Da “Donella Meadows Institute”. Traduzione di MR
Di Donella Meadows Febbraio 1995
Da alcuni mesi devo una risposta ad uno di voi che ha chiesto una definizione della parola che probabilmente qui uso più spesso di ogni altra: sostenibilità. E' diventato una parola del gergo internazionale, con quasi tanti significati quante sono el persone che la usano. Coloro fra noi che hanno parlato di sostenibilità per molto tempo hanno smesso di definirla. A volte diciamo che è come il jazz, o la qualità, o la democrazia – non la si conosce definendola, la si conosce sperimentandola, entrandoci dentro, vivendola – o forse piangendo la sua assenza. Ma qualsiasi cosa si dica a parole non è Sostenibilità, sono solo Parole. Quelli che Sanno non parlano, quelli che parlano non Sanno.
Questo naturalmente è un modo per non prendersi la responsabilità, ovviamente. C'è una definizione ufficiale perfettamente buona, che proviene dal rapporto del 1987 della Commissione Internazionale per l'Ambiente e lo Sviluppo:
La specie umana ha la capacità di raggiungere uno sviluppo sostenibile – soddisfare le necessità del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le loro.
Questa definizione ha due parti – soddisfare i bisogni e farlo in un modo che preservi le risorse naturali, umane e sociali con le quali vengono soddisfatti i bisogni. E' importante ricordare questo, perché la discussione troppo spesso si divide fra coloro che voglio soddisfare i bisogni e coloro che vogliono proteggere l'ambiente, come se far l'uno sia incompatibile col fare l'altro. La differenza fra gli ambientalisti tradizionali e “quelli della sostenibilità” è la capacità di mantenere il la concentrazione sul benessere sia degli esseri umani sia dell'ambiente allo stesso tempo e di insistere sue entrambi.
Nella mia mente io integro quella definizione ufficiale di sostenibilità con la spiegazione chiara ed innegabile di Herman Daly di cosa significa in termini fisici:
1. Le risorse rinnovabili non devono essere usate più rapidamente di quanto si possano rigenerare.
2. Inquinamento e rifiuti non devono essere immessi nell'ambiente più rapidamente di quanto l'ambiente possa riciclarli e renderli innocui.
3. Le risorse non rinnovabili non devono essere usate più rapidamente di quanto i sostituti rinnovabili (usati sostenibilmente) possano essere sviluppati.
In quelle condizioni non c'è una nazione, una società, una città, una fattoria, o una famiglia sulla Terra che sia sostenibile. Virtualmente, tutta la grande pesca del mondo viola la condizione 1. L'economia mondiale nel suo complesso viola la condizione 2 emettendo biossido di carbonio il 60-80% più rapidamente di quanto l'atmosfera possa riciclarlo. Ma a peggiorare le cose, aggiungerei altre due condizioni di sostenibilità che credo siano ovvie.
4. La popolazione umana e l'impianto di capitale fisico devono essere mantenuti a livelli sufficientemente bassi da permettere alle prime 3 condizioni di essere soddisfatte.
5. Le precedenti 4 condizioni devono essere soddisfatte tramite processi che siano sufficientemente democratici ed equi di modo che le persone si attivino per favorirli.
Sostenibilità significa tutto questo per me, significa una visione completa del mondo per cui voglio lavorare e vivere. Contiene componenti di spiritualità, di comunità, di decentralizzazione, di un completo ripensamento dei modi in cui usiamo il nostro tempo, definiamo i nostri lavori e conferiamo potere a governi e multinazionali. “Sostenibilità” è una parola terribilmente inadeguata per ciò che
intendo. Qualsiasi parola di sei sillabe è troppo lunga per organizzarci intorno un movimento popolare ed allo stesso tempo troppo corta per comprendere una visione completa. E troppe persone la percepiscono come “sostenere” il mondo che abbiamo ora, mentre io in realtà la intendo come fomentare una rivoluzione.
Di Donella Meadows Febbraio 1995
Da alcuni mesi devo una risposta ad uno di voi che ha chiesto una definizione della parola che probabilmente qui uso più spesso di ogni altra: sostenibilità. E' diventato una parola del gergo internazionale, con quasi tanti significati quante sono el persone che la usano. Coloro fra noi che hanno parlato di sostenibilità per molto tempo hanno smesso di definirla. A volte diciamo che è come il jazz, o la qualità, o la democrazia – non la si conosce definendola, la si conosce sperimentandola, entrandoci dentro, vivendola – o forse piangendo la sua assenza. Ma qualsiasi cosa si dica a parole non è Sostenibilità, sono solo Parole. Quelli che Sanno non parlano, quelli che parlano non Sanno.
