrebbero finanziare i propri bisogni senza l'aiuto del vampiro seppia, ha esclamato con un sorriso: “Mi piacciono i soldi!”

Fino a quel momento sarei inorridita ad una tale appariscente dichiarazione di avidità. Voglio dire, se non altro è davvero di cattivo gusto. Ma per una qualche ragione ha risuonato nella mia testa in modo diverso in quel momento ed ho visto che non c'era niente dell'avidità standard del banchiere nella sua esclamazione. Per la Fitts, i soldi non sono qualcosa da accumulare per paura. Per lei, i soldi erano un mezzo creativo. Non una distruttivo o estrattivo. Era uno strumento da usare per creare bellezza e giustizia sociale, per guarire la Terra, per mettere in riga la corruzione, per costruire una porta d'uscita dall'edificio economico che si sbriciola verso il mondo reale fatto di aria pura ed anime viventi. Parlava col vocabolario dei banchieri ma le parole avevano un significato diverso. La Fitts era un'artista ed il suo mezzo d'espressione erano i soldi: infinitamente utili, infinitamente malleabili, limitati solo dalla nostra mancanza di immaginazione. 

Come per tutti i tipi di schiavi del salario, i soldi per me erano sempre stati una schiavitù. E infatti è così che è costruito il nostro sistema monetario, un sistema di schiavitù in cui solo pochi si guadagnano la libertà e tutti gli altri sono destinati a buttare le proprie vite nello sciacquone di una toilette a pagamento con sole due settimane all'anno per godersi la vita, più altri 10 anni alla fine prima di morire. I soldi sono di fatto utili e duttili, possono essere fatti per comportarsi su ogni scala  e non servono speciali lobbie, o movimenti sociali, o leggi. E' lo strumento padrone che può smantellare la casa del padrone. 

Una delle cose più importanti che ho raccolto dal lavoro della Fitts, anche se non credo che lo abbia affrontato direttamente, è che la natura illusoria dei soldi sia una grande debolezza – di cui gran parte di noi sono consapevoli a questo punto, ne sono sicura –  e sia una grande forza. Sono dei mutaforma che possono essere plasmati in qualsiasi cosa e possono apparire o scomparire in un istante. Non hanno forma propria e non hanno appartenenza. Infatti i soldi sono così scivolosi che persino sotto un regime monetario progettato per la schiavitù e la morte possono tornare in vita nelle mani di un professionista esperto. 

I soldi come magia

Ho scelto la frase “professionista esperto” deliberatamente. I soldi in realtà non esistono – anche se sono sotto forma di oro o altri oggetti concreti, il loro valore come soldi esiste solo nella nostra mente. I soldi sono, alla fine, intenzione. Imbrigliare e dirigere il potere dell'intenzione è la definizione di magia

Mentre alla Fitts stessa probabilmente non piacerebbe questa analogia, la userò qui perché sospetto che tutti coloro che leggono questo articolo si saranno dilettati più di magia che di finanza.

Come ogni magia, la chiave per usare i soldi è imparare come dirigere l'intento. Nella magia, ciò viene fatto per prima cosa identificando il proprio intento, poi raccogliendo vari oggetti e/o sostanze che corrispondono al proprio intento e alla fine si assembla il tutto in un rituale che concentra fortemente il proprio intento e lo porta fuori dalla propria testa nell'Universo. Il processo rituale crea una risonanza morfica all'interno del proprio campo morfico che porta  le sincronicità in linea col proprio intento. Ci sono due tipi fondamentali di intenti: mandare via cose da sé stessi ((yang) e portare cose verso sé stessi (yin). 

Il sistema monetario funziona come un campo morfico; quello che si fa coi propri soldi è simile ad un rituale e le conseguenze delle nostre decisioni finanziarie sono come sincronicità all'interno del campo morfico. I soldi obbediscono agli intenti fondamentali: possiamo spedirli via da noi (yang) o attrarli a noi (yin).

Per lo scopo della comparazione, diciamo che c'è qualcosa nelle nostre vite che vogliamo allontanare da noi stessi... una vicina ficcanaso, forse. Quindi quello che vogliamo fare è un leggero incantesimo che allontani (non vogliamo uccidere nessuno). Per il nostro rituale raccogliamo una candela nera e un po' di olio di salvia, entrambi i quali corrispondono all'intento di allontanamento. Per il rituale in sé strofiniamo l'olio di salvia verso il basso sulla candela per simboleggiare “lontano da me”, la accendiamo e mentre sta bruciando visualizziamo il nostro vicino che ci ignora. Quando la candela finisce di bruciare raccogliamo i frammenti di cera, li avvolgiamo in un panno blu per simboleggiare “pace” e li mettiamo nel congelatore per simboleggiare “rilassamento”. 

Ora diciamo che un qualche flusso di denaro in arrivo che vogliamo scacciare. Siccome i soldi hanno già l'intento di uscire nell'Universo, non dobbiamo prenderci il disturbo di indirizzarli lì, possiamo lavorarci direttamente. Il nostro rituale di allontanamento comporterà il chiudere qualsiasi fonte di quei soldi. Il rovescio della medaglia, se vogliamo attrarre i soldi verso di noi, è che il nostro rituale comporterà l'apertura di un canale attraverso il quale possano scorrere. 

Nella magia, è di cruciale importanza essere molto chiari circa il proprio intento, perché se se lo identifichiamo male avremo risultati che non vogliamo. Nell'esempio della vicina ficcanaso, ciò che vogliamo allontanare non è il vicino ma le sue attenzioni indesiderate. Se lo formuliamo male, potremmo finire per allontanare lei dalla sua casa tramite fuoco o sfratto o chissà cos'altro. La stessa cosa è vera per i soldi e credo che sia qui che la gente comincia ad inciampare – di sicuro questa è una cosa con la quale io ho problemi. Siccome i soldi sono già intenzione nell'Universo e all'interno del proprio campo morfico, i suoi risultati sono immediati – non deve essere stabilita una risonanza, è già stabilita. E questo significa che non c'è alcun processo dietro le quinte, misterioso o invisibile che lavora per manifestare il nostro intento; questa parte la dobbiamo fare da soli. Potremmo non sapere mai quali circostanze motivino la nostra vicina ficcanaso a lasciarci in pace, ma se vogliamo aprire un canale attraverso il quale i soldi possano fluire verso di noi, dobbiamo mappare quel processo dall'inizio alla fine e spendere i soldi secondo ogni passo individuale in modo quel passo si manifesti. 

Ora, tutto ciò potrebbe sembrare una stupida deviazione, ma ho espresso tutto ciò per cercare di porre l'idea di solari della Fitts in un contesto che potrebbe essere più facilmente comprensibile che non in linguaggio finanziario. 

I soldi come magia applicata

Adesso il nostro sistema monetario è organizzato in modo che i soldi fluiscano dalle masse meno ricche alle casse delle multinazionali e dei miliardari. Fa questo tramite varie codifiche del principio il simile attrae il simile. L'esempio più ovvio di ciò è l'usura, altrimenti conosciuta come interesse. Se abbiamo dei soldi, l'usura causa loro di attrarne altri. Se non abbiamo soldi, l'usura esaurisce tutti i soldi che per qualche motivo arrivino dalle vostre parti. 

