mercoledì 18 dicembre 2019

Il dibattito sul clima Inteso come guerra totale




Mi raccontava un mio conoscente di quando era finito in galera accusato di vari reati amministrativi (ma era per ragioni politiche - sono sicuro). Mi ha detto che ha fatto un'esperienza molto interessante, fra le altre cose a Sollicciano (il penitenziario di Firenze) i detenuti fanno dell'ottimo formaggio.

Ora, non so se io vorrei andare in galera per il gusto di fare esperienza -- o magari per un po' di formaggio. Ma forse avevo qualcosa di simile in mente quando, l'altro giorno, mi sono messo all'anima di partecipare a un dibattito televisivo di una trasmissione chiamata "Byoblu" condotta da Claudio Messora. Forse quello che mi ha attirato è il vecchio detto "Molti Nemici -- Molto Onore" (detto anche: "siamo circondati, ora possiamo colpirli in ogni direzione!"). Trovate qui la registrazione.

Nel dibattito, certamente avevo di fronte molti nemici: una bella selezione dei rappresentanti dell'anti-scienza del clima in Italia: Franco Battaglia, Uberto Crescenti, ed Enzo Pennetta. E già eravamo a tre contro uno. In più il conduttore ha condito il tutto con il famoso e disgraziatissimo intervento di Carlo Rubbia del 2014 sugli elefanti di Annibale (e siamo a quattro contro uno). Per finire, Messora stesso era chiaramente di parte usando spesso termini come "catastrofisti" e "allarmisti" ma ancora peggio era un suo sodale che collaborava alla moderazione che era anti-scienza in modo addirittura vergognoso. C'era anche il collega Marco Rosa-Clot, che è una persona seria e competente, ma che non è convinto della relazione umana con il clima, quindi non era propriamente un alleato. Insomma, 6 contro 1.

Com'è che mi sono messo in una cosa del genere? Non lo so -- forse mi sono immaginato di essere un samurai di quelli dei film che fa fuori cinque o sei nemici uno dietro l'altro con una serie di colpi di spada. Comunque, vi racconto come è andata.

Allora, per prima cosa, non è stato difficile gestire Crescenti -- geologo con buone credenziali accademiche ma che non ha capito niente di scienza del clima. Mi è dispiaciuto fargli fare la figura del vecchio pensionato che si lamenta che non ci sono più le mezze stagioni, ma è quello il suo livello.

Per quanto riguarda Pennetta, è uno che si interessa di esoterismo, UFO e robe del genere, occasionalmente cimentandosi a criticare la scienza del clima. Diciamo che non è, come dicono gli americani, "il coltello più affilato nel cassetto." Qui, mi ha letteralmente messo la testa sul ceppo davanti, facendo l'errore di attaccarmi su un campo in cui lui non è familiare, quello delle pretese "previsioni sbagliate del Club di Roma." E' finito maciullato dalle sue stesse fesserie.

Poi c'è stato il clip di Rubbia -- quello famoso del 2014 in cui parla degli elefanti di Annibale e inanella una serie di fesserie sul clima da far rizzare il pelo ai licaoni. Anche qui, è stato abbastanza facile gestirlo facendo notare come Rubbia stesso alla fine del clip abbia dichiarato che era necessario ridurre le emissioni di CO2. Su questo mi ha dato una mano anche il collega Rosa Clot.

Per quanto riguarda il tirapiedi di Messora, ha avuto il coraggio di chiedermi se facevo parte di una setta esoterica gnostica che odiava l'umanità (è vero! Lo trovate nel clip). Non gli ha portato bene.

E veniamo a Franco Battaglia. Qui, le cose non sono andate altrettanto bene. Battaglia, in effetti, è stato molto furbo: sapeva benissimo che se mi avesse tirato fuori qualcuna delle sue tipiche uscite sul clima, tipo la "hot spot troposferica" o la candela accesa nella stanza, l'avrei fatto a pezzi. Invece, ha usato una tecnica inteligente, attaccando da una direzione inaspettata. Ha tirato fuori una dichiarazione di non so più quale politico europeo e mi ha chiesto se secondo me 300 miliardi di euro erano sufficienti per ridurre le emissioni di CO2 del 50% al 2050. E ha condito la domanda con la richiesta "risponda si o no."

Ora, questo tipo di tattica ("risponda si o no") è spesso molto efficace nei dibattiti. Chi la usa ottiene in primo luogo di posizionarsi come leader nel dibattito, poi mette in difficoltà l'avversario se questo cade nella trappola. In questo caso, se io avessi risposto di si, Battaglia avrebbe risposto con la sua tiritera "adesso facciamo un po' di aritmetica" per dimostrarmi che aveveo torto. Se gli avessi risposto di no, avrebbe detto, "allora è d'accordo con me." e via con la tiritera.

Quando ti mettono di fronte al "risponda si o no," la cosa migliore è reagire in modo creativo. Avrei potuto rispondere, "le rispondo solo se lei promette di rispondere si o no a una mia domanda" e poi chiedergli se lui è pagato dall'istituto Heartland (questo è un suo grosso punto debole). Invece, vi devo confessare che Battaglia mi ha preso un po' di sorpresa. Ho reagito contrattaccando, "lei non ha nè l'autorità nè la competenza per farmi queste domande." Al che, tutto gongolante, lui ha detto "Bardi si rifiuta di rispondere," per poi partire con la tiritera. E su questo scambio va detto che ha vinto lui -- perlomeno come effetto sugli ascoltatori un po' più sprovveduti.

