martedì 22 febbraio 2011

L'armata dei robot negazionisti

Siamo attaccati dai robot negazionisti?


Arrivano dal web notizie assai strane e preoccupanti sull'uso di programmi molto sofisticati per inquinare il dibattito su internet. Ne trovate notizia, per esempio,  sul "Daily Kos" oppure su "Climate Progress". Sono i "denier bot", i robot negazionisti all'attacco.

Recentemente sono stati resi pubblici alcuni messaggi interni a una ditta che si chiama HBGary specializzata in comunicazione. Parlano di creare una vera e propria armata di "marionette digitali" (sockpuppet) con lo scopo di invadere gli spazi di discussione di internet con un gran numero di false personalità - tutte dedicate a spargere notizie false e opinioni contraffatte, soprattutto in campi come la difesa dell'ambiente, il cambiamento climatico e cose del genere.


Certe cose fanno impressione, per esempio, su "DeSmog Blog" leggiamo che questi parlano di:

"... creare un esercito di marionette dotate di un sofisticato software di  “gestione del personaggio" che permette a un piccolo gruppo di solo poche persone di apparire come se fossero tanti, allo stesso tempo evitando che i personaggi si sovrappongano uno sull'altro. Poi, in più, il gruppo può automatizzare alcune funzioni, cosicché un solo personaggio può apparire come un'intera rivolta di colletti bianchi."

Non è chiaro se questo tipo di software esista veramente e se venga utilizzato. Ma, sicuramente, è possibile realizzarlo.

Se questo tipo di cose si diffonde (e forse si è già diffuso), le conseguenze saranno (sono?) pesanti per quello che noi continuiamo a chiamare il "dibattito." Pensiamo che quelli che ci parlano su internet nei commenti e nei gruppi di discussione siano esseri umani e come tali meritevoli di risposta. E invece non lo sono. Camminano tra di noi.

In Italia, per fortuna, sembra che a queste cose non siamo ancora arrivati, per ora. Invece dei sofisticati robot-negazionisti ci dobbiamo contentare del nostro Claudio Costa che, in confronto, fa quasi tenerezza. Ma ho il dubbio che arriveranno presto anche da noi.

Vi passo qui l'articolo di Desmog blog - da meditare.
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Are Climate Deniers and Front Groups Polluting Online Conversation With Denier-Bots?

 
There appears to be an increasingly sophisticated and planned effort by conservatives and polluter front groups to use “persona management” software to pollute social media outlets and website comment forums with auto-generated sockpuppet swarms designed to mislead and misrepresent real people.

Leaked emails from Aaron Barr, CEO of a federal subsidiary for HB Gary, disclose the latest efforts and technology used underhandedly for “ganging up on bloggers, commenters and otherwise ‘real’ people to smear enemies and distort the truth.”

This phenomenon was first reported by Happy Rockefeller over at Daily Kos.

ClimateProgress is following this issue, particularly when it comes to the online discussion about climate change, noting that readers joke about pre-programmed ‘denier-bots’ and “how the same arguments and phrasings keep cropping up in the comments’ section of the many unmoderated news sites on the web.”

While proof that some of our democratic debate is artificial may come as a revelation for some, and be unsurprising for others, the implications are significant. It is increasingly difficult to know with any certainty whose comments are real, and it is undeniable that some readers are susceptible to bandwagon mentality when they see large amounts of comments and ‘support’ for particular interests. The Koch Brothers with their many campaigns of disinformation are master manipulators of debate and are merely one, albeit a high-profile example, of human and media manipulation.

The following excerpts come from Happy Rockefeller’s discussion: 

…HB Gary people are talking about creating “personas”, what we would call sockpuppets. This is not new. PR firms have been using fake “people” to promote products and other things for a while now, both online and even in bars and coffee houses.

But for a defense contractor with ties to the federal government, Hunton & Williams, DOD, NSA, and the CIA –  whose enemies are labor unions, progressive organizations,  journalists, and progressive bloggers –  a persona apparently goes far beyond creating a mere sockpuppet.

