sabato 26 novembre 2011

Climategate 2: la vendetta di Godzilla





Godzilla, mitico mostro del cinema giapponese, qui in un'intepretazione del "Nido del Cuculo"


Da mitici film come "Totò contro Maciste", fino a Godzilla e ben oltre, la tendenza a riutilizzare vecchi personaggi per nuove storie  da parte di gente incapace di inventarsi qualcosa di nuovo e di originale ha creato mostruosità di ogni genere.

La più recente di queste mostruosità è "Climategate2"; un nuovo stracotto di messaggi di posta rubati, vecchi di decenni e sparati sul web - vedi caso - la settimana prima del convegno sul clima di Durban, proprio come il primo minestrone di messaggi era stato sparato una settimana prima del convegno di Copenhagen. Di peggio, in peggio; a ulteriore dimostrazione che i negazionisti climatici non hanno argomenti migliori dell'insulto e del pettegolezzo.

Come intelligenza, sono peggio di Godzilla; si meriterebbero un doppiaggio da parte del "Nido del Cuculo".

giovedì 24 novembre 2011

Monti, la finanza e la fisica

Guest post di Antonio Zecca


di Antonio Zecca - 24 Novembre 2011


Nessuno sa come funzionano le borse, cosa muove da un giorno all’ altro le quotazioni – nemmeno gli economisti. Del tutto oscuri sono i comportamenti dei mercati finanziari: ogni giorno sentiamo le spiegazioni più fantasiose e più improbabili sul perché le borse europeee sono in calo o in salita, sul perché lo spread con i bund tedeschi è aumentato o diminuito.  Coloro che spiegano - o dovrebbero spiegarci – sembrano brancolare nel buio.

Il mercato finanziario è un sistema composto da un numero altissimo di operatori – di solito indipendenti. Sono legati da un unico obiettivo comune: massimizzare ogni giorno i loro propri guadagni.  Sono “di solito indipendenti” ma talvolta si influenzano a vicenda: se il branco comincia ad andare concorde in una certa direzione, altri si accodano (perché pensano che in quella direzione sia il “foraggio”).  Questo comportamento è descritto nelle scienze fisiche e ingegneristiche come un ciclo di retroazione positiva (positive feedback loop). Un tale ciclo è nella maggioranza dei casi un sistema infausto: produce solo danni. Nel caso della finanza, il ciclo non è per sempre – per fortuna degli stessi mercanti finanziari. Viene rotto per esempio quando nel branco qualcuno si accorge che non c’ è foraggio. Una quotazione in borsa, dopo essere schizzata verso l’ alto, discende altrettanto rapidamente. E’ questo meccanismo di feedback positivo che spiega le fluttuazioni selvagge (alto, basso, alto) che vediamo spesso: sono semplicemente la conseguenza dell’ obiettivo unico e del comportamento a branco degli speculatori.  Le fluttuazioni vengono rese ancora più selvagge dal fatto che il numero di operatori è enorme e molto grande è anche il numero dei segnali che sullo scacchiere mondiale vengono considerati ogni giorno come indicatori di foraggio.

Cosa impariamo da questa analisi?  Impariamo (dovremmo imparare) che se un giorno lo spread diminuisce questo è solo marginalmente attribuibile al fatto che Napolitano ha dato l’ incarico a Monti; e se la borsa di Milano va male il giorno dopo, questo ha poco a che fare con l’ ultimo discorso di Napolitano o di Monti. Bisognerebbe guardare a queste fluttuazioni con un pò più di scaltrezza e con nervi saldi. Domani sarà certamente diverso da oggi.  Ricordiamoci che risultati scientifici affidabili hanno mostrato come buona parte degli operatori che decidono del futuro dei vostri risparmi, sono persone schizzate (per evitare termini più forti);  quando addirittura non lavorano sotto l’ effetto di droghe. E’ esperienza confermata il fatto che non si può ragionare con i pazzi: non possiamo cadere nella trappola di seguire gli schizzati nei loro giochini, giorno per giorno.

