venerdì 4 novembre 2022

Sovranità Energetica: un Obbiettivo Possibile

 


Il Fascismo ha dato una brutta nomea a tante cose, ma non è detto che tutto quello che fu fatto durante il ventennio fosse sbagliato. L'autarchia degli anni 1930 non era sbagliata in se, tenendo conto del fatto che l'Italia, a quel tempo, era sotto pesanti sanzioni economiche e non poteva importare il carbone di cui aveva bisogno. Purtroppo, non c'era modo di creare carbone dal nulla e l'autarchia si rivelò più che altro un'azione di propaganda politica. Un giochetto appariscente ma poco utile, equivalente al nostro "greenwashing" o la "decrescita felice". Oggi, però, abbiamo tecnologie rinnovabili molto più efficienti di quelle di 100 anni fa e possiamo pensare seriamente, se non a un'"autarchia energetica" in Italia, perlomeno a una "sovranità energetica" che ci renda possibile evitare di essere ricattati in continuazione dagli esportatori di combustibili fossili.


Da "il Fatto" del 25 Ottobre 2022


Di Ugo Bardi

Negli ultimi tempi la situazione dell’energia, e in particolare del gas naturale, è passata un po’ sotto silenzio nel grande rumore delle elezioni. Con la Russia apparentemente in difficoltà sul piano militare, anche il cattivissimo Putin sembra fare meno paura. Inoltre, proprio in questi giorni, il prezzo del gas naturale alla borsa di Amsterdam è sceso sotto i 100 euro al megawattora (MWh) dopo aver toccato quasi 350 euro a fine agosto.

Possiamo concludere che il peggio è passato? Se così fosse, vorrebbe dire che possiamo celebrare con un piatto di pasta al ragù cucinata sui fornelli a gas. Oppure anche, miracolo, una bella doccia calda! Ma non vi fate illusioni. Con la guerra in Ucraina in corso, la situazione rimane molto difficile. I prezzi rimangono alti in confronto a quella che era la media degli anni passati e, soprattutto, vanno su e giù in modo incontrollabile. Alla prossima crisi, potrebbero ritornare a livelli insostenibili in brevissimo tempo.

Purtroppo, per la nostra sopravvivenza economica, e anche fisica, non solo rimaniamo dipendenti dalle importazioni di combustibili fossili, ma dobbiamo anche pagarli a prezzi che potrebbero essere più alti di quello che ci possiamo permettere di pagare. Per non parlare di cosa potrebbe succedere se i rifornimenti di gas dalla Russia si interrompessero completamente. Senza energia, o con energia troppo cara, si rischia seriamente il collasso economico dell’intero paese.

Visto come stanno le cose, credo che sia arrivato il momento di parlare di “sovranità energetica” in parallelo al concetto di “sovranità alimentare”, adottato recentemente dal nuovo governo. Ovviamente, parliamo di obiettivi non facili da raggiungere, ma nemmeno impossibili, perlomeno nella forma di una riduzione sostanziale delle nostre importazioni sia alimentari che energetiche. Questo farebbe bene alla nostra bilancia dei pagamenti, produrrebbe posti di lavoro e ci metterebbe al riparo dai ricatti dei vari dittatorelli di turno. Avremmo anche meno inquinamento e mangeremmo cibi più sani.

Ma come arrivare alla sovranità energetica? Di questo argomento si è parlato a lungo e le conclusioni sono abbastanza note. Per prima cosa, non date retta ai politici che si divertono a tirar fuori fantomatiche tecnologie nucleari dell’ennesima generazione senza avere la minima idea di quello di cui stanno parlando. L’energia nucleare non solo è troppo costosa per le nostre risorse, ma nemmeno ci porterebbe alla sovranità energetica: dovremmo importare uranio al posto del petrolio. Per quanto riguarda il gas naturale liquido, i rigassificatori ci possono aiutare in una fase iniziale. Ma non sono una buona idea, sia perché il gas naturale liquido è costoso, sia perché è sempre energia importata dall’estero.

In pratica, sta venendo fuori chiaramente che la sovranità energetica per l’Italia e per l’Europa si può basare soltanto su una combinazione di efficienza, elettrificazione ed energia rinnovabile, principalmente fotovoltaico, con l’aiuto di energia eolica, geotermica e idroelettrica. I miglioramenti nelle tecnologie rinnovabili, sia per la produzione sia per lo stoccaggio dell’energia, sono stati impressionanti negli ultimi anni. Oggi esiste la prospettiva reale di un sistema energetico rinnovabile diffuso sul territorio che produce energia abbondante e a basso costo.

Ovviamente, non è una cosa che si possa fare in pochi mesi, e nemmeno in pochi anni. Ma nell’arco di un decennio o due possiamo cambiare sostanzialmente le prospettive energetiche del nostro paese e crearci un futuro più tranquillo e più prospero. Basta impegnarsi, fare qualche sacrificio e non aspettarsi miracoli a breve scadenza. E anche arrivare alla pace in Ucraina aiuterebbe moltissimo.


venerdì 28 ottobre 2022

Ritorna il fascismo? Una riflessione per il centenario della marcia su Roma




Un'immagine della "Marcia su Roma" delle camicie nere fasciste avvenuta cento anni fa, nell'ottobre del 1922. Notate Mussolini, al centro. Aveva 39 anni e stava già interpretando il ruolo dell'uomo forte. Era una postura e una maschera che avrebbe mantenuto inalterate per più di 20 anni. Quella maschera alla fine sarebbe diventata lui stesso e lo avrebbe divorato, portandolo al suo destino. Oggi sembra che non ci sia più spazio per questo tipo di "uomini forti" , ma il totalitarismo sta assumendo forme diverse.


Traduzione da "The Seneca Effect"

Il 25 luglio 1943, il capo del governo italiano, Benito Mussolini, fu arrestato su ordine del Re d'Italia. Quel giorno, mio nonno era in vacanza con la sua famiglia in collina. Tornato a casa in treno, uscì dalla stazione senza aver letto i giornali del giorno, quindi indossava ancora il distintivo del partito fascista. Qualcuno gli disse che non era una buona idea, ma lui si rifiutò di toglierlo e, per alcuni giorni, insistette caparbiamente per indossarlo. Non gli successe niente di male ma gli ci vollero diversi giorni per capire  che i tempi del fascismo erano finiti.

Vi racconto questa storia per sottolineare che il fascismo in Italia non è stato imposto da teppisti con gli stivali. Mio nonno, sicuramente, non lo era: lo ricordo come un uomo gentile che amava i bambini. Ma, durante il suo periodo di massimo splendore, il fascismo era un movimento veramente totalitario: permeava ogni aspetto della vita: a scuola, al lavoro, in famiglia, tutto. Ed era diffuso in tutte le classi sociali: dalla nobiltà agli operai. Ma cos'era, esattamente? Un'idea? Un partito politico? Una persona? Un'allucinazione? O cosa?

I fascisti si salutavano fra loro tendendo la mano destra nel "Saluto Romano", che gli Antichi Romani non hanno mai usato. Riconoscevano il "fascio" come simbolo di unità, un significato che probabilmente non ha mai avuto in epoca romana. Si vantavano di aver ricreato l'Impero Romano conquistando una regione, l'Etiopia, che non era mai stata parte dell'Impero Romano. I fascisti condividevano tra loro alcune idee tipiche, come il nazionalismo, il razzismo, l'idea del sacrificio personale ("me ne frego") e l'amore per le uniformi e le parate militari. In termini di politiche, il fascismo era un mix di socialismo, nazionalismo, paternalismo, imperialismo e altro ancora -- in molti casi idee in contraddizione fra di loro. Poteva essere qualsiasi cosa, ma, in pratica, era principalmente una cosa: Benito Mussolini in persona, il Duce degli Italiani, il dittatore assoluto.

