7 novembre 2013 — Un nuovo studio ha scoperto che i cambiamenti nell'attività solare hanno contribuito non più del 10% al riscaldamento globale nel 20° secolo.
Alba sul Pianeta Terra. Un nuovo studio ha scoperto che i cambiamenti dell'attività solare hanno contribuito non più del 10% al riscaldamento globale nel ventesimo secolo. (foto: © marcel / Fotolia)
Le scoperte, fatte dal professor Terry Sloan dell'Università di Lancaster e dal professor Sir Arnold Wolfendale all'Università di Durham, trovano che ne i cambiamenti nell'attività solare né i suoi impatti nel blocco dei raggi cosmici possono essere un contributo significativo al riscaldamento globale.
I risultati sono stati pubblicati oggi, 8 novembre, sulla rivista ufficiale del IOP (Institute of Physics), Environmental Research Letters. I cambiamenti nella quantità di energia dal Sole che raggiunge la Terra sono stati proposti precedentemente come motori dell'aumento delle temperature globali, come lo è stata la capacità del Sole di bloccare i raggi cosmici. Era stato proposto che i raggi cosmici possano avere un ruolo nel raffreddamento della Terra incoraggiando la formazione di nuvole, che di conseguenza riflettono i raggi del Sole nello spazio.
Secondo questa proposta, nei periodi di grande attività, il Sole blocca alcuni dei raggi cosmici che entrano nell'atmosfera della Terra, di modo che si formano meno nuvole e la temperatura della superficie terrestre sale. Nel tentativo di quantificare l'effetto dell'attività solare – direttamente o attraverso i raggi cosmici – potrebbe aver avuto nel ventesimo secolo, Sloan e Wolfendale hanno confrontato i dati sul tasso di raggi cosmici che entrano nell'atmosfera, che possono essere usati come proxy per l'attività solare, con le registrazioni delle temperature globali tornando indietro al 1955.
Gli autori hanno scoperto un modesta correlazione fra i raggi cosmici e le temperature globali che avviene ogni 22 anni; tuttavia, il tasso variabile di raggi cosmici è rimasto indietro rispetto alle variazioni di temperatura da uno a due anni, suggerendo che la causa potrebbe non essere attribuita ai raggi cosmici ed alla formazione di nuvole, ma agli effetti diretti del Sole. Confrontando le brevi oscillazioni dei tassi di raggi cosmici, che sono stati presi dai dati di due schermi di neutroni, e della temperatura con le tendenze complessive in entrambi dal 1955, Sloan e Wolfdale hanno scoperto che meno del 14% del riscaldamento globale osservato durante questo periodo può essere attribuito all'attività solare. Inoltre, i ricercatori hanno revisionato i loro studi precedenti e passato in rassegna la rilevante letteratura per trovare altre prove di un collegamento fra l'attività solare e l'aumento delle temperature globali già avvenuto. Le loro scoperte hanno indicato che in generale, il contributo delle variazioni dell'attività solare, sia direttamente sia attraverso i raggi cosmici, è stato persino minore e non può aver contribuito per più del 10% al riscaldamento globale nel ventesimo secolo. Essi hanno concluso che le prove paleontologiche, derivate dagli isotopi di carbonio e ossigeno , erano “deboli e confuse” e che uno studio più aggiornato che collega i raggi cosmici ad un minor livello di copertura era viziato perché la correlazione avveniva solo in alcune regioni piuttosto che sull'intero globo. Sloan and Wolfendale hanno anche parlato dei risultati dell'esperimento CLOUD al CERN, dove i ricercatori stanno cercando dei modi in cui i raggi cosmici possono ionizzare, o caricare, gli aerosol nell'atmosfera, che poi può influenzare il modo in cui si formano le nuvole. Hanno esaminato anche i casi in cui gli eventi del mondo reale hanno prodotto una ionizzazione su larga scala nell'atmosfera. Ci si aspettava che eventi come il disastro nucleare di Cernobyl e i test sulle armi nucleari avessero condizionato la produzione di aerosol nell'atmosfera, ma non è riscontrabile nessun effetto del genere.
Il professor Sloan ha detto: “Il nostro saggio passa in rassegna il nostro lavoro per provare e trovare una connessione fra raggi cosmici e formazione di nuvole e i cambiamenti della temperatura globale. Abbiamo concluso che il livello di contributo della variazione di attività solare è meno del 10% del riscaldamento globale misurato osservato nel ventesimo secolo. Come risultato di questo e di un altro lavoro, l'IPCC dichiara che non è stata identificata nessuna associazione robusta fra i cambiamenti dei raggi cosmici e la nuvolosità”.