lunedì 14 febbraio 2011

Ghiacci artici e antartici: poggio e buca fa pari?


Sembra che il ghiaccio marino antartico stia un po' meglio di quello artico; anzi, addirittura che stia recuperando un po' in estensione. Questo è diventato un argomento favorito dai diversamente esperti di clima per fare un po' di confusione sulla realtà del riscaldamento globale. Ma, prima di mettersi a raccontare sciocchezze sul clima, è sempre bene imparare un po' di fisica. La temperatura dell'oceano antartico non sta affatto aumentando, il leggero aumento dell'estensione dei ghiacci e dovuto a un cambiamento della salinità superficiale - è il principio che si sfrutta per eliminare il ghiaccio dalle strade.


Uno degli ultimi argomenti lasciati ai terrapiattisti del clima per negare il cambiamento climatico ha a che fare con i ghiacci marini antartici. Se è vero che i ghiacci artici stanno sparendo rapidamente, quelli antartici, invece, sembrerebbero aumentare debolmente, come si vede qui (da wikipedia):


Allora, non sarà che per qualche misterioso contrappasso planetario la Terra, dopotutto, non si sta veramente riscaldando ma, semplicemente, trasferisce calore dall'emisfero Sud a quello Nord? Ovvero, non sarà per caso che - come si dice dalle parti di Firenze - poggio e buca fa pari, e alla fine magari la storia del riscaldamento globale è veramente una bufala?

Ma, in realtà, poggio e buca NON fanno pari e il riscaldamento globale NON è una bufala. Questo lo si vede benissimo da questa figura (da Skeptical Science)  che mette insieme i dati dell'artide e dell'antartide


Si vede benissimo che l'oceano artico perde nettamente più ghiaccio di quanto non ne guadagni quello antartico (se ne guadagna). Ma, se volete essere proprio sicuri, potete fare la somma delle due cose, e questo è il risultato (sempre da "Skeptical Science")

Quindi non c'è nessun contrappasso planetario che fa si che la Terra - in media - non si scaldi. La leggera ripresa dell'estensione del ghiaccio marino antartico (ammesso che esista) non compensa minimamente il declino di quella del ghiaccio artico.

Ma cosa succede in Antartide? E' possibile che il pianeta non si scaldi da quelle parti? No. L'oceano antartico si scalda, eccome, come sta succedendo ovunque su questo disgraziato pianeta.

Ma allora, perché aumenta l'area ghiacciata? Beh, la cosa è abbastanza complicata. Se volete leggere i dettagli, li trovate in questo articolo di Zhang sul "Journal of Climate". Sostanzialmente, il riscaldamento produce una stratificazione dell'oceano e una riduzione delle correnti di rimescolamento ("overturning"). Questo si traduce in una minore salinità di superficie. L'effetto finale è quello opposto a quando si butta il sale sulla neve per farla sciogliere. Nell'oceano antartico, si riduce la quantità di sale e il ghiaccio si forma.


Quindi, il pianeta continua a scaldarsi - il riscaldamento globale non è una bufala e tanto vale prenderne atto.

(da leggere anche il post di Steph sull'argomento)

sabato 12 febbraio 2011

Attacco al pianeta Terra




"Mountaintop Removal", un film di "Ilovemountains.org." Vale la pena di guardare le prime scene, dove si vede la distruzione delle montagne degli Appalachi con alto esplosivo.


Non ci sono molti film in giro dove si vede la distruzione delle montagne ("mountaintop removal") per arrivare agli strati di carbone sottostanti. Ci sono solo alcuni brevi film amatoriali - come quello che vedete qui sopra. Evidentemente, le compagnie che estraggono il carbone non amano che si veda quello che fanno.

Sembra la guerra. Una una vera e propria guerra dove si bombardano le montagne con alto esplosivo. I risultati sono qualcosa del genere.