E allora, non si può prevedere proprio nulla su quello che succederà alle borse e allo spread? In verità qualcosa si può prevedere basandosi su “principi primi”:  cioè su fondamenti ineludibili dagli speculatori. Una considerazione importante deve essere data alle cosiddette “costanti di tempo del sistema”. Sembrano parole turche, ma invece il concetto è basilare: ogni cosa cambia con tempi suoi propri. La febbre non può salire e né scendere in trenta secondi: ci vuole il tempo per “riscaldare o raffreddare” tutto il corpo;  diciamo un’ ora o due. Non vi potete aspettare che la febbre scenda trenta secondi dopo aver preso una aspirina. La vostra auto non può andare da zero a cento in un mezzo secondo: ci vorranno quei 30 secondi – più o meno. Gli effetti del nuovo governo Monti non si potranno vedere in un giorno o due: bisogna aspettare che le fluttazioni dei mercati finanziari si spengano.  Loro ora ci provano: la Nazione la potete visualizzare come un animale ferito (l’ immagine è molto vicino alla realtà) e gli avvoltoi cominciano a beccare quà e là. Nel caso dell’ animale ci vorrà un giorno per rimettersi in piedi e allontanare gli avvoltoi. Per il caso Monti la mia stima è che non ci dovremmo preoccupare di fare un bilancio sulle altalene dei mercati finanziari prima di una o due settimane. Prima di allora qualsiasi alto/basso sarà solo una fluttuazione e andarci dietro sarebbe preoccupazione inutile: scommetto che in capo a 15 giorni molti avvoltoi saranno andati a beccare altre prede. Lo spread, come gli interessi sui nostri titoli di stato, scenderà a livelli ragionevoli – man mano che l’ Italia risalirà dal discredito mondiale in cui era caduta. Il criterio delle “costanti di tempo” dice qualcosa anche sulla situazione pre-Monti. Nei ultimi due o tre mesi sono passate molte “costanti di tempo” di 15 giorni. Quindi in quei mesi abbiamo assistito alle fluttuazioni (non preoccupanti);  ma abbiamo anche visto la nostra credibilità internazionale cadere in continuazione. Gli avvoltoi hanno visto segnali duraturi di assenza del Governo, di assenza di provvedimenti verso il risanamento dei conti pubblici, assenza di misure strutturali e non – nelle direzioni indicate già dall’ estate da Mario Draghi prima e dalla Comunità Europea.  Sanno bene gli avvoltoi che l’ Italia (l’ animale ferito) fuori dall’ Europa è senza protezione. Si sono scatenati all’ assalto. 

Ora nervi saldi e pazienza: oltre alla consapevolezza che nessuno può pensare di uscire da questa buca senza pagare qualcosa.

martedì 22 novembre 2011

Narrativa e scienza nel dibattito sul cambiamento climatico




La notevole diffusione di posizioni anti-scientifiche intorno al cambiamento climatico è dovuta in gran parte al successo di una certa storia complottistica, che dipinge gli scienziati come dei cospiratori del male contro il popolo. I tentativi degli scienziati di rispondere con prove scientifiche agli attacchi non hanno avuto un analogo successo. Recentemente, il lavoro del gruppo Berkeley Earth Surface Temperature  (BEST) ci ha fornito qualche altro elemento di comprensione dei meccanismi di questo scontro. (Post da "Cassandra's Legacy", traduzione di Girolamo Dinninno)


Nell’”Eneide” il poeta Virgilio ci racconta in dettaglio gli infruttuosi tentativi di Cassandra di svelare il trucco ideato da Ulisse per introdurre un cavallo di legno, pieno di guerrieri greci, all’interno delle mura di Troia. I Troiani non erano stupidi: furono raggirati con un inganno. Sulla spiaggia davanti alla città non trovarono solo un cavallo di legno, ma anche un soldato greco, nudo, legato e disperato. I Troiani gli credono quando questi dice di essere vittima di Ulisse e di essere stato lasciato lì in sacrificio agli dèi. Il soldato racconta loro che i Greci hanno ammesso la sconfitta, abbandonando il cavallo di legno sulla spiaggia come offerta per gli dèi, prima di salpare verso casa. I Troiani portano il cavallo dentro la città, e ciò sarà la loro rovina.

