giovedì 14 maggio 2020

Virus e inquinamento atmosferico: la correlazione di due malanni

La Cassandra Placata: viste le questioni interessanti sollevate da questo post di WM, la profetessa mi da il permesso di riaprire i commenti. Per favore rimanete in tema. Post razzisti o semplicemente antipatici risulteranno non solo nella eliminazione degli stessi, ma anche in una maledizione specifica che vi arriva dalla Dea Madre in persona che vi causerà un lieve mal di pancia per un paio di giorni. Maledizioni molto peggiori sono possibili se insistete.


Guest post di WM

All'inizio di marzo ho letto le prime considerazioni sulle possibili correlazioni tra alti livelli di inquinamento e pandemia Covid 19, il primo articolo era su Nimbus. La coincidenza tra zone altamente inquinate e concentrazione di infezioni era, è tuttora, effettivamente allarmante. Provo a riassumere.

Nelle settimane scorse erano anche apparse immagini satellitari che mostravano un significativo calo di NOx, gli ossidi di azoto in Cina, in pianura Padana.

Seguo giornalmente l'andamento del principale parametro che da anni decide le politiche più o meno restrittive alla circolazione automobilistica nelle nostre città: il PM10 (particolato 10 micron). Il valore limite per legge da non superare è di 50 microgrammi/metro cubo da non superare più di 35 giorni (d. lgs 155/2010). Spesso nelle città del nord questo valore raggiunge 60/70 e in alcuni casi supera i 100. Vengono bloccati i veicoli Diesel Euro 4 a volte Euro 5 ma quasi sempre l'effetto è insignificante.

A ottobre dello scorso anno ARPA Piemonte ha presentato uno studio molto interessante che riporto in sintesi:

(estratto da www.arpa.piemonte.it/news/qualita-dell2019aria-e-clima-una-sfida-odierna-con-lo-sguardo-al-futuro)

Se ci soffermiamo sulle emissioni di inquinanti e gas serra a livello regionale:

il traffico è responsabile del
- 67% delle emissioni di ossidi di azoto (di cui il 92% è generato dai veicoli diesel);
- 32% delle emissioni di particolato primario (di cui il 67% legato a risospensione e usura di freni/pneumatici e 30% legato alle emissioni esauste del traffico diesel);
- 23% delle emissioni di CO2 equivalente (di cui il 71% legate ai veicoli diesel).

il riscaldamento è responsabile del
- 9% delle emissioni di ossidi di azoto;
- 53% delle emissioni di particolato primario (di cui il 99% è riscaldamento a biomassa, legna o pellet);
- 17% delle emissioni di CO2 equivalente (di cui l’81% legato agli impianti termici a metano).

l’agricoltura è responsabile del:
- 11% delle emissioni di particolato - sia per la combustione delle stoppie, che per la zootecnia (sistemi di stabulazione degli animali, movimentazione dei mangimi, residui di pelle e piumaggio degli animali, condizioni delle strutture di ricovero);
- 10% delle emissioni di CO2 equivalente, legato alle colture agricole che emettono protossido di azoto e CH4 (come risaie e foraggere) e alla zootecnia (in particolare per la fermentazione enterica dei bovini e per la scorretta gestione dei reflui da allevamento, che producono CH4).

L’industria, che se non è più un problema per quanto riguarda il particolato primario, lo è ancora in parte per gli ossidi di azoto (21%, di cui il 60% è legato alle combustioni industriali che usano il metano come combustibile, in particolare l’industria del vetro, del cemento le centrali termoelettriche), è il maggior problema per la CO2 equivalente (42%, di cui il 62% è legato alle combustioni industriali che usano il metano come combustibile, in particolare l’industria termoelettrica).

Leggendo questi dati ci si chiede per quale motivo sia solo e sempre il motore diesel il colpevole se gli inquinanti e climalteranti hanno una provenienza così varia, ma così vanno le cose e si potrebbe aprire una discussione sulla ricerca del capro espiatorio ma non è la sede.

Torniamo al punto iniziale: il Virus Sars CoV 2 può essere veicolato dal particolato? Non sono un medico e tanto meno virologo, leggendo autorevoli ricercatori è altamente improbabile in quanto il Virus deve legarsi ad una cellula per riprodursi, ha bisogno di ambiente umido e moderatamente freddo. E' una condizione che in Pianura Padana può verificarsi con nebbie e inversioni termiche tipiche degli anticicloni invernali, inoltre il particolato potrebbe funzionare da nucleo di aggregazione se composto da materiale igroscopico. La sua composizione è molto variabile, da composti organici altamente tossici tipo Benzo(a)Pirene fino a granuli silicei passando per gomma, carbonio incombusto ecc.

Dunque non lo possiamo escludere, ma è molto difficile. Credo invece che l'inquinamento possa essere una concausa, gli ossidi di azoto e il particolato non solamente PM10 ma anche il PM2,5 e PM1, ben più penetranti, possono creare situazioni di infiammazioni croniche a livello polmonare favorendo l'attacco virale. Non si può nemmeno trascurare che l'OMS nel 2016 ha dichiarato che solo in Pianura Padana ci fossero 71000 morti/anno per patologie ascrivibili all'aria inquinata e su questo non è mai stata dichiarata zona rossa tutta quest'area.

Un altro fatto mi ha colpito alla fine di Marzo: in condizioni di scarso traffico, minore produzione energetica, meno voli aerei i valori di PM10 sono schizzati su tutta la Pianura Padana, da Veneto/Friuli al Piemonte, a concentrazioni superiori a 100 anche in aree dove sono solitamente basse (colline e montagne). Cosa era successo? Ce lo siamo chiesti in molti e alcuni laboratori delle varie ARPA regionali hanno condotto delle analisi chimico-fisiche. Il particolato era composto principalmente da materiale inorganico, sabbie silicee. La spiegazione relativamente semplice andava vista come effetto meteorologico, in quei giorni eravamo in presenza di una circolazione retrograda con correnti da Est e Nord Est che hanno portato a sbattere nell'imbuto Padano masse d'aria provenienti addirittura dal Caspio.

Questo dato deve far riflettere, potrebbe spiegare perché quasi sempre i blocchi del traffico sono ininfluenti e perché comunque bisogna agire per ridurre l'inquinamento dalle varie fonti e non solamente dal solito imputato: il motore diesel.

Ridurre la mobilità creando le condizioni per il telelavoro stabile, ridurre gli spostamenti non indispensabili per contatti commerciali dove la teleconferenza è possibile, ridurre il turismo mordi e fuggi, lezioni a distanza e così via. Cose possibili come dimostrato in questi mesi. Vedo purtroppo che per alcuni aspetti si sta andando in direzione opposta, eliminare le zone a traffico limitato, togliere vincoli su motori inquinanti, ritardare la applicazioni di norme più severe su nuovi modelli di vetture.

La tentazione di far tornare tutto come prima, il crederlo prima di tutto, dimostra una miopia molto forte. Queste Zoonosi Pandemiche nascono dal nostro modo di vivere, questa è la quinta in vent'anni. L'inquinamento sappiamo da dove viene, i virus anche, sapremmo trarne insegnamento? In questi giorni l'aria pulita, i cieli azzurri e il silenzio che alcuni hanno apprezzato, potrebbero darci un suggerimento?

wm