Un altro esempio sarebbe quello del rapporto P/G, o rapporto prezzo/guadagni. In borsa, il prezzo delle azioni di un'azienda è determinato (in parte) dividendo i guadagni dell'azienda per il numero totale delle parti delle quote esistenti e quindi moltiplicando – moltiplicando! - quel numero in continuazione. Quel multiplo è il rapporto. Il multiplo è determinato dagli agenti di borsa nel processo di acquisto e vendita delle azioni dell'azienda: se pensano che l'azienda sia eccellente spingeranno il prezzo delle azioni verso l'alto, e quindi il suo multiplo, cercando di battere tutti gli altri comprando quelle quote. Guadagni più alti spingono le persone a comprare e a spingere in tal modo il multiplo ed il valore dell'azienda verso l'alto. Guadagni inferiori spingono le persone a vendere e a spingere verso il basso il multiplo ed il valore dell'azienda. Il simile attrae il simile. 

L'esempio più pernicioso sarebbe questo: il ricco diventa più ricco, il povero più povero. Il simile attrae il simile. 

Il genio della Fitts è la sua capacità di allineare le intenzioni positive con le proprietà dei soldi di immediatezza e di simile-attrae-simile. Come ogni professionista esperta, non è limitata dalla nozione di spazio predeterminato, tempo predeterminato e materia predeterminata. O, come nel caso dei soldi, nozioni di valore predeterminato o di disponibilità predeterminata. La sua idea di base, da come ho capito, si riduce a questo: l'anello di feedback positivo simile-attrae-simile dei soldi può essere agganciato a qualsiasi cosa, quindi attacchiamolo al buono e al giusto. Una volta che l'agganciamento è fatto, la spirale verso l'alto si prenderà cura di sé stessa. 

Ed è questo il punto in cui distanzia tutti. Perché immaginare come fare questo agganciamento richiede imprenditorialità – sporco, lurido capitalismo. Superare il fastidio per il capitalismo e imparare realmente a diventare dei professionisti esperti di soldi è troppo per gran parte delle persone di principi morali che si rispettano, ma è attraverso questo baratro che ha inizio realmente il divertimento. 

Per esempio: in ogni data comunità, ci sarè un pugno di persone che guadagnano l' 0,5% nei propri certificati di deposito dei conti correnti e un pugno di altre presone che pagano il 20,5% sulle proprie carte di credito. La banca ha sitemato questa cosa del simile-attrae-simile in suo favore, derubando i propri clienti di uno spread del 20%. Portare l'anello di feedback a lavorare in favore delle persone è, in questo esempio, davvero ovvio: le persone con dei risparmi prestano soldi alle persone con carte di credito al 10% di interessi. Et voilà, problema risolto. I risparmiatori guadagnano un tasso fottutamente-incredibile sui loro investimenti, i debitori pagano i loro debiti a metà del taso di usura ed il doppio più rapidamente rispetto a prima e tutti si sono districati dall'anello di feedback della banca. 

L'anello di feedback delle persone si innesca quando i vicini scoprono cosa sta succedendo e voglio mandare avanti l'azione. Ora più gente si è districata dalla banca, più risparmiatori guadagnano interessi più alti e più debitori escono più velocemente dai debiti. Quindi, forse qualcun altro replica l'idea da qualche altra parte, poi capita ancora da qualche altra parte, poi ancora da un'altra parte. L'anello di feedback della banca si sta appassendo e l'anello di feedback delle persone sta fiorendo. Simile-attrae-simile. 

Ecco un esempio in qualche modo più grande. Diciamo che c'è una mezza dozzina di imprese indipendenti che combattono con la crisi economica. Normalmente queste imprese andrebbero in banca per aprire linee di credito con un interesse del 15% per tamponare i tempi lenti di modo da appianare i propri conti mensili, i libri paga e cose simili. Quelle imprese non sono in grado di emettere azioni per raccogliere fondi fanno le grandi società quotate in borsa. Ciò che possono fare, però, è di mettersi insieme per formare una specie di impresa ombrello chiamata Limited Liability Company – LLC – (in Italia la cosa più vicina è la SRL, ndt) e vendere “adesioni” - che, per tutti gli intenti e gli scopo, funziona proprio come le quote azionarie con dividendi e cose simili, ma non possono essere scambiate. Ora, improvvisamente tutti coloro che hanno comprato adesioni nella LLC ha interesse ad assicurarsi che quelle imprese diffuse facciano bene. I membri della LLC comprano ai negozi ed incoraggiano gli altri a fare lo stesso, perché otterranno dividendi maggiori e così ora all'improvviso l'impresa prospera di nuovo come non ha mai fatto per anni. Poi, abbastanza presto, altre imprese diffuse vogliono entrare nella LLC perché questa impostazione e fottutamente incredibile. Poi alla fine qualcuno duplica l'idea in qualche altra impresa. Poi un'altra, poi un'altra e così anche il feedback dell'impresa diffusa si innesca. 

(Piccola digressione: il LLC è un tipo di organizzazione imprenditoriale davvero interessante. E' come un'impresa ibrida pubblica-privata con tutti i vantaggi di entrambe e nessuno degli svantaggi di entrambi. Può essere organizzata quasi come si vuole. Consultate l'articolo di Chris Cook sulla versione inglese della LLC, chiamata LLP e qualche modo ingegnoso è stato usato per lo sviluppo sostenibile. Chris Cook è stato l'architetto principale della borsa iraniana del petrolio ed è un altro dei miei 50 eroi del collasso del capitalismo lurido).
Solari

Ma il fiore all'occhiello della Fitts, secondo me, è stato il suo progetto per solari, una corporazione finanziaria di comunità a “scopo di lucro”. 

Per capire veramente come funzionerebbe un solari, è importante capire una cosa: l'informazione vale i soldi e l'informazione sui soldi vale di più dei soldi. Quando Facebook è stato quotato in borsa è stato valutato a circa 100 miliardi di dollari – e questo non certo per i soldi che fa con la pubblicità. E' perché Facebook possiede quelle che probabilmente è il più grande database sulle persone individuali al mondo. Quel tipo di conoscenza dettagliata è straordinariamente potente. 

Un solari lavora sullo stesso principio, solo che il suo database non è riempito con foto di facce da papera e di ciberbullismo, ma con informazioni dettagliate sui flussi di soldi all'interno della sua data comunità. L'informazione è raccolta da registrazioni pubbliche, indagini volontarie, bilanci di vari enti pubblici e cose simili. Fondamentalmente, includerebbe anche tutte le informazioni di mercato nere – e grigie – che potrebbe tracciare. Come Facebook, il database di solari sarebbe cresciuto nel tempo, rivelando un quadro ancora più dettagliato della ricchezza della comunità.  

Basandosi su questa informazione, solari identifica poi le aree della comunità in cui il flusso di contante può essere ottimizzato in favore della comunità. Così, per esempio diciamo che la città assume una grande ditta nazionale per gestire la raccolta dei rifiuti; nel frattempo, un gruppo di persone che hanno bisogno di lavoro sono sedute fra di loro crucciandosi su come fare a pagare l'affitto. Il solari negozierebbe con la città per la sua comunità la recessione dal contratto di raccolta dei rifiuti e ricanalizzerebbe invece quei fondi verso l'assunzione di alcuni dei locali disoccupati. Quindi ora la comunità ha risparmiato soldi e diminuito il proprio tasso di disoccupazione e, potenzialmente, fornito un po' di assicurazione sanitaria per persone che altrimenti non ne avrebbero alcuna. Il solari ha ottimizzato il flusso di contante della comunità e tutti vincono. 