Naturalmente questa storia è un’invenzione, ma non è totalmente un racconto di fantasia. Virgilio era un genio della letteratura e l’Eneide è un capolavoro di tutti i tempi. L’episodio del cavallo di legno ci mostra tutti gli elementi della maniera umana di preferire fantasie, rispetto ai fatti. Il traditore greco riesce appieno nel suo intento perché racconta ai Troiani una bella storia che contiene quel che vogliono sentirsi dire: che hanno sconfitto i Greci, e che i Greci sono malvagi. Virgilio si spinge ancora oltre, mostrandoci come il metodo scientifico non sia affatto sufficiente di fronte ad una “bella storia”. Ci racconta che un troiano, Laocoonte, scaglia un giavellotto contro il cavallo dimostrando, con il suono generato, come esso sia cavo all’interno; ma è inutile. Le storie sono semplicemente troppo potenti per essere vinte dai fatti. 

Non è certo una novità, che nella nostra percezione della realtà siamo profondamente dipendenti da elementi non reali. Lo notiamo ogni giorno nel dibattito politico: basato completamente su storie. Il politico di successo è quello che riesce a dipingere la realtà come un bel raccontino: individuando i cattivi, e proponendo la loro punizione (al momento, sembra che i cattivi siano gli scienziati). Più o meno, è la trama di qualunque opera di narrativa: i cattivi attaccano i buoni ed i buoni vincono, semplice-semplice. E la narrativa sembra stia davvero diventando realtà, nel senso che viene recitata proprio come se lo fosse (leggete questo articolo se non siete ancora convinti).

Il caso dello studio del BEST (Berkeley Earth Surface Temperatures) ci mostra qualcosa su come il dibattito sul riscaldamento globale sia condotto in termini di narrativa piuttosto che di scienza. Questo lavoro ha avuto una significativa eco sui media, soprattutto a causa delle precedenti dichiarazioni di scetticismo dello scienziato a capo del team, Richard Muller. Inoltre era sponsorizzato da alcuni enti che in precedenza avevano sostenuto la negazione dell’interpretazione standard dei dati sul clima. Ma, una volta usciti, i risultati del BEST hanno confermato i risultati precedenti: è proprio così, la Terra si sta scaldando.

Gli scettici del riscaldamento globale sono stati chiaramente colti di sorpresa dai risultati del BEST e la loro reazione ci dice parecchio sul loro modo di approcciarsi alla questione. Io mi sarei aspettato che ripiegassero, senza troppo scomporsi, sulla loro seconda linea difensiva, cioè dicendo “sì, la Terra si sta scaldando, ma non è l’attività dell’uomo a causarlo”. Invece hanno reagito con un violento contrattacco verso lo studio BEST e i suoi autori; lo stesso Richard Muller è passato all’improvviso dall’essere un eroe all’essere un traditore, ed ha subìto diffamazioni di ogni tipo (guardate ad esempio questa vignetta). Anthony Watts, del blog Watts up with that, inizialmente aveva dichiarato circa il BEST: “Sono pronto ad accettare qualunque risultato uscirà, anche nel caso che venga dimostrato che le mie posizioni sono errate”. Però, quando i risultati sono usciti, ha cambiato idea, ed il suo sito quasi ogni giorno pubblica attacchi contro Muller e lo studio BEST (guardate, ad esempio, questo).

Era chiaro già prima che quello sul riscaldamento globale non era un dibattito scientifico; ma sta cominciando ad esser chiaro adesso quanto lontana dalla scienza sia la posizione degli scettici. La loro interpretazione della scienza del clima ruota interamente attorno ad un racconto complottistico che dice che un gruppo di scienziati malvagi hanno manipolato i dati storici della temperatura per dimostrare un riscaldamento che non esiste e che sono stati presi con le mani nel sacco quando la loro posta elettronica privata è stata resa pubblica, nello scandalo detto “Climategate”.

