Da “Climate crocks”. Traduzione di MR
RealClimate:
I dati della temperatura globale del 2013 ora sono stati pubblicati. Il 2010 e il 2005 rimangono gli anni più caldi da quando sono iniziate le registrazioni nel 19° secolo. Il 1998 si trova al secondo posto in due registrazioni e nell'analisi di Cowtan e Way, che interpola le regioni povere di dati dell'Artico con un metodo migliore, il 2013 è più caldo del 1998 (anche se il 1998 è stato un anno record per El Niño e il 2013 è stato neutrale).
La fine di gennaio, quando arrivano le misurazioni delle temperature dell'anno precedente, è sempre il momento di dare uno sguardo alla tendenza della temperatura globale (e, come ha giustamente osservato il Guardian, anche il momento in cui “i negazionisti della scienza del clima urlano febbrilmente […] che il riscaldamento globale si è fermato nel 1998”). Ecco la classifica degli anni più caldi nei quattro gruppi di dati disponibili delle temperature globali prossime alla superficie (1):
Novità di quest'anno: per la prima volta c'è una analisi meticolosa dei vuoti geografici dei dati – specialmente nell'Artico c'è un buco – e la loro interpolazione dei dati HadCRUT4. Così ora ci sono due gruppi di dati della temperatura di superficie con copertura globale (i dati GISTEMP della NASA hanno sempre compensato questi vuoti tramite interpolazione) In queste due serie di dati il 2007 si è classificato terzo. Il confronto diretto si presenta così:
Si può chiaramente vedere l'anno estremo 1998 che (grazie a El Niño record) spicca sulla tendenza a lungo termine come nessun altro. Ma anche prendendo questo anno anomalo come punto di partenza, la tendenza lineare 1998-2013 in tutti e quattro i gruppi di dati è positiva. E anche chiaramente visibile che il 2010 è l'anno più caldo da quando sono cominciate le registrazioni e le minime nel 2008 e 2011/2012. Ma proprio come i picchi stanno aumentando, queste minime sono sempre meno basse.
In queste curva di dati non riesco a vedere nessuna “pausa del riscaldamento” in corso particolarmente appariscente o significativa, anche se la tendenza al riscaldamento dal 2008 è naturalmente inferiore della tendenza a lungo termine. Anche su Nature c'è stato un recente contributo (giornalistico) che nella sua introduzione sovrastima fortemente questo presunto “iato”. Racconta una storia alla quale forse qualcuno non può resistere (“La tendenza al riscaldamento si è in qualche modo ridotta, ma entro la normale gamma di variazione” semplicemente non costituisce un buon titolo).
Il ruolo de El Niño e de La Niña
Il recente riscaldamento più lento è spiegato principalmente dal fatto che in anni recenti lo stato del La Niña nel Pacifico tropicale ha prevalso, in questo il Pacifico orientale è freddo e l'oceano immagazzina più calore (2). Questo è dovuto all'aumento nei venti di scambio che spingono l'acqua verso occidente attraverso il Pacifico tropicale, mentre a oriente l'acqua fredda dalle profondità viene in superficie (vedi l'ultimo grafico qui). In aggiunta, la forzante radiativa recentemente è cresciuta più lentamente (altro su questo argomento nell'analisi di Hansen et al. – che vale decisamente la pena di leggere). La NASA mostra il seguente grafico, dove si può vedere che gli anni più caldi tendono ad essere quelli con El Niño nel Pacifico tropicale (anni rossi), mentre gli anni particolarmente freddi sono quelli con La Niña (anni blu).
Qualità dell'interpolazione
Qual è la qualità dell'interpolazione nelle regioni non coperte regolarmente dalle stazioni meteorologiche? In ogni caso, naturalmente, meglio che ignorare semplicemente i vuoti, come hanno fatto finora i dati HadCRUT e NOAA. La vera media globale è importante, visto che solo questa è direttamente collegata al bilancio energetico del nostro pianeta e così la forzante radiativa ai gas serra. Una media di una solo parte del globo non lo è. L'Artico si è riscaldato in modo sproporzionato negli ultimi 10-15 anni.