Questo naturalmente è un modo per non prendersi la responsabilità, ovviamente. C'è una definizione ufficiale perfettamente buona, che proviene dal rapporto del 1987 della Commissione Internazionale per l'Ambiente e lo Sviluppo:
La specie umana ha la capacità di raggiungere uno sviluppo sostenibile – soddisfare le necessità del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le loro.
Questa definizione ha due parti – soddisfare i bisogni e farlo in un modo che preservi le risorse naturali, umane e sociali con le quali vengono soddisfatti i bisogni. E' importante ricordare questo, perché la discussione troppo spesso si divide fra coloro che voglio soddisfare i bisogni e coloro che vogliono proteggere l'ambiente, come se far l'uno sia incompatibile col fare l'altro. La differenza fra gli ambientalisti tradizionali e “quelli della sostenibilità” è la capacità di mantenere il la concentrazione sul benessere sia degli esseri umani sia dell'ambiente allo stesso tempo e di insistere sue entrambi.
Nella mia mente io integro quella definizione ufficiale di sostenibilità con la spiegazione chiara ed innegabile di Herman Daly di cosa significa in termini fisici:
1. Le risorse rinnovabili non devono essere usate più rapidamente di quanto si possano rigenerare.
2. Inquinamento e rifiuti non devono essere immessi nell'ambiente più rapidamente di quanto l'ambiente possa riciclarli e renderli innocui.
3. Le risorse non rinnovabili non devono essere usate più rapidamente di quanto i sostituti rinnovabili (usati sostenibilmente) possano essere sviluppati.
In quelle condizioni non c'è una nazione, una società, una città, una fattoria, o una famiglia sulla Terra che sia sostenibile. Virtualmente, tutta la grande pesca del mondo viola la condizione 1. L'economia mondiale nel suo complesso viola la condizione 2 emettendo biossido di carbonio il 60-80% più rapidamente di quanto l'atmosfera possa riciclarlo. Ma a peggiorare le cose, aggiungerei altre due condizioni di sostenibilità che credo siano ovvie.
4. La popolazione umana e l'impianto di capitale fisico devono essere mantenuti a livelli sufficientemente bassi da permettere alle prime 3 condizioni di essere soddisfatte.
5. Le precedenti 4 condizioni devono essere soddisfatte tramite processi che siano sufficientemente democratici ed equi di modo che le persone si attivino per favorirli.
Sostenibilità significa tutto questo per me, significa una visione completa del mondo per cui voglio lavorare e vivere. Contiene componenti di spiritualità, di comunità, di decentralizzazione, di un completo ripensamento dei modi in cui usiamo il nostro tempo, definiamo i nostri lavori e conferiamo potere a governi e multinazionali. “Sostenibilità” è una parola terribilmente inadeguata per ciò che
Salvo cambiamenti eccezionali (tecnologici, scientifici, demografici...),
RispondiEliminala popolazione umana non potrà diventare sostenibile con le buone maniere!
La popolazione mondiale cresce troppo velocemente!
Quella riduzione automatica auspicata, in realtà non sta avvenendo.
Gli studiosi di demografia, sono rimasti sorpresi della inaspettata continua crescita.
Hanno capito che: finché ci saranno risorse sufficienti, la popolazione crescerà!
Quando le risorse non saranno sufficienti, la popolazione si ridurrà, ma non sarà una riduzione indolore!
"la popolazione si ridurrà, ma non sarà una riduzione indolore!"
EliminaMa siamo sicuri che invece l'aumento di popolazione sia indolore? A me pare dolorosissimo.
i metodi autoritari preesistenti ai fossili dovranno essere ripristinati. Gli attuali inviti a far scorta di cibo e acqua sono ridicoli, perchè questa società è troppo complessa. Domenica scorsa ho arrotato un fagiano: tra spennarlo, eviscerarlo, cuocerlo ho perso 3 ore per poche centinaia di calorie. Non si può tornare indietro nemmeno se si fosse capaci(vivo con 3 donne, ma sono il solo capace a spennare ed eviscerare), perchè l'organizzazione di una società di sussistenza non è sostituibile ipso facto alla conmsumistica, almeno per noi occidentali. Nemmeno per i pachistani di fronte che lasciano sacchetti di ossa e visceri in strada.
RispondiEliminaProva a fare una semplice statistica:
EliminaQuante donne sono in grado di truccarsi e quante in grado di cucinare?