Vedete bene come questa storia abbia tutti gli elementi per vincere sui fatti. Racconta alla gente quel che la gente vuol sentire: che i cattivi (gli scienziati) sono stati sconfitti, e che il riscaldamento globale non è nulla di cui preoccuparsi. Non c’è da meravigliarsi del fatto che i negazionisti non vogliano abbandonarla. Non sarebbe per loro la stessa cosa, se fossero costretti a combattere la scienza del clima sulla questione della responsabilità o meno dell’attività umana sul riscaldamento. Diventerebbe una guerra dei fatti contro dei fatti, dato che su questo argomento non esiste un’equivalente affascinante storiella che racconti quanto siano malvagi gli scienziati (a dire il vero una c’è: dice che gli scienziati hanno ignorato i dati secondo i quali nel “periodo caldo medievale” faceva più caldo di oggi. Ma è una storia molto meno efficace di quella del Climategate).

Sono talmente tanti gli elementi che dimostrano come la Terra si stia scaldando, che si fa fatica a credere che gli scettici riescano ad avere così successo con il loro atteggiamento negazionista. Non è che siano loro particolarmente bravi; più che altro, è che gli scienziati sono dei cattivi comunicatori ed hanno trascurato l’importanza del contenuto emozionale dei propri messaggi. Finora, hanno sempre ritenuto di doversi preoccupare solo dei fatti e della loro interpretazione scientifica (è così che son fatti i report dell’IPCC); poi, qualcun altro avrebbe costruito qualche racconto sul loro lavoro. Be’, stiamo scoprendo che il mondo non funziona così – almeno, non più.

Il racconto è un mezzo potentissimo per convogliare i messaggi. Sfrutta dei canali già aperti nella mente umana. E’ tramite i racconti che si può richiamare il buono che esiste negli esseri umani, la loro attitudine a darsi da fare per una giusta causa, a cooperare, ad aiutare i bisognosi. Pensate solo al “Gettysburg Address” (il discorso che A. Lincoln tenne al cimitero militare di Gettysburg in Pennsylvania il 19 nov 1863, ndt) e vedrete come può un vero leader utilizzare un potente approccio narrativo per una buona causa. Abbiamo moltissimi modi per sviluppare “storie” che non siano in contrasto con la scienza. E abbiamo da raccontare la storia più meravigliosa di tutte: quella di un intero pianeta, che comprende miliardi di anni e che stiamo solo iniziando ora a capire.


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Il caso dello studio del BEST può fare per noi ancora di più: può fornirci una contro-storia specifica, da usare nei confronti di quella del Climategate. Se vi siete mai trovati coinvolti in un dibattito sul riscaldamento globale, di sicuro prima o poi avete avuto di fronte qualcuno che diceva “però ho sentito che gli scienziati del clima hanno confessato di aver manipolato i dati”. Fino ad oggi, tutto ciò che potevate fare era controbattere usando fatti reali; potevate rispondere solo “non è provato che gli scienziati abbiano manipolato i dati”. Ma questo significa snocciolare fatti di fronte ad una storiella e, come abbiamo visto, la storiella vince. Adesso, dopo i risultati del BEST, potreste invece rispondere qualcosa come: “sai, le stesse persone che sostenevano che gli scienziati avessero manipolato i dati hanno commissionato uno studio che avrebbe dovuto dimostrarlo. Buffo, il risultato di questo studio è che i dati erano buoni! La Terra si sta riscaldando davvero”. Non è una bella storia da raccontare?


Pubblicato su Cassandra’s Legacy e su Planet 3.0 il 2 novembre 2011. Traduzione di Girolamo Dininno

domenica 20 novembre 2011

La Terra Svuotata

Esce in questi giorni il mio nuovo libro "La Terra Svuotata". Un bel po' di sangue, sudore e lacrime che il libro mi è costato in questa torrida estate. Ora, per fortuna, è finito

Come vi potete immaginare dal titolo, è una storia delle miniere e dei minatori che parte dalle prime miniere di selce di oltre 10.000 anni fa e arriva alla situazione attuale dove la corsa all'estrazione sta svuotando la terra dei tesori minerali che si erano accumulati nel corso di miliardi di anni di attività geologica. Il libro riprende ed espande anche alcuni dei temi del mio primo libro, "La Fine del Petrolio" del 2003. Si parla anche di energia rinnovabile, delle prospettive della sostenibilità in un mondo svuotato delle sue risorse minerali, dell'immancabile "Limiti dello Sviluppo". Insomma, è un po' un compendio dell' "UgoBardiPensiero".


