venerdì 1 giugno 2018

Festival della Sostenibilità. UNIFI presenta il film "Living in the Future's Past"




Parla la regista del film "Living in the Future's Past," Susan Kucera. A intervistarla e tradurre per gli spettatori, Stefano Dominici, responsabile del Green Office dell'Università di Firenze, e Gloria Germani, responsabile del cinema Odeon.


Una serata interessante quella di Giovedì sera al Cinema Odeon, dove l'Università di Firenze ha presentato in anteprima il film "Living in the Future's Past" di Susan Kucera - fra i protagonisti del film, anche un docente dell'Università di Firenze, Ugo Bardi, come pure molti scienziati e pensatori di università americane ed Europee.

L'evento è stato ben partecipato; alla proiezione c'erano sicuramente più di 250 persone e almeno 150 sono rimaste in sala per il dibattito che è durato una buona mezz'ora. Quanto al film, è stato apprezzato per la bellezza delle immagini e la profondità dei temi trattati.

Certo, la situazione in cui siamo è estremamente complessa e difficile e Susan Kucera ha cercato di raccontare il problema nelle sue varie sfaccettature. Una linea-guida del film è stato il concetto di "superorganismo" espresso in particolare da Nate Hagens, è l'idea che l'umanità ha acquisito le caratteristiche di un vero e proprio organismo planetario che si muove e agisce in modo largamente indipendente da quello che vorrebbero i singoli membri - gli umani come individui.

Si è parlato di molte cose e, soprattutto, del problema cognitivo che fa si che gli esseri umani abbiano difficoltà a comprendere l'urgenza e la difficoltà dei problemi che abbiamo. Gli intervistati hanno rimarcato la tendenza del superorganismo ad agire soltanto sulla base degli stimoli del momento, invece che in vista del futuro. Ugo Bardi ha espresso questo concetto come "serbare un po' del raccolto di quest'anno come seme del raccolto dell'anno prossimo" - cosa che oggi non stiamo facendo per niente.

Il filo conduttore del film è stato tenuto da Jeff Bridges che è un po' l'anima di tutta la storia e che ha concluso citando Teillard de Chardin in una cosa che potremmo vedere come una intuizione del superorganismo - che è tenuto insieme dall'amore e che, in quanto tale, potrebbe non essere una cosa cattiva se riusciamo a farlo muovere nella giusta direzione.

Someday, after mastering the winds, the waves, the tides and gravity, we shall harness for good the energies of love, and then, for a second time in the history of the world, man will have discovered fire. (Pierre Teillard de Chardin)

Un giorno, dopo aver padroneggiato i venti, le onde, le maree, e la gravità, riusciremo a imbrigliare per una buona causa le energie dell'amore e allora, per la seconda volta nella storia del mondo, l'uomo avrà scoperto il fuoco. (Pierre Teillard de Chardin)