Durante il fascismo, la macchina propagandistica del partito fascista ha funzionato incontrastata e ha saturato la visione del mondo degli italiani. Il potere del Duce crebbe a tal punto che probabilmente andò oltre le aspettative dei suoi sponsor, e forse dello stesso Mussolini. Divenne uno slogan comune che "Mussolini ha sempre ragione",  con Mussolini che si crogiolava in cerimonie pubbliche dove era venerato da "folle oceaniche". Il popolo italiano gli aveva completamente delegato tutti i poteri decisionali. Erano regrediti al ruolo di bambini che obbedivano agli ordini del padre severo. Mark Oshinkie ha correttamente descritto questo fenomeno come segue (non riferito al fascismo italiano, ma valido anche per esso),

Nel complesso, secondo Jean Piaget, pensavano come bambini di otto anni. E come hanno fatto i Lupetti degli Scout, hanno mostrato una mentalità da branco: il tipo disfunzionale.

Questa immagine (autore sconosciuto) riassume bene l'essenza del fascismo, così come di tutte le forme di totalitarismo:

Com'è possibile che tanto potere sia stato conferito a un solo uomo? In parte, il successo di Mussolini era dovuto alla pura fortuna, ma anche alla sua capacità di bluffare e alla sua volontà di cogliere una buona occasione quando si presentava. Più di tutto, è stato un maestro della propaganda, uno dei primi politici nella storia a utilizzare i nuovi media - la stampa, i film e la radio - per l'autopromozione. Da politico, Mussolini sapeva fin troppo bene che tutta la politica si basa sul trovare qualcuno da incolpare. E vendeva ai suoi finanziatori l'idea di deviare la rabbia della classe operaia verso obiettivi all'estero, lontano dalle élite italiane. Facendo perno su una serie di miti che erano già diffusi in quel momento, attribuì i problemi dell'Italia alle decadenti plutocrazie settentrionali, ai malvagi comunisti sovietici e alle razze inferiori africane. In questo modo riuscì a ottenere l'appoggio di quei settori della società italiana che si erano combattuti fra loro prima del fascismo: gli operai, il settore finanziario, il settore industriale, i militari, gli intellettuali e lo stesso Re d'Italia.

Ma Mussolini non era solo un politico. Era anche un grande venditore, una di quelle persone che non vendono solo cose, vendono sogni. Mussolini vendette agli italiani il sogno di un nuovo impero romano e che loro, i discendenti degli antichi romani, sarebbero stati i nuovi padroni del mondo. E la maggior parte degli italiani ha comprato quel sogno con entusiasmo. Per 20 anni l'Italia ha visto un'ondata di simboli romani, fasci, stendardi, persone vestite in toga, e discorsi sul nuovo Impero. A Roma, oggi, si possono ancora vedere quattro mappe dell'espansione dell'Impero Romano sul muro dell'antico Foro, collocate lì dai fascisti nel 1934. Una quinta mappa, ora rimossa, raffigurava la moderna conquista italiana della Libia e Etiopia. Era un programma politico? Se lo era, fallì in modo spettacolare. Ma all'epoca sembrava essere una buona idea.



Per circa 20 anni il Duce è stato l'Italia e l'Italia è stata il Duce . Si potrebbe dire che stava interpretando il ruolo mitico del "Re Sacrale", concentrando su di sé la gloria e la responsabilità di tutto ciò che stava accadendo, buono o cattivo che fosse. E tutto quello che è successo era scritto nei diagrammi di Gantt celestiali. La gloria è una severa maestra e nessuno può mantenere a lungo la propria mente sana rimanendo al vertice, circondato solo da adulatori e sicofanti. 

Verso la fine degli anni trenta, Mussolini era diventato una caricatura di se stesso: la sua maschera di uomo dalla mascella quadra lo aveva divorato, aveva perso il contatto con la realtà e aveva gettato l'Italia in una serie di guerre assurde che si erano concluse con una sconfitta umiliante. La fine giunse come ci si poteva aspettare: Mussolini recitò il ruolo del re sacrale fino alla fine, quando, nel 1945, venne sacrificato ritualmente, espiando con la sua morte le atrocità commesse in suo nome.

E ora, tornando ai nostri tempi: può tornare il fascismo? E se sì, in quale forma? Chiaramente, gli esseri umani hanno un fascino per i leader forti e, oggi, i media occidentali spesso si affrettano a etichettare un leader straniero come un "dittatore" o un "nuovo Hitler", ma pochi leader moderni sembrano essere in grado di avvicinarsi al livello di potere che Mussolini aveva. Le nostre "rivoluzioni colorate" prendono in prestito alcuni elementi che Mussolini ha sperimentato con la sua Marcia su Roma, ma sono una cosa diversa, pilotata da potenze straniere e progettata per creare il caos. Nel 2020, Donald Trump potrebbe aver tentato qualcosa come una "marcia su Washington", ma la sua milizia, che includeva uno sciamano cornuto, si è rivelata pietosamente inefficace.

Dobbiamo concludere che l'era del fascismo è finita? Forse si, almeno nella forma aggressiva che aveva assunto con Mussolini e i suoi imitatori. Ma il totalitarismo, sicuramente, non è finito. Al contrario, è in aumento. Lo vediamo molto bene con l'attuale diffusione della censura, del pensiero di gruppo, della propaganda, del controllo, dell'invasione della libertà personale e altro ancora. Ma tutto ciò sta arrivando senza la presenza di un "grande leader", da qualche parte. Cosa sta succedendo?

Penso che Simon Sheridan abbia un'osservazione chiave, qui. Nell'esaminare la storia del Covid, la interpreta nei termini della "madre divoratrice" - un archetipo che va in parallelo con quello del sacro re, ma che è diverso per molti aspetti. Dal sito di Sheridan :
 
Attingendo al lavoro del grande psicologo svizzero, Carl Jung, Sheridan sostiene che l'archetipo che è stato dominante in Occidente per diversi decenni è The Devouring Mother , una forma d'ombra le cui qualità primarie includono l'illuminazione a gas, la manipolazione emotiva e il senso di colpa che fa scattare tutto in nome della protezione dei suoi figli. Sheridan passa dal microcosmico al macrocosmico per mostrare come The Devouring Mother permea tutti i livelli della società dalle relazioni interpersonali e dall'occupazione fino ai movimenti politici e sociali su larga scala, incluso il corona.

Quindi, l'Occidente potrebbe aver sperimentato un "cambio di archetipo" durante la seconda metà del 20° secolo, quando la propaganda è passata dal sostegno al governo del "padre" (o del re sacro) a quello delle madri divoratori, note anche come "madri castratrici". L'idea di Sheridan ha molto senso. Quando è apparsa la pandemia della corona, nessun leader forte è emerso con la promessa di bombardare il virus malvagio fino alla sottomissione. Al contrario, l'uomo forte del 2020, Donald Trump, è stato positivamente danneggiato dal suo atteggiamento che molti hanno percepito come insensibile e indifferente. Al massimo, abbiamo assistito all'emergere di soavi figure di nonno, come Tony Fauci, che ha adottato la distorsione della realtà (gaslighting) come il suo principale strumento di comunicazione. E la "Scienza" ha assunto il ruolo della madre divoratrice.

C'è una logica in questo cambio di archetipo. Un re sacro è una persona reale, mentre la madre divoratrice è un'astrazione. Dal punto di vista delle élite, un archetipo astratto è molto più controllabile. La "scienza" può essere facilmente controllata corrompendo coloro che si dice parlino per essa, gli scienziati. Invece un grande leader è molto più difficile da controllare: non puoi corromperlo perché ha già tutto ciò che vuole. Un altro vantaggio dell'aver elevato la scienza a un ruolo semi-divino è che se (quando) le cose iniziano ad andare male, i politici e i funzionari possono ragionevolmente sperare di essere in grado di togliersi dai guai incolpando gli scienziati per averli ingannati. Mussolini fu impiccato a testa in giù, ma la scienza non si può impiccare. Ciò non impedisce la possibilità che singoli scienziati verranno impiccati per i danni che hanno fatto, proprio come i nazisti a Norimberga. Ma le élite non si preoccupano degli scienziati.

Questi fenomeni sono un altro passo nell'evoluzione della tecnologia della comunicazione che chiamiamo "propaganda". Ha avuto la sua infanzia nel 19° secolo, è maturata con le dittature del 20° secolo, e sta ancora crescendo e trasformandosi in nuove forme che, a volte, abbiamo difficoltà a riconoscere e comprendere. In ogni caso, la tecnologia è potere, e il problema del potere è il controllo. Le moderne forme di propaganda sono immensamente potenti, persino quasi divine se le vediamo come modi per "creare la realtà" - una volta una prerogativa di Dio. Ma mentre Dio è benevolo e misericordioso, la propaganda sicuramente non lo è. Il suo strumento principale è l'odio e lo usa con gioia per sterminare un numero enorme di persone.