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A parte questo,
io ho dovuto fare dei lavori manuali come:
- spargere della terra con pala e carriola, portata da un camion;
- spostare pietre per dei muretti;
- spietrare un pezzo di terreno (1000 mq);
E vi assicuro che questi lavori pesanti, che richiedono varie giornate intere di lavoro massacrante, con i piccoli infortuni che capitano sempre; potevano essere fatte in una piccola frazione di tempo, con i mezzi adatti.
Per completare il lavoro, è stato fatto arrivare uno scavatore che,
in meno di mezza giornata (consumando gasolio) ha fatto molto più e molto meglio di quello che io avrei potuto fare in un mese!
Solo chi non ha mai fatto di questi lavori pesanti può pensare ad una società senza macchinari.
Della serie:
il 95 percento delle cose che abbiamo e facciamo, non le potremmo avere/fare!
"ha fatto molto più e molto meglio di quello che io avrei potuto fare in un mese"
EliminaCosi' poi puoi andare in palestra riposato ;)
"il 95 percento delle cose che abbiamo e facciamo, non le potremmo avere/fare"
Di cui il 90 per cento non serve a nulla! O meglio serve a tenere occupata la gente che altrimenti si agita e rumoreggia.
L'uomo dev'essere l'unico animale sulla terra che non si accontenta mai di cio' che ha ne' di cio' che e', deve sempre migliorare, dove per miglioramento si intende qualcosa di percentualmente in piu' rispetto al periodo precedente, in modo ricorsivo, da cui la "crescita esponenziale". Variazioni che non siano esponenziali non ci soddisfano perche' non le percepiamo nemmeno (il fatto che il pil deve crescere percentualmente sull'anno precedente e' un riflesso di questo fatto di fondo).
Per cui la faccenda della crescita zero e della sostenibilita' di cui parla la Meadows pone parecchi quesiti e perplessita': forse non e' "naturale" per l'uomo.
Di questo dovremmo cercare di acquisire coscienza.
Alla luce di quanto detto, il concetto di sostenibilita' come lo esprime la Meadows parte da dei presupposti sbagliati, tipici della sua cultura narcisistica e egocentrica: quando dice "soddisfare le necessità del presente senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare le loro" sottintende, errando, che le necessita' e le risorse delle future generazioni saranno le stesse che noi consideriamo tali, anzi immaginiamo tali. Ma proviamo ad estrapolare al passato: le risorse e le necessita' della nostra generazione sono uguali a quelle del passato? Solo per una minima percentuale, che non riguarda se non in minima parte nemmeno il cibo, la casa e il vestiario, che sono considerate necessita' di base e in cui oggi spendiamo solo una minima parte del nostro reddito complessivo. Il resto e' invenzione, creazione di nuovi bisogni al solo scopo di trovare realizzazione nel loro soddisfacimento, bisogni che poi cerchiamo "democraticamente" di indurre negli altri membri dell'umanita' non ancora "illuminati" in proposito. Che altri necessitino di soddisfare bisogni diversi dai nostri, e magari li disprezzino, lo troviamo altamente offensivo e provocatorio.
Come gia' detto, ci risulta narcisisticamente piu' semplice pensare ad un futuro in cui le automobili (nostra attuale necessita' inderogabile) funzionino ecologicamente col "motore ad improbabilita' infinita" che ad un futuro, peraltro uguale a tutto il passato dell'umanita' tranne gli ultimi 5 minuti, senza automobili.
Io me li ricordo i newsgroup di ecologia dove i ragazzini, tutti fanatici di auto e moto, litigavano sulla usabilita' del motore elettrico, e tremavano all'alternativa che la fine del petrolio facesse finire anche la loro possibilita' di visitare discoteche nottetempo, a 500 km di distanza. Poveretti. Eppure siamo fatti cosi', tutti, solo che ce ne accorgiamo solo riguardo alle "stranezze" altrui.
Insomma questi discorsi sui massimi sistemi oltre ad essere velleitari, perche' alla fine vince sempre il pragmatismo del qui ed ora, forse sono anche sbagliati.
@mago: e' difficile fare quello che hai fatto? potresti spiegarmelo anche in privato? o potresti fare un video? grazie
EliminaCredo che il Canada sia sotto la capacità di carico; nel post si fa riferimento alla sostenibilità in genere u questo piante; le capacità di spostamento dell'uomo e movimentazione delle merci in maniera sostenibile sono parecchio più limitate delle attuali, nonchè la capacità dei suoli di sostenere l'agricoltura,ergo la sostenibilità in egitto andrebbe declinata 50 volte al ribasso rispetto alla costa est degli USA ad esempio...