Ma a chi stiamo facendo la guerra esattamente? Al nostro stesso pianeta? Più probabilmente, a noi stessi. Abbiamo incontrato il nemico, e il nemico siamo noi.




venerdì 11 febbraio 2011

L'astronauta-contrarista: perso nello spazio


Harrison Schmitt, ex-astronauta e ora diversamente esperto di clima, ha ritirato la candidatura al suo posto di direttore del dipartimento dell'energia del New Mexico. Perso nello spazio profondo. 


Menzionavo l'altro giorno il caso (clinico) dell'ex-Astronauta Harrison Schmitt che si era lanciato in un delirante documento anti-scienza sul riscaldamento globale. Il documento aveva dato origine a una pesantissima serie di critiche che avevano evidenziato come Schmitt avesse imbrogliato selezionando i dati che gli facevano comodo per dimostrare le sue tesi.

Bene - Schimitt ha fatto (metaforicamente) la fine dell'astronauta sparato fuori dalla navicella e perso nello spazio profondo. Ha ritirato la sua candidatura a direttore del dipartimento dell'energia del New Mexico.

Apparentemente, Schimitt era stato già nominato direttore dal governatore del New Mexico, ma ha rifiutato di presentare certi documenti necessari per assumere la carica e se n'è andato sbattendo la porta dopo un litigio con il comitato responsabile di queste cose.

Non è dimostrabile che questi eventi siano dovuti alle critiche che Schimtt ha ricevuto per il suo documento. Però, possiamo sospettare che qualcosina abbiano pesato; e forse più di qualcosina. La faccia, dopotutto, conta sempre qualcosa e uno dovrebbe averne una per presentarsi in giro.

Sarebbe troppo ottimistico sperare che ora metteranno una persona seria al posto di Schmitt, ma perlomeno c'è un estremista pericoloso di meno in un posto importante. Questo ritengo che sia una conferma della mia opinione che con certa gente bisogna essere aggressivi e trattarli come si meritano.


Da "Climate Change, the next generation"

Friday, February 11, 2011



by Joseph Romm, Climate Progress, February 10, 2011

Harrison Schmitt, a former NASA astronaut who was chosen by Gov. Susana Martinez to head up the state’s Energy, Minerals and Natural Resources Department, has withdrawn his nomination after a squabble with the Senate Rules Committee over background checks.
The moonstruck moonwalker refused the state-mandated background check and that was that.  While I’m sure his replacement will also be a science denier, Schmitt was such an extremist everyone in and out of NM should be delighted by this:

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giovedì 10 febbraio 2011

Riscaldamento globale: tutto era chiaro 50 anni fa!


Un impressionante film di Frank Capra sul riscaldamento globale. 


Nel 1958, più di 50 anni fa, ben prima di Al Gore e del Climategate, i concetti fondamentali del riscaldamento globale erano già chiari. Lo dimostra il film qui sopra che trovate descritto in dettaglio anche su "Discovery." In un minuto circa, c'è tutto: il riscaldamento, lo scioglimento delle calotte polari, l'innalzamento degli oceani, eccetera. Insomma, lo potremmo far vedere ancora oggi come introduzione al problema del cambiamento climatico.

E' impressionante il progresso della scienza. Fino a pochi anni prima, l'idea del riscaldamento globale era una possibilità teorica, espressa per la prima volta da Arrhenius molti anni prima, ma non sostanziata da nessuna misura.

Poi, le misure di Keeling avevano dimostrato che la concentrazione di CO2 nell'atmosfera stava salendo gradualmente e inesorabilmente. Infine, Revelle aveva pubblicato nel 1957 il suo articolo fondamentale dove univa insieme i puntini e mostrava che cosa si nascondeva dietro i dati. Da allora è nata la scienza del cambiamento climatico, così come la conosciamo oggi.