According to an embedded MS Word document found in one of the HB Gary emails, it involves creating an army of sockpuppets, with sophisticated “persona management” software that allows a small team of only a few people to appear to be many, while keeping the personas from accidentally cross-contaminating each other. Then, to top it off, the team can actually automate some functions so one persona can appear to be an entire Brooks Brothers riot online.

Persona management entails not just the deconfliction of persona artifacts such as names, email addresses, landing pages, and associated content.  It also requires providing the human actors technology that takes the decision process out of the loop when using a specific persona.  For this purpose we custom developed either virtual machines or thumb drives for each persona.  This allowed the human actor to open a virtual machine or thumb drive with an associated persona and have all the appropriate email accounts, associations, web pages, social media accounts, etc. pre-established and configured with visual cues to remind the actor which persona he/she is using so as not to accidentally cross-contaminate personas during use.


This is an excerpt from one of the Word Documents, which was sent as an attachment by Aaron Barr, CEO of HB Gary’s Federal subsidiary, to several of his colleagues to present to clients:


To build this capability we will create a set of personas on twitter,‭ ‬blogs,‭ ‬forums,‭ ‬buzz,‭ ‬and myspace under created names that fit the profile‭ (‬satellitejockey,‭ ‬hack3rman,‭ ‬etc‭)‬.‭  ‬These accounts are maintained and updated automatically through RSS feeds,‭ ‬retweets,‭ ‬and linking together social media commenting between platforms.‭  ‬With a pool of these accounts to choose from,‭ ‬once you have a real name persona you create a Facebook and LinkedIn account using the given name,‭ ‬lock those accounts down and link these accounts to a selected‭ ‬#‭ ‬of previously created social media accounts,‭ ‬automatically pre-aging the real accounts.


In another Word document, one of the team spells out how automation can work so one person can be many personas:


Using the assigned social media accounts we can automate the posting of content that is relevant to the persona.  In this case there are specific social media strategy website RSS feeds we can subscribe to and then repost content on twitter with the appropriate hashtags. In fact using hashtags and gaming some location based check-in services we can make it appear as if a persona was actually at a conference and introduce himself/herself to key individuals as part of the exercise, as one example.  There are a variety of social media tricks we can use to add a level of realness to all fictitious personas.
There is no solution to this sort of third party and vested interest manipulation, but certainly making more people aware that this is a major issue is a great start to ensuring our conversation is real, and not overrun with denier bots.

lunedì 21 febbraio 2011

Effetto serra e CO2: come NON volevasi dimostrare


Ultimamente, è venuto di moda "dimostrare" che l'effetto serra non esiste. Di solito, i diversamente esperti di scienza lo fanno con elucubrazioni insensate ma, occasionalmente, qualcuno di loro prova a fare degli esperimenti. La foto che vedete qui sopra si trova in fondo a un articolo totalmente delirante di W.R Pratt, che, non vedendo alcun effetto del CO2 sulla temperatura delle bottiglie,  conclude che le sue pseudo-teorie sono corrette. Ma esperimenti mal congegnati daranno sempre risultati sbagliati. Non si può dimostrare gran che a proposito del riscaldamento globale planetario con due bottiglie di plastica - si riesce soltanto a dimostrare la tendenza umana a credere a quello che fa piacere credere. Questo vale soprattutto per i contraristi climatici ma anche, a volte, per persone che si qualificano come scienziati seri e che dovrebbero mettere più attenzione in certe cose.


Sul web potrete trovare diversi esperimenti casalinghi che hanno la pretesa di dimostrare l'esistenza (o la non esistenza) dell'effetto serra planetario. E' un campo dove anche i diversamente esperti di scienza, occasionalmente, si sporcano le mani.