RispondiElimina"I camion sono il principale motore della civiltà.
RispondiEliminaSenza di essi nessuna merce sarebbe consegnata, nessun cibo coltivato o raccolto, nessun minerale estratto, niente raccolta di immondizia, niente calcestruzzo o trivellazioni per estrarre petrolio o gas. Se i camion smettessero di correre, le pompe di benzina, i negozi di alimentari, le fabbriche e le farmacie chiuderebbero in una settimana."
http://energyskeptic.com/2016/diesel-finite-where-are-electric-trucks/
I camion vanno a gasolio. Non si può fare andare un camion con l'energia elettrica
Sarebbe anche interessante approfondire la questione dell'acqua potabile.
O di quanto siano sostenibili le grandi città.
E cosi via.
È chiaro che serve una rivoluzione. Tempo fa c'erano i vari movimenti (no global ecc) Attualmente non se ne sente più parlare. Però abbiamo dei partiti che ne hanno raccolto l'eredità. Ricevono una buona percentuale di consensi e aspirano a governare. Rivoluzioni violente è meglio di no. Anche perché l'Italia è notoriamente una nazione di vecchi. (Però attenti all' ANPI)
Per non far niente c'è sempre tempo.
Angelo
il mondo va a gasolio, non a petrolio, nè a corrente elettrica. Nel grafico di LTG la popolazione nel 2100 si aggirerebbe tra i 2 e i 3 mld, ma senza gasolio per me si tornerebbe a prima dei fossili. 500 mln.
Elimina"Se i camion smettessero di correre, le pompe di benzina, i negozi di alimentari, le fabbriche e le farmacie chiuderebbero in una settimana."
EliminaNon credo sia del tutto vero: prima che arrivassero i camion e le automobili, new york era gia' una grande citta' ammorbata dalle deiezioni di cavallo. E 2000 anni prima, anche Roma antica lo era... bastava un corso d'acqua navigabile nelle vicinanze, che serviva anche per l'approvvigionamento di acqua. Poi sono arrivate le ferrovie coi motori a combustione esterna, e infine quelli a combustione interna. Ma le grandi citta' esistevano gia' da molto prima, e credo che la loro esistenza originaria dipenda solo dal surplus agricolo che la gente meno militarmente organizzata che viveva in campagna (un tempo erano schiavi veri e propri) poteva essere costretta a produrre. La prima citta' nasce in medio oriente, nella mezzaluna fertile, dopo l'invenzione dell'agricoltura. Poi pian pianino le citta' hanno cominciato a loro volta ad inventare e produrre nuovi mezzi per aumentare la produzione, oltre che per vincere le guerre e sottomettere i contadini, ed eccoci qua.
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Potabilizzazione_dell%27acqua
EliminaEcco qua il semplice processo di potabilizzazione dell'acqua. Poi immagino che serva la manutenzione delle tubature ecc.
Angelo
Winston, apprezzo sempre le tue variopinte divagazioni storiche.
RispondiEliminaPerò prova a pensare a quanti cavalli servirebbero per sostituire tutta l'intera flotta di furgoni, camion e di Tir che gira per le nostre strade.
Poi, quanti schiavi vedi nelle campagne per rifornire di prodotti agricoli città come Roma, Milano, Napoli e Bologna?
Insomma siamo realisti. Qui in Italia se solo chiudono le farmacie per dieci giorni muoiono migliaia di anziani. La nostra è una società ricca ma fragile. Serve veramente una rivoluzione (nel senso di semplificare, togliere il superfluo e porre dei limiti ai consumi) e anche ammesso che si riesca a farla non è neanche garantito che sia sufficiente per cavarci dai guai.
Secondo me si, perché voglio essere ottimista.
Angelo
Scusa Anonimo ma secondo come c'è qualcosa nel sistema scolastico italiano che produce una memoria selettiva o una ignoranza selettiva.
EliminaQuando i nostri antenati colonizzarono continenti disabitati, come le Americhe o l'Oceania, la prima cosa che fecero fu di trasformare l'ecosistema, in maniera più o meno consapevole ma sicuramente irreversibile. Per esempio disboscando con incendi, estinguendo sia le specie antagoniste che le prede più facilmente accessibili, introducendo specie aliene. Non c'entra niente il camion o le tecnologie contemporanee, a loro sono bastati due legnetti e dei sassi per trasformare in maniera permanente il loro mondo. Magari con lentezza ma inesorabilmente.