Tutto era già chiaro allora. Quello che non era chiaro (e non si capisce neanche adesso) perché per più di 50 anni l'umanità ha scelto di ignorare il problema, e sta continuando.

mercoledì 9 febbraio 2011

Prima o poi, ci insegneranno come batterli


Dopo una serie di sconfitte subite dagli Svedesi, si racconta che lo Zar Pietro il Grande abbia detto "Prima o poi, ci insegneranno come batterli". Nel 1709, a Poltava, i Russi avevano imparato a sufficienza da infliggere una sconfitta decisiva agli Svedesi. Sembra che anche nel dibattito sul cambiamento climatico gli scienziati abbiano imparato qualcosa da Pietro il Grande e abbiano cominciato a reagire contro i contraristi in modo molto più aggressivo e efficace.


Sembra che qualcosa stia decisamente cambiando nel dibattito sul cambiamento climatico. Fino a poco tempo fa, scienziati e ambientalisti si erano fatti prendere a calci facilmente, con l'imbroglio del Climategate e con tante altre cosa. Avevano reagito come un pugile suonato, come una banda di nerd incapaci di mettere insieme una risposta sensata. Avevo commentato che, in termini strategici, si erano comportati come se Napoleone fosse arrivato a Waterloo da solo, dimenticandosi l'esercito a Parigi (Ooops....)

E invece sembra che abbiano imparato qualcosa. Non so se si sono ispirati veramente a Pietro il Grande, ma certamente reagiscono in modo molto più efficace e aggressivo - alla "Cassandra" per intenderci (!!).

Ci sono un paio di esempi recenti. Per esempio, qualche giorno fa l'ex astronauta Harrison Schmitt ha pensato di farsi una lucrosa carriera come segretario all'energia nel New Mexico. Per questo, ha scritto un pezzo di contrarismo da vero diversamente esperto dove ha accumulato un po' tutte le solite leggende. Bene, la risposta classica da parte degli scienziati sarebbe stata di ignorarlo oppure di scrivere una lunga e dettagliata risposta a tutti i punti. Ovviamente, non l'avrebbe letta nessuno.

Invece, scienziati e ambientalisti hanno usato una tattica molto più efficace: concentrarsi su un singolo punto e battere su quello; una tattica comunicativa molto efficace, usata comunemente dai contraristi. Una delle più atroci fesserie del pezzo di Schmitt è quella dove lui sostiene che il ghiaccio artico oggi è allo stesso livello del 1989. Per riuscirci si è scelto con cura due (!!) punti specifici da un grafico che ne contiene migliaia. Facendo notare questa bufalata, il risultato è l' "ArticGate," una bordata contro Schmitt che lo ha veramente colpito e affondato, come nella battaglia navale. 

Vi passo qualche link su questo argomento (se cercate "ArcticGate" su Google ne trovate molti altri). Cliccare per credere (e sghignazzare)

ArcticGate, Or: Harrison Schmitt And Cherry-Picked Sea Ice Data

Arctic sea ice was higher in 1989 cherrypicking by Harrison Schmitt and Heartland Institute

"ArticGate" - NSIDC Confirms Schmitt, Heartland Misrepresented Data

Climate Science Stories of the Day

 Peter Gleick: Misrepresenting Climate Science: Cherry-picking the data to hide the disappearance in Arctic Sea Ice, by ex-astronaut Harrison Schmitt


Qualcosa di simile è successo per la cosiddetta "Conferenza di Lisbona" convocata dai diversamente esperti di clima. Anche qui, andare a criticare i dettagli dell'ignobile imbroglio che questa banda di pataccari ha organizzato sarebbe stato dargli un'importanza che non si meritano. Invece, la comunità del clima ha localizzato qualcosa di Fred Pearce che si è inventato di sana pianta una dichiarazione che Gavin Schmidt (un climatologo serio) avrebbe fatto a proposito della conferenza. Il risultato è il "PearceGate", un ulteriore dimostrazione che sono dei mentitori di professione.

La conferenza di Lisbona è finita silurata dal PearceGate più o meno come quella di Copenhagen dal Climategate. E ben gli sta: vedete che si può imparare dai propri nemici?

