sabato 19 marzo 2011
Martingala nucleare
Il metodo del "raddoppio" o "martingala"(*) è un vecchissimo schema per giocare alla roulette. E' semplice, seducente, promettente ed è anche una ricetta sicura per il disastro. La catastrofe nucleare di Fukushima potrebbe essere il risultato dello stesso modo di pensare. Una martingala nucleare.
E' incredibile quanta gente ancora oggi continua a credere che si possano fare soldi alla roulette usando il vecchio metodo del "raddoppio" chiamato anche "martingala". Funziona così: si punta su qualcosa che abbia il 50% di probabilità di uscire; rosso/nero o pari/dispari, e si raddoppia ad ogni perdita. In questo modo, quando si vince, si recuperano le perdite e si fa un profitto. O, perlomeno, questa è la teoria.
Nella pratica, la martingala è un metodo sicuro per il disastro. Nella migliore delle ipotesi, non da risultati migliori che giocare puramente a caso. Ma è peggio: la martigala da una buona probabilità di rovinarsi cercando di raddoppiare "un'ultima volta". Per fortuna, per i giocatori, la maggioranza dei Casinò, hanno dei limiti sulle puntate. I gestori vogliono che i giocatori perdano dei soldi ma non così tanti da ammazzarsi e poi buttarsi dalla finestra.
La strategia della martingala è correlata a quello che Nassim Taleb ha chiamato il "Cigno Nero", un evento improbabile ma catastrofico. Un cigno nero non è soltanto un momento di jella, è qualcosa che uno crea con una serie di scelte sbagliate fatte con le migliori intenzioni. E' l'idea della martingala, una specie di gioco dell'autoscontro dei film americani nel quale due giocatori si lanciano in auto uno contro l'altro. In un certo senso, chi sceglie questa strategia cerca di intimidire la realtà alzando la posta; come quando si raddoppia la scommessa alla roulette. Ma anche se in questo modo si possono ottenere dei modesti successi, la realtà non si fa facilmente intimidire e si ripresenta nella forma del cigno nero; più grande e più catastrofico più uno aveva cercato di evitarlo.
Schemi di tipo martingala sono tipici, per esempio, del mondo finanziario. Il collasso dei mutui subprime, che era cominciato nel 2007, è un buon'esempio di questa strategia, come ha notato Nassim Taleb. Molti schemi finanziari sembrano essere basati su idee simili. In questi casi, purtroppo, non ci sono gestori del Casinò che impediscono alla gente di cadere nella trappola della martingala e rovinarsi.
Il disastro nucleare di Fukushima sembra dirci che c'è un meccanismo simile in azione con la tecnologia in generale. Quando progettiamo apparecchiature pericolose e delicate, tentiamo di ridurre i rischi per mezzo di regole, specifiche, e controllo centralizzato. Ovviamente, queste sono strategie costose e di conseguenza sono convenienti da realizzare su larga scala. Così, alziamo la posta costruendo sistemi sempre più grandi e costosi per diminuire il rischio di disastri. Nel caso dell'energia nucleare, il risultato è la concentrazione dei sistemi di produzione in un piccolo numero di grandi impianti. E' una strategia che sembra funzionare; entro certi limiti. Nella media, il record della sicurezza della maggior parte delle centrali nucleari è abbastanza buono. Ma quando qualcosa va storto con un impianto nucleare, tende ad andare storto in modo massiccio, come è successo con Chernobyl e Fukushima.
Quindi, ci stiamo proteggendo da piccoli problemi al costo di rischiare grandi problemi? In questo caso, staremmo giocando la martingala su una scala veramente massiccia. Il problema non è specifico della tecnologia nucleare; tendiamo a proteggerci dai rischi con tutte le tecnologie al costo di rischiare vere e proprie catastrofi.
Prendiamo il carbone come un esempio. Sappiamo che bruciare il carbone in impianti elettrici ha dei rischi. In aggiunta all'inquinamento locale, il carbone è un fattore importante nel riscaldamento planetario a causa dell'effetto serra associato con il biossido di carbonio (CO2) generato nella combustione. Contro questo rischio, stiamo programmando uno sforzo importante in termini di "cattura e sequestro del carbone" (CCS), una tecnologia chiamata di solito "Carbone Pulito". L'idea è che il CO2 si può immagazzinare sottoterra in depositi geologici che ne impediscono il rilascio nell'atmosfera.
E' probabile che questa idea sia una forma di strategia della martingala. Immaginiamo che la tecnologia venga usata su larga scala e che si arrivi ad usare il "carbone pulito" per una frazione importante della produzione di energia elettrica mondiale. In questo caso, avremmo agito "alzando la posta" verso il rischio del riscaldamento globale avendo investito soldi e risorse su una specifica tecnologia. Probabilmente, questa tecnologia sarebbe in grado di ridurre l'inquinamento locale e la quantità di CO2 emessa nell'atmosfera. Ma ne sappiamo abbastanza della fisica del processo di sequestro geologico da poter garantire che il CO2 immagazzinato starà tranquillo dove lo abbiamo messo? Come si può garantire che questo CO2 non ritornerà nell'atmosfera tutto insieme e molto prima di quando ce lo aspettavamo?
Come cigno nero, questo è un evento quasi inimmaginabile. Forse si può dire che è un evento improbabile, certo, ma sarebbe molto più improbabile se, semplicemente, smettessimo di bruciare carbone.
Ma non sembra che siamo in grado di ragionare in questo modo. Tendiamo sempre a cercare la soluzione tecnologica più grande e più sofisticata e questo porta dei rischi enormi. Forse sono rischi improbabili, ma non impossibili. Soffriamo di assuefazione alla tecnologia (come ha notato George Mobus) e non sembra che riusciamo a capire che oltre un certo limite la tecnologia comincia a mostrare ritorni decrescenti (come ha notato Joseph Tainter ).
Forse quello che stiamo facendo con la civiltà è un giocare la martingala. Ci stiamo proteggendo da piccoli rischi sviluppando tecnologie, regolazioni, leggi e controlli; tutto per tenere insieme la società. Ma il rischio è l'improbabile, ma in fin dei conti inevitabile, collasso totale. Il cigno nero più grande di tutti.
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(*) Nella teoria della probailità, il termine "Martingala" si riferisce a processi di tipo "random walk". La sua origine è oscura, ma una discussione sul suo significato si può trovare qui.