Il libro di Toby Tyrrel “A proposito di Gaia” è un libro interessante sotto molti aspetti, ma tralascia alcune caratteristiche importanti del meccanismo di autoregolazione planetario che mantiene in vita la Terra: Gaia. (immagine da Alternative Energy Action Now )
Immaginate che un amico vi inviti al suo matrimonio. Ci andate e trovate tutto ciò che vi aspettate di vedere: la chiesa, i fiori, il prete, lo sposo e così via. Ma, mentre la cerimonia procede, notate che il vostro amico ha trascurato qualcosa di importante: la sposa non c'è.
Col libro di Toby Tyrrel, “Su Gaia” si ha un'impressione simile. E' ben fatto per molti aspetti e un sacco di dettagli sono al posto giusto: evoluzione, vita, clima e molto altro. Ma, continuando a leggerlo, si nota che l'autore sembra aver trascurato qualcosa di importante: manca Gaia stessa.
Si dice che i matrimoni falliscano a causa delle eccessive aspettative degli sposi. Lo stesso problema sembra affliggere più di uno studio su Gaia, compreso questo. Alcuni sembrano aspettarsi davvero troppo dalla povera signora e finiscono per concludere che non esista neanche – come Tyrrel fa col suo libro. La sua conclusione è del tutto negativa: non c'è nessun sistema di retroazione stabilizzante chiamato Gaia e il fatto che la Terra abbia conservato condizioni favorevoli alla vita per circa 4 miliardi di anni è dovuto a “rischio e casualità” (pag. 206 del libro).
Il problema delle eccessive aspettative è apparso presto nella storia degli studi della stabilità dell'ecvosistema terrestre. James Lovelock, l'iniziatore dell'idea di Gaia (insieme a Lynn Margulis), ha proposto che Gaia possa “ottimizzare” l'ecosistema a beneficio della vita. Questo era troppo. L'ecosistema terrestre è un sistema complesso di cicli biologici e geofisici che interagiscono fra loro – alcuni tendono a stabilizzare il sistema, altri a destabilizzarlo. Il risultato finale è quello tipico di ogni sistema complesso: la tendenza del sistema di opporsi alle perturbazioni. Non è ottimizzazione – è omeostasi; qualcosa che tende a mantenere i parametri del sistema entro certi limiti.
Ci sono molti esempi di questo comportamento, per esempio il nostro corpo è un sistema complesso che fa proprio questo: persegue l'omeostasi. Se la temperatura del nostro corpo diventa troppo alta, il nostro termostato interno la abbasserà sudando. Ma non possiamo aspettarci che il termostato sia perfetto ed onnipotente: se cadiamo in un tino di olio bollente, il sudore non ci aiuterà più di tanto. La stessa cosa è vera per Gaia che è – principalmente – un termostato planetario che tende a mantenere la temperatura planetaria entro i limiti richiesti perché l'acqua liquida (e quindi per la vita) esista. Non dobbiamo aspettarci che il termostato sia perfetto ed onnipotente e, infatti, la storia della Terra ha visto accadere ogni sorta di catastrofe, quando il pianeta è diventato molto caldo o molto freddo, quasi distruggendo tutta la vita che vi era contenuta. Ma il sistema ha sempre recuperato ed ha contrastato ogni sorta di perturbazione. Ciò include il graduale aumento dell'irraggiamento solare negli eoni che, se non fosse stato bilanciato da una diminuzione nella concentrazione di gas serra nell'atmosfera, avrebbe dovuto avere un effetto deleterio sulla vita sulla Terra.
Curiosamente, tuttavia, Tyrrel non riesce proprio a vedere il termostato in azione. Una ragione è che è molto difficile capire il sistema di retroazioni della Terra senza tenere conto della geologia e l'autore ha chiaramente dei problemi ad integrare la geologia nella discussione. La geologia, infatti, è la vera e propria “sposa che non c'è” del libro. I cicli dell'ecosistema terrestre coinvolgono scambi continui di materia dalla superficie al mantello e viceversa. Questi cicli rinnovano la composizione atmosferica e forniscono gli elementi chimici necessari alla vita. Senza un nucleo caldo che fornisce energia per questi scambi, la Terra non potrebbe essere un pianeta vivo – sarebbe morto come Marte.
Non che i fenomeni geologici non siano discussi nel libro di Tyrrel, ma spesso lo si fa in modo frettoloso ed insufficiente. Ciò è vero in particolare per il meccanismo principale del termostato terrestre: la degradazione dei silicati. E' parte del ciclo planetario del carbonio, una reazione chimica che rimuove biossido di carbonio dall'atmosfera. Il tasso di reazione dipende dalla temperatura, quindi ha capacità regolatrici della temperatura (vedete questo mio post per un'introduzione e il rif. (1) per una discussione approfondita). Tyrrel menziona la degradazione dei silicati per la prima volta solo a pagina 141, arrivando rapidamente alla conclusione che è solo un fattore negativo per la vita a causa del suo effetto raffreddante (2). A parte qualche menzione nelle note finali, si deve arrivare quasi alla fine del testo principale (pagine 191-192) per trovare una breve esposizione del fatto che la disgregazione dei silicati possa essere parte di un meccanismo che stabilizza la temperatura. La conclusione di Tyrrel è negativa, apparentemente su nessun'altra base se non un generico scetticismo.