La campagna di propaganda del Covid era partita con uno scopo teoricamente benevolo: salvare la nonna dalla minaccia di un virus mortale. Eppure, è rapidamente diventata una campagna di odio contro i malvagi "no-vax". Può darsi che quelli che hanno dato vita alla campagna siano stati sorpresi loro stessi di come la minuscola creatura chiamata "coronavirus" si fosse trasformata in una divinità plutonica, così come furono sorpresi coloro che sostenevano Mussolini nel vederlo trasformarsi in un re sacro. Per fortuna, la storia del Covid sta chiaramente perdendo la presa nelle menti delle persone, forse soppressa dalle stesse entità che l'hanno creata e che non vogliono perdere il controllo della loro creatura. Per il momento, sono tornati ai vecchi e collaudati metodi di odio, come vediamo bene con la campagna di demonizzazione dei Russi e di tutto quello che è russo. 

Quindi, abbiamo raggiunto il "picco della propaganda"? Forse, ma potrebbe anche essere possibile che lo vedremo trasformarsi in qualcosa di nuovo e più sofisticato. La nuova creatura chiamata "metaverso" potrebbe offrire nuove strade per i poteri che devono controllare i loro sudditi. Ma la storia va sempre in cicli, vecchie idee tornano e scompaiono, sempre uguali e sempre diverse. In un secolo circa, abbiamo visto dittatori assumere la forma di antichi re sacri, la Dea nella sua forma malvagia di dragonessa Tiamat riapparire come una minuscola creatura peduncolata, sacrifici umani eseguiti su scala immensa e, recentemente, quasi tutte le chiese di Dio che adoravano un vitello d'oro chiamato "scienza". Cos'altro vedremo?

Alla fine, è la mente umana che crea miti, dei e mostri. È la mente umana che li mantiene in vita, ed è la mente umana che dà loro il potere di danneggiare le persone. La propaganda è solo un amplificatore di questi poteri: il male è tutto nella mente del credente. Dobbiamo resistere a questo male, e possiamo farlo se ci ricordiamo che la realtà non è ciò che ci viene detto in TV o nei media. La realtà è ciò che vediamo e che tocchiamo. Sono gli amici, la famiglia, il partner, i figli. È la terra che tocchiamo, i fiori che vediamo, il canto degli uccelli che sentiamo. Rimaniamo umani,  e il fascismo non tornerà mai più.

 

sabato 22 ottobre 2022

Il Controllo Mentale come Arma Strategica: Come Distruggere i Propri Nemici dall'Interno

  

 Il " Fungo Zombie " Cordyceps uccide una formica dopo aver preso il controllo del suo sistema neurale. Potrebbe succedere qualcosa del genere nelle società umane? Cioè, è possibile distruggere un paese prendendo il controllo del suo leader? Questa idea ha ovvie implicazioni per l'attuale guerra in Ucraina. 




Sappiamo tutti che la storia non si ripete mai esattamente, ma fa rima. Una di queste rime ha a che fare con quei leader che fanno enormi danni ai paesi che guidano. Vediamo alcuni esempi degli ultimi due secoli circa, poi discuteremo le implicazioni per la situazione attuale.

1. 1859 - Luigi Napoleone e la Campagna d'Italia. Nel 1852 Luigi Napoleone (1808-1873) divenne il nuovo imperatore francese. La sua prima campagna militare fu la guerra di Crimea: una vittoria, ma anche un grave errore. La Francia non aveva motivo di aiutare la Gran Bretagna a reprimere i russi, ma questo fu il risultato pratico della guerra. Nel 1859 Luigi Napoleone commise un errore ben peggiore unendosi al Piemonte in una guerra contro l'Austria. La campagna ebbe successo ma a costi molto alti, e portò alla creazione di un nuovo stato, l'Italia, che avrebbe bloccato per sempre i tentativi francesi di espandersi nel Mar Mediterraneo, lungo la costa africana. Inoltre, nel 1870, l'Italia fece un dietrofront e si unì alla Prussia in una guerra contro la Francia. I francesi furono duramente sconfitti e la Francia cessò per sempre di essere una grande potenza mondiale. Luigi Napoleone terminò la sua vita in esilio in Inghilterra.

2. 1935 - Benito Mussolini e l'impero italiano. Negli anni '30, l'Italia era una potenza regionale in crescita con buone possibilità di diventare un attore importante nella regione del Mediterraneo, forse anche sostituendo il dominio dell'Impero britannico. Tuttavia, nel 1935, il governo Mussolini commise un incredibile errore strategico impegnando il paese in una campagna in Africa orientale per conquistare l'Etiopia. La campagna ebbe successo, ma l'Italia aveva fatto un grande favore alla Gran Bretagna dovendo mantenere una frazione consistente delle sue forze militari in una regione in cui non potevano essere rifornite dalla madrepatria. Allo stesso tempo, forniva agli inglesi una scusa per distruggere l'economia italiana imponendo sanzioni e un divieto alle esportazioni di carbone in Italia. Il risultato finale fu che l'Italia arrivò all'inizio della seconda guerra mondiale debole e impreparata. Gli inglesi distrussero facilmente il contingente italiano in Etiopia e, da quel momento in poi, Mussolini non avrebbe potuto fare di meglio se il suo scopo fosse stato portare l'Italia a una sconfitta umiliante, ad esempio attaccando la Grecia nel 1940 senza forze sufficienti. L'Italia fu sconfitta e Mussolini terminò la sua carriera impiccato a testa in giù nel 1945.

3. 1941, Adolf Hitler e l'operazione Barbarossa. Nel 1940, la Germania era al vertice della sua potenza militare. Solo la Gran Bretagna aveva resistito con successo agli attacchi tedeschi, ma era evidente che se la Germania avesse diretto tutta la potenza industriale e militare dell'Europa contro gli inglesi, solo un miracolo avrebbe potuto salvare la Gran Bretagna dall'essere invasa e sconfitta. Sorprendentemente, un tale miracolo avvenne nel 1941. I tedeschi abbandonarono quasi completamente la loro campagna aerea contro la Gran Bretagna e attaccarono invece l'Unione Sovietica, lasciando alla Gran Bretagna il tempo di riprendersi e riorganizzarsi. La decisione tedesca non aveva davvero senso se si considera che i tedeschi stavano rischiando tutto per ottenere qualcosa che già avevano: le risorse petrolifere e alimentari dell'Unione Sovietica che erano abbondantemente fornite secondo i termini del patto Molotov-Ribbentrop del 1939.

4. 1978 – Leonid Brezhnev e la campagna afgana. Negli anni '70, l'Unione Sovietica era ancora una grande potenza in Eurasia, sebbene la sua crescita avesse cominciato a rallentare. Leonid Brezhnev (1906 – 1982) divenne segretario del Partito Comunista nel 1964 e, nel 1978, ordinò un intervento militare in Afghanistan per mantenere il Paese all'interno della sfera di influenza sovietica. La guerra si trascinò per 10 anni e fu uno dei fattori (anche se non l'unico) che portò al crollo e alla dissoluzione dell'Unione Sovietica.

5 . 1990 - Saddam Hussein e l'invasione del Kuwait. Nel 1990, l'Iraq era una potenza in crescita nella regione del Medio Oriente, grazie alla sua abbondante produzione di petrolio. Nel 1980, il presidente dell'Iraq, Saddam Hussein, si impegnò in una pericolosa scommessa attaccando l'Iran. Dopo 8 anni di aspro conflitto, la guerra finì sostanzialmente in pareggio, anche se gli iracheni rivendicarono la vittoria. Alla fine degli anni '80, l'Iraq cominciò ad accusare il Kuwait di utilizzare tecnologie di perforazione orizzontale per rubare petrolio dai giacimenti iracheni. La disputa si intensificò fino a quando, nel 1990, l'Iraq invase il Kuwait, conquistandolo completamente in pochi giorni. La reazione delle potenze occidentali fu "Operazione Desert Storm". Nel 1991 le forze irachene in ritirata furono incenerite da una campagna di bombardamenti mentre gli Stati Uniti continuarono a bombardare l'Iraq fino al 2003, quando l'intero paese fu invaso. Saddam Hussein fu poi impiccato dagli stessi iracheni.