Per questo libro, devo ringraziare moltissime persone per il loro contributo. In particolare, il titolo mi era costato lunghe elucubrazioni che non mi avevano portato a niente, finché Toufic El Asmar non è venuto fuori con il suggerimento giusto. Ringrazio anche Luca Mercalli per la prefazione come pure tutti i membri di ASPO-Italia.

Di seguito qui, la descrizione sul sito di Editori Riuniti.




[...] Le preoccupazioni sull'esaurimento del petrolio sono all'ordine del giorno, ma sono solo una parte di un problema molto più grande. Quando si esauriranno i minerali? Partendo da questa domanda, Ugo Bardi costruisce un racconto di tutta la storia dell'attività mineraria umana, dall'età della pietra fino al petrolio ai nostri giorni. Abbiamo ancora tante cose da scavare e tanto petrolio da estrarre ma, in tempi non lunghissimi, ci troveremo di fronte al limite della capacità umana di sfruttare il nostro pianeta per le sue risorse minerali. Sarà la “fine del popolo dei minatori” che ci porterà a percorrere strade nuove e sconosciute per tenere in piedi la nostra civiltà. [...]

[...] I cambiamenti causati dall'attività estrattiva umana sono qualcosa che non si era mai verificata con la rapidità attuale in centinaia di milioni di anni di storia planetaria. Questi cambiamenti stanno trasformando la Terra in un pianeta completamente diverso. Non è detto che questo nuovo pianeta che noi stessi stiamo creando non si riveli ostile alla vita umana. Che ci piaccia o no, l'ambiente non è un giocattolo per gli ambientalisti. L'ambiente è quella cosa che ci fa vivere. E noi stiamo giocando con questa cosa che ci fa vivere come se non avesse nessuna importanza. In questo libro troverete una descrizione della situazione petrolifera e di tutte le risorse naturali, minerali e rinnovabili. Ci troverete le ragioni che ci spingono a dipendere così totalmente da risorse insostituibili e non rinnovabili. Ci troverete come la nostra fissazione con il petrolio ci stia conducendo a uno scontro con l'ecosistema causato dall'esaurimento e dall'inquinamento; uno scontro che non possiamo vincere, comunque vada. E, infine, ci troverete qualche nota sul futuro che forse vi potrà essere utile. Come si sa, il futuro non si può prevedere, ma riguardo al futuro si può essere preparati. [...]

(Dall’introduzione dell’autore)


Ugo Bardi, è docente dal 1990 presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze. La sua carriera precedente include periodi di studio e insegnamento presso le università di New York, Marsiglia, Berkeley e Tokyo. Attualmente si occupa di nuove tecnologie energetiche e di politica dell’energia È membro dell’associazione ASPO, un gruppo di scienziati indipendenti che studiano le riserve di petrolio mondiali e il loro esaurimento. Ha pubblicato: La fine del petrolio, Editori Riuniti, 2003; Il libro della Chimera, Edizioni Polistampa Firenze, 2008; con Giovanni Pancani, Storia petrolifera del bel paese, Edizioni Le Balze, 2006; The Limits to Growth Revisited, Springer Briefs in Energy, 2011.

INDICE

9 Prefazione di Luca Mercalli


11 Introduzione

Parte prima. Minerali

19 Il popolo dei minatori
59 Il regalo di Gaia: l'origine dei minerali
83 La macchina mineraria universale: energia ed estrazione

Parte seconda. Energia

113 L'ankus del re: la storia dei combustibili fossili
143 Il genio dell'energia: uranio e l'ultima speranza per la crescita
173 L'oca nella bottiglia: le energie rinnovabili

Parte terza. Sostenibilità

217 Balene e barili: come si esauriscono le risorse
242 L'isola degli angeli: modelli del mondo
267 Il cuculo che non voleva cantare; oltre il collasso

287 Conclusione

mercoledì 16 novembre 2011

La caduta di Berlusconi: "il picco dei maschi"?


