lunedì 11 settembre 2017

Continua la Scuola Estiva del Club di Roma a Firenze




Per essere una scuola "estiva" si sta rivelando piuttosto bagnata. Tuttavia, abbiamo avuto almeno una serata di bel tempo e i partecipanti ne hanno approfittato per una cena all'aperto nella splendida cornice del giardino degli "Orti Dipinti". Un posto magico, andate a vederlo se potete!


A parte le condizioni atmosferiche, sto cercando di riferire su quello che si sta dicendo e facendo alla scuola, ma tutto avviene in inglese e quindi lo faccio sul blog in inglese.

E scusate se il blog in Italiano è un po' fermo per via di questo impegno. Appena possibile, riprendiamo con i post.


venerdì 8 settembre 2017

Secondo giorno della Scuola Estiva di Sostenibilità a Firenze


Il co-presidente del Club di Roma, Ernst von Weizsäcker, parla ai partecipanti, oggi a Firenze



Un commento di Marco Sclarandis



A tutti i partecipanti, in special modo quelli dalla fuggitiva giovinezza.

Chi vuol esser lieto sia, del doman non v'è certezza.

In questa strofa rinascimentale è contenuta una misura di saggezza inversamente ed enormemente più grande della brevità della strofa stessa.

E detta da uno che si chiamava Lorenzo de Medici Signore di Firenze detto poi “Il Magnifico”, non fa che rendere più limpida la verità che essa ci comunica. Questa lettera è per voi giovani innanzi tutto che starete insieme per una settimana per scambiarvi idee, intenzioni, passioni, speranze, per la vita che vi aspetta. Vi vedo arrivati da poco su quello che ho chiamato “L'albero genealogico assoluto”. Albero sul quale vedo come in una apparizione mistica tutti gli esseri viventi, almeno di questa minuscola Terra, ma per attimi incommensurabili anche quelli che, per ora ipotetici, abitano altri mondi.

Nessuna foglia di questo fantasmagorico albero, germoglia o cade inutilmente. Di questo ogni giorno della mia esistenza, già piuttosto protratta ormai, ne sono sempre più convinto. Da questa convinzione traggo di continuo significato, indispensabile più che mai per affrontare un'epoca che è evidentemente catastrofica.

Ma come ogni cosa, anche la catastrofe genera rimedio a sé stessa. Anzi, a volte solo essa è autentico rimedio. Se il bruco pigro vedesse come catastrofica la sua uscita dalla crisalide morirebbe privato della meraviglia della propria metamorfosi. Non importa che la sua vita da farfalla possa durare solo dalla sera alla mattina o viceversa.

L'universo intero sembra sia sgusciato da un inimmaginabile nulla, in un tempo che confrontato con la vita umana ci fa rasentare la percezione dell'eternità. Una immensa dilagante catarsi, di questa credo che abbiamo assoluto bisogno. Lo credo perché guardo ai rami al tronco alle foglie di questo albero antonomastico e il sogno vi muta le foglie in volatili cantori e poi sento questi canti mutarsi in voci umane e tutte vorrebbero capirsi, raccontare ciò che è stato, ciò che avrebbero voluto essere, ed ora queste voci diventato sempre più grida di aggrovigliata gioia. Tutti i nodi di dolore e sofferenza non riescono a strozzarla in gola.

Quanto vale un chicco di riso?

Una goccia d'olio d'oliva o minerale?

Il sorriso è veramente quotabile in borsa?

Una sosta per raccattare una lattina abbandonata?

A queste domande non c'è risposta definitiva perché sono malposte. Ma nessuno sa quale sia il solo modo per porle giustamente. Nonostante ciò, a queste domande bisogna rispondere, ne va della nostra vita.

Vi saluto augurandovi che riusciate ad accorgervi quando è indispensabile avere ombra, silenzio, rugiada, sonno ed anche fame sete e solitudine. Siate accarezzati dalla brezza della mia ammirazione, e se potessi ringiovanirmi non lo farei, ma vorrei in cambio una anche breve nuova giovinezza, in una vita successiva.


Se tutto fosse senza limiti
quegli attimi fuggenti
diverrebbero senza fine secoli
le rose sequoie spinose orrende
la gioia marcirebbe in noia
e così via senza rimedio
con un limite sposato ad eccezione
restano cunicoli infernali
sotto il terrestre Eden
ma con la pioggia anch'essi
diventano disabitati.