Così, potete trovare almeno due esperimenti sul web dove si "dimostra" l'inesistenza del concetto stesso di effetto serra. Uno è quello di W.R Pratt (che vedete nella figura all'inizio). Un altro esperimento simile lo trovate su youtube fatto con due sacchi di plastica. In entrambi, non si vede nessun aumento di temperatura nel recipiente che contiene il CO2 una volta esposto al sole.

Viceversa, ci sono diversi esperimenti dove si vede un aumento di temperatura molto netto della bottiglia con il CO2 una volta che i due recipienti sono esposti alla luce; anche in condizioni molto simili a quelle dei due esperimenti di cui sopra (Uno lo trovate in questo film con una signora che usa termometri digitali e un data logger - vedi più in basso.)

Come mai certe volte si vede un effetto e certe volte no? Bene, mi ci sono grattato sopra un po' la testa e alla fine ho deciso di provare anch'io. Vedete in queste immagini il set-up sperimentale che ho messo insieme nelle foto qui accanto, molto simile a quello dei test che si vedono su internet. Due recipienti di PET, il CO2 generato con il bicarbonato, due lampade da 40 watt e misure fatte con un paio di termocoppie. Ho fatto diverse prove e sono arrivato ad alcune conclusioni interessanti.

La prima è che i contraristi stile Pratt hanno riferito risultati veri - a loro onore! Vale a dire, nelle loro condizioni sperimentali non si può vedere nessun effetto riscaldante dovuto alla CO2 e infatti non lo hanno visto. Questo non vuol dire che l'effetto non c'è, ma che per vederlo l'esperimento va fatto con alcune precauzioni.

Ho trovato che la cosa importante per vedere l'effetto è che ci sia un assorbitore di radiazione che riemette nell'infrarosso. Infatti, se vi ricordate bene, il riscaldamento globale avviene per effetto della riemissione di infrarosso dalla superficie terrestre - ed è questa radiazione che viene trattenuta dal CO2; scaldando l'atmosfera.

Nel mio caso, ho messo un feltro nero in fondo alla bottiglia a fare da riemettitore. Senza feltro, non si riesce a vedere nessun effetto significativo (a conferma dei risultati dei contraristi). Invece, con il feltro si vede abbastanza bene un riscaldamento di almeno un grado nel recipiente dove arriva il CO2. E' un effetto debole, ma abbastanza netto.

A conferma dei risultati che ho visto io, c'è un esperimento pratico che trovate a C. F. Keating, “A simple experiment to demonstrate the effects of greenhouse gases,” Phys. Teach. 45, 376–378, ͑2007͒ (un link qui) dove si usa Coca Cola per generare il CO2 direttamente all'interno della bottiglia. Non ho provato a rifare questo esperimento, ma dovrebbe funzionare. Ma qui è la Coca Cola stessa che fa da assorbitore - infatti è di colore scuro.

Ma, allora, come sta che c'è gente che ha visto un effetto del CO2 senza un'assorbitore? (come qui - vedi anche in fondo) Beh, non posso che concludere che sono degli imbrogli - in certi casi bene intenzionati, ma sembre degli imbrogli. Dalle prove che ho fatto, vedere un effetto significativo in quelle condizioni è impossibile. L'effetto è dovuto, molto probabilmente, al fatto che le due lampade sono mal posizionate. Metterle alla stessa distanza dai recipienti è cosa estremamente critica e anche molto difficile. Pochi millimetri possono falsare tutto l'esperimento - provateci anche voi e ve ne accorgerete. Infatti, se guardate bene il film della signora sembra proprio che una delle due lampade è più vicina al recipiente dell'altra. Non so cosa ne pensate voi, ma mi sembra un trucchetto squallido.

Tutto spiegato, allora? Sembrerebbe che abbiamo dimostrato che, se facciamo le cose bene, l'effetto del CO2 sulla temperatura si vede e quindi abbiamo "dimostrato" che l'effetto serra radiativo esiste.