Alla domanda "cosa è meglio nella vita?" Conan risponde "schiacciare i tuoi nemici, vederli scappare davanti a te, sentire il lamento delle donne" (da "Conan il barbaro", 1982). Questo tipo di stile macho era probabilmente fuori moda già ai tempi d'Atlantide, sicuramente lo è ancor di più ai giorni nostri. Così, la caduta di carti potenti "maschi alfa", come Silvio Berlusconi (e, all'inizio di quest'anno, di Dominique Strauss Kahn) può essere un segno d'un cambiamento in corso: questo genere di leader aggressivi potrebbero essere obsoleti.

I leader politici moderni sembrano essersi evoluti, nel corso degli anni sviluppando la capacità di condurre gli uomini in battaglia. Siete mai stati vicino ad un leader politico d’alto livello? Emanano carisma tutt'intorno. Sono aggressivi, sicuri di sé e spesso mostrano una forte pulsione sessuale -  potrebbero anche essere donnaioli seriali, come Berlusconi e Strauss Kahn. Eppure potremmo non aver più bisogno di loro: lo sviluppo della guerra robotica potrebbe segnare la loro fine. Con i robot che combattono, i controllori possono sedersi comodamente in stanze munite d'aria condizionata e bere caffè mentre  uccidono persone con la semplice pressione di un pulsante. E' un altro modo di fare la guerra: è più il lavoro di una ditta di derattizzazione che il genere di attività gloriosa che era la guerra di una volta. Le persone impegnate in questa attività non hanno bisogno d’essere dei tipi macho alla Conan e, per loro, essere donnaioli seriali è sicuramente uno svantaggio. Questo, per lo meno, è stato il caso di Berlusconi, benché non l'unica ragione della sua caduta.

Quindi, in analogia con il concetto di "picco del petrolio", potremmo pensare ad un picco seguito da un declino della presenza di questa tipologia di maschi nei massimi livelli dei governi. Forse, possiamo chiamarlo "il Picco dei maschi".


Traduzione da "Cassandra's Legacy" di Andrea Schenone

I risultati BEST: il metodo scientifico funziona.



Un'impressionante animazione dei risultati dello studio indipendente sulle temperature terrestri pubblicati recentemente da un team di ricercatori indipendenti ("BEST"). I dati confermano qualcosa che era già ovvio da molto tempo: la Terra si sta scaldando.


I recenti resultati ottenuti dal team di Berkeley (BEST) confermano che la Terra si sta scaldando.
Non è certo sorprendente; lo sapevamo da decenni. Quindi, cosa c'è di così speciale in questi risultati?

Un punto è, naturalmente, l'evidente scompiglio nella tribù degli scettici, poiché essi avevano chiaramente riposto grandi speranze su questo studio. Ma questo è un fenomeno a breve termine, poiché stanno rapidamente serrando le fila e riavviando la macchina crea-dubbi. Piuttosto, ciò che è interessante nello studio BEST, credo, è un'ulteriore dimostrazione di come funzioni bene il metodo scientifico (*).

Pensateci: lo studio BEST è partito in pompa magna come un nuovo studio realizzato de persone che si autodefinivano “scettiche”. Doveva essere la parola finale sul fatto che la Terra si stesse riscaldando o meno e indicazioni chiare erano state mandate dagli esecutori sul fatto che avessero forti sospetti che decenni di lavoro degli scienziati del clima fossero fortemente condizionati da un fenomeno trascurato conosciuto come “Urban Heat Island” - UHI – (Isola Urbana di Calore). Considerando alcune dichiarazioni precedenti del team leader di BEST, Richard Muller, come pure alcune delle fonti finanziarie dello studio, non si partiva sotto i migliori auspici.

Ma, invece, il team è stato gestito da professionisti ed ha lavorato professionalmente, applicando il metodo scientifico. Almeno tre diversi team hanno lavorato prima di BEST esaminando i dati forniti dalle stazioni di misurazione della temperatura. Tutti hanno usato il metodo scientifico, proprio come ha fatto il team BEST. Alla fine, tutti e quattro i team sono arrivati agli stessi risultati. L'influenza dell'UHI non esiste (o, per meglio dire, ne è stato tenuto conto correttamente nel trattamento dei dati). Visto? Il metodo funziona.

