venerdì 11 novembre 2011
Il rapporto OPEC del 2011
Comincia bene questa nuova pubblicazione dell'OPEC, il "World Oil Outlook 2011," con il segretario generale Abdalla Salem El-Badri che mette subito le mani avanti dicendo:
"Questa pubblicazione non è a proposito di fare previsioni. Nessuno ha la sfera di cristallo e l'evoluzione degli scenari energetici del passato decennio hanno sottolineato la necessità di una maggiore cautela nell'esaminare il futuro"
El Badri ammette così che le previsioni di OPEC, come quelle di tutte le agenzie internazionali che si occupano di queste cose, per esempio la international energy agency (IEA), sono state tutte sbagliate negli ultimi tempi. Nessuno di questi enti era riuscito a prevedere in anticipo il salto in avanti dei prezzi petroliferi del 2008 e neppure quello del 2010. Nessuno aveva nemmeno immaginato la grande crisi finanziaria del 2008.
Peccato che, nonostante le sagge parole del segretario El-Badri, le 304 pagine del rapporto OPEC sono tutte di previsioni, tipicamente fino al 2035. Vista la scarsa affidabilità delle passate previsioni, quale valore possiamo attribuire a questo nuovo rapporto? Beh, molto modesto: al meglio ci possiamo fare un'idea di come potrebbe essere il mondo nel 2035 in certe condizioni molto particolari: ovvero se non esistessero crisi finanziarie, se l'industria petrolifera non avesse nessun problema a trovare i fondi per investire su risorse costose e inquinanti, se non ci fosse il rischio di una crisi climatica, se l'uso dei biocombustibili non andasse a impattare sulla produzione alimentare, se non ci fossero guerre e moltre altre cosette. Che tutte queste condizioni si verifichino appare francamente poco probabile, per cui, nella pratica, navighiamo a vista su un orizzonte di qualche anno al massimo - altro che il 2035! Per il momento, l'industria ce la fa a mantenere mediamente costante la produzione di liquidi; quanto a lungo ci possa riuscire è impossibile dire.
Ringrazio Giulio Meneghello per la segnalazione