Quindi, riassumiamo. Abbiamo cinque casi in cui vediamo questa sequenza di eventi (ci sono altri esempi, ma non così evidenti (*)):
  1. Una potenza regionale guidata da un leader forte, inizia a mostrare l'ambizione di diventare un attore importante nel gioco del dominio globale.
  2. Il leader impegna il Paese in un attacco a un Paese vicino, più piccolo e più debole.
  3. L'attacco sembrava un gioco da ragazzi, ma si trasforma in un pantano. Può avere successo o meno, ma indebolisce notevolmente l'attaccante.
  4. Intervengono le Grandi Potenze. Il potere regionale viene sconfitto e distrutto e il suo leader caduto in disgrazia viene giustiziato o rimosso in altri modi.

È impressionante come, in questo schema, la storia non faccia solo rima. Si ripete davvero, come se i leader coinvolti fossero attori che seguono un copione. Come può essere? Possiamo pensare a due spiegazioni

1 -- Questi eventi sono il risultato inevitabile della personalità di leader forti. Sono, in genere, psicopatici criminali senza vincoli morali che tendono a essere sconsiderati in qualunque cosa facciano. Inoltre, tendono a essere circondati da adulatori e adulatori. A questo punto, il loro cervello perde il contatto con la realtà e, alla fine, commetteranno un grave errore che li porterà alla rovina (e, con loro, a un gran numero di persone innocenti).

2-- Esiste una procedura standard che viene utilizzata dai leader mondiali per assumere il controllo delle menti dei leader regionali. Considerando come la propaganda standard possa prendere il controllo della mente della gente comune, non dovrebbe sorprendere che lo stesso trucco possa essere giocato con i leader. In realtà, le menti dei leader potrebbero essere molto più facili da influenzare e influenzare, dal momento che i leader tendono a vivere in bolle isolate in cui le informazioni che ricevono vengono accuratamente filtrate dal loro personale. Prendete il controllo di alcuni membri influenti dello staff del leader (ad esempio corrompendoli) e il gioco è fatto. Questo metodo si chiama normalmente "operazione psicologica" o "psyop".

Personalmente, tendo a favorire la prima ipotesi. Quando un singolo leader domina un gruppo, tendono a manifestarsi fattori dinamici interni, che portano i membri del gruppo a cercare di attirare l'attenzione del capo proponendo piani eccessivamente ottimistici. Chi raccomanda prudenza rischia di essere messo a tacere o ignorato e, in ogni caso, gli ottimisti rischiano molto meno del capo stesso.

Vediamo molto bene questo meccanismo di pensiero di gruppo nei verbali delle riunioni dell'alto comando italiano quando fu deciso l'attacco alla Grecia, nel 1941. A quel tempo Mussolini era già passato dall'altra sponda delle possibilità di critica e non era più in contatto con Il mondo reale. Quindi, è stato facilmente influenzato dal suo personale militare. Uno dei fautori più accesi dell'attacco fu il generale Sebastiano Visconti Prasca (1883 -1961), che sminuì più volte i rischi militari dell'attacco e riuscì a farsi nominare comandante in capo dell'operazione. L'unica pena che ha subito è stato quello di essere sollevato dal suo comando dopo che i primi attacchi sono falliti, poi è sopravvissuto per raccontare la storia ed è morto nel suo letto.

Un altro caso simile è stato quello della decisione di Leonid Breznev di invadere l'Afghanistan. Si dice che la salute di Breznev fosse peggiorata e che, sebbene non molto anziano (aveva 70 anni nel 1976) non fosse più in grado di prendere decisioni razionali. Questo avrebbe generato un caso di pensiero di gruppo, in cui la decisione potrebbe essere stata il risultato dell'azione di un membro del Politburo, l'intransigente ministro della difesa Dmitry Ustinov .

Ma ci sono casi in cui abbiamo prove dell'intervento attivo di una potenza straniera per influenzare un leader di un paese. Il caso classico è quello di Luigi Napoleone in Francia: il primo caso documentato di un intervento del genere. Il governo piemontese aveva inviato in Francia la contessa di Castiglione, Virginia Oldoini, con il preciso compito di sedurre Luigi Napoleone e convincerlo ad aiutare il Piemonte a combattere l'Austria. Non si può dire quanto sia stata importante l'azione della contessa, ma non si può escludere che, da sola, abbia cambiato il corso della storia. Non sarebbe la prima volta: la strategia della "trappola del miele" è antichissima. Ricordate la storia biblica di Giuditta e Oloferne? Ecco, qualcosa del genere.

Forse il caso più affascinante di influenzare la mente di un leader straniero usando la "trappola del miele" è quello di Adolf Hitler, che buttò via una vittoria quasi certa per una scommessa incerta attaccando la Russia. Potrebbe essere correlato alla storia di Unity Mitford (1914-1948), una donna inglese, probabilmente una spia dei servizi segreti britannici, che si recò in Germania nel 1934 con l'obiettivo di sedurre Hitler. Ebbe successo e divenne forse l'unica persona non tedesca ad essere un'amica intima di Hitler. Potrebbe averlo influenzato con il concetto che i britannici erano, dopo tutto, "ariani", proprio come i tedeschi. Quindi, Hitler potrebbe non essere stato sicuro di voler scatenare su di loro tutta la potenza militare tedesca, preferendo invece rivolgerla contro quelli che considerava una razza inferiore: gli slavi, gli Untermenschen. Si dice che la Mitford si sia sparata alla testa nel 1939, subito dopo che la Gran Bretagna aveva dichiarato guerra alla Germania. Sopravvisse, ma rimase paralizzata e dovette lasciare la Germania per non tornare mai più. Erano due anni prima della decisione fatale di Hitler, ma la sua influenza su di lui potrebbe essere persistita fino a quel momento.

Infine, nel caso di Saddam Hussein, non abbiamo prove dell'uso di una trappola del miele, ma può darsi che fosse l'obiettivo di un altra psyop individuale. Gli Stati Uniti avevano aiutato l'Iraq nella guerra contro l'Iran e Hussein si considerava un alleato degli Stati Uniti . Quindi, potrebbe essere stato portato a credere che gli Stati Uniti avrebbero continuato a sostenerlo anche contro il Kuwait. Potrebbe essere stato deliberatamente fuorviato dall'ambasciatore statunitense in Iraq, April Glaspie.

Può darsi che entrambe le spiegazioni siano valide in vari gradi e in diversi casi. Alcune forme di pressione psicologica, psyops, funzionano così bene perché i grandi leader sono particolarmente sensibili alle semplici emozioni umane, incluso accarezzare il loro ego esagerato o mostrare la loro virilità. In ogni caso, una cosa è certa: dare tutto il potere a un solo uomo è l'errore più grande che un Paese possa fare.

Naturalmente, queste considerazioni ci dicono molto sull'attuale situazione mondiale. Ci sono due casi in corso che sembrano fare molto rima con quelli discussi finora: Taiwan e Ucraina. A proposito di Taiwan, la recente visita nell'isola del presidente della Camera dei rappresentanti, Nancy Pelosi, potrebbe essere stato uno stratagemma non così sottile per spingere i cinesi all'attacco. Ma i cinesi non hanno abboccato, almeno finora.

Per quanto riguarda l'Ucraina, abbiamo tutti gli elementi del modello classico di un leader forte che impegna una potenza regionale nell'invasione di un paese vicino. Inizialmente sembrava un gioco da ragazzi, ma si è rivelato essere un pantano. La guerra in Ucraina è ancora in corso e non possiamo sapere se sia stata il risultato di un errore di calcolo generato dal pensiero di gruppo nel governo russo, o se provenga da una psyop individuale diretta al leader russo, Vladimir Putin. O forse entrambi i fattori, o forse qualcos'altro. Ci vorrà del tempo prima di poter valutare questa esplosione di follia, ma la storia non ha mai fretta. In ogni caso, il danno fatto è già enorme, e possiamo solo sperare che la storia non faccia le rime come nei casi precedenti. Altrimenti, affrontiamo un futuro terribilmente oscuro.