Ma poi, perché discutere così tanto? Cosa aveva fatto pensare al team BEST che i precedenti studi fossero sbagliati? E cosa ha fatto pensare ai critici dello sforzo di BEST che esso sarebbe stato prevenuto in favore dell'anti-scienza? Be', è un fatto che gli scienziati sono esseri umani ed hanno i loro personali pregiudizi. Ci sono due categorie di pregiudizi scientifici tipici: uno è quando un vecchio scienziato diffida di qualsiasi cosa sia nuovo; è la sindrome “non misurato qui”. Entro certi limiti, questa è una sindrome mostrata da Richard Muller in diverse delle sue dichiarazioni pubbliche, ma in ultima analisi non ha influenzato il lavoro del team.

L'altra categoria di pregiudizio si verifica quando gli scienziati risultino essere dei facili creduloni in materie sulle quali non sono esperti. Questo è chiaro, fra i tanti esempi, nel recente caso dell' "E-Cat", il dispositivo che è stato presentato come capace di produrre energia attraverso reazioni di fusione nucleare. Questo tipo di pregiudizio è speculare a quello descritto prima; qui, uno scienziato può prendere posizione sulla base di dati incompleti ma “misurati qui.” Alla fine, tuttavia, anche questo pregiudizio può essere corretto dal metodo scientifico.

Così, abbiamo un buon metodo che possiamo usare per capire cosa sta accadendo intorno a noi e quali problemi affronteremo in futuro. Possiamo usare il metodo scientifico per agire per evitare gli effetti negativi del cambiamento climatico e dell'esaurimento delle risorse. Il problema? Non lo stiamo usando.



(*) Ma cos'è esattamente il metodo scientifico? Non è molto semplice a dirsi quanto potrebbe sembrare, poiché diversi campi scientifici richiedono diversi approcci e la descrizione completa del metodo richiede un articolo piuttosto lungo su Wikipedia – per non parlare dei tanti libri e studi che sono stati dedicati a questo tema. Ma penso che c'è un singolo punto fondamentale nel metodo: le evidenze sperimentali vengono sempre prima delle teorie. In altre parole, la realtà trionfa sempre sulle speranze. E' un approccio che ci difende dai pregiudizi ideologici che sono parte del nostro modo di pensare.


domenica 13 novembre 2011

ASPO-Italia 5: oltre il picco del petrolio




Toufic El Asmar, ricercatore presso la FAO e vicepresidente di Aspo Italia, parla al quinto convegno dell'associazione a Firenze. Cambiamento climatico ed agricoltura sono stati i principali argomenti del suo intervento.



Il Picco del petrolio è ormai alle nostre spalle. Questo è ciò che sembra essere chiaro da quanto è stato detto al quinto convegno della sezione italiana dell'associazione per lo studio del picco del petrolio (ASPO), tenutosi a Firenze il 28 Ottobre. Già nel primo intervento dell'incontro, quello tenuto da Ian Johnson, segretario del Club di Roma, l'enfasi non è stata sul petrolio, ma sui problemi finanziari che il mondo sta affrontando. Questo punto è stato trattato anche da Nicole Foss del blog "The Automatic Earth" che ha parlato del totale ed imminente collasso del sistema finanziario mondiale.

Un altro punto discusso in modo esteso al convegno è come il picco stia portando l'industria del petrolio ad estrarre e trasformare risorse inefficienti ed inquinanti e come ciò sia causa di un peggioramento del problema dei cambiamenti climatici. Questa era la ragione che ha portato ASPO-Italia ad organizzare questo convegno unitamente a "Climalteranti", un gruppo di scienziati del clima Italiani. Almeno la metà degli interventi al convegno erano specificamente dedicati al cambiamento climatico e la questione climatica era praticamente presente in ogni presentazione. Dati recenti indicano un notevole salto in avanti nella concentrazione di CO2 nell'atmosfera a conferma che questa tendenza è in corso.