E, naturalmente, questo tipo di azione va nel database, aumentando il valore del database. Non è nell'interesse del solari fare cose che danneggino la comunità, perché un database pieno di fallimenti finanziari non vale un ca..o. Il database del solari ha valore solo nella misura in cui ha successo nel contribuire a migliorare la comunità – qualsiasi modo o forma possa assumere. Così, il solari fa profitto non drenando ricchezza dalla propria comunità, ma piuttosto aumentandola. Questo è esattamente l'opposto di come funziona attualmente l'economia. 

Su base trimestrale, il solari pubblica un rapporto sulla salute finanziaria della comunità ed i progetti sui quali sta lavorando. I feedback della gente sarebbero cruciali – queste persone sono gli occhi e le orecchie del solari in strada e se non ne beneficiano, il valore del database è compromesso. 

Il solari raccoglie soldi per i suoi vari progetti vendendo azioni per il valore del proprio database, proprio come fa Facebook. Ci sono due livelli di azioni: le azioni di livello A possono essere vendute solo a persone che vivono nella comunità, sono molto limitate nel numero, conferiscono diritto di voto, ma non pagano dividendi. Non c'è nessun guadagno finanziario diretto con le azioni A, ogni guadagno dei possessori di azioni A è indiretto, attraverso il miglioramento della comunità. Le azioni di livello B possono essere comprate da chiunque, pagano dividendi, ma non conferiscono diritto di voto. Il guadagno finanziario è diretto sotto forma di assegni dei dividendi, ma siccome non conferiscono diritto di voto, non c'è nessun modo per i possessori di azioni B di manipolare i progetti del solari a proprio vantaggio e a svantaggio della comunità. 

Con questo sistema di azioni a livelli, il solari è in grado di tirare soldi potenzialmente da tutto il globo per costruire la comunità, mentre la comunità stessa spende quei soldi ogni qualvolta si determini che qualche progetto di miglioramento porterà beneficio alla comunità nel suo insieme. I soldi possono essere usati letteralmente per tutto: per sostenere scuole in declino, per ripulire un lotto abbandonato e piantare un frutteto pubblico, per investire nel lavoro a domicilio e nelle imprese di mamma-e-papà, forse per costruire una rete elettrica locale alimentata dal Sole, allestire una clinica a basso cost per l'assistenza sanitaria, sistemare o demolire proprietà degradate. Qualsiasi cosa che migliori la comunità aumenta anche il valore del database, rendendo l'ulteriore vendita di azioni B più attraenti e portando dentro più soldi. 

Siccome il solari è una corporazione finanziaria ordinaria standard, non c'è ragione per cui le sue azioni non possano essere scambiate in un mercato secondario. In questo scenario, l'intera comunità è in grado di beneficiare della follia del rapporto P/G descritto sopra. Così, diciamo che i guadagni della comunità nel suo complesso sia di 10 milioni di dollari e il mercato secondario determini che le azioni valgano dieci volte gli utili. Ora, improvvisamente, il solari – e, per estensione, la comunità – vale 100 milioni di dollari. 100 milioni! Proprio così! Una valutazione del genere rende ogni tipo di investimento esterno nella comunità molto attraente di fatto, portando in tal modo anche più soldi esterni. 

In questo modo, il solari ribalta completamente la direzione finanziaria verso la comunità. Anziché scorrere verso l'esterno della comunità e nelle casse delle multinazionali, i soldi scorrono verso l'interno e quindi sempre di più. L'anello di feedback positivo simile-attrae-simile è agganciato alla comunità nel suo insieme e tutti ne beneficiano. 

Solari e preparativi

E' dolorosamente ovvio per me che in termini di preparativi al collasso, un solari è quasi infinitamente più utile di una iniziativa di Transizione. Qualsiasi cosa si possa fare a livello di comunità per rallentare la discesa – cioè, per districare la comunità dalla nave della globalizzazione che affonda – contribuirà all'anello di feedback. Che ne dite di una rete basata sull'energia solare del vicinato non collegata alla rete principale? E che ne dite di comprare un semicerchio di proprietà libre intorno al perimetro della comunità per uno spazio permaculturale pubblico? E di un sistema distribuito per processare le acqua nere – e grigie – che non sia collegato al sistema fognario pubblico? Che ne dite di un anniversario in cui il solari ripiana il debito al consumo dei membri della sua comunità?

Ancora più importante è la capacità di adattarsi, e rapidamente, a qualsiasi cigno nero possa colpire. Il solari raccoglie enormi somme di denaro disponibili ad ogni dato momento, fornendo alla comunità l'opportunità per un adattamento immediato quando è richiesto. Nessuna di queste cose sono neanche lontanamente possibili sotto la bandiera della Transizione: sono troppo costose ed anche se i soldi ci fossero, richiederebbero così tanto “consenso” su ogni piccolo dettaglio che nulla verrebbe mai fatto. 

Sapete, mi fa arrabbiare e mi intristisce rilevare il livello di opportunità perduto da quando la Fitts ha iniziato a far circolare la sua idea di solari la prima volta. E' stato molto prima del crash economico e si sarebbe potuto fare molto per attutire il colpo. Tutto ciò che si è perduto, si è perduto perché la gente non ha voluto alla propria nozione secondo la quale i soldi sono cattivi, sono il male, e non si sono voluti corrompere nemmeno imparando qualcosa su di esso, tanto meno metterla in pratica. Il solari è la rilocalizzazione finale. Quando la rilocalizzazione è stata fatta propria dalla transizione è stato proprio il momento in cui la Fitts si ritirava nel suo sito a pagamento. Mi chiedo ora se lei non abbia semplicemente visto la scritta sul muro. La Transizione non è abbastanza flessibile nella sua ideologia per  qualcosa di così palesemente capitalista come una società finanziaria della comunità, non c'è proprio spazio lì per discutere cose del genere, lasciamo stare l'agire su di esse. La tendenza anti-capitalista di quelli coi megafoni del collasso è riuscita a interrompere la preparazione del naso per far dispetto alla faccia.  

Conclusione

Il solari non rappresenta solo un tampone contro il collasso, ma una completa riconfigurazione di come funzionano i soldi. Non può fermare il cambiamento climatico o il picco del petrolio, tuttavia, ciò che può fare è finanziare una reale e significativa transizione – t piccola – ad uno stile di vita che sia adattato alle nuove realtà e che possa prosperare più o meno felicemente al loro interno. Se l'idea dovesse prendere piede su larga scala – improbabile, ma non al di fuori dal regno delle possibilità – potrebbe formare la base di un'economia completamente adattata o adattabile. La resilienza diventerebbe un punto irrilevante, perché ne farebbe semplicemente parte. 

Forse non è troppo tardi perché l'idea del solari della Fitts metta radici. Forse sufficienti persone ora capiscono che “collasso” significa collasso finanziario soprattutto. Ma dato quello che ho visto, non trattengo il respiro. Le vecchie abitudini mentali sono troppo difficili da rompere. 