Ecco qualche link sul PearceGate:

Deep Climate: Post Normal Meltdown in Lisbon, part 1

Il treno del carbone



Un treno carico di carbone nel Maryland, USA. Da vedere solo per la pura sensazione fisica della massa immensa che trasporta. 


Un treno così porta circa 15.000-20.000 tonnellate su non so più quanti vagoni (di questo, ho provato a contarli, ma ho perso il conto). Tipicamente, una centrale a carbone si mangia un vagone come questo ogni venti minuti. Ed è solo una parte infinitesima del miliardo di tonnellate - circa - di carbone che si producono negli Stati Uniti tutti gli anni. 

Niente si crea e niente si distrugge. Tutte queste tonnellate, da qualche parte vanno a finire - vanno a finire nell'atmosfera. E quello che succede, lo sappiamo....




lunedì 7 febbraio 2011

Stiamo giocando alla roulette russa con la testa dei nostri figli


Questo è un filmato di una conferenza di John Sterman, il successore al Massachussets Institute of Technology di Jay Forrester, l'inventore della "dinamica dei sistemi," il metodo di calcolo alla base dello studio noto come "I Limiti dello Sviluppo".

Questa conferenza di John Sterman dura un'ora e mezzo in puro American-English (e le immagini le dovete cercare in un file separato). Ma, se potete, fatevi un piacere: guardatelo. (se non potete guardarlo tutto, guardate i primi 15 minuti e poi il discorso finale a 1h 10 min)

La conferenza è ricca di spunti interessantissimi, per esempio quello che "stiamo giocando alla roulette russa con la testa dei nostri figli" oppure la citazione di Stevenson che da il titolo alla presentazione "un banchetto di conseguenze" al quale tutti quanti, prima o poi si devono sedere. E molte altre cose, come per esempio l'azzeccatissima comparazione fra la questione del cambiamento climatico e quella dell'abolizione della schiavitù. Anche quest'ultima cosa è stata molto difficile, costosa e qualcuno diceva che avrebbe rovinato l'economia degli Stati Uniti.

Fra le tante cose, la presentazione mette in luce un punto fondamentale. Il cambiamento climatico è una cosa complicata, che richiede studio e specializzazione. Ma, se non siete un climatologo con esperienza, non importa - potete lo stesso capire le basi della faccenda se la vedete nel modo giusto.

Così, Sterman che non è un climatologo ma uno scienziato dei sistemi, ha capito benissimo quali sono gli elementi del sistema climatico: gli stock, i flussi e i feedback. E con quelli, ha capito i concetti di fondo e li spiega in questo film con una chiarezza eccezionale.

Il cambiamento climatico non è una questione di modelli; non è una questione di una piccola perturbazione, non è una cosetta che si risolve con qualche palliativo. E' una profonda alterazione dei cicli di feedback planetari che ci sta portando in un mondo enormente diverso da quello che conosciamo. Questo, lo si capisce con la dinamica dei sistemi.

E non è nemmeno un complotto dei climatologi. John Sterman non lo è, ma ha capito l'importanza e l'urgenza di muoversi per cercare di far passare il messaggio. Un dovere che molti di noi hanno sentito e stanno tuttora sentendo.

Sterman porta le sue competenze nel dibattito e i risultati sono - purtroppo - agghiaccianti. La dinamica dei sistemi non soltanto un metodo per fare modelli di sistemi fisici; è un modo di pensare. E chi lavora nella dinamica dei sistemi si accorge presto che la maggioranza delle persone - incluso e specialmente i "decision makers" - non sono in grado di visualizzare mentalmente neanche sistemi semplici come una vasca da bagno che si riempie da una parte e si svuota da un altra. Non ce la fanno proprio a visualizzare un sistema complesso di feedback come lo è il clima terrestre.

Facciamo ancora in tempo a insegnare a tutti - o perlomeno a una frazione importante della popolazione - come funziona il cambiamento climatico? Sterman ci sta provando; forse ormai è troppo tardi, ma dobbiamo continuare a provare.