(*) Altri casi. Ci sono diversi casi di leader che si comportano in modo sconsiderato o stupido, sebbene seguano schemi leggermente diversi. Uno è quello dell'influenza della principessa ereditaria della Norvegia, Marta, sul presidente Roosevelt durante la seconda guerra mondiale che potrebbe aver influenzato la politica statunitense (h/t Ollie Hollertz). Allora, l'attacco giapponese a Pearl Harbor nel 1941 fu sicuramente sconsiderato, ma è anche vero che aveva un senso in termini strategici poiché permise alla marina giapponese di muoversi liberamente nel sud-est asiatico per un po'. Gli USA, a loro volta, potrebbero essere caduti in trappola con Vietnam e Afghanistan, ma in nessun caso il pantano che ne è derivato ha causato il crollo degli aggressori. Poi, Mikhail Gorbaciov, il leader sovietico, ha consegnato l'Unione Sovietica alle potenze occidentali nel 1991 in cambio di vuote promesse. Consideriamo il caso di Slobodan Milosevich, il presidente della Serbia, che, nel 1998, era abbastanza stupido da pensare che la Serbia potesse resistere da sola contro le forze combinate delle potenze occidentali. 

Nota aggiunta dopo la pubblicazione. Un giorno dopo aver pubblicato questo post, il Business Insider è uscito con un articolo proponendo una tesi molto simile alla mia. https://www.businessinsider.com/putin-making-strategic-errors-because-no-one-challenges-gchq-2022-10 -- forse ai servizi segreti del Regno Unito hanno letto il mio blog!

lunedì 17 ottobre 2022

Vaccini: Una lezione su come NON comunicare sul Web



Questo post mi è venuto in mente dopo aver letto un post di Aldo Manzin su FB che prendo come esempio su come NON si deve condurre un dibattito. Attenzione, non è lo scopo di questo post di criticare il Dr. Manzin in termini professionali o personali (Manzin è professore all'università di Cagliari). Ma, essendo il suo un post pubblico, una critica del contenuto mi sembra lecita, come pure doverosa. 

Il post di Manzin mi da un'occasione per far notare come il dibattito sul Covid e su tante altre cose sia stato condotto con toni e metodi che non ci portano certamente a gestire bene certe situazioni difficili che ci troviamo di fronte. In particolare su come non si dovrebbe mai usare la tecnica nota come la "blastata."

La blastata sul Web è un attacco a tutto campo, con tutta l'artiglieria verbale disponibile. Si parte dal classico "non sapete chi sono io!!" (dott., prof., cav., lupmann., eccetera). Poi offese, ingiurie, accidenti, insinuazioni e altro sono tutte cose ammesse. E' l'equivalente della strategia militare di non prendere prigionieri. Funziona se sei sicuro di vincere, ma non va per niente bene se perdi. In questo caso, ne dovrai pagare le conseguenze.

Anche sul Web, blastare potrebbe forse essere una buona idea quando sei sicuro di poter schiacciare i tuoi avversari. Infatti, è stata usata in modo esteso contro i no-vax, no-mask, no-green pass, eccetera sull'onda della grande paura della pandemia. Ma, comunque vada, a blastare non convinci nessuno, anzi, radicalizzi il dibattito. Poi, ti fai dei nemici e se il vento cambia te li ritrovi davanti, arrabbiati neri.

Per fortuna, quando sei sconfitto in un dibattito verbale non ti fanno un processo a Norimberga e poi ti impiccano. Ma, lo stesso, ritrovarsi sotto il fuoco incrociato di una torma di ex-blastati non è cosa piacevole. Se ne è accorto in questi giorni Fabrizio Pregliasco, per esempio, che si lamenta pubblicamente della caterva di insulti che sta ricevendo. In Italia non si pubblicano liste delle persone più odiate (per fortuna), ma se una lista del genere ci fosse, mi sa che ai primi posti ci sarebbero i virologi televisivi che hanno impestato gli schermi e i social negli ultimi due anni e mezzo. 

Senza andare troppo nei dettagli, noterete subito nel post di Manzin tutti gli errori di comunicazione che sta facendo. Il primo, quello principale, è di aver evidentemente perso le staffe di fronte alle critiche. Non va bene. Se fai vedere che ti sei arrabbiato, vuol dire che chi ti ha criticato ha colpito duro ed ha colpito qualche punto sensibile. E quindi che hai torto.

Poi, c'è la blastata vera e propria. Le frasi tutte in maiuscolo ("ORA BASTA!"), le offese gratuite "no vax del caxxo", "non capite un caxxo...", "tornate a cuccia". Poi, l'auto-incensamento, con l'accusa a chi critica di non capire niente, con l'implicazione che lui, invece si che capisce tutto! Per non parlare della scelta dell'immagine del dito medio -- addirittura quello di Dio! -- il che invita il lettore a chiedersi chi si crede di essere quello che scrive. Insomma, è un testo che sembra fatto apposta per rendersi poco credibile. E anche antipatico.

Infine, c'è un profondo errore di logica. Manzin sostiene l'insostenibile, ovvero che era sempre stato "STRANOTO" (a lettere maiuscole) che i vaccini contro il Covid non immunizzavano. Forse era noto ad alcuni degli addetti ai lavori, ma non a tutti. Fra i tanti, anche Roberto Burioni aveva detto che i vaccini immunizzano, sia pure in modo un po' obliquo. 

In ogni caso, certamente questi addetti ai lavori non hanno fatto un grande sforzo per informare il pubblico e i legislatori. Basta ricordare come nel  nel DL n.127 del 15 ottobre 2021, l'obbligo del Green Pass era giustificato "al fine di prevenire la diffusione dell'infezione da SARS-CoV-2". Per non parlare della  frase simbolo di Mario Draghi, che diceva, fra le altre cose che, "non ti vaccini, contagi, lui o lei muoiono." Draghi non è uno che si intende di vaccini. Se ha detto così, vuol dire che qualcuno dei suoi consulenti gli ha detto che i vaccini evitavano il contagio. E quindi, gli "esperti" non hanno fatto il loro dovere. 

Ora non è il caso di andare a prendersela con chi ha detto esattamente cosa. Ma è il caso di dire che durante il dibattito sul covid sono stati fatti degli enormi errori di comunicazione da parte dei cosiddetti "esperti," specialmente quelli che hanno invaso gli schermi televisivi. Sarebbe il caso, la prossima volta, di ragionarci sopra un po' di più prima di lanciarsi di nuovo in una guerra mediatica totale a base di blastate. Ma mi sa che ci ricascheremo molteplici volte e ampiamente. 

Evvabbé, leggetevi il post di Aldo Manzin, e ditemi cosa ne pensate. 


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Aldo Manzin

CARI NO VAX DEL CAXXO!

Egregi signori no vax che non capite un caxxo né di virologia né di immunologia e vi attaccate (oltre che al caxxo) alle favole complottiste che vi fanno bere ad ogni piè sospinto in modo che le amplifichiate in ogni sede e ogni occasione che avete per palesare la vostra tracotante ignoranza!

ORA BASTA!

L'ultima grande notizia, sventolata ai quattro venti dai quotidiani, dai social e sui siti che più complottari non si può, è che gli stessi dirigenti della Pfizer avrebbero "FINALMENTE" ammesso che il loro vaccino a mRNA (ndr, anche quello della concorrente Moderna) sarebbe stato "sperimentato" e successivamente autorizzato (non approvato) esclusivamente per prevenire lo sviluppo della malattia e non per impedire i contagi. E che quindi tutta la manovra per promuovere le campagne di vaccinazione, sostenerle e "imporle" (in modo più o meno gentile) a sostegno della necessità di controllare la diffusione del virus sarebbe basata su presupposti infondati oltre che illegittimi.

BENE! MA...DOV'È LA NOVITA'?

Che i vaccini a mRNA siano stati sviluppati, sperimentati e poi sottoposti a rolling review con lo scopo di accelerarne l'autorizzazione all'uso è cosa stranota; così come è STRANOTO che siano stati sottoposti DICHIARATAMENTE a valutazione dell'efficacia nel prevenire la malattia grave (e la morte) E NON nell'impedire i contagi!!! Ed è altrettanto noto (e dichiarato pubblicamente) che una valutazione dell'efficacia dei vaccini nel prevenire la trasmissione del virus avrebbe implicato una procedura che avrebbe ritardato di un bel po' l'autorizzazione. E quindi non è stata fatta e la valutazione non è stata richiesta!