Marco Sclarandis. Pescara 6 settembre 2017.

mercoledì 6 settembre 2017

Domani comincia a Firenze la prima Summer Academy del Club di Roma



Prove tecniche per la scuola estiva del Club di Roma che comincia domani a Firenze. Nella foto, vedete il segretario generale del Club, Graeme Maxton, sulla sinistra. Di spalle, Elisabetta Cortelli, responsabile dell'organizzazione per l'Università di Firenze. Sullo schermo, David Korten, che parlerà ai partecipanti via teleconferenza. 


Un commento di Marco Sclarandis


Se invece che due secchi una tinozza

te ne fai bastare uno ed una mezza

per toglierti la polvere il sudore

di dosso allora sei dei nostri

ed anche se il tuo piatto e la scodella

sono pieni quanto basta per saziarti

sia di feriale giorno che festivo

sempre sei con noi nei fatti

lo sei se pensi prima di iniziare

il tragitto che ti separa dal lavoro

e non muovi un elefante per trainarti

se al guinzaglio il cane basterebbe

di noi fai parte assolutamente quando

le tue mani la tua mente gli occhi

mutano metallo cera vetro creta

in manufatti e non in mera merce

ricordando che polvere eravamo

seppur di stelle e della terra

terrestre letame diverremo

gli altri non ti saranno amici come noi

ed anche nemici certamente

ma se ci hai scelto hai preso

un biglietto di riffa fortunata

e loro quello di una lotteria ingannevole

se ti fermi e osservi il tempo

la caduta delle foglie le crisalidi

che attendono la schiusa

vedi quanto ogni cosa sia elencata

con la sua data il suo posto numerato

il limite che superato sbatte nella fossa

e tu non vorrai quindi da stolto superarlo

e se i tuoi avi l'hanno fatto

tu non li seguirai errando

e insegnerai ai tuoi figli l'arte

del rimedio e dell'evitare il guasto

noi siamo i veri ricchi i re gli dei

gli altri s'accontentano d'essere arricchiti

satrapi tiranni demiurghi

scegli la tua gente adesso

domani non è un altro giorno

domani è troppo tardi.

Marco Sclarandis 

Ringrazio Alessandro Corradini per l'ispirazione.

















domenica 3 settembre 2017

Il Paese dei Polli Bagnati


Non so se vi è mai capitato di vedere un pollaio quando comincia a piovere. Di solito, i polli non sono furbi abbastanza da capire che possono ripararsi da qualche parte e se ne stanno sotto l'acqua, un po' perplessi, al massimo arruffando le penne.

Questa cosa dei polli bagnati mi è venuta in mente pensando a come la storia dell'Uragano Harvey è stata percepita in Italia. Sapete che Harvey ha avuto un grosso impatto negli Stati Uniti, non solo per i danni che ha fatto, ma per come ha stimolato il dibattito sul cambiamento climatico.

Tutto il "mainstream" negli USA si è perlomeno domandato se c'era un legame fra il disastro e il riscaldamento globale, spesso concludendo che, si, questo legame esiste. Questo ha fatto imbestialire lo zoccolo duro dei negatori della scienza del clima che hanno risposto nel solito modo, senza rendersi conto che più si dibatte sul clima, più la verità viene fuori e questo non è bene per loro.

Qui da noi, invece, l'uragano Harvey è stato un flop clamoroso. Forse è soltanto una mia impressione, ma, a parte il minimo dovuto, non si è visto nessun dibattito sui media nazionali sul come è perché l'uragano è stato rinforzato dal riscaldamento globale. Che la storia di Harvey non interessasse a nessuno, l'ho visto più che altro da un post che ho pubblicato sul "Fatto Quotidiano". Non vi so dire quanta gente lo abbia visto, ma l'interesse si vede dal numero di commenti e qui ce ne sono stati meno di 40, ben pochi rispetto alla media dei miei post. Per esempio, il mio post sulla falsa petizione sul clima di Zichichi ne aveva avuti più di 700.