Ahimé, no. Le cose non sono così semplici. Wagoner e altri sono andati a fare le pulci a questo esperimento e hanno dimostrato che l'effetto che si vede in questi test è dovuto più a una variazione delle proprietà convettive del gas che alle proprietà radiative. Ovvero, siccome il CO2 è più pesante dell'aria, la convezione è ridotta per cui è questo l'effetto riscaldante principale. Questa conclusione è valida nelle loro condizioni sperimentali (riscaldamento a meno di 30 gradi C e recipiente aperto). Non è detto che lo sia nelle condizioni che ho usato io; ovvero riscaldamento a circa 60 gradi C e recipiente chiuso). Ma, insomma, è chiaro che l'effetto che vediamo è molto più complesso di quanto non sembri e che le due bottiglie hanno ben poca relazione con l'atmosfera terrestre. Non bastano certo a dimostrare che il riscaldamento globale è causato dall'attività umana di emissioni di CO2. La questione del riscaldamento dell'atmosfera è enormemente complessa e non la si può riprodurre in una bottiglia o comunque in un recipiente che sta in un laboratorio.

Alla fine dei conti, più che altro queste "dimostrazioni" dimostrano la tendenza umana a credere alle cose a cui fa piacere credere. Questo vale soprattutto per i contraristi; che di regola credono soltanto agli esperimenti (sbagliati) che danno ragione alle loro tesi. Ma è possibile imbrogliare anche dalla parte opposta, cercando di dimostrare qualcosa non dimostrabile con la tecnica usata.

Ricordiamoci anche che la fisica dell'atmosfera è basata su prove sperimentali e modelli teorici ben assodati - non certo su test fatti con bottiglie di plastica. E' la stessa cosa per la fisica del sistema solare che non è certo basata su osservazioni fatte su una mela che cade. Per vedere un esperimento ben fatto sulle proprietà radiative del CO2, potete andare a vedere questo film di Ian Stewart.




E, per finire, ecco l'esperimento della signora con il datalogger che, a mio parere, è un imbroglio.

http://www.youtube.com/watch?v=Ge0jhYDcazY&feature=player_embedded

sabato 19 febbraio 2011

Segare il ramo su cui stai seduto


Immagine da "wildolive"


-Che il ramo cada è soltanto una teoria.

- I rami nella foresta sono sempre caduti.

- Sono stato qui a segare per un bel po', e ancora non è successo niente.

- Bisogna studiare ancora molto le leggi del ramo prima di poter essere sicuri che debba cadere.

- Sappiamo che nel passato i rami tendevano a crescere. In effetti, è probabile che andiamo verso una nuova era di ramo sempre più grosso.

- Al Gore è grasso, per questo il ramo non può cadere.

- Siamo in primavera, non vedi che spuntano nuove foglie? Il ramo sta bene.

- Ehi, ma non pensi ai posti di lavoro per i boscaioli?

- E' una cosa giusta da fare: si chiama potatura. 

- Smettere di segare sarebbe un danno per l'economia perché ridurrebbe le vendite della segatura.

- Non c'è prova che l'effetto della sega sia di aumentare le dimensioni del taglio.

- Ho visto dei messaggi che si sono scambiati le guardie forestali dieci anni fa. Parlavano di nascondere la crescita dei rami.

mercoledì 16 febbraio 2011

Il clima e i nostri corpi III: Il mito vegetariano.


Questo post fa parte di una serie dedicata al concetto che il corpo umano somiglia al sistema climatico nel senso che sono entrambi "sistemi complessi." Ovvero, sono sistemi dominati da interazioni che si rinforzano o si smorzano fra loro, generando un comportamento difficile da prevedere e da gestire. Mediamente, non siamo molto bravi a capire come funzionano i sistemi complessi e questo lo si vede sia da come gestiamo il clima terrestre, sia da come molti di noi gestiscono i propri corpi. Questo post, in particolare, è dedicato a una discussione del libro di Lierre Keith "Il mito vegetariano".
(altri post di Ugo Bardi su questo argomento si trovano qui e qui)


Con gli anni, mi sto convincendo sempre di più che c'è soltanto una cosa che ci può salvare dal pasticcio in cui ci siamo messi per tante cose; dal cambiamento climatico all'esaurimento delle risorse. E' il metodo scientifico; quel pensiero rigoroso che ci può far capire cosa succede in un mondo che, altrimenti, non può che apparire insensato.