Post data del traduttore: da transizionista, ho trovato molto interessante il progetto solari e brillanti le sue applicazioni. Ciò che non capisco, invece, è la contrapposizione forzosa che l'autrice fa tra solari e Transizione. Se il solari ha enormi potenzialità di rilocalizzazione da un punto di vista economico, non ha, per contro, alcuna capacità di incidere nel processo di transizione sotto altri punti di vista, come l'inclusione sociale, la formazione, la ricreazione di una comunità anche a livelli non economici, la diffusione di consapevolezza su clima, energia, la condivisione, lo scambio, ecc, ecc. (sarebbe un po' come pensare che il solari, al pari del libero mercato, regola tutto da sé). Tutte cose queste che non sono alla portata di una pur splendida idea di redistribuzione dei flussi finanziari come il solari. 

Credo, sostanzialmente, che i due processi possano convivere serenamente e proficuamente, magari riadattandosi vicendevolmente in quelle parti dove si potrebbero sovrapporre ed, eventualmente, entrare in conflitto. Nel processo di transizione (con la lettera maiuscola o minuscola che sia) è preferibile la congiunzione “e” alla congiunzione “o”. Il tempo dirà quali saranno le soluzioni migliori, ma per ora non dovremmo scartare nulla. Visto che i tentativi per costruire un diverso paradigma non sono poi troppi, non è saggio metterli in contrapposizione in modo così infantile come ha fatto l'autrice. Autrice che peraltro ringrazio per avermi fatto conoscere una cosa così interessante come il solari.





mercoledì 20 marzo 2013

Una Foresta Personale

Da “The Great Change”. Traduzione di MR


Di Albert Bates



“Ogni anno a Capodanno, scrivo la lettura del contatore elettrico, faccio un grafico dei chilometri percorsi da qualsiasi veicolo abbia usato, compresi gli autobus, i treni e gli aerei e quantifico anche il mio uso di gas propano, legna da ardere, ecc. Da questo determino quanti alberi ho bisogno di piantare negli anni a venire per compensare l'impatto climatico del mio stile di vita”.



Quand'ero ragazzo, i miei genitori si sono trasferiti dai sobborghi di Chicago a una zona densamente forestale del Connecticut, dove sono cresciuto. Il mio cortile erano quei boschi e giocavo con fortini, molte e diverse zone di campeggio o nascondigli ed una serie di casa sugli alberi. Mi piaceva passare la notte su un materasso di aghi di pino in un piccolo boschetto di pini e a volte l'ho persino fatto su 30 centimetri di neve fresca e farinosa. I miei genitori mi lasciavano anche arrampicare sugli alberi e giocare su un vecchio tappeto di scarti di legno che avevo incastrato fra i rami più bassi di una grossa quercia. In seguito ho costruito un tepee rotondo intorno a quell'albero ed ho passato molte notti estive vivendo lì dentro, imparando ad arrampicarmi su e giù con delle corde.

Immagino si possa dire che glia alberi sono come la famiglia per me. Essi rimangono parte della mia vita ovunque vada. Quando avevo 17 anni ho imparato ad occuparmi dei cavalli e, più tardi, quando sono arrivato alla Fattoria in Tennessee, fresco di diploma, ho usato queste capacità per usare i tronchi serpeggianti dal bosco con una squadra di giumente belghe. Ho costruito una tenda per la mia sposa su una piattaforma di tronchi di quesrcia scavati a mano acquisiti in quel modo. La gente a volte veniva all'Ecovillage Training Center alla Fattoria e si meravigliava per il piccolo diametro dei pali rotondi usati come travi sul tetto molto ampio che copriva la nostra taverna del Drago Verde, ma io sapevo quando ho costruito quel tetto che i pali rotondi erano molto più forti del legname lavorato. Erano come i rami d'albero che sostenevano le mie case sugli alberi.

Iniezione in pozzo profondo

Trentenne, sono stato avvocato di parte civile in causa contro una azienda chimica in una città a 15 miglia dalla Fattoria. L'azienda produceva organofosfato, pesticidi ed erbicidi ed iniettava i prodotti di scarto, compresi i propri lotti scaduti, in un pozzo profondo. I laboratori per la Qualità dell'Acqua dello Stato aveva testato gli effluente verde luminescenti e aveva detto che era il più tossico che avesse mai incontrato. Una singola goccia fatta cadere nella loro vasca dei pesci li aveva uccisi tutti in 24 ore.

Quel pozzo era profondo un miglio e la pressione ha fratturato il letto di calcare – come il fracking – per rendere la roccia più ricettiva a milioni di galloni di questo infuso delle streghe. La fratturazione aveva anche aperto dei varchi nella falda acquifera di Knox, uno dei più grandi fiumi sotterranei del Nord America e presumibilmente avrebbe continuiato a contaminarne liberamente altre riserve potenzialmente importanti di acqua dolce degli Stati Uniti sudorientali su un'area molto vasta. Ogni pozzo di prova che l'azienda aveva perforato mostrava che la contaminazione era già arrivata molto lontano dal sito di quanto l'azienda fosse disposta a monitorare. Lo Stato non aveva le risorse per perforare pozzi di prova da milioni di dollari, quindi si è potuta mai conoscere l'estensione reale del danno. Mentre l'acqua dei pozzi dell'area diventava gradualmente verde fluorescente, l'azienda ha pagato i proprietari delle terre e sigillato i loro pozzi.

Quando il nostro gruppo ambientalista locale ha fatto causa all'azienda, l'azienda ha detto al giudice che non c'era ragione di proteggere la falda acquifera perché la regione sudorientale aveva un sacco di acqua dolce in superficie o vicino ad essa. In delle memorie scritte, ho fatto due obiezioni contro ciò: popolazione e cambiamento climatico. La risorse di acqua dolce erano di valore e lo sarebbero state sempre di più.

Questo nei primi anni 80 ed io ero lì che andavo in una corte del Tennessee e cercavo di fare un caso del riscaldamento globale. Ciò mi ha costretto a leggere quasi tutti gli studi su cui riuscivo a mettere le mani, a contattare gli esperti e a pregarli di venire a testimoniare. Ho cercato di semplificare un tema estremamente complesso così che il giudice o il giurato medio potessero capirlo, nonostante reti di pseudoscienza arcana a far confusione intessute dagli avvocati delle aziende e le eccezioni all'interno della Conservazione delle Risorse federali e il Recovery Act sufficienti a svuotare un lago.

Come è venuto fuori, il caso non è mai arrivato a processo. Il Dipartimento di Salute e Ambiente del Tennessee mi ha contattato persuadendomi che avrei dovuto aiutarli aa abbozzare delle norme che proibissero iniezione in pozzi profondi e la fratturazione idraulica, che accettai di fare. E' stata una strada molto meno costosa per il locale gruppo ambientalista, lasciare che lo Stato sostenesse le spese per gli esperti per combattere la lobby industriale ben finanziata e senza scrupoli. Avevamo vinto, anche se ci sono voluti alcuni anni prima che la vittoria fosse siglata e le aziende chimiche facessero i bagagli e lasciassero la città. I loro rifiuti tossici sono ancora laggiù, per adesso.


  • In ogni campagna non violenta ci sono quattro passi fondamentali: mettere insieme i fatti per determinare l'esistenza di un'ingiustizia, la negoziazione, l'auto purificazione e l'azione diretta.  M.L. King, Lettere da una prigione di Birmingham (1963).