Ora, naturalmente si può dissentire su tutte le attuali interpretazioni scientifiche, ma considerato che la reazione dei silicati è un elemento centrale di tutta la questione del termostato, meriterebbe sicuramente un po' più di esposizione prima di respingere Gaia come non esistente. Questo problema non è il solo legato alla geologia del libro. Altri fattori, per esempio l'effetto della luminosità del Sole in aumento, mancano o vengono appena citati. Così, è molto deludente che il libro fallisca così miseramente l'obbiettivo dichiarato – Gaia – specialmente considerando che ha diverse parti che sono ben fatte e che vale la pena leggere, come la discussione sugli effetti delle temperature sulla produttività biologica.
Alla fine, penso che ci sia un problema di fondo nell'approccio di Tyrrel. Nella sezione “Conclusioni”, dichiara che accettare o rifiutare l'ipotesi Gaia ha un forte effetto su “come decidiamo di gestire il Sistema Terra” e che “Gaia, per la natura stessa dell'ipotesi, inculca una predisposizione a sospettare che le retroazioni naturali siano stabilizzanti”. In altre parole, Tyrrel enfatizza che Gaia potrebbe generare un pericoloso sentimento di compiacimento nella gente e ostacolare i suoi tentativi di combattere il cambiamento climatico.
Mi permetto di dissentire su questo punto. Non che non condivida le preoccupazioni di Tyrrel sul riscaldamento globale, ma nella mia esperienza personale ho notato l'atteggiamento opposto. Il concetto di Gaia come fattore stabilizzante sul clima è normalmente alieno alla mente del tipico negazionista della scienza. Piuttosto, gran parte di loro sembra usare il meme esattamente opposto: “il clima è sempre cambiato”, normalmente senza mostrare il benché minimo interesse su cosa esattamente causi il cambiamento del clima. Naturalmente, internet è così vasto che possiamo trovarci praticamente tutto e, come prova della propria posizione, Tyrrel cita un sito specifico che va sotto il nome di “The Resilient Earth” (La Terra resiliente). Tuttavia, a parte il titolo, i contenuti del sito sembrano essere il solito polpettone di meme negazionisti: "nessun riscaldamento durante gli ultimi 15 anni", "Al Gore è grasso" e cose del genere. L'opinione generale che si può leggere nei siti negazionisti su Gaia è che il concetto è la prova vivente che il cambiamento climatico non è scienza ma una religione – intesa in senso dispregiativo (la figura sotto sembra riassumere l'opinione negazionista di Gaia. Da thepeoplescube.com)
Così, credo che l'ultima cosa di cui dovremmo preoccuparci è che il concetto di Gaia possa ingenerare un pericoloso atteggiamento di “lasseiz faire”. Al contrario, capire i fattori che determinano la temperatura della Terra può solo generare una dose salutare di rispetto per l'equilibrio delicato che ha mantenuto il clima stabile durante gli ultimi 10.000 anni circa. L'omeostasi non è garanzia di assoluta stabilità; ciò vale per l'intero pianeta così come vale per le biciclette (e le seconde sono una cosa che tutti capiscono).
Alla fine, Gaia non è una Dea (di sicuro non una Dea benevola). Non è onnipotente, non ha la capacità di ottimizzare l'ambiente della Terra per la vita e non è affatto una garanzia che possiamo continuare a comportarci come degli hooligan planetari senza subire le conseguenze delle nostre azioni. Gaia è un sistema enorme e complesso, un groviglio gigantesco di retroazioni geologiche e biologiche. Stiamo appena cominciando a capire come questo sistema generi la sua tendenza generale alla omeostasi e come si sia evoluto nel corso di miliardi di anni della sua esistenza (3). Continuerà ad evolvere finché, fra centinaia di milioni di anni, "morirà" quando il Sole diventerà troppo caldo perché i meccanismi omeostatici continuino a funzionare. Nel frattempo dobbiamo continuare a vivere su questo pianeta (se ci riusciamo). Gaia potrebbe non essere la sposa perfetta, ma non possiamo continuare a comportarci come se non esistesse.
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1. Per una panoramica sugli effetti climatici della disgregazione dei silicati, vedete Lee R. Kump, Susan L. Brantley e Michael A. Arthur, Disgregazione Chimica, CO2 Atmosferico e Clima, Rivista Annuale della Terra e delle Scienze Planetarie vol. 28: 611-667 (data di pubblicazione del volume maggio 2000) DOI: 10.1146/annurev.earth.28.1.611
2. Questo punto illustra i problemi che questo libro ha con la geologia. A pagina 142, Tyrrel attribuisce una delle “5 grandi” estinzioni di massa, quella del tardo Devoniano, all'eccessivo raffreddamento causato dalla disgregazione dei silicati. Ma non dice nulla sull'opinione comune che le estinzioni di massa sembrano essere causate dall'eccessivo riscaldamento (compresa quella del Devoniano). Vedete per esempio David L. Kidder, Thomas R. Worsley “Le grandi province eruttive del Fanerozoico (LIPs), episodi di Trasgressione Termica Alina, Acida, Euxinica (HEATT) ed estinzioni di massa” Paleogeografia, Paleoclimatologia, Paleoecologia, volume 295, numeri 1-2, 1 settembre 2010, pagine 162-191
3. per una descrizione completa dei cicli di retroazione del sistema Terra, farete bene a leggere il libro di Tim Lenton e Andrew Watson “Rivoluzioni che hanno Fatto la Terra”. Attenti: non è un libro facile da leggere, ma vale sicuramente lo sforzo.
Su Gaia, vedete anche questi post del sottoscritto Ugo Bardi:
“La grande reazione chimica: Vita e Morte di Gaia”
“Man Vs. Gaia”
“I prossimi 10 miliardi di anni”