Il metodo scientifico non basta da solo, certo. Ci vuole anche quella cosa che si chiama etica per farci agire come esseri umani. Ma, pensateci un attimo, l'etica da sola, cosa sarebbe senza una guida che ci dice se quello che stiamo facendo è veramente la cosa buona che pensiamo che sia?

Un esempio: non credete che nel passato ci siano state persone che credevano in buona fede che le streghe esistessero? E se uno crede una cosa del genere, non deve concludere che ammazzare le streghe è necessario per il bene di tutti? Cosa ci tiene a distanza dal legare a un palo delle donne e bruciarle se non le cose che sappiamo di come funziona il mondo reale, delle leggi della fisica?

Per fortuna, bruciare le streghe è una cosa che è passata di moda, ma la nostra società rimane profondamente ignorante dal punto di vista scientifico. Per via di questa ignoranza ci stiamo comportando come il classico rinoceronte nel negozio di bicchieri. Facciamo danno al pianeta e a noi stessi senza neanche rendercene conto. Alle volte, lo facciamo credendo sinceramente di far bene, come quando si bruciavano le streghe.

Il libro di Lierre Keith, "Il Mito Vegetariano" è centrato proprio su questo punto: su un comportamento che parte da ottime intenzioni dal punto di vista etico, ma che si scontra spesso con la realtà fisica delle cose. Keith dice esplicitamente: "la mia divergenza con i vegetariani non è per ragioni etiche, ma è un fatto di dati"

Ci sono molte ragioni per essere vegetariani o anche vegani - la versione estrema del vegetarianismo che rifiuta ogni alimento di origine animale. C'è chi sostiene che la dieta vegetariana e quella quella vegana sono salutari e fanno stare bene e vivere a lungo. Ma, quasi sempre, c'è un forte fattore di tipo etico che spinge a essere vegetariani. Comunemente, si ritiene che una dieta vegetariana impatti di meno sull'ecosistema planetario. Quest'ultima argomentazione è sostenuta dall'osservazione che la produzione di calorie di origine animale è meno efficiente di quella delle calorie di origine vegetale. Allora, l'idea è che, se tutti fossimo vegetariani, in teoria, potremmo produrre più cibo e aiutare chi non ha abbastanza da mangiare. E', in fondo, una versione a lungo raggio del comandamento cristiano "dar da mangiare agli affamati."

Sono argomentazioni piuttosto comuni, ma il libro di Keith le sottopone a una critica approfondita. Quello che è interessante di questa discussione non è tanto lo specifico quanto il metodo. Keith ha capito bene come ci sia qui un conflitto di fondo fra il metodo scientifico, che ci dice che cosa siamo biologicamente strutturati per mangiare, e una certa visione etica sostenuta dalle buone intenzioni, che ci dice che cosa dovremmo mangiare. Le due cose non sono facilmente compatibili.

Da quello che si sa del metabolismo umano, è abbastanza ovvio che la nostra specie non si è evoluta per una dieta vegetariana. Abolire completamente i cibi di origine animale vuol dire rischiare di privarsi di proteine essenziali per la nostra salute. Ciononostante, con molta attenzione, è possibile vivere da vegetariani. Più difficile, ma forse non impossibile, è vivere da vegani. Ma impegnarsi in diete del genere senza conoscere le basi della scienza dell'alimentazione è rischioso; soprattutto se ci si basa soltanto su un'ideologia mascherata da etica.


