domenica 8 ottobre 2017

Una religione chiamata Economia




Post di Michele Migliorino (pubblicato anche sul blog "Appello per la Resilienza")

Fa parte delle narrazioni collettive l'idea che le religioni stiano lasciando il passo ad uno stadio umano più evoluto. La scienza e la tecnica si emancipano da ogni discorso mitico e religioso nella convinzione che a guidarle sia solo la razionalità. Il Dio Ragione ha soppiantato il vecchio Dio.

Nietzsche, oltre un secolo fa, avvertiva che Dio è morto e che noi l'abbiamo ucciso. Oggi uno spettro si aggira per le nostre società: è il nichilismo che segue alla sua morte. In che cosa consiste? Secondo Nietzsche nella svalutazione di tutti i valori che fino ad ora sono stati sacri e sui quali è stata fondata la civiltà occidentale.
 «Ciò che racconto è la storia dei prossimi due secoli. Descrivo ciò che verrà, ciò che non potrà più venire diversamente: l’avvento del nihilismo. Questa storia può essere raccontata già oggi, poiché qui è all’opera la necessità stessa. Questo futuro parla già con cento segni, questo destino si annunzia dappertutto: tutte le orecchie sono già ritte per questa musica del futuro. Tutta la nostra cultura europea si muove già da gran tempo con una tensione torturante che cresce di decennio in decennio, come se si avviasse verso una catastrofe inquieta, violenta, precipitosa; come un fiume che vuole sfociare, che non si rammenta più, che ha paura di rammentare» (Nietzsche, Frammenti Postumi, 1887-1888) 
Non è necessario che un Dio sia posto come trascendente per essere denominato come tale. Ciò che  troviamo oggi come conseguenza della secolarizzazione è un nuovo dio, immanente: l'Economia. Niente più "ascesi intramondana" e volontà di salvezza poichè oikonomos, (in greco, la "cura della casa"), è divenuta l'unica preoccupazione. Questa esigenza è cresciuta già nei secoli che precedono la morte di Dio, fin dal Rinascimento, con l'ampliarsi del commercio mondiale, per divenire una macchina planetaria di approvvigionamento e distribuzione che prevede miliardi o addirittura trilioni di transazioni monetarie informatizzate al secondo.

Perché l'Economia è un Dio? Perchè essa ha preso il posto dei vecchi valori e perché la utilizziamo per colmare il vuoto lasciato dal nichilismo. Molto semplicemente, il nichilismo è giunto poichè un valore fondamentale è stato superato: l'aldilà. Oggi ci troviamo inconsciamente nella situazione di non reperire più un senso nell'esistenza poichè per due millenni (ma forse molto di più) abbiamo creduto che non vi fosse un senso in questa vita, e che quindi questa dovesse avere necessariamente una sua "copia originale" da un'altra parte, in un mondo trascendente. Da Platone al cattolicesimo, questa è una matrice fondamentale con cui dobbiamo fare i conti quando parliamo della nostra "cultura".

Ciò che è straordinario è che non vogliamo "vedere" che cosa abbiamo prodotto! E' per questo che ci affanniamo e corriamo da tutte le parti: non possiamo ancora accettare che non ci sia qualcosa dopo la morte! La nostra condizione storica ci obbliga piuttosto a capire che cosa significa un'esistenza mortale e finita. In fondo siamo convinti che non vi sia alcun senso e che dunque tanto vale "vivere al massimo"; arraffare ogni momento di questa effimera esistenza; non perdere nessuna opportunità perchè "ogni lasciata è perduta".

L'economia è questo "correre" in un girone infernale - una crescita infinita su un pianeta finito - svincolato da ogni limite che la ostacoli -  perchè se non c'è senso "tutto è permesso" (Dostojevski) e non ci saranno conseguenze. Nessun Dio giudicatore che ci aspetta per valutare meriti e peccati. Tuttavia, se non c'è alcun senso non varrebbe la pena di farla finita subito? Non sarebbe più lungimirante?
Primo, per i mortali non nascere è meglio di tutto;
ma nati, quanto prima varcare le soglie dell’Ade. (Esiodo)
L'economia opera come una gigantesca rimozione. E' come se stessimo cercando di fabbricare il senso stesso tramite le nostre attività quotidiane. Infatti più siamo impegnati più la vita ci sembra avere senso. Quando siamo in movimento - come le merci - ci dimentichiamo di quel rumore cosmico di fondo, di quella mancanza che talvolta ci assilla domandando: ma che senso ha tutto questo?

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Per quanto le cose vadano male e c'è la crisi in pochi saranno disposti a dire che l'economia non è una buona cosa. Per questo ci crediamo ciecamente, non la mettiamo in discussione, proprio come una religione con il suo Dio. Invece del valore dell'aldilà, noi abbiamo il Dio-denaro che ci permette di fare qualunque cosa, o almeno così crediamo. Tutto consiste nel credere in qualcosa - per questo è difficile liberarsi del termine religione in senso lato.

Ma perchè l'economia non è una buona cosa? (ho già cominciato delle riflessioni qui) Perchè non è possibile creare ricchezza per tutti. La ricchezza è qualcosa che può appartenere solo ad alcuni. Io posso essere ricco solo se tu sei povero; la ricchezza è una relazione fra due termini: ci deve essere povertà perchè vi sia ricchezza.

Lo si vede bene per la faccenda delle disuguaglianze. Sebbene il divario fra ricchi e poveri continua a crescere da decenni, il tenore medio di vita dei poveri è aumentato. Vittoria del capitalismo? Si, infatti anche qui la nostra religione ci protegge da ogni eresia: dobbiamo riformare il sistema economico, ridistribuire la ricchezza, monitorare i grandi capitali, porre nuove leggi che limitino le multinazionali! Così salveremo il terzo mondo, dobbiamo promuovere lo sviluppo dell'Africa! Ecco allora giustificate le guerre per esportare la democrazia, la quale instaurerà un governo che garantirà le condizioni affinchè anche loro possano avere accesso alla ricchezza. 

E lo si vede perchè dove passa Economia c'è distruzione: di foreste, di mari, di specie viventi, di noi stessi e delle nostre infinite culture disseminate per il pianeta. Il realismo ormai imporrebbe di mettere l'Economia nel cestino della storia per provare a vedere se è possibile creare società in modi che non implicano lo scambio di risorse ed energia in una maniera così abietta.

Sarebbe ora di diventare blasfemi verso questa religione, ma si sa, il fenomeno della "folla" è arduo da superare, poichè è il meccanismo stesso della nostra evoluzione (secondo Renè Girard). Temiamo di perdere i nostri possessi e ci temiamo a vicenda; ci è difficile andar contro ciò che fanno gli altri. Ci è estremamente difficile rigettare ciò che ci fa vivere: Economia. Ma se ciò che oggi ci fa vivere fosse ciò che domani ci farà morire?