Poi, viceversa, ho avuto la buona idea di suggerire al moderatore di fare intervenire Rosa Clot che è un grande esperto di fotovoltaico e, pacatamente, ha demolito le argomentazioni di Battaglia. Il resto non ha molta storia. Nel complesso, credo di essere stato abbastanza efficace, lo si vede dai commenti rabbiosi che sono arrivati. Vuol dire che ho colpito abbastanza duro.

E ora vediamo se possiamo imparare qualcosa da questa esperienza.

1. Per prima cosa, la pochezza scientifica dei critici della scienza del clima è impressionante. Se vi piace vincere facile, vi suggerisco di dibattere con questi qui, tipo Crescenti o Pennetta, che oltre a non capire niente di clima sono anche scarsi come capacità di dibattito. Pensate a qualcosa tipo Conan il Barbaro che affronta in duello il ragionier Castracipolle di Varazze, ecco, qualcosa del genere.

2. Ma il punto 1 (vincere facile) è valido soltanto se siete in grado di avere spazio per ribattere e far valere il vostro punto di vista. Se il moderatore non vi lascia spazio, è un altra storia. E' più o meno quello che è successo a Emiliano Merlin in un recente dibattito dove Crescenti ha avuto un'ora e lui lo hanno zittito. E' successa la stessa cosa anche a me un paio di volte in dibattiti televisivi: quando ho detto qualcosa che non è piaciuta al conduttore, mi hanno tolto la parola e non me l'hanno più ridata. Anche a loro piace vincere facile, ovviamente. Quindi, attenzione: in queste cose ci sono sporchi trucchi. Neanche Conan ce la fa se gli dai una spada di cartone e gli leghi insieme le stringhe delle scarpe.

3. Come ho detto già altre volte, il dibattito scientifico sul clima è ormai completamente sparito. Si è trasformato in un dibattito politico. Questo vuol dire che per quanto possiate schiacciare il vostro avversario con argomenti scientifici, il pubblico si dividerà comunque in fazioni a seconda della loro posizione ideologica. Questo è normale: quando uno va alla partita, tifa per la propria squadra, non per la squadra che gioca meglio. E quindi non vi fate illusioni di poter convincere nessuno usando la scienza. Lo si vede anche dai commenti al video di Messora, tutti a senso unico contro la scienza del clima. Così è la vita.

4. Il dibattito politico segue delle regole molto diverse dal dibattito scientifico. In politica sono ammessi colpi bassi, insulti, attacchi personali, bugie, mezze verità, e cose del genere. E' guerra totale: non si usa il fioretto, ma la mazza ferrata. Dovete starci molto attenti ed essere preparati a rispondere e non è ovvio che uno che non fa di mestiere il politico o il giornalista sia in grado di reggere il confronto con i professionisti.  Una tattica usata con successo da Stefano Caserini è stata di mettere delle regole rigorose prima del dibattito. Però non funziona sempre.

5. Un dibattito di un'ora e mezzo come quello di cui vi ho parlato, ti succhia talmente tanta energia psichica che ti lascia abbacinato per un paio d'ore e ci vuole un giorno intero per riprendersi. E non leggete i commenti che vi fanno, rischiate la depressione. Diciamo che è un po' come andare a vedere un film dell'orrore -- siete contenti quando finisce e vi sentite sollevati perché era solo fantasia. Salvo che questi qui che incontrate nel dibattito sono veri!


E arriviamo alle considerazioni finali. Vale la pena impegnarsi in dibattiti di questo genere? Onestamente, non sono sicuro della risposta. Non sarebbe meglio semplicemente ignorare questa gente? Forse si, certamente per persone come Crescenti o Zichichi si applica il principio di aspettare sulla riva del fiume. Ma è anche vero che persone come Franco Battaglia si stanno rivelando molto pericolose. Battaglia è uno che ha capito moltissimo di come funziona la comunicazione, è un tizio parecchio intelligente che usa tutte le tattiche e i trucchi del caso e risulta molto efficace, soprattutto con un pubblico meno esperto e più facilmente influenzabile. Del resto, è il suo target specifico, su questo ha imparato da Silvio Berlusconi.

Il problema è che Battaglia si sta guadagnando una certa visibilità in Italia come contributore abituale del blog di Nicola Porro sul "Giornale".  E questo può fare grossi danni a tutti quanti. Credo che dovremmo impegnarci a controbattere a queste cose sui media ad alta diffusione, non solo su siti di qualità come climalteranti.it, ma che sono pochissimo diffusi in confronto. Il dibattito sta diventando sempre più serrato e anche più duro: ne va della nostra sopravvivenza. Dovremmo cercare di impegnarci di più per controbattere l'ondata dell'anti-scienza. 



Ultima nota: volevo ringraziare Claudio Messora. In un certo senso, mi ha teso una trappola, ma è anche vero che è stato onesto dicendomi prima chi erano gli altri partecipanti (a parte il tale dell'esoterismo gnostico, ma, vabbé, sorvoliamo). Poi, mi aveva promesso che mi avrebbe dato spazio nel dibattito e lo ha fatto. Quindi, bene così, come dicevo è stata un'esperienza interessante, anche se non mi sono guadagnato nemmeno una fettina di formaggio. Volendo, ci si potrebbe anche riprovare!