Lierre Keith è stata vegana per 14 anni e ne ha ricavato danni irreversibili alla salute. Ci sono molti altri casi del genere, tipo quello di Robb Wolf che, nel suo libro "Paleo solution," ci racconta la sua odissea alimentare da vegetariano a onnivoro. Un altro caso è quello di Sara Miller, che racconta come ha dovuto smettere con la sua dieta vegana su consiglio dei suoi stessi maestri spirituali. Insomma, la dieta è una cosa importante, e fare certe scelte con leggerezza rischia di rovinarci la vita e la salute.

Ma, se il fatto di essere vegetariani o vegani è una scelta, molta gente si trova a fare diete totalmente sbagliate per ragioni di ignoranza o anche semplicemente economiche. Una delle ragioni principali dell'epidemia di obesità che affligge gli Stati Uniti (e parzialmente anche l'Europa) è la dieta sbagliata, specialmente per le fasce più povere della popolazione. A parte qualche hamburger e qualche hot dog, questa dieta somiglia a quella vegetariana nel senso che è basata su un forte eccesso di carboidrati, soprattutto in forma di cereali. I risultati sono disastrosi: un terzo della popolazione americana è classificata come afflitta da obesità. Il corpo umano è un sistema complesso; va gestito con attenzione ed è facile fare dei grossi danni.

Quindi, la dieta vegetariana e, in ogni caso, diete ad alto contenuto di carboidrati, non sono ottimali per la salute. Ma uno dei ragionamenti che stanno dietro l'idea vegetariana si basa su un concetto completamente diverso. Certo, abbandonare le proteine di origine animale comporta un certo rischio e un certo sacrificio, ma questo è compensato dal valore etico della scelta. Se tutti fossero vegetariani ci sarebbe più cibo e risolveremmo il problema della fame. Encomiabile, ma ne siamo veramente sicuri?

Un esame di cosa potrebbe succedere se tutti fossimo vegetariani e stato fatto da Bob Holmes su "The New Scientist" in un articolo intitolato "perché mangiare vegetali non salverà il pianeta" La sostanza del suo ragionamento è che, si, è vero che abolendo gli allevamenti intensivi avremmo più spazio per la coltivazione di cereali per consumo umano. Tuttavia, questo non risolverebbe nessun problema. Al momento, non è che non stiamo producendo abbastanza cereali per tutti; il problema è che li stiamo producendo in modo non sostenibile.

L'agricoltura di oggi si basa principalmente sui combustibili fossili per fertilizzanti, pesticidi, irrigazione e meccanizzazione. Via via che esauriamo i fossili, saremo sempre più in difficoltà a produrre a sufficienza. Ma non è solo questo il problema: l'agricoltura industriale distrugge il suolo fertile genera la desertificazione di vaste aree di territorio. E il suolo fertile, una volta distrutto, richiede secoli per riformarsi. Non nascondiamoci dietro una foglia di fico: i vegetariani che fanno la spesa al supermercato non fanno altro che favorire ulteriormente l'agricoltura industriale e contribuire un altro po' a scorticare un intero pianeta.

Certo, la scelta vegetariana è spesso accoppiata a una scelta più oculata dell'origine degli alimenti. Si cerca di ottenerli da un'agricoltura che usa metodi meno impattanti sull'ecosistema: un'agricoltura sostenibile che rispetti il suolo. E' quell'agricoltura che viene detta "biologica" o "organica," basata per esempio sul concetto di "permacoltura." E' un punto molto dibattuto se questo tipo di agricoltura possa produrre altrettanto cibo per unità di area dell'attuale agricoltura industriale. Ma, a parte questo, un'agricoltura veramente "organica" non può fare a meno degli animali come produttori di fertilizzanti e distruttori dei parassiti. Così, d'altra parte, erano strutturate le fattorie di 100 anni fa, che erano sistemi integrati di produzione alimentare che comprendevano sia animali che piante. E' un'illusione romantica pensare che si possa coltivare qualcosa senza includere l'allevamento di almeno alcune specie animali. La permacultura, infatti, mira a riprodurre gli ecosistemi naturali e - ovviamente - gli ecosistemi naturali includono sia animali che piante.