CAPITO IGNORANTI NO VAX? Niente di cui meravigliarsi ora, e nessuna truffa dietro l'angolo!
Ma facciamo un passettino indietro (però non vi voglio annoiare più di tanto). Fino all'avvento delle varianti più immunoevasive (ignoranti no vax, sapete cosa vuol dire spero, o no?), in sostanza fino all'avvento di Delta, l'efficacia dei vaccini nel RIDURRE ANCHE il rischio di trasmissione in chi era stato sottoposto ad un ciclo completo di vaccinazione è ben documentata [Report dell'8 marzo 2021 del CDC: https://www.cdc.gov/.../scie.../fully-vaccinated-people.html].

Un inaspettato, e gradevolissimo "effetto collaterale" (come lo definisco io) del vaccino a mRNA!

Certo, l'effetto protettivo, poi, con l'avvento delle nuove e attuali Varianti tende a ridursi (fino quasi ad annullarsi) nel tempo: eppure i vaccini mantengano un'OTTIMA efficacia nel prevenire la malattia grave e la morte....Ma questa è un'altra storia.

Quindi non cari ignoranti no vax smettetela di ciarlare ogni volta che vi sia data la possibilità di rialzare la testa (?): informatevi, studiate e tornate a cuccia, il luogo più idoneo dove dovreste accomodarvi (senza che importuniate i legittimi inquilini).

(Nebulosa Gesto di Dio. foto tratta da: https://www.facebook.com/PassioneAstronomia/)








lunedì 10 ottobre 2022

Il Miracolo delle Rinnovabili

  


Questo post che ho pubblicato sul "Fatto Quotidiano" ha avuto un certo successo. Mi aspettavo i soliti insulti e accidenti che mi arrivano ogni volta che propongo le rinnovabili come una cosa seria, e li ho avuti, ma non così tanti come mi immaginavo. Sembra che i rompiscatole che pullulano nei commenti sul "Fatto" siano rimasti ammutoliti di fronte all'evidenza dei fatti. Ho anche avuto molti commenti favorevoli su FB, e messaggi privati di persone che vogliono approfondire l'argomento, incluso qualche politico di medio rango. E quindi, bene così, andiamo avanti: non abbiamo più bisogno di miracoli. Ne abbiamo già avuto uno e per ora ci basta. 



Da "Il Fatto Quotidiano dell' 8 Ottobre 2022

di Ugo Bardi – Settembre 2022


Si sa che i miracoli non sono una cosa tanto frequente e, se uno ha grossi problemi di salute, non è probabile che basti una nuotatina nella piscina di Lourdes per risolverli. Però, è anche vero che alle volte le cose cambiano rapidamente, aprendo nuove possibilità. E’ quello che sta succedendo con l’energia rinnovabile. Parlare di “miracolo” è un po’ troppo, lo so, ma gli sviluppi recenti della tecnologia ci hanno messo a disposizione uno strumento che fino a pochi anni fa non ci sognavamo nemmeno di avere. E questo potrebbe risolvere certi problemi che una volta sembravano irrisolvibili.

Per anni, sono andato in giro facendo conferenze sul cambiamento climatico e altri guai in vista, come l’esaurimento del petrolio. Di solito, quelli che venivano a sentire erano persone preparate a un messaggio non proprio tranquillizzante, ma il problema era cosa fare in proposito. Alla fine della conferenza, seguiva un dibattito in cui si dicevano sempre le stesse cose: andare in bicicletta, abbassare il termostato di casa, mettere doppi vetri alle finestre, lampadine a basso consumo, cose del genere.

Era un piccolo rituale tranquillizzante ma, in realtà, tutti sapevano che queste non erano vere soluzioni. Non che non servano a niente, ma sono spennellatine di verde su un sistema che continua a dipendere dai combustibili fossili per funzionare. Così, sono almeno vent’anni che si parla di doppi vetri e biciclette, ma le emissioni di CO2 continuano ad aumentare come prima, anzi, più rapidamente. Se non andiamo al cuore del problema, ovvero a eliminare i fossili, non arriviamo a niente. Ma come fare? Fino a pochi anni fa, sembrava che non ci fosse nessun modo eccetto tornare a zappare i campi come nel Medio Evo.

Ma oggi le cose sono cambiate radicalmente. Probabilmente non ve ne siete accorti, presi dal dibattito sulle elezioni. Ma che vinca la destra o la sinistra, cambia poco: il cambiamento, quello vero, sta arrivando con le tecnologie rinnovabili. Gli impianti eolici e fotovoltaici sono stati ottimizzati e i fattori di scala hanno generato massicci risparmi sui costi di produzione. Oggi, un chilowattora prodotto da un pannello fotovoltaico costa forse un fattore dieci di meno del chilowattora da gas naturale (e anche un quinto del chilowattora nucleare). Una volta, chiamavamo l’energia rinnovabile “alternativa,” ma oggi sono tutte le altre che sono alternative. Inoltre, produrre energia con impianti rinnovabili non inquina, non richiede materiali non riciclabili, non genera gas serra, non è suscettibile di sanzioni, e nessuno può bombardare il sole per lasciarci senza energia.

Ora, non mi fate dire che le rinnovabili hanno risolto automaticamente tutti i problemi. E’ vero che oggi costano poco, ma è vero anche che non sono gratis. Poi, ci vogliono investimenti per adattare le infrastrutture energetiche di tutto il paese, per creare dei sistemi di stoccaggio dell’energia, e molto altro. Non sono cose che si possano fare in un mese, e nemmeno in pochi anni. Si parla di un decennio, come minimo, per arrivare a un sistema energetico basato principalmente sulle rinnovabili. Ma è anche vero che ogni viaggio comincia dal primo passo. E adesso vediamo davanti a noi una strada da percorrere. Una strada che ci porta verso un mondo più pulito, più prospero e, sperabilmente, meno violento.

Non ho smesso di andare in giro a fare conferenze ma, adesso, posso proporre delle soluzioni reali. E non sono solo io ad essermi reso conto del cambiamento. Nel dibattito, oggi si sente l’entusiasmo di poter fare qualcosa di concreto. Molta gente chiede se possono installare pannelli fotovoltaici a casa loro. Altri raccontano di averlo già fatto. Alcuni sono arrabbiati neri (giustamente) con la burocrazia che gli impedisce di installare sul loro tetto o nel loro giardino. Lo vedete anche nelle discussioni sui social media. C’è sempre qualcuno che parla contro le rinnovabili ragionando come i flagellanti medievali che andavano in giro gridando “ricordati che devi morire”. Ma c’è anche chi gli risponde per le rime, tipo, “e allora andate pure a vivere felici nella vostra grotta insieme agli altri cavernicoli.” (o anche, come Massimo Troisi, “mo’ me lo segno”).

Se avete un balcone esposto a sud (e se il vostro comune non vi mette i bastoni fra le ruote), potete già installare dei pannelli fotovoltaici appesi alla ringhiera che vi aiuteranno a ridurre la bolletta dell’elettricità. Un pezzetto per volta, ci riusciremo!

giovedì 6 ottobre 2022

Mai Baciare un'Aliena! Ovvero: la morte della scienza



Mi ricordo di aver letto un romanzo di fantascienza, parecchi anni fa, del quale mi è rimasto in mente la descrizione dell'incontro di un'astronave aliena e una umana da qualche parte nel mezzo della galassia. Nel romanzo, gli umani e gli alieni respirano atmosfere diverse e possono entrare in contatto solo attraverso una barriera di vetro, ma, lentamente, cominciano a capirsi. A un certo punto, uno degli astronauti terrestri approfondisce talmente il rapporto con un'aliena che il capitano lo deve redarguire, dicendogli: "Stai attento, Non è il caso che tu ti innamori di un'aliena verde che respira cloro e beve acido cloridrico." (Il romanzo era dello scrittore sovietico Ivan Yefremov, se mi ricordo correttamente). 