Il picco del petrolio sta condizionando anche l'agricoltura, come riferito dal vicepresidente dell'associazione, il Dott.Toufic El Asmar, che è anche ricercatore presso la Food and Agricolture Organization (FAO) a Roma. Il problema non è ancora percepito dalla maggioranza delle persone che hanno a che fare con la sostenibilità, ma è chiaro che è enorme. L'agricoltura, per com'è strutturata oggi, non può sopravvivere senza combustibili fossili ed il danno causato dai cambiamenti climatici potrebbe essere devastante.

Un altro punto discusso ampiamente ad ASPO-Italia 5 è stato il problema della comunicazione. Come trasformare i nostri modelli in azioni concrete? Questo si rivela essere un problema estremamente complesso e difficile. Non che non ci abbiamo lavorato. Pietro Cambi, membro di Aspo-Italia, ha stimato nel suo intervento che una persona su tre in Italia è stata esposta almeno una volta ai messaggi sul picco del petrolio durante gli ultimi 5 anni, come risultato del lavoro di ASPO e di associazioni e persone ad essa vicine. E' un notevole risultato, considerando che ASPO-Italia è un'associazione di volontari che opera con risorse finanziarie minime. Tuttavia, l'impatto del nostro messaggio non si manifesta; non ancora, almeno.

Per esempio, i politici del Consiglio Regionale della Toscana hanno fatto di tutto per stare alla larga dal convegno di ASPO-Italia, nonostante il fatto che si tenesse vicino al palazzo principale della Regione Toscana e che fosse un convegno di alto livello internazionale che vedeva la presenza di diversi scienziati di alto livello. La sola eccezione è stata Mauro Romanelli, consigliere regionale per il partito dei Verdi, evidentemente più illuminato degli altri. In Italia, come ovunque, sembra che la parola magica che risolve tutti i problemi sia “crescita”. Essere visti in compagnia di Cassandre e catastrofisti dev'essere ancora considerato un buon modo per rovinarsi la carriera.

Alla fine dei conti, sembra che il picco del petrolio abbia generato una dura reazione da parte dei sistemi industriale, finanziario e politico. Ha causato un movimento contro l'esaurimento che investe più risorse nell'estrazione, nonostante i costi in aumento ed il risultante danno ambientale. Ian Johnson ha esposto molto chiaramente questo punto nel suo intervento. Anni fa, quando era vicepresidente della Banca Mondiale, era stata fatta una stima di quale fosse il prezzo del petrolio che, una volta raggiunto, avrebbe reso l'energia rinnovabile competitiva sul mercato. Ma, quando questo prezzo è stato raggiunto, quello che è accaduto è che le compagnie petrolifere hanno abbandonato i loro programmi per le energie rinnovabili per concentrarsi sulle nuove fonti petrolifere. Non importa quanto sporche e costose possano essere queste risorse, è ancora possibile ricavarne un profitto, a patto che l'industria non debba pagare per i costi dell'inquinamento. Come di fatto è il caso, sfortunatamente.

Quello che stiamo vedendo è uno sforzo tremendo per mantenere livelli di estrazione perlomeno costanti, anche a costo di demolire l'economia mondiale ed anche degli ecosistemi planetari. Sembra essere un classico esempio di ciò che chiamo “effetto Seneca”, che significa scambiare qualche anno ancora di relativa stabilità con un più rapido declino in seguito. Così, stiamo reagendo al picco del petrolio nel peggiore dei modi.

Il convegno è stato organizzato in gran parte da Luca Pardi, che è anche il nuovo presidente di ASPO-Italia. Ha preso il posto di Ugo Bardi che è stato presidente per otto anni. Il convegno è stato organizzato congiuntamente con il gruppo di Climalteranti e sponsorizzato dal Sig. Mauro Romanelli, consigliere regionale per il partito dei Verdi, che ha fornito la prestigiosa "Sala delle feste" di "Palazzo Bastogi" a Firenze, dove il convegno ha avuto luogo.

Traduzione a cura di Massimiliano Rupalti