Nel periodo che ho passato a leggere e parlare con gli esperti mi sono spaventato. Il riscaldamento globale un affare molto più grande di quanto pensassi in origine. Avevamo solo mezzo grado in più rispetto al secolo precedente in quel momento, ma c'erano già segni che i poli si stavano fondendo, che il livello del mare si stava alzando e siccità più frequenti stavano arrivando sui continenti. Nel 1988, il fiume Mississippi era sceso così tanto che il traffico fluviale è stato sospeso. Il mio giovane uomo del congresso, Al Gore Jr., ha aperto le audizioni al Campidoglio. Gli scienziati iniziavano a presentarsi al pubblico per suonare l'allarme. Le grandi compagnie del petrolio e del carbone cominciavano a finanziare campagne per minare e calunniare quegli scienziati e per avvelenare il dibattito pubblico con studi fasulli e teorie della cospirazione. La politica ufficiale dell'amministrazione Bush era la censura del cambiamento climatico. Tutti quei segni erano minacciosi.

Depositi di carbonio

I combustibili fossili hanno provocato un cambiamento tale nella civiltà che è difficile immaginare di abbandonarli volontariamente. Hanno alimentato la rivoluzione industriale e globalizzato il mondo con ferrovie e battelli a vapore. Hanno posto fine ad una pratica particolarmente odiosa che è stato il metodo tradizionale per costruire gli imperi nei 5.000 anni precedenti, soppiantando la lunga tradizione di schiavi umani con applicazioni casalinghe di “schiavi energetici” e “risparmio energetico”. La Guerra Civile Americana è stata l'ultimo sussulto per impiantare l'economia ed è finita con la vittoria schiacciante degli industriali dell'acciaio e della loro energia fossile, che hanno proseguito estendendo il loro nuovo impero con la Guerra Ispano Americana e tutte le guerre per le risorse da lì in avanti. La fine del carbone e del petrolio significa un ritorno alla schiavitù o possiamo imparare a costruire una società egalitaria all'interno del bilancio energetico solare? Solo il tempo lo dirà.

Dall'altra parte della contabilità, ci sono pochi segni promettenti che qualcosa possa essere fatto per invertire gli effetti di tre secoli di dipendenza da petrolio e carbone. Le foreste del Nord America rimangono un deposito netto di carbonio, ma quando i terreni passano da foresta ad agricoli, ciò genera un picco enorme di carbonio in atmosfera. In Messico, che sta perdendo più di 5.000 km2 di foresta all'anno, il disboscamento, gli incendi e il degrado del suolo contano per il 42% delle emissioni annuali di carbonio stimate del paese. In aggiunta al carbonio perso con gli alberi, i suoli perde il 25-31% del loro carbonio iniziale (alla profondità di un metro) quando vengono arati, irrigati e coltivati.

Negli Stati uniti, i terreni coltivati sono aumentati da circa 2.500 km2 nel 1700 a 2.360.000 km2 nel 1990 (anche se quasi tutto questo aumento è avvenuto prima del 1920). I pascoli si sono estesi da 1.000 km2 a 2.300.000 km2 nello stesso periodo. La favolosa era dei cowboys è stata fra il 1850 e il 1950 e il disegno si è ripetuto in Canada e Messico. Ma poi è successo qualcosa di diverso.

In parte a causa del Dust Bowl e alle risposte organizzate dell'amministrazione Roosevelt, in parte a causa della Grande Depressione e parte a causa di un'etica di conservazione emergente, dopo il 1920 molti terreni coltivabili sono stati abbandonati nel nordest, sudest e nelle regioni centro-settentrionali e 100.000 km2 sono stati riforestati dalla natura. Fra il 1938 e il 2002, gli Stati Uniti hanno guadagnato 123 milioni di acri di foresta dall'abbandono delle fattorie mentre hanno perso 150 milioni di acri per il disboscamento, principalmente nel sudest e nel nordovest del Pacifico. Questa tendenza, perdita marginale netta, continua oggi negli Stati uniti e in Canada, al contrario del Messico che sta rapidamente distruggendo le proprie foreste senza ripiantarle da nessuna parte.


  • TABELLA: Bilancio del carbonio della foresta di Harvard dall'inventario forestale e misurazioni del flusso di covarianza del vortice, 1993- 2001. I valori positivi sono pozzi, i valori negativi sorgenti. Da Barford, C.C., et al., Fattori che controllano il sequestro a breve e lungo termine della CO2 atmosferica in una foresta di media latitudine. Science, 294:5547;1688-1691 (2001).

  • TABELLA: Confronto di scambio ecosistemico netto (net ecosystem exchange - NEE) di diversi tipi ed età di foreste temperate. Il NEE negativo significa che la foresta è un pozzo per la CO2 atmosferica. 81 anni di dati dai siti ed una rete di saggi di sintesi (Law et al., 2002). Il NEE é stato mediato per sito, quindi la media è stata determinata per tipo di foresta e classe di età. Dal Primo Rapporto sullo Stato del Ciclo del Carbonio (SOCCR): Bilancio del Carbonio Nordamericano ed Implicazioni per il Ciclo Globale del Carbonio. Un rapporto del Programma Scientifico sul Cambiamento Climatico del Subcomitato di Ricerca sul Cambiamento Climatico degli Stati Uniti. A. W. King, L. Dilling, et al, eds. (2007), Appendice D, p 174.

L'effetto di pozzo netto di una foresta in recupero è variabile, ma la media della foresta decidua di successione di 200 grammi di carbono per metro cubo per anno o 2 tonnellate per ettaro. Questo è calcolato considerando la crescita annuale e la mortalità sopra e sotto terra, i cambiamenti chimici nel legno morto e i cambiamenti netti del carbonio nel suolo. 
(Pacla S., et al., le misurazioni di covariante di vortice ora confermano le stime dei pozzi  di carbonio dagli inventari delle foreste, in King & Dilling, ibid, 2007).

A un certo punto del 1985 ho cominciato a piantare alberi per compensare la mia impronta personale di carbonio. Oggi la foresta è di circa 30 acri (12 ettari) e si pianta annualmente da sé. Ho scritto un libro, Clima in Crisi, mettendo insieme le mie ricerche legali e esponendo la scienza del clima in termini che i non scienziati, come me, potessero afferrare. Nel 1995, mi sono ritirato dalla legge per diventare un insegnante di Permacultura e un progettista di ecovillaggi. Ho continuato a partecipare ad incontri scientifici ed ai negoziati internazionali sul clima, ho contribuito alla discussione con un blog, molti articoli per riviste e libri. Mi sono tenuto aggiornato con le ultime scoperte, sempre cercando strade che potessero fornire soluzioni, non solo per la mia impronta personale, ma anche per la catastrofe climatica in arrivo per tutti noi. 

Spazzole atmosferiche

Potremmo spendere parole qui per discutere di geoingegneria, sostituti dell'energia fossile, biochar e del passaggio a qualche forma di agricoltura ecologica, ma la verità della cosa è che non c'è niente che possa guarire il nostro squilibrio chimico globale più rapidamente degli alberi. 

Come ho scritto in Clima in Crisi, e più tardi in altri libri, le foreste sono spazzole. Esse assorbono CO2 dall'aria, la trasformano in O2 con la magia della fotosintesi e sequestrano il carbonio in lignina e cellulosa. Esse lo trasferiscono anche in profondità nel terreno attraverso le loro radici e la rete alimentare del suolo.