Se vogliamo andare ancora più indietro, non solo la storia della vita sulla terra ma la geologia, l'evoluzione del Sistema Solare, della Galassia, dell'Universo, per quanto ne sappiamo si presenta come una successione di eventi più o meno catastrofici e comunque sempre irreversibili. Ne cito uno che tutti vedono, la Luna e le maree. Un certo giorno un pianeta vagante colpisce la Terra e parte del materiale risultante dalla collisione finisce proiettato nello spazio e si aggrega formando la Luna (che per inciso, è appunto fatta dello stesso materiale della superficie terrestre). Da allora la Luna si allontana sollevando gli oceani ed agendo come freno sulla rotazione della Terra. Andrà avanti cosi fintanto che probabilmente si raggiungerà un punto di equilibrio in cui la Luna e la Terra saranno sincronizzate. Questa serie di eventi non è reversibile ed ha influenzato grandemente tutta una serie di cose, incluso l'ecosistema. Sempre senza camion e tecnologia contemporanea.
Ci sono due elementi ovvi nel discorso della "sostenibilità". L'odio per se stessi, perché l'umanità è vista come un elemento distruttivo, negativo, estraneo sulla superficie del Pianeta, un parassita orrendo da ridurre il più possibile e idealmente da eliminare. La forma edulcorata della voglia di autodistruzione, il mito del buon selvaggio, per cui abbandonando la "modernità" e tornando allo "stato di natura" ci si avvicina ad una specie di "comunione con Dio", un dio pagano nel senso proprio del termine.
@Lorenzo: "c'è qualcosa nel sistema scolastico italiano che produce una memoria selettiva o una ignoranza selettiva."
EliminaVediamo, dicci...
@Lorenzo: "Quando i nostri antenati colonizzarono continenti disabitati, come le Americhe"
Le Americhe disabitate?!!!
Nel territorio degli odierni USA c'erano 8 Milioni d'indiani (pellerossa); in America Latina abitavano da 50 a 100 milioni di abitanti!
E' qui che è agita la selezione di cui sopra citi?... :-)
@Lorenzo: "Un certo giorno un pianeta vagante colpisce la Terra e parte del materiale risultante dalla collisione finisce proiettato nello spazio e si aggrega formando la Luna (che per inciso, è appunto fatta dello stesso materiale della superficie terrestre)."
Questa è solo una teoria, molto campata in aria!
Non si deve credere a tutte le teorie inventate dagli scienziati!
Gli scienziati le "sparano" così, solo perché a qualsiasi cosa debbono dare una risposta; in futuro poi verranno smentiti come è successo più volte a dei premi Nobel.
@Lorenzo: "L'odio per se stessi, perché l'umanità è vista come un elemento distruttivo, negativo, estraneo sulla superficie del Pianeta, un parassita orrendo da ridurre il più possibile e idealmente da eliminare. La forma edulcorata della voglia di autodistruzione, il mito del buon selvaggio, per cui abbandonando la "modernità""
Questa mi è piaciuta, è un concetto che ancora molti naturalisti/ambientalisti/... non vogliono capire.
Qualsiasi essere vivente trasforma l'ambiente circostante; magari l'uomo sta un pò (anche troppo) esagerando, ma non c'è scritto da nessuna parte che l'ambiente deve restare così com'è.
Anche quando l'uomo costruisce città nei deserti (vedi: Las Vegas) non ci sta mai bene, perché consumano più risorse di quelle che l'ambiente circostante potrebbe loro garantire.
E non gli va mai bene niente!
Già, non lo sapevo che quando si è formata la luna non c'erano i camion.
EliminaDimmi mò adesso cosa dovrò fare con i camion se tra qualche anno non ci sarà il gasolio per farli andare avanti. Li attacco a un cavallo?
Angelo
Fischia ma siete veri o finti? Confermo le conseguenze devastanti del sistema scolastico italiano.
EliminaGli indigeni americani sono arrivati dall'Asia, non si sa bene quando, forse 50mila anni fa. Prima nel continente americano non esistevano esseri umani. Lo stesso vale per l'Australia. Vale anche per l'Europa e l'Asia, se consideriamo la nostra specie, prima c'erano altre specie di ominidi ma non "uomini" nel senso di H. Sapiens Sapiens.