Non ci capita spesso di innamorarci di femmine aliene con la pelle in teflon, però succede alle volte di essere affascinati dalla diversità, dallo scoprire dei mondi completamente inaspettati. A volte, dei mondi anche sconvolgenti, che non vorresti esistessero. Ma la diversità di arricchisce sempre e comunque. Se qualcosa esiste -- e forse da qualche parte esistono veramente alieni (e aliene) che respirano cloro -- ci deve essere qualche ragione per la quale esistono. 

Un'esperienza del genere l'ho avuta leggendo un post sul blog di un mio amico, Un testo che posso definire soltanto come alieno. Non che non sia comprensibile: è scritto in una lingua terrestre che riesco, più o meno, a decifrare. Ma non ci trovo una sola frase che sia coerente con la mia visione dell'universo. Nulla che corrisponda ai dati che ho, o con la quale potrei essere anche vagamente d'accordo. Per quanto ne posso dire io, potrebbe venire da un altra galassia. Provate a leggerlo anche voi. Se avete un minimo di educazione di tipo tecnico-scientifico, avrete anche voi la stessa impressione. 

Attenzione! Non sto pubblicando questo testo per esporlo al ludibrio di chicchessia, e nemmeno per criticarlo. Anzi, sono ammirato dalla franchezza dell'autrice, che non conosco personalmente ma che sono straconvinto sia un'ottima persona. Se vi presento questo testo, è un po' come per presentarvi un ode funebre. Questo testo non è una poesia, ma in un certo senso ha un valore poetico. E' un'ode alla morte della scienza. 

La scienza, si, quella che era partita dagli astronomi del rinascimento che meticolosamente, faticosamente, notte dopo notte, raccoglievano dati sul moto dei pianeti e delle stelle. Forse pensavano davvero che ci fossero degli angeli a spingere, ma questo non rendeva il loro lavoro meno meticoloso. La scienza di Galileo, quella che "la sapienza è figliola della sperienza." La scienza, quella fatta del "1% di ispirazione e il 99% di traspirazione," quella per cui niente che non sia rigorosamente provato è vero, e dove tutto è quantificato, tutto è misurato, tutto è valutato. Quella scienza che ci insegnavano quando eravamo matricole all'università. Forse non era mai veramente esistita, ma ci credevamo. E se ci credevamo, in un certo senso esisteva. 

Ed è tutto svanito. Non so a voi che effetto fa vedere la faccia di uno dei tanti virologi televisivi che hanno imperversato negli ultimi due anni e mezzo. A me, fa un effetto tipo quello che mi aspetterei se baciassi un'aliena che ha appena bevuto uno Spritz all'acido cloridrico. E non sono il solo ad avere questa sensazione. Conosco tantissime persone che si sono sentite pesantemente imbrogliate da come sono state trattate durante gli ultimi due anni e mezzo, sempre con la scusa della "scienza." Queste persone hanno perso ogni fiducia nella scienza, perlomeno in quella "ufficiale." Non che siano diventati tutti terrapiattisti, ma ora notano i tanti imbrogli che ci stanno rifilando in nome della scienza. E mi sa che queste persone non siano dalla parte dei più tonti nella curva gaussiana. 

Purtroppo, si può anche esagerare con questo atteggiamento. E' anche venuto fuori un gruppo di persone che rifiutano la scienza in toto e si rifanno una loro visione dell'universo sulla base di presupposti completamente diversi. Come fa, fra i tanti, l'autrice di questo testo. E non c'è modo di mettersi d'accordo. La scienza (quella cosa che chiamavamo "scienza") parte da certi presupposti, postulati se volete. Non li si possono veramente dimostrare. Si possono accettare o rifiutare. Se uno li rifiuta, ne possiamo solo prendere atto. Ed è colpa degli scienziati se agli occhi di tanta gente la scienza è diventata un'accozzaglia di corrotti imbroglioni al soldo dei poteri forti. 

Può darsi che, come tante altre cose, tipo il comunismo o il culto di Giove Pluvio, anche la scienza abbia concluso il suo ciclo. Forse così doveva essere per qualche ragione -- forse qualcuno, nei quartieri alti, ha voluto distruggerla perché dava fastidio con la sua insistenza su certe cose tipo la necessità di far qualcosa contro il cambiamento climatico. Comunque sia, così è andata. 

E allora? Beh, non ci resta che marciare verso il futuro al buio, con gli occhi bendati, e con il nervo ottico reciso. Cosa mai ci potrebbe succedere di male?   

UB



<..> Occorre tenere presente che gli stessi centri di potere (militare in primis) che cavalcano il catastrofismo climatico antropico e forniscono le loro soluzioni, sono gli stessi che hanno costruito la “narrazione” dei cambiamenti climatici, consapevoli del ruolo e del potere che una simile narrazione poteva comportare in futuro.

Che i cambiamenti climatici dipendano dalla storia terrestre e dai suoi cicli naturali di raffreddamento e riscaldamento è un’ipotesi sensata dal momento che la terra non è una macchina; è un organismo vivo che evolve, che influenza altri organismi e che da essi è influenzato. Poi c’e’ la responsabilità di quella parte di umanità che ha danneggiato e danneggia tutt’ora lo strato dell’ozono con l’esplosione di bombe nucleari e con il lancio di razzi e di satelliti, che utilizza tecnologie elettromagnetiche capaci di modificare la ionosfera, che irrora i cieli con sostanze che schermano la luce solare apportando una modifica delle condizioni climatiche, oltre ad essere nocive per tutti gli esseri viventi.

Forse l’inganno della co2 come il peggiore dei mali possibili si svela quando realizziamo che non è un inquinante, è il componente principale degli esseri viventi, e senza di essa le piante non sopravvivono….. e nemmeno gli esseri umani, per lo meno fino a quando resteranno tali 

Si potrebbe pensare che ne è stata immessa in eccesso, ma allora perché dalla storia della terra emerge che i periodi con più concentrazione di CO2 (superiore a quello attuale) corrispondevano ad una massima esplosione della vita vegetale? e poi perché i “negazionisti dei cambiamenti climatici” che vedono nel programma di decarbonizzazione una catastrofe ambientale vengono oscurati senza permettere loro un confronto?

Una volta si accusavano giustamente i negazionisti di essere pagati dalle compagnie petrolifere per negare il riscaldamento climatico (poi modificato in cambiamento).

Con la stessa foga avremmo dovuto chiederci da chi erano finanziati i promotori del catastrofismo climatico (Al Gore, Club di Roma, ONU, OMS IPCC, NATO WWF…….. dietro di loro avremmo trovato Rockfeller, Soros, la monarchia inglese……)

Io non so che impatto ha la CO2 sul cambiamento del clima, ma soprattutto non so se il clima sta cambiando e quali sono le cause, di sicuro i signori del male non dichiareranno mai guerra alla macchina bellica e alle sue emissioni di cloruri metalli pesanti radiazioni e co2, come non se la prenderanno mai con i razzi che portano in cielo i satelliti di Musk e di Bezos.

Se la prendono guarda caso con la molecola meno nociva tra le tante…… chissà, forse un giorno oltre ad accusarci di essere in troppi, ci chiederanno di ridurre l’espirazione di anidride carbonica…… così come alcuni “ambientalisti” stanno colpevolizzando i cadaveri degli alberi di emettere co2 durante la decomposizione.

Nel frattempo, con la scusa dell’emergenza energetica, in alcune parti dell’Europa (Romania) si sta autorizzando l’abbattimento delle foreste “protette”, si sta implementando l’utilizzo di gas di scisto, sta aumentando l’utilizzo del carbone, si stanno riattivando centrali nucleari, si impongono pericolosi rigassificatori ad alto tasso di inquinamento, aumenta l’estrazione di petrolio, si installeranno mostruose pale eoliche e fotovoltaico ovunque….. insomma, stiamo assistendo ad una accelerazione della distruzione della terra e “all’inevitabile” aumento di co2 in atmosfera.

Bene ha scritto un mio amico del ridicolo orologio che segna il tempo che manca alla catastrofe….. perché è anche nei particolari grotteschi che si scorge l’inganno. A tal proposito è utile ricordare alcune celebri dichiarazioni apocalittiche provenienti da voci “autorevoli”: ONU 1989: se non si inverte il riscaldamento globale entro il 2000 l’innalzamento dei mari provocherà disastri,

Al Gore 2008: l’intera calotta polare artica scomparirà entro 5 anni (2013).