Noi, gli esseri umani, potremmo essere capaci, in condizioni ottimali, di arrivare a sequestrare una gigatonnellata di carbonio (petragrammi di Carbonio o PgC) all'anno passando ad una “agricoltura al carbonio”: gestione olistica, compostaggio, keyline e non aratura biologica. Il pieno potenziale del biochar è stimato da 4 a 10 PgC all'anno, se nel mondo si impiegassero ampiamente reattori a pirolisi biomassa-energia. Le foreste, con il rimboschimento a tutto campo e l'imboschimento, hanno un rendimento potenziale di 80 PgC all'anno.





Il ciclo climatico, con 393 ppm di Carbonio nell'aria, sta attualmente aggiungendo 2 ppm all'anno in atmosfera. Questo rappresenta una ulteriore ritenzione di 3,2 PgC al di sopra di quello che la Terra è in grado di drenare al terreno o agli oceani. Gli oceani si stanno acidificando – ad un ritmo disastroso – perché un eccesso di Carbonio viene drenato, quindi ciò che deve accadere è che più Carbonio deve essere preso sia dagli oceani sia dall'atmosfera e sepolto nel terreno, cioè, di fatto, da dove proviene l'eccesso, in primo luogo. 

Andare oltre lo zero

Per tornare a 350 ppm – l'obbiettivo di Bill McKibben – dobbiamo diminuire il carbonio atmosferico di 42 ppm o 67,4 PgC. Se volessimo raggiungere quell'obbiettivo per il 2050, diciamo, (37 anni da adesso), avremmo bisogno di avere una rimozione di Carbonio media netta di 1,82 PgC all'anno. Quindi dobbiamo passare da +3,2 a -1,8 di media in circa 40 anni. Naturalmente molti, me incluso, non credono che 350 sia abbastanza buono da togliere il grasso dal fuoco. Preferirei che puntassimo a 320 ppm per il 2050 se vogliamo sfuggire al peggio che Madre Natura sta ora preparandosi a scodellare. Un obbiettivo di 320 in 37 anni significa che dobbiamo abbassare il carbonio atmosferico dei 72 ppm, o 115 PgC; un tasso di rimozione media netta di Carbonio di 3,1 PgC all'anno. In altre parole, dobbiamo passare dall'aggiungere 3,2 PgC di inquinamento da gas serra all'anno alla rimozione di circa la stessa quantità. Dobbiamo passare ad un negativo netto per almeno 40 anni.  

L'orticoltura biologica e la ri-mineralizzazione del suolo per cui Vandana Shiva, Elaine Ingham, Dan Kittredge ed altri sono entusiasti, non ci porteranno a quel punto, anche se è un buon inizio ed un punto importante con molti altri benefici. Il biochar ci potrebbe portare a quel punto, ma l'industria è immatura, poco compresa dagli ambientalisti e dipendente da finanziamenti che potrebbero o no essere disponibili in un'era di decrescita e di collasso economico. Per passare a 3 o 4 PgC all'anno è probabile che ci vorranno più di 40 anni. 

Piantare alberi è la nostra migliore scommessa. I Corpi Civili di Conservazione di Franklin Roosevelt hanno piantato massicce fasce protettive per arginare il Dust Bowl ed i posti di lavoro creati hanno aiutato gli USA a sollevarsi dalla Grande Depressione. La stessa cosa potrebbe essere fatta in Spagna e Grecia, per non parlare dell'Africa. E, prima di dimenticarmene, due dei più grandi riforestatori al mondo, Cristoforo Colombo e Genghis Khan, hanno dimostrato la capacità della nostra specie di cambiare rapidamente il clima. Essi hanno mostrato che potremmo addirittura accelerare l'avvio di una piccola Era Glaciale, se volessimo. Parliamo di aria condizionata! Lasciamo perdere.

Ora, il pianeta sta ancora rapidamente perdendo le foreste. Ho fatto questa illustrazione per il mio notiziario Diritti Naturali, a metà degli anni 80:

Nel 1988, essendo stati soppressi dalla pubblicazione i prestiti dai rapporti dell'agenzia federale da parte dell'amministrazione Bush, ho disegnato dei grafici per mostrare cosa sarebbe accaduto alle foreste dell'est in un mondo più caldo di 5°C ed il tipo di migrazione di specie che ci si poteva aspettare:



Un punto più importante, che ho sollevato su Clima in Crisi, era che la composizione a chiazze individuale delle foreste era meno importante delle sinergie che vengono perse quando quelle composizioni vengono spezzate. E' importante cosa succede fra chiazze, non solo riguardo alle piante. Dobbiamo considerare gli animali impollinatori e che immagazzinano i semi. Non possono avere cibo solo in una stagione, ne hanno bisogno in tutte le stagioni, altrimenti se ne andranno. Alcune piante ed animali sono migratori veloci (armadilli e abete rosso) ed altri sono molto più lenti (formiche tagliafoglie e ginkgo). Quando si forza un rapido cambiamento sistemico, la rete delle connessioni viene rotta, la biodiversità collassa ed i servizi ecologici sono compromessi. La rete si disfa.  

Impronte di gas serra (GHG Footprints)

Nei primi anno 90 scherzavo sul fatto che, prima di scrivere il mio libro sul clima, la mia impronta di inquinamento di gas serra è stata in costante declino per 10 anni. Dopo aver scritto il libro è salita alle stelle. Gli inviti a parlare continuano ad aumentare anche oggi, 23 anni dopo. 

Ogni anno a Capodanno, scrivo la lettura del contatore elettrico, faccio un grafico dei chilometri percorsi da qualsiasi veicolo abbia usato, compresi gli autobus, i treni e gli aerei e quantifico anche il mio uso di gas propano, legna da ardere, ecc. Da questo determino quanti alberi ho bisogno di piantare negli anni a venire per compensare l'impatto climatico del mio stile di vita.

Piantare alberi come compensazione personale richiede un po' di pianificazione anticipata, perché i calcoli dipendono da quanto tempo un albero crescerà, quanto diventerà grande e da quello che probabilmente restituirà all'atmosfera alla fine della sua vita. Bisogna anche anticipare le dinamiche cangianti introdotte dal rapido cambiamento climatico. Ciò mi ha portato ad organizzarmi con un contratto a lungo termine di un po' di terra e per acquisire nuove conoscenze su come piantare e gestire una foresta resiliente al clima. 

In questo momento ho il vantaggio di visite alle foreste di Pioneer e Alford nelle Ozarks, che descrivo su La Soluzione del Biochar (2010), così come foresta selvaggia secolare in Scozia, Columbia Britannica, Queensland del Nord in Australia, Il bosco di Muir in California, la Penisola di Darien in Colombia, gli altipiani Mesoamericani ed il Bacino dell'Amazzonia, per nominarne qualcuno. Ho studiato Permacultura, con riferimento in particolare al lavoro di Christopher Nesbitt, David Jacke ed Eric Toensmeier per progettare una metodologia per costruire foreste per risorse alimentari. Ma, nel 1985, non avevo niente di tutto questo, quindi ho cominciato su una parte delle fattoria dei miei genitori che era in via di transizione da campo per la produzione di ortaggi a boscaglia bassa. 

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“Se si comprende lo sforzo necessario di un singolo individuo di avere zero emissioni di carbonio, si potrebbe capire quello che servirebbe per equilibrare l'impronta di carbonio di una città moderna di decine di milioni di individui”.