Allora, se parliamo in termini di massimizzare la produzione di questi sistemi, è una sciocchezza non utilizzare anche gli animali che, oltretutto, forniscono proteine di alta qualità. Attenzione che questo non vuol dire che dobbiamo continuare con gli allevamenti industriali che sono forse anche peggiori dell'agricoltura industriale in termini di impatto sull'ecosistema. Vuol dire, però, che possiamo - anzi, dobbiamo - utilizzare delle forme di allevamento sostenibile in modo oculato come una sorgente alimentare che ottimizza la produzione agricola.

Il problema di armonizzare etica e scienza non si applica solo alla nutrizione. Lo vediamo in tantissimi campi, dove le buone intenzioni non bastano a risolvere i problemi. Questa è la tesi di fondo di Lierre Keith in un libro che è una preziosa revisione di quello che sappiamo oggi della nutrizione umana. E' un libro veramente bello e interessante; occasionalmente un po' troppo polemico, ma ricco di spunti di riflessione e di dati utilissimi per chi cerca di orizzontarsi nella complicata faccenda di cosa mangiare e che dieta seguire.

Come è ovvio, non tutti hanno apprezzato il messaggio di Lierre Keith: il risultato è che si è beccata in faccia una torta infarcita di pepe di cayenna da parte di alcuni fanatici imbecilli. Fortunatamente, non ha sofferto gravi danni. L'etica parte con buone intenzioni, ma quando si scontra con la realtà spesso diventa ideologia e l'ideologia non ammette opinioni contrarie. Come ha detto Poul Anderson, il male è soltanto bene che è marcito.

lunedì 14 febbraio 2011

Ghiacci artici e antartici: poggio e buca fa pari?


Sembra che il ghiaccio marino antartico stia un po' meglio di quello artico; anzi, addirittura che stia recuperando un po' in estensione. Questo è diventato un argomento favorito dai diversamente esperti di clima per fare un po' di confusione sulla realtà del riscaldamento globale. Ma, prima di mettersi a raccontare sciocchezze sul clima, è sempre bene imparare un po' di fisica. La temperatura dell'oceano antartico non sta affatto aumentando, il leggero aumento dell'estensione dei ghiacci e dovuto a un cambiamento della salinità superficiale - è il principio che si sfrutta per eliminare il ghiaccio dalle strade.


Uno degli ultimi argomenti lasciati ai terrapiattisti del clima per negare il cambiamento climatico ha a che fare con i ghiacci marini antartici. Se è vero che i ghiacci artici stanno sparendo rapidamente, quelli antartici, invece, sembrerebbero aumentare debolmente, come si vede qui (da wikipedia):


Allora, non sarà che per qualche misterioso contrappasso planetario la Terra, dopotutto, non si sta veramente riscaldando ma, semplicemente, trasferisce calore dall'emisfero Sud a quello Nord? Ovvero, non sarà per caso che - come si dice dalle parti di Firenze - poggio e buca fa pari, e alla fine magari la storia del riscaldamento globale è veramente una bufala?

Ma, in realtà, poggio e buca NON fanno pari e il riscaldamento globale NON è una bufala. Questo lo si vede benissimo da questa figura (da Skeptical Science)  che mette insieme i dati dell'artide e dell'antartide


Si vede benissimo che l'oceano artico perde nettamente più ghiaccio di quanto non ne guadagni quello antartico (se ne guadagna). Ma, se volete essere proprio sicuri, potete fare la somma delle due cose, e questo è il risultato (sempre da "Skeptical Science")

Quindi non c'è nessun contrappasso planetario che fa si che la Terra - in media - non si scaldi. La leggera ripresa dell'estensione del ghiaccio marino antartico (ammesso che esista) non compensa minimamente il declino di quella del ghiaccio artico.

Ma cosa succede in Antartide? E' possibile che il pianeta non si scaldi da quelle parti? No. L'oceano antartico si scalda, eccome, come sta succedendo ovunque su questo disgraziato pianeta.

