martedì 31 luglio 2018

Sempre Meglio Topolino del Tavor! Specismo e antispecismo in un commento di Elena Corna



Conosciamo Elena Corna per i suoi dissacranti e divertenti racconti che trattano di ambiente e futurologia. Sappiamo anche che è una grande esperta di fumetti, in particolare di quelli della serie dei "paperi" di Walt Disney. Qui, commenta su un recente post di Bruno Sebastiani che ha ricevuto pesanti critiche nei commenti da alcuni lettori che non hanno digerito la comparazione che fa Sebastiani fra l'umanità e un ammasso tumorale. Elena conclude con le immortali parole: "chi ha sempre letto i fumetti Disney difficilmente diventa specista!!" (meglio ancora:
"sempre meglio Topolino del Tavor!"
)


Il testo di Sebastiani è interessante anche se contiene qualche imprecisione. Allora, perchè tanto accanimento nei commenti al post? Non è da decine di migliaia di anni che l’uomo si ritiene superiore agli altri. Nella cultura pagana era OVVIO che non c’era nessuna alterità ontologica fra l’uomo e gli altri animali. Sembra strano a guardarlo dalla prospettiva di oggi, permeata di cultura cristiana che ha molto insistito su questa alterità, per cui l’uomo è qualcosa di radicalmente diverso dagli altri animali, essendo l’unico essere morale.

La cosa è ribadita nell’ultima enciclica del papa Laudato si’, al punto 81. La frattura, come da anni dimostra il prof. Gino Ditadi, è avvenuta con la Bibbia. Vedi Genesi I,28: "siate fecondi e moltiplicatevi e abbiate dominio su tutti i pesci e sui volativi e su ogni altra fiera che strisci sulla terra.” Genesi 9: Dio benedisse Noè e gli disse: Moltiplicatevi e riempite la terra. Il timore di voi e il terrore di voi sia in tutte le fiere e in tutto il bestiame e in tutti i volatili del cielo. I pesci del mare e tutto ciò che striscia sulla terra è messo in vostro potere.

Circa la cultura pagana non ci sono dubbi, ho tante di quelle fonti da riempire un furgone, ma insomma queste sono imprecisioni di poco conto. E nemmeno mi pare in tema tutta la dissertazione su cosa sia la coscienza, questione tutt’altro che risolta e su cui il lettore che commenta non appare nemmeno aggiornato (almeno sembra, cita Damasio e non Gazzaniga…né la dichiarazione di Cambridge). Comunque. Il succo è la metafora dell’uomo come cancro. Evidentemente Sebastiani ha ferito l’orgoglio di qualcuno…che quindi lo taccia di antiumanesimo, invocando la Storia e “i fatti”. Quali fatti?

Lasciando perdere la superficialità della considerazione „Chi predica la decrescita o l'anti-umanesimo non si butta dalla finestra un secondo dopo avere espresso il concetto, come dovrebbe fare. Sta li e aspetta che siano gli altri a buttarsi oppure, idealmente, che siano buttati da qualche "polizia" istituita ad hoc.“

La decrescita non richiede il suicidio!!

Il punto è solo se si accetta la visione della Terra come organismo e dell’uomo come cellula di esso. Se non la si accetta è inutile ogni considerazione. Se la si accetta, allora non c’è niente di strampalato.

Che l’impatto dell’agire umano sia pesantissimo per il pianeta è sotto gli occhi di tutti. Che sia in atto la sesta estinzione di massa è un fatto. Che di questa estinzione siamo responsabili noi umani è indiscutibile. Si sta seriamente discutendo di chiamare quest’era “antropocene” come dicitura ufficiale!

Non si tratta di concludere, come dice il lettore irritato, “che l’uomo è una schifezza”, ma semplicemente che si sta comportando come una cellula impazzita, che sta tagliando il ramo su cui sta seduta.

Oltretutto non è un’idea nuova, diciamo che viene spontaneo vederla così, basta guardarsi attorno… infatti a me è venuto da scrivere un racconto intitolato “La guarigione”, proprio perché mi veniva da pensare che noi siamo la malattia ergo sarebbe una guarigione per la Terra liberarsi di noi.

Dicevo, non è affatto un’idea nuova. Cito una frase di Guido Dalla Casa, da L’errore antropocentrico:

"Se non usciamo dall’errore antropocentrico, se continuiamo a pensare che tutto sia in funzione dell’uomo, ogni tentativo di salvare la Terra è destinato a fallire. Va perseguito il benessere dell’ecosistema, perché se si continua a perseguire il benessere dell’uomo senza tenere conto della Totalità., ci comportiamo come cellule patologiche di un organismo. La visione ideologica che ci fa credere UNICI fra tutti gli altri viventi del pianeta è solo un delirio di grandezza” (Guido Dalla Casa, ingegnere, filosofo e docente di ecologia interculturale).

L’idea delle cellule patologiche quindi è piuttosto immediata. In Gli otto peccati capitali della nostra civiltà (1972) lo diceva già Konrad Lorenz!

La cellula neoplastica si distingue da quella normale principalmente per aver perduto l’informazione genetica necessaria a fare di essa un membro utile alla comunità di interessi rappresentata dal corpo. Essa si comporta perciò come una giovane cellula embrionale: è priva di strutture specifiche e si riproduce senza ritegno, infiltrandosi nei tessuti ancora sani e distruggendoli. Tra l’immagine della periferia urbana e quella del tumore esistono evidenti analigie, in entrambi i casi vi era uno spazio sano in cui erano state realizzate una molteplicità si strutture diverse anche se sottilmente differenziate fra loro e complementari, in cui l’equilibrio poggiava su un bagaglio di informazioni raccolte nel corso di un lungo sviluppo storico, laddove nelle zone devastate dal tumore o dalla tecnologia moderna il quadro è dominato da un esiguo numero di strutture estremamente semplificate. Il panorama istologico delle cellule cancerogene, uniformi e poco strutturate, presenta una somiglianza disperante con la veduta aerea di un sobborgo moderno…” (pp. 38-39 dell’edizione Adelphi).

E per finire, sostengo che chi ha sempre letto i fumetti Disney difficilmente diventa specista!! E comunque, sempre meglio Topolino del Tavor!