Nel 1979, con la nascita del mio secondo figlio, mia madre mi ha raggiunto nel Tennessee e ha comprato 88 acri vicino al nostro ecovillaggio in erba. Siccome la nostra comunità intenzionale aveva quella terra a mezzadria, i campi sono stati circondati da terrazze e forniti di fossi nei tardi anni 70, con la ruspa della Fattoria e il grader stradale, usufruendo della guida del locale servizio di conservazione del suolo (un'altra reliquia di Roosevelt), quindi era già in condizioni molto buone da punto di vista della gestione keyline. Ho raccolto il suggerimento del locale agente del USDA ed ho piantato pino rigido (Pinus taeda), il che è risultato essere un buon consiglio. Il pino rigido è resistente, cresce in fretta , tollera la siccità e la sua portata si sta espandendo man mano che il sudest si scalda. Ho piantato anche castagni, gelsi, agrumi rustici e bamboo.  

La lunghezza della stagione libera dal gelo (e la stagione agricola corrispondente) è cresciuta a livello nazionale dagli anni 1980. NOAA/NCDC, National Climate Assessment 2013 (bozza in anteprima).

Interno del Prancing Poet, in costruzione nel 2012
Nel 1977-78, anche prima che mia madra comprasse la sua fattoria, ho cominciato a sperimentare a casa mia con ibridi di pioppo, sviluppati in Pennsylvania, confrontando le caratteristiche della loro crescita con il pioppo liodendro (Liriodendron tulipifera). Stavo cercando una fornitura di calore per l'inverno sostenibile ed un substrato per la produzione di funghi che potessero essere raccolti nel bosco ceduo e capitozzato. Nel 1985 ho applicato questa conoscenza per piantare una linea di protezione di pioppi ibridi lungo un confine della proprietà di mia madre. 
  
La Fattoria della Collina dei Noci

Nel 1998, ho piantato 3.000 noci ibridi, confrontando i rizomi innestati sviluppati dall'Università di Pardue per l'impiallacciatura con il noce nero nativo usato principalmente per mobili e pavimenti in legno e, secondariamente per un prodigioso raccolto di noci oleose. Quasi tutte le costose piantagioni ibride sono andate perdute entro 5 anni a causa di conigli, insetti, siccità e tempeste di ghiaccio. I noci nativi invece hanno avuto successo e sono diventati una parte durevole della progettazione della mi foresta in quella che la nostra famiglia ora chiama la Fattoria della Collina dei Noci. Quest'inverno, stiamo usando i malli oleosi per colorare il rivestimento interno di una nuova aggiunta all'Ecovillage Training Center della Fattoria. I tardi anni 90 hanno visto anche l'introduzione di molti bamboo, lungo i fossati e nei “canneti di interruzione” (gioco di parole fra canebrakes – canneti – e canebreaks, ndt.) dove i torrenti esonderebbero con le piene. Ho piantato una mezza dozzina di varietà a macchia di leopardo, sparse su oltre 20 acri. Queste si sono moltiplicate così rapidamente che solo loro compensano più del consumo annuale al Global Village Institute, compreso l'Ecovillage Training Center e tutti i suoi impiegati, visitatori e volontari e tutti i miei viaggi annuali nel mondo per fare corsi e laboratori. Tenendo conto del sequestro sia sopra che sotto terra, 10 acri di bamboo trattengono 63,5 tonnellate di Carbonio all'anno (tonnellate metriche di carbonio all'anno).

Peter Bane, l'autore del Manuale di Permacultura,  mi ha detto che 6 tonnellate di Carbonio all'anno sono coerenti con le cifre dei calcoli approssimativi per il mais, un altro fotosintetizzatore di C-4. La differenza col bamboo è che essendo annuale, il mais commestibile viene raccolto e consumato ogni anno e le stoppie si decompongono piuttosto rapidamente, rilasciando il carbonio brevemente immagazzinato come gas serra. Il mais è di fatto una pompa di gas serra, perché preleva il carbonio del suolo nella pianta dalle radici robuste e lo rende più prontamente disponibile per l'atmosfera. Il bamboo, se sistemato in boschetti o usato per mobili, costruzioni o biochar, permane molto più a lungo nell'ambiente terrestre. La Foresta Albert Bates (non la chiamiamo così, sto scherzando) ora occupa circa 30 acri. Dopo che è morta mia madre, l'Istituto ha affittato 44 acri dalla Collina dei Noci per il progetto e piantato alberi da frutto, cespugli di bacche, bamboo e cactus, così come alberi locali comprovati e veraci. Sappiamo che il cambiamento climatico causerà la migrazione di molte specie di alberi famigliari e stiamo lavorando per riempire il vuoto piantando specie che è più probabile che sopravvivano in condizioni semi tropicali, sebbene interrotte da blizzard invernali.

Piantare alberi non è così facile come sembra quando la tua esperienza si riduce a robusti trapianti di pino rigido (taeda) forniti dal Servizio Forestale a piccoli fasci. Gran parte degli alberi resistono al trapianto e devono essere incoraggiati e coccolati. Oliver Rackham, in Alberi e boschi nel paesaggio britannico (2001) dice: “piantare un albero è simile a sparare ad un uomo nello stomaco”. Quello che intende è che gli alberi sono univocamente adattati all'angolo del Sole, al flusso delle acque superficiali e dei nutrienti, alla comunità della foresta e ad altri fattori che raramente consideriamo. Far crescere un albero sul posto dal seme o da piccole piantine è spesso più probabile che abbia successo che non trapiantarli  come rizomi innestati o alberi quasi maturi.

Il mio metodo di piantagione si basa pesantemente sulla rigenerazione naturale, e in secondo luogo sulla selezione di caratteristiche desiderabili. A causa del suolo povero dell'altipiano nella nostra regione, i cedri sono delle specie pioniere comuni. Il pioppo liodendro e la robinia (Robinia pseudoacacia) sono anch'essi comuni. Gli ecosistemi più disturbati si riconvertiranno a bosco attraverso la successione naturale, se lasciati liberi dal pascolo e senza che vengano tagliati. Abbiamo tagliato quelle aree che volevamo riservare alla piantagione perenne di maggior valore. Gli alberi auto-seminati sono generalmente più forti e crescono più in fretta degli alberi piantati, quindi favorendo lo spazio fra le macchie, lasciamo un sacco di spazio per la succesione naturale attraverso l'auto-semina.

Gran parte del lavoro con gli alberi viene fatto nella stagione dormiente, approssimativamente fra metà novembre e la fine di aprile. Mio figlio ora ha un vivaio alla Collina dei Noci dove pianta i semi in contenitori dentro delle serre nei mesi estivi, trapiantando le piantine in inverno. E' bravo a ripulire gli scarti delle piante dalle vendite del vivaio e dai mercati degli agricoltori e anche se quegli alberi hanno tassi di sopravvivenza ridotti a causa dell'eccessiva manipolazione e dell'abbandono, a volte alcuni riescono a sopravvivere e maturare. Da quelli, vengono coltivate ed incoraggiate nuove generazioni.

Ho piantato a densità di circa 100 piante per acro, ma quelle densità aumenteranno sostanzialmente quando la foresta si auto-riempirà. Immagino dai 400 ai 1.000 alberi per acro come più tipici al culmine, più una ampia gamma di piante di sottobosco. Ho chiesto a Frank Michael, ingegnere del Global Village Institute, di fare questi calcoli per me. Ha usato diversi approcci per eliminare le variabili inconoscibili. Questo è parte di un lavoro in divenire che pensa di pubblicare come libro in un prossimo futuro.