Ma quanto funziona bene l'interpolazione lo sappiamo bene solo dall'importante lavoro di Cowtan e Way. Questi colleghi si sono presi il disturbo di validare accuratamente il loro metodo. Anche se non ci sono stazioni meteorologiche permanenti nell'Artico, ci sono dati intermittenti da boe e da rianalisi modelli meteorologici coi quali hanno potuto verificare il proprio metodo. Negli ultimi decenni Cowtan e Way hanno anche fatto uso dei dati satellitari (altro su questo nel nostro articolo sul riscaldamento sottostimato). Pertanto presumo che i dati di Cowtan e Way siano metodologicamente parlando la stima migliore della temperatura media globale che abbiamo al momento. Questa correzione naturalmente è piccola (meno di un decimo di grado) e non cambia la tendenza a lungo termine del riscaldamento globale – ma se si guarda più in profondità a periodi di tempo più brevi, può fare una notevole differenza. Il confronto coi dati non corretti di HadCRUT4 si mostra così:
E qui uno sguardo in dettaglio allo scorso anno:
Seguendo l'analisi, il 2013 è stato quindi anche più caldo dell'anno record de El Niño del 1998.
Conclusione
Il nuovo sito tedesco di Der Spiegel presenta questi fatti sotto il titolo Il riscaldamento dell'aria si è fermato per 16 anni (traduzione mia). Il titolo della nuova pubblicazione della NASA, La NASA scopre la tendenza al riscaldamento del clima a lungo termine, è così completamente ribaltato. Questo non sorprenderà nessuno che abbia seguito i servizi sul clima di Der Spiegel negli ultimi anni. Al contrario – i colleghi esprimono la loro sorpresa pubblicamente quando su quel giornale appare un articolo sensibile su questo tema. Per anni, Der Spiegel ha agito come portale perle dichiarazioni dubbiose degli “scettici del clima” nei media tedeschi mentre cercava di discreditare i migliori scienziati del clima (abbiamo riportato almeno un esempio qui).
I lettori di Der Spiegel ne sanno di più (come recita la pubblicità) di NASA, NOAA, Hadley Centre e Organizzazione Meteorologica Mondiale messi insieme? O sono stati semplicemente presi per i fondelli per motivi politici?
Note a piè di pagina
(1) In aggiunta ai dati della temperatura dell'aria vicino alla superficie, che sono composti di misurazioni da stazioni meteorologiche e temperature della superficie del mare, ci sono anche i dati sulle microonde dai satelliti, che possono essere usati per stimare le temperature dell'aria nella troposfera entro alcuni chilometri di altitudine. Nella tendenza del clima a lungo termine dall'inizio delle misurazioni satellitari nel 1979, le temperature troposferiche mostrano un riscaldamento analogo a quello delle temperature di superficie, ma le fluttuazioni a breve termine nella troposfera sono significativamente diverse da quelle vicino alla superficie. Per esempio, il picco de El Niño nel 1998 è circa il doppio nella troposfera rispetto ai dati di superficie, vedi Foster e Rahmstorf 2011. Nel loro tendenza dal 1998, le due serie satellitari si contraddicono a vicenda: UAH mostra un +0.05 ° C a decennio (un po' più di HadCRUT4), RSS mostra un -0.05 ° C a decennio.
(2) Un altro grafico per illustrare il cambiamento fra El Niño e la Niña: l'Indice de El Niño Oceanico, l'indice standard del NOAA per descrivere l'altalena nel Pacifico tropicale.
Link
L'altalena della temperatura globale (una panoramica del dibattito sulla “pausa”)
Cosa rivela il riscaldamento degli oceani sul riscaldamento globale
RealClimate:
I dati della temperatura globale del 2013 ora sono stati pubblicati. Il 2010 e il 2005 rimangono gli anni più caldi da quando sono iniziate le registrazioni nel 19° secolo. Il 1998 si trova al secondo posto in due registrazioni e nell'analisi di Cowtan e Way, che interpola le regioni povere di dati dell'Artico con un metodo migliore, il 2013 è più caldo del 1998 (anche se il 1998 è stato un anno record per El Niño e il 2013 è stato neutrale).