Ma allora, perché aumenta l'area ghiacciata? Beh, la cosa è abbastanza complicata. Se volete leggere i dettagli, li trovate in questo articolo di Zhang sul "Journal of Climate". Sostanzialmente, il riscaldamento produce una stratificazione dell'oceano e una riduzione delle correnti di rimescolamento ("overturning"). Questo si traduce in una minore salinità di superficie. L'effetto finale è quello opposto a quando si butta il sale sulla neve per farla sciogliere. Nell'oceano antartico, si riduce la quantità di sale e il ghiaccio si forma.


Quindi, il pianeta continua a scaldarsi - il riscaldamento globale non è una bufala e tanto vale prenderne atto.

(da leggere anche il post di Steph sull'argomento)

sabato 12 febbraio 2011

Attacco al pianeta Terra




"Mountaintop Removal", un film di "Ilovemountains.org." Vale la pena di guardare le prime scene, dove si vede la distruzione delle montagne degli Appalachi con alto esplosivo.


Non ci sono molti film in giro dove si vede la distruzione delle montagne ("mountaintop removal") per arrivare agli strati di carbone sottostanti. Ci sono solo alcuni brevi film amatoriali - come quello che vedete qui sopra. Evidentemente, le compagnie che estraggono il carbone non amano che si veda quello che fanno.

Sembra la guerra. Una una vera e propria guerra dove si bombardano le montagne con alto esplosivo. I risultati sono qualcosa del genere.


Ma a chi stiamo facendo la guerra esattamente? Al nostro stesso pianeta? Più probabilmente, a noi stessi. Abbiamo incontrato il nemico, e il nemico siamo noi.




venerdì 11 febbraio 2011

L'astronauta-contrarista: perso nello spazio


Harrison Schmitt, ex-astronauta e ora diversamente esperto di clima, ha ritirato la candidatura al suo posto di direttore del dipartimento dell'energia del New Mexico. Perso nello spazio profondo. 


Menzionavo l'altro giorno il caso (clinico) dell'ex-Astronauta Harrison Schmitt che si era lanciato in un delirante documento anti-scienza sul riscaldamento globale. Il documento aveva dato origine a una pesantissima serie di critiche che avevano evidenziato come Schmitt avesse imbrogliato selezionando i dati che gli facevano comodo per dimostrare le sue tesi.

Bene - Schimitt ha fatto (metaforicamente) la fine dell'astronauta sparato fuori dalla navicella e perso nello spazio profondo. Ha ritirato la sua candidatura a direttore del dipartimento dell'energia del New Mexico.

Apparentemente, Schimitt era stato già nominato direttore dal governatore del New Mexico, ma ha rifiutato di presentare certi documenti necessari per assumere la carica e se n'è andato sbattendo la porta dopo un litigio con il comitato responsabile di queste cose.

Non è dimostrabile che questi eventi siano dovuti alle critiche che Schimtt ha ricevuto per il suo documento. Però, possiamo sospettare che qualcosina abbiano pesato; e forse più di qualcosina. La faccia, dopotutto, conta sempre qualcosa e uno dovrebbe averne una per presentarsi in giro.

Sarebbe troppo ottimistico sperare che ora metteranno una persona seria al posto di Schmitt, ma perlomeno c'è un estremista pericoloso di meno in un posto importante. Questo ritengo che sia una conferma della mia opinione che con certa gente bisogna essere aggressivi e trattarli come si meritano.


Da "Climate Change, the next generation"

Friday, February 11, 2011



by Joseph Romm, Climate Progress, February 10, 2011

Harrison Schmitt, a former NASA astronaut who was chosen by Gov. Susana Martinez to head up the state’s Energy, Minerals and Natural Resources Department, has withdrawn his nomination after a squabble with the Senate Rules Committee over background checks.
The moonstruck moonwalker refused the state-mandated background check and that was that.  While I’m sure his replacement will also be a science denier, Schmitt was such an extremist everyone in and out of NM should be delighted by this:

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