E qui mi sono venuti in mente i polli bagnati. Ancora, è una mia impressione, ma forse sarete d'accordo che qui in Italia il dibattito sugli argomenti seri è quasi completamente svanito dai media, sia da quelli "social" come da quelli "mainstream". Così, il dibattito (se così lo vogliamo chiamare) è tutto una serie di insulti: alla Boldrini, agli immigrati, ai musulmani, ai furbetti, alla Merkel, all'Euro, ai vaccini, e così via. Il resto, semplicemente non esiste. Gli Italiani sembrano veramente dei polli sotto la pioggia che non sanno dove ripararsi; anzi, dei polli che non si rendono nemmeno conto che sta piovendo.

E, in particolare, non esiste il problema del cambiamento climatico. Quest'estate, quando c'erano 42 gradi a Firenze, ho provato a domandare a qualcuno se non gli sembrava che ci fosse qualcosa che non andava. La risposta è stata normalmente qualcosa tipo, "perché? Non siamo in Estate?" E avanti come se niente fosse.

Speriamo almeno che piova un po' dopo questa terribile estate.




venerdì 1 settembre 2017

Zichichi Furioso

Questo non è il Prof Antonino Zichichi, ma in qualche modo sembra un'immagine appropriata per questo post. 



Vi ricordate la storia della "falsa petizione" sul cambiamento climatico che Zichichi aveva fatto surrettiziamente firmare ai suoi colleghi, senza spiegargli che cosa stavano firmando? Potete leggere la storia su questo blog.

Visto che il suo trucco era stato scoperto, il prof. Zichichi non l'ha presa bene, decisamente. Ecco un suo commento che è apparso su "Libero Quotidiano". Pesantino, non vi pare? Si vede proprio che abbiamo colpito nel segno.



In merito alla sua petizione contro le eco-bufale, alcuni siti come «Climalteranti» hanno dimostrato che i 20 scienziati internazionali da lei coinvolti a sostegno delle sue tesi o non le conoscevano o non le condividevano. Come è nato l’equivoco?

«Lei cita sorgenti di informazione nelle quali non c’è una sola persona che sia autore di scoperte e di invenzioni. Sono persone che parlano di Scienza senza averne mai fatta. Enrico Fermi insegna che queste persone sono esempi di Hiroshima culturale e non meritano risposte. Se poi qualcuno ha sottoscritto un documento senza leggerlo, impari a leggere prima di firmare. Gli scienziati che partecipano ai Seminari di Erice sono pienamente a conoscenza delle mie tesi come dimostra la testimonianza dell’Ingegnere Pracanica. E le mie critiche scientifiche ai modelli climatologici sono nei volumi pubblicati dalla World Scientific, la più prestigiosa casa editrice scientifica».


giovedì 31 agosto 2017

Morire di Caldo



42 gradi centigradi misurati dal termometro della mia macchina nella piana di Sesto Fiorentino questo agosto

Sembra che, miracolosamente, questa torrida estate stia per finire con le piogge in arrivo. E speriamo che non ci arrivi addosso qualche altro disastro climatico causato dalla troppa acqua, come è successo a Houston. In attesa della pioggia, vi ripropongo un mio articolo apparso il 6 Agosto sul "Fatto Quotidiano".  (UB)


Quarantadue gradi misurati a Firenze durante l’ondata di calore dell’inizio di agosto del 2017. L’ondata di calore che ha investito l’Italia in questi ultimi tempi fa nascere la domanda se, a lungo andare, il cambiamento climatico ci potrebbe far morire di caldo. E’ possibile? Alcuni studi hanno cercato di rispondere a questa domanda in funzione di una misura che si chiama “temperatura di bulbo umido” che imita il meccanismo umano di raffreddamento per sudorazione. In pratica, si misura la temperatura con un termometro, su cui si spruzza acqua, facendola evaporare. Si sa che se la temperatura di bulbo umido è superiore a 35° C, un essere umano non riesce più a disperdere il calore per sudorazione e finisce per morire di ipertermia in qualche ora al massimo.

Quanto siamo lontani da queste temperature, in Italia? Per fortuna, abbastanza lontani. Mi diceva il mio collega, Luca Lombroso, che ha fatto qualche misura a Bologna durante l’ultima ondata di calore, trovando che per una temperatura “normale” di circa 40° C, la temperatura di bulbo umido era 22,5° C. Non si moriva di ipertermia a Bologna, anche se di certo non era la giornata giusta per farsi una passeggiatina rilassante in centro verso le due del pomeriggio.