La fine di gennaio, quando arrivano le misurazioni delle temperature dell'anno precedente, è sempre il momento di dare uno sguardo alla tendenza della temperatura globale (e, come ha giustamente osservato il Guardian, anche il momento in cui “i negazionisti della scienza del clima urlano febbrilmente […] che il riscaldamento globale si è fermato nel 1998”). Ecco la classifica degli anni più caldi nei quattro gruppi di dati disponibili delle temperature globali prossime alla superficie (1):
Novità di quest'anno: per la prima volta c'è una analisi meticolosa dei vuoti geografici dei dati – specialmente nell'Artico c'è un buco – e la loro interpolazione dei dati HadCRUT4. Così ora ci sono due gruppi di dati della temperatura di superficie con copertura globale (i dati GISTEMP della NASA hanno sempre compensato questi vuoti tramite interpolazione) In queste due serie di dati il 2007 si è classificato terzo. Il confronto diretto si presenta così:
Figura 1 Temperatura globale (valori annuali) nei dati dal GISS della NASA (arancio) e da Cowtan e Way (blu) , per esempio HadCRUT4 con vuoti di dati interpolati. Per approfondire: http://www.realclimate.org/index.php/archives/2014/01/global-temperature-2013/#sthash.02esfhhG.dpuf
Si può chiaramente vedere l'anno estremo 1998 che (grazie a El Niño record) spicca sulla tendenza a lungo termine come nessun altro. Ma anche prendendo questo anno anomalo come punto di partenza, la tendenza lineare 1998-2013 in tutti e quattro i gruppi di dati è positiva. E anche chiaramente visibile che il 2010 è l'anno più caldo da quando sono cominciate le registrazioni e le minime nel 2008 e 2011/2012. Ma proprio come i picchi stanno aumentando, queste minime sono sempre meno basse.
In queste curva di dati non riesco a vedere nessuna “pausa del riscaldamento” in corso particolarmente appariscente o significativa, anche se la tendenza al riscaldamento dal 2008 è naturalmente inferiore della tendenza a lungo termine. Anche su Nature c'è stato un recente contributo (giornalistico) che nella sua introduzione sovrastima fortemente questo presunto “iato”. Racconta una storia alla quale forse qualcuno non può resistere (“La tendenza al riscaldamento si è in qualche modo ridotta, ma entro la normale gamma di variazione” semplicemente non costituisce un buon titolo).
Il ruolo de El Niño e de La Niña
Il recente riscaldamento più lento è spiegato principalmente dal fatto che in anni recenti lo stato del La Niña nel Pacifico tropicale ha prevalso, in questo il Pacifico orientale è freddo e l'oceano immagazzina più calore (2). Questo è dovuto all'aumento nei venti di scambio che spingono l'acqua verso occidente attraverso il Pacifico tropicale, mentre a oriente l'acqua fredda dalle profondità viene in superficie (vedi l'ultimo grafico qui). In aggiunta, la forzante radiativa recentemente è cresciuta più lentamente (altro su questo argomento nell'analisi di Hansen et al. – che vale decisamente la pena di leggere). La NASA mostra il seguente grafico, dove si può vedere che gli anni più caldi tendono ad essere quelli con El Niño nel Pacifico tropicale (anni rossi), mentre gli anni particolarmente freddi sono quelli con La Niña (anni blu).
Figura 2 I dati del GISS, con evidenziate le condizioni di El Niño e de La Niña. Gli anni neutrali come il 2013 sono in grigio. Fonte: NASA.
Qualità dell'interpolazione
Qual è la qualità dell'interpolazione nelle regioni non coperte regolarmente dalle stazioni meteorologiche? In ogni caso, naturalmente, meglio che ignorare semplicemente i vuoti, come hanno fatto finora i dati HadCRUT e NOAA. La vera media globale è importante, visto che solo questa è direttamente collegata al bilancio energetico del nostro pianeta e così la forzante radiativa ai gas serra. Una media di una solo parte del globo non lo è. L'Artico si è riscaldato in modo sproporzionato negli ultimi 10-15 anni.