Calcolare il sequestro di carbonio

Per una foresta mesofila mista di querce e noce americano del tipo che stiamo piantando nella regione del Highland Rim del Tennessee centro meridionale, i dati concreti non sono prontamente disponibili, ma le appendici al Primo Rapporto del Cyclo del Carbonio del Programma Scientifico sul Cambiamento Climatico statunitense (2007) sono molto utili. Gli studi aggiunti dal NOAA suggeriscono che 400 alberi (un acro alla maturità) assorbirebbero strutturalmente 2,6 tonnellate di carbonio all'anno (2,6 tC/acro-a o 5,84 tC/h-a), sulla base di studi su 6 siti per 34 anni. I nostri 30 acri si trovano ora a circa il 5% della densità di biomassa finale, quindi sequestrano 3,9 tC/a. Raggiunta la maturità sequestrerebbero 78 tC/a. Forestando tutti i 44 acri, questi sequestrerebbero 114,4 tC/a.

Un altro approccio è quello di usare un coefficiente per la media di sequestro della foresta. Un riferimento standard per questo lavoro è “Mappatura Globale della Produttività Primaria Terrestre ed Efficienza nell'uso della Luce con un Modello basato sul Processo” (Global Mapping of Terrestrial Primary Productivity and Light-Use Efficiency with a Process-Based Model), di Akihiko Ito  Takehisa Oikawa su Cambiamenti Ambientali Globali nell'Oceano e sulla Terraferma, M. Shiyomi et al., Terrapub Edizioni (2004), pp. 343–358. Se applichiamo il numero che Ito e Oikawa citano — 0.5-0.6 kgC/m2-anno per la seconda crescita del bosco del nordico – ai nostri 44 acri (178,000 m2), arriviamo a 89-107 tC/a alla maturità, che è nello stesso ordine della stima della massa strutturale fatta usando le cifre del NOAA. Siccome siamo solo al 5% della maturità su 30 acri, la foresta attualmente risparmia circa 3 tC/a. 

Usando il calcolatore del carbonio sul sito Dopplr e tracciando la mia media dei viaggi annuali degli ultimi 5 anni, io produco circa 10 tonnellate all'anno di CO2, o 2,72 tC, col mio stile di vita da jet set. Per includere anche tutta l'energia incorporata ammortizzata in alimentazione, vestiario, gadget, posto di lavoro e casa, diciamo che siano 5 tC/a, anche se probabilmente sono sovrastimate. Così, a questo punto le mie piantagioni di alberi non coprono la mia impronta, anche se le mie piantagioni di bamboo lo fanno, senza contare che sto trascurando di menzionare i miei esperimenti con le alghe in zone umide artificiali. Alghe e bamboo sono le prime e le seconde piante più rapide nella fotosintesi di cui siamo a conoscenza.

La stima del sequestro medio annuale potenziale della mia foresta alla sua maturità, anche senza bamboo ed alghe, è di 89-114 tC/ad una densità di stoccaggio di 400 alberi per acro, permanentemente. Ciò cancellerà la mia impronta con i suoli nel tempo

La raccolta a fasi

Per il 2050 questa foresta dovrebbe essere relativamente matura e quindi continuerebbe solo ad immagazzinare carbonio agli stessi rapidi tassi ai quali lo faceva come foresta giovane se fosse stata raccolta selettivamente. Ne La soluzione del Biochar ho descritto il metodo proposto da Frank Michael per la raccolta a fasi. Presumo che gran parte del legno raccolta a quel punto sarebbe usato per costruzioni o per il biochar, sequestrando ulteriormente il suo carbonio piuttosto che ossidarlo verso l'atmosfera attraverso la decomposizione o bruciandolo. 

Nel metodo di raccolta a fasi, le specie miste native vengono piantate in griglie strette, distanziate per raggiungere una copertura chiusa in 4-6 anni e a quel punto metà dei giovani alberi vengono raccolti ed usati per la produzione di biochar (e accompagnare la cattura di calore); il biochar viene rimesso nella macchia. In 9 anni, gli alberi rimasti chiudono ancora la copertura e la metà vengono raccolti per il biochar e il legname. Questo ciclo viene ripetuto ai 12, 16,5 e 24 anni, ecc. Ad ogni passaggio, ci sono diverse opzioni:

1. Raccogliere tutti gli alberi e iniziare un ciclo di piantagione completamente nuovo; 

2. Inserire una rotazione agricola/orticola nella aree aperte, aggiungendo pacciame, compost liquido (compost tea), biochar e compost come emendanti del suolo; o

3. Lasciare che gli alberi rimanenti maturino e richiudano la copertura, mentre si favoriscono o si aggiungono piante di sottobosco.

La prima opzione rende più di 6,2 volte la biomassa per unità di tempo ed area di una piantagione forestale commerciale convenzionale. 

“Ho cercato di scoprire, fra i rumori delle foreste e delle onde, parole che gli altri uomini non potevano sentire, ed ho drizzato le orecchie per ascoltare la rivelazione della loro armonia”. Gustave Flaubert, November

La mia speranza che molto dopo che mene sarò andato, la foresta della mia vita continuerà a fornire servizi ecologici preziosi di tutti i tipi a coloro che ci abiteranno dopo di me, o per la mitigazione climatica o per il senso di meraviglia che può dare a un bambino il crescere in mezzo a grandi alberi. 

Mi rendo conto che è un lusso straordinario, per un essere umano, avere accesso a 40 acri di terra ed essere in grado di dedicare le risorse che servono per impiantare una foresta durevole, produttiva e resiliente al clima: Non voglio dire che tutti potrebbero o dovrebbero farlo – moltiplicate semplicemente 40 acri per 7,2 miliardi di persone e vedete che sarebbe impossibile. Ciò che sto dicendo è che l'impronta del carbonio di milioni di persone che vivono col mio stesso standard di vita, utilizzano aria, mare, miglia di terra ed usano fattorie alimentate da schiavi energetici fossili per prenotare il prossimo viaggio d'affari, non si cancella da sola. Il ciclo del carbonio terrestre è profondamente squilibrato (come lo sono quello dell'azoto, del potassio ed altri cicli), così tanto che quelle condizioni ora minacciano la nostra estinzione.

Se riconoscete lo sforzo che serve ad un singolo individuo per avere zero emissioni di carbonio, potete riconoscere cosa potrebbe servire per equilibrare l'impronta di carbonio di una città moderna di decine di milioni di persone. Gli studi che dicono che gli abitanti delle città sono più ecologici dei loro cugini di campagna spesso trascurano questo tipo di calcolo. 

Quindi, qual è la prescrizione? Mentre non tutti possono piantare una foresta personale, tutti possono stimare la propria impronta di gas serra e cominciare a ridurla. Ho fatto dei seminari su come scaldare la propria casa con stufe che producono biochar e su come usare il biochar nel vostro giardino (orto) per far crescere ulteriore biomassa, compreso il carburante per l'inverno. Sono attivo anche nei movimenti degli Eco-villaggi e delle Città di Transizione, che stanno sperimentando un futuro più luminoso, felice e fresco. Piantare alberi aiuta. Più foreste è meglio. Ma potrebbe non essere abbastanza.