Di queste dichiarazioni con date sparate a “caso” ce ne sono state una infinità e tutte quante hanno avuto il compito di instillare paura, di far prendere confidenza con un futuro pericolo e con la necessità che qualcuno lo gestisse.

Questa mattina il cielo era blu, pulito, poi i soliti aerei hanno cominciato ad irrorare formando una sottile velatura. E’ il caso di dire che ce la fanno proprio sopra gli occhi! Tante persone non hanno più memoria dei bei cieli blu del passato. E’ come se il cielo fosse un’entità che non gli “appartiene”, non è affare loro…… e a me questa mentalità preoccupa molto di più della CO2.

La realtà è che ci ingannano indicandoci un problema per nasconderne altri e ben più gravi. Trasformando la co2 da molecola che sostiene la vita in un ennesimo nemico invisibile da combattere,i signori del male hanno intrapreso lo scontro finale contro la natura, che si chiama transizione ecologico/digitale. Si sta realizzando il piano per controllare e manipolare la vita, clima compreso, perciò possiamo individuare nella teoria dei cambiamenti climatici lo strumento per portarlo a compimento, e con la benedizione della massa green, diventata utile idiota dell’ Agenda transcodigitale.

Secondo la testimonianza di Nigel Calder, alla fine degli anni 80 Margaret Thatcher andò alla Royal Society e disse ai tecnici dell’IPCC: “ecco i soldi per provare la tesi del riscaldamento globale di origine antropica!”. Loro elaborarono il primo grande rapporto che predisse il disastro climatico come risultato del riscaldamento globale. Quando Calder andò alla conferenza stampa scientifica, rimase impressionato da due cose: Primo, la semplicità e la forza d’urto del messaggio. Secondo, la totale indifferenza riguardo a tutta la scienza climatica di quel tempo e in particolar modo al ruolo del sole, che invece era stato l’argomento di un importante incontro alla Royal Society soltanto alcuni mesi prima.





sabato 1 ottobre 2022

La Fine dell'Era Industriale? Come tornare ad essere contadini poveri




Dal "Fatto Quotidiano" del 29 Settembre 2022

di Ugo Bardi

I convulsi eventi sulla scena geopolitica mondiale continuano a prenderci di sorpresa. Cosa c’è dietro la distruzione del gasdotto Nord Stream? Non possiamo dire chi sia stato, ma una cosa è certa: il conflitto che stiamo vedendo è una guerra per le risorse molto di più di quanto non sia una guerra guerreggiata. Per capire cosa sta succedendo, dobbiamo tornare indietro nel tempo a trovare le radici della situazione attuale. 

Nel libro “Mare e Sardegna” (1921) l’autore, D.H. Lawrence, ci racconta come un soggetto favorito nelle conversazioni fra gli italiani del tempo erano gli insulti verso l’Inghilterra. Era perché il carbone inglese era diventato caro, cosa gli italiani attribuivano alla malvagità degli Inglesi. Il termine “Perfida Albione” era stato inventato molto tempo prima, ma cominciava a diventare di moda a quell’epoca. 

La storia del carbone inglese in Italia ci illustra i fattori ancora oggi in gioco nel funzionamento dell’economia italiana. L’industria italiana ha bisogno di energia, ma in Italia non ci sono risorse energetiche fossili sufficienti. Così, la rivoluzione industriale era arrivata in Italia nell’800 portata dal carbone inglese, importato via mare. Ma, con la fine della prima guerra mondiale, il carbone inglese era diventato improvvisamente molto più caro di prima. Non era perché gli inglesi fossero perfidi (forse un tantino si, ma non peggio di tanti altri), era per via dell’esaurimento delle risorse. Come aveva già previsto alcuni decenni prima l’economista inglese William Jevons, i costi di estrazione del carbone erano sempre più alti. Così, la produzione di carbone inglese aveva raggiunto il suo picco nel 1914 e aveva cominciato un declino irreversibile. Negli anni 1930, la carenza di carbone aveva costretto l’Italia a un abbraccio mortale con la Germania – che ancora poteva produrlo a prezzi bassi. I risultati li sappiamo tutti. 

Uscita con le ossa rotte dalla seconda guerra mondiale, l’industria italiana riuscì a risorgere grazie al petrolio statunitense fornito abbondanza con il piano Marshall. Anche per il petrolio, tuttavia, l’esaurimento doveva farsi sentire prima o poi. Nel 1970, gli Stati Uniti arrivarono al loro picco di produzione. Ne seguì la prima grande “crisi del petrolio,” ma il mercato globale riuscì a compensare il declino con altre sorgenti. Nel frattempo, si diffondeva un nuovo combustibile fossile: il gas naturale. Gradualmente, l’Europa si orientava verso importazioni dalla Russia mediante gasdotti. Con il gas a costi relativamente bassi, il sistema industriale italiano poteva sopravvivere.

Negli ultimi 10 anni, però, le cose sono cambiate radicalmente. Con la tecnologia del “fracking”, gli Stati Uniti sono riusciti a invertire il declino della loro produzione sia di gas che di petrolio. Di conseguenza, si sono riaffacciati sul mercato mondiale come esportatori. Questo spiega molte cose: il mercato del petrolio e del gas è strategico nel grande gioco del dominio mondiale e in questo gioco non ci sono regole. Buttar fuori la Russia dal mercato dell’Europa occidentale rende possibile all’industria americana di riprendersi un mercato che avevano perso da tempo. E’ quello che sta succedendo. Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream è un segnale che il gas Russo non arriverà più in Europa. 

E adesso? In questo gioco strategico globale, tutto cambia sempre. E’ vero che le importazioni dagli Stati Uniti sono oggi in grado di sostituire il gas russo in Europa (a parte richiedere un aumento sostanziale della produzione USA, forse non impossibile). Ma è anche vero che importare gas naturale dagli USA è possibile soltanto in forma di gas naturale liquido e questo comporta grossi costi, come pure un pesante contributo al riscaldamento globale dovuto alle inevitabili perdite nel processo. A questo si aggiunge un’incognita fondamentale: fino a quando riusciranno gli Stati Uniti a mantenere la loro produzione ai livelli attuali? 

Il fracking è stato visto come una tecnologia miracolosa, ma non è così. La produzione sia di gas che di petrolio negli USA è piatta da qualche anno mentre le proiezioni non parlano di una ripresa della crescita rapida nel prossimo futuro. Come sempre, le previsioni sono difficili, ma di una cosa possiamo essere sicuri: nessuna risorsa minerale è infinita e prima o poi ci troveremo di fronte al picco del gas da fracking. E tutto ricomincia da capo con la ricerca affannosa di energia per tenere in piedi la società industriale. 

Per quanto riguarda l’Italia, ci troviamo in una posizione di estrema debolezza. Ci mancano le infrastrutture (i rigassificatori) necessarie per importare gas liquefatto. Li possiamo costruire, ma ci vorrà tempo e, nel frattempo, l’industria italiana potrebbe subire dei danni irreparabili. Non è detto poi che quando avremo i rigassificatori ci sarà gas disponibile da importare. Non solo, ma l’industria italiana potrebbe ritrovarsi a non essere competitiva sul mercato mondiale se deve sobbarcarsi gli alti costi del gas naturale liquido. In entrambi i casi, potremmo essere di fronte alla fine del ciclo industriale dell’economia italiana, circa due secoli dopo il suo inizio. Il problema è che, prima della rivoluzione industriale, in Italia c’erano meno di 20 milioni di abitanti e le carestie non erano rare. Tornare a quelle condizioni non sarebbe indolore (per dirla molto diplomaticamente). 

Sembra chiaro che per noi non ci sono altre vie di uscita che una sterzata decisa verso le rinnovabili, già oggi molto meno costose di qualsiasi combustibile fossile e in grado di sostituirli completamente. Questo i politici non l’hanno ancora capito, ma ci metterebbe al riparo da nuove crisi di disponibilità di energia e dai ricatti dei produttori. Ma non è una cosa che si possa fare dall’oggi al domani. Solo una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina ci darebbe il tempo per costruire una nuova infrastruttura basata sulle rinnovabili. Ce la faremo? Nulla vieta di provarci.