Ma quanto funziona bene l'interpolazione lo sappiamo bene solo dall'importante lavoro di Cowtan e Way. Questi colleghi si sono presi il disturbo di validare accuratamente il loro metodo. Anche se non ci sono stazioni meteorologiche permanenti nell'Artico, ci sono dati intermittenti da boe e da rianalisi modelli meteorologici coi quali hanno potuto verificare il proprio metodo. Negli ultimi decenni Cowtan e Way hanno anche fatto uso dei dati satellitari (altro su questo nel nostro articolo sul riscaldamento sottostimato). Pertanto presumo che i dati di Cowtan e Way siano metodologicamente parlando la stima migliore della temperatura media globale che abbiamo al momento. Questa correzione naturalmente è piccola (meno di un decimo di grado) e non cambia la tendenza a lungo termine del riscaldamento globale – ma se si guarda più in profondità a periodi di tempo più brevi, può fare una notevole differenza. Il confronto coi dati non corretti di HadCRUT4 si mostra così:
Figura 3: Confronto di dati interpolati e non interpolati dei dati HadCRUT4, come medie in variabili su 12 mesi. Fonte: Kevin Cowtan, Università di York.
E qui uno sguardo in dettaglio allo scorso anno:
Figura 4: I dati HadCRUT4 interpolati (media annuale) dal 1970. Fonte: Kevin Cowtan, Università di York.
Seguendo l'analisi, il 2013 è stato quindi anche più caldo dell'anno record de El Niño del 1998.
Conclusione
- In tutte le quattro serie di dati della temperatura dell'aria vicino alla superficie, la tendenza lineare, persino dall'anno estremo de El Niño, il 1998, è positiva, per esempio, mostra un riscaldamento continuo, nonostante la scelta di un anno insolitamente caldo come anno iniziale.
- In tutte le quattro serie di dati della temperatura dell'aria, il 2010 è stato l'anno più caldo registrato, seguito dal 2005.
- L'anno 1998 è, al massimo, al terzo posto – negli attuali dati migliori di Cowtan e Way, il 1998 in realtà si classifica solo settimo. Anche il 2013 è – senza El Niño – più caldo del 1998.
Il nuovo sito tedesco di Der Spiegel presenta questi fatti sotto il titolo Il riscaldamento dell'aria si è fermato per 16 anni (traduzione mia). Il titolo della nuova pubblicazione della NASA, La NASA scopre la tendenza al riscaldamento del clima a lungo termine, è così completamente ribaltato. Questo non sorprenderà nessuno che abbia seguito i servizi sul clima di Der Spiegel negli ultimi anni. Al contrario – i colleghi esprimono la loro sorpresa pubblicamente quando su quel giornale appare un articolo sensibile su questo tema. Per anni, Der Spiegel ha agito come portale perle dichiarazioni dubbiose degli “scettici del clima” nei media tedeschi mentre cercava di discreditare i migliori scienziati del clima (abbiamo riportato almeno un esempio qui).
I lettori di Der Spiegel ne sanno di più (come recita la pubblicità) di NASA, NOAA, Hadley Centre e Organizzazione Meteorologica Mondiale messi insieme? O sono stati semplicemente presi per i fondelli per motivi politici?
Note a piè di pagina
(1) In aggiunta ai dati della temperatura dell'aria vicino alla superficie, che sono composti di misurazioni da stazioni meteorologiche e temperature della superficie del mare, ci sono anche i dati sulle microonde dai satelliti, che possono essere usati per stimare le temperature dell'aria nella troposfera entro alcuni chilometri di altitudine. Nella tendenza del clima a lungo termine dall'inizio delle misurazioni satellitari nel 1979, le temperature troposferiche mostrano un riscaldamento analogo a quello delle temperature di superficie, ma le fluttuazioni a breve termine nella troposfera sono significativamente diverse da quelle vicino alla superficie. Per esempio, il picco de El Niño nel 1998 è circa il doppio nella troposfera rispetto ai dati di superficie, vedi Foster e Rahmstorf 2011. Nel loro tendenza dal 1998, le due serie satellitari si contraddicono a vicenda: UAH mostra un +0.05 ° C a decennio (un po' più di HadCRUT4), RSS mostra un -0.05 ° C a decennio.
(2) Un altro grafico per illustrare il cambiamento fra El Niño e la Niña: l'Indice de El Niño Oceanico, l'indice standard del NOAA per descrivere l'altalena nel Pacifico tropicale.
Figura 5 L'Indice ONI. Le frecce aggiunte da me indicano alcuni anni globalmente caldi o freddiThe ONI index. (da confrontare con le Figure 1 o 4). Fonte: NOAA .
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L'altalena della temperatura globale (una panoramica del dibattito sulla “pausa”)
Cosa rivela il riscaldamento degli oceani sul riscaldamento globale