lunedì 7 gennaio 2019

Presentazione del libro 'Il Secolo Decisivo: storia futura di un'utopia possibile'



Federico Tabellini è l'autore di questa presentazione del suo libro "Il Secolo Decisivo". 
 

In questa età dominata dal qui e ora, è raro si discuta di futuro, e quando lo si fa, il più delle volte è per ricordare quanto male le cose potrebbero andare di qui a qualche decennio. 

Quello di cui vi voglio parlare oggi, invece, è proprio un libro sul futuro. Su un futuro prospero, per la precisione, e sul cammino in divenire che lo collega al nostro presente. Ecco alcune ragioni per cui credo valga la pena leggerlo.

Prima ragione. Si tratta di un contributo alla soluzione di problematiche note e stranote: crisi ambientale (in senso ampio), limiti della crescita, disoccupazione tecnologica, sovra-consumo e via dicendo. Nel libro, tanto l’analisi di tali problematiche quanto la descrizione delle loro soluzioni si basa su approcci accademici consolidati ma per così dire di nicchia. Talvolta persino ritenuti inconciliabili nell’immaginario collettivo. Il risultato più significativo del libro è proprio il tentativo (che credo riuscito, anche se lascio giudicare ai lettori) di integrare questi diversi approcci in un quadro coerente e organico.

Se la prima parte (capitoli 1 e 2) propone un ‘quadro della situazione’, descrivendo la natura profonda di molte delle questioni trattate in questo blog, nella seconda parte (capitoli 3-7) il libro ipotizza scenari plausibili di implementazione di queste soluzioni, descrivendone le interazioni reciproche e le probabili conseguenze sulla società. 


Lo sguardo è fisso sul lungo periodo e il referente è globale – come del resto lo sono le problematiche trattate ­–, benché con un’attenzione privilegiata al caso europeo. Potrei tracciare un paragone con il recente libro di Tim Jackson ‘Prosperità senza crescita’, anche se il mio approccio è probabilmente di più ampio respiro. Come Jackson, descrivo nei dettagli soluzioni macro-economiche e riforme istituzionali, ma approfondisco anche tematiche quali il ruolo dell’educazione e le dinamiche sociali che legano i vari attori del cambiamento.

Seconda ragione. Il Secolo Decisivo va dritto al punto. Adotta un approccio sistematico nei ragionamenti esposti e nelle conclusioni cui quei ragionamenti portano. La premessa è semplice, quasi banale: 
Lo scopo ultimo di ogni società è la maggiore felicità possibile per gli esseri umani sul lungo periodo.
Su quella premessa, opportunamente problematizzata (che cosa significa ‘felicità’? Che cosa vuol dire ‘lungo periodo’?) si innestano una serie di passaggi logici che illustrano come le soluzioni a molte delle grandi crisi contemporanee siano più palesi di quanto un approccio frammentario lascerebbe intendere. Di più: sono fra loro interdipendenti, e possono dare i maggiori risultati solo se implementate in forma parallela e sinergica.

Per terminare, una breve nota conclusiva. Il Secolo Decisivo è un saggio, sì, ma costruito attorno a un espediente di tipo narrativo: le riforme e le proposte in esso descritte sono presentate dalla prospettiva di un autore immaginario che scrive alla fine del nostro secolo. È un po’ come leggere un libro di storia. Credo che questa piccola trovata, oltre a rendere la lettura più piacevole, aggiunga realismo alla trattazione, rendendo forse l’utopia descritta nel libro meno utopica e più possibile

Insomma, credo davvero non vi pentirete di leggerlo. Se lo farete, poi fatemi sapere cosa ne pensate. Sarò felice di rispondervi e discuterne con voi.