Tuttavia, le cose stanno cambiando e continueranno a cambiare. Alcuni studi (uno del 2010 e uno del 2017) hanno trovato che il progressivo riscaldamento globale potrebbe portare molte regioni della fascia tropicale dell’Europa e dell’Asia a raggiungere temperature di bulbo umido superiori a 35 °C, rendendole inabitabili. Questo potrebbe accadere verso la fine del secolo. Nessuno di questi studi ha esaminato l’Italia in particolare, ma è chiaro che siamo nella fascia di rischio.

E’ possibile che un giorno l’Italia diventi desertica e inabitabilecome lo è oggi il deserto del Sahara? Forse, e visto come siamo messi con la siccità questo inizio di Agosto, ci potrebbe sembrare addirittura probabile. Ma, ovviamente, ci sono tante incertezzein queste previsioni a lungo termine. Piuttosto, il problema è che già oggi siamo nei guai. La frequenza e la forza delle ondate di calore nelle capitali europee è in continuo aumento.

Non solo le temperature massime diurne sono aumentate ma anche, e in maggior misura, quelle notturne, incrementando il disagio e lo stress per gli esseri umani. Secondo uno studio recente, si prevede un aumento di un fattore 5-10 della frequenza delle ondate di calore devastanti nei prossimi decenni. In un articolo recente apparso su Lancet si parla senza mezzi termini di un aumento di un fattore 10 del numero delle vittime causate dalle ondate di calore in Europa nei prossimi due decenni. Questo numero è destinato a peggiorare nei decenni successivi. E questo vale per l’Europa in media, la situazione si prospetta peggiore nei paesi del sud Europa, ovvero da noi. Così, se vi siete domandati se era soltanto un’impressione che faccia più caldo oggi di una volta, adesso sapete che non lo è.

La buona educazione vuole che quando si parla di un grave problema, si concluda prospettando qualche soluzione. Ma, in questo caso, non ci sono vere e proprie “soluzioni” a un cambiamento ormai largamente irreversibile. I vari trattati a livello internazionale, tipo quello di Parigi, cercano di rallentare il fenomeno del riscaldamento globale con l’idea di bloccarlo a lungo termine. Ma, per i prossimi decenni, il riscaldamento è destinato ad aumentare e con esso le ondate di calore. Così, la raccomandazione principale è di non prendere il problema sottogamba. Non viviamo più sullo stesso pianeta in cui vivevano i nostri nonni. E’ un pianeta diverso e sta cambiando rapidamente.

Così, a parte le soluzioni drastiche, tipo emigrare al Nord, cominciate a pensare a come affrontare le future ondate di calore pericolose, specialmente se non siete più giovanissimi e avete qualche problema di salute. La cosa più semplice è avere l’aria condizionata in casa: vi può salvare la vita. Potete anche fare un isolamento termico alla casa; di per sé non fa molto contro il caldo, ma aumenta l’efficienza del condizionamento. Se avete modo, cercate anche di installare un impianto fotovoltaico sul tetto: vi ripagherà il costo delle bollette causato dal condizionatore e non peggiorerete le cose emettendo ulteriori gas serra. E se potete piantare qualche albero che faccia ombra alla casa, anche quello aiuta.

Non sono soluzioni entusiasmanti, certo. Ma ci sono alternative?Certamente sì. Potete chiudere gli occhi e gridare qualcosa tipo: “Non ci sono prove” oppure, “E’ il sole, non l’uomo” o anche “Sta per arrivare la nuova era glaciale”. Può anche aiutare molto leggere le fesserie sul clima che vi raccontano alcuni. Poi arriverà Settembre e vi dimenticherete del caldo che avete sofferto in estate. E se a Natale ci saranno 20° C direte “Come si sta bene”. In fondo, l’estate del 2018 è ancora lontana.



domenica 27 agosto 2017

Mandare gli Studenti in Discarca




Portare gli studenti a visitare la discarica. Si accorgeranno di quanto è sofisticato e complesso l'impianto di trattamento dei rifiuti. E anche di come si riesca a partire da un cumulo di schifezze, che includono ogni possibile robaccia buttata dai maleducati, per farci un terriccio che poi si può utilizzare in agricoltura. L'impianto puzza? Certo, ma è l'economia circolare, bello mio!












Ringrazio gli Studenti del corso di "Tecnologia dei Materiali Avanzati del corso di laurea in Chimica dell'Università di Firenze