La "teoria" può essere quella sulla genesi della Luna, a parte che è sostanziata dall'esame delle rocce riportate a terra dalle missioni Apollo, a parte che rimane valida fintanto che non viene provata falsa. Ma il meccanismo delle rispettive attrazioni gravitazionali (con l'allontanamento progressivo della Luna, le maree e l'effetto frenante sulla rotazione terrestre) non è una teoria, è un fenomeno. Devo spiegare la differenza tra teoria e fenomeno?
Riguardo il gasolio, a parte che lo sento ripetere da quando sono tanto il mantra "aiuto, sta per finire il petrolio", esiste una teoria secondo la quale il petrolio non sarebbe di origine organica, cioè la decomposizione di piante e animali sottoterra ma di origine geologica, ovvero come capita col metano e altri composti "organici" che si trovano su altri pianeti, si creerebbe a seguito di reazioni chimiche che avvengono nella profondità della crosta terrestre per poi risalire verso la superficie. Questa teoria si potrebbe provare ritrovando petrolio o bitume su un altro corpo celeste. In ogni caso, se fosse vero, il petrolio sarebbe lo stesso "esauribile" ma in linea teorica e sul lungo termine "rinnovabile". Inoltre, se la teoria dell'origine geologica fosse vera, la quantità di petrolio esistente potrebbe essere molto maggiore perché noi accediamo solo ai giacimenti relativamente superficiali.
Comunque l'argomento mi annoia abbastanza.
I camion potrebbero andare anche a molla o con i pedali o col motore elettrico. Il problema è sempre quello dell'accumulo della energia. Per qualche strana ragione si parla di tutto tranne che della necessità di inventare accumulatori più efficienti di quelli attualmente disponibili. Ah, un'altra cosa, come si fa coi veicoli spaziali e i rover, un camion potrebbe anche essere alimentato da un generatore nucleare, posto che bisognerebbe inventare una schermatura efficace e smaltire i generatori.
I camion sono l'ultimo dei nostri problemi.
@Lorenzo: "Quando i nostri antenati colonizzarono continenti disabitati, come le Americhe o l'Oceania, "
EliminaAlle scuole media mi insegnarono che, non si può dire
"Una volta ci fu... "
Una volta quando?
Dal secondo commento, adesso, si capisce che "per nostri antenati" non ti riferivi agli europei, ma nostri inteso come genere umano.
@Lorenzo: "La "teoria" può essere quella sulla genesi della Luna, a parte che è sostanziata dall'esame delle rocce riportate a terra"
Hanno trovato, sulla Luna, rocce simili a quelle terrestri; e su questa sola e semplice similitudine ci hanno costruito una bella storia che non regge!
Pazienza, ognuno può credere a quello che vuole!
Scommetto che crederai anche alle "stringhe" e alle 11 dimensioni raggomitolate!
E' così...
c'è chi crede ciecamente nella fede religiosa, e chi in quella scientifica...
@Lorenzo: "esiste una teoria secondo la quale il petrolio non sarebbe di origine organica"
E' il Carbonio (come elemento chimico) che esiste di origine inorganica (è stato creato dentro una stella).
Il petrolio si capisce che è di origine organica facendone l'analisi.
Il Gas (Metano) è un altro discorso...
non fare di tutta l'erba un fascio.
@Lorenzo: "Questa teoria si potrebbe provare ritrovando petrolio o bitume su un altro corpo celeste."
Se trovassi bitume su un altro corpo celeste, non proveresti niente!
Ancora una volta, pensi che basta trovare una cosa su un altro pianeta (che sia roccia o bitume) per poter affermare qualcosa con certezza... non funziona così, la scienza vera!
@Lorenzo: "In ogni caso, se fosse vero, il petrolio sarebbe lo stesso "esauribile" ma in linea teorica e sul lungo termine "rinnovabile"."
Guarda che anche adesso, è nel lungo periodo rinnovabile!
L'anidride carbonica emessa dalla combustione del petrolio, viene assorbita dalle piante, le piante, grazie a qualche cataclisma che prima o poi arriva, vanno a finire in terreni umidi, sotto terra, con strati di terra impermeabile ecc... e nel lungo periodo (milioni di anni) hai nuovamente il petrolio!
Se invece non c'è umidità, puoi ottenere il carbone.
Se invece la pressione del terreno soprastante diventa eccessiva (oltre i 3 km di profondità) otterrai il gas.
@Lorenzo: "Il problema è sempre quello dell'accumulo della energia. Per qualche strana ragione si parla di tutto tranne che della necessità di inventare accumulatori più efficienti di quelli attualmente disponibili."
Come...
in uno dei post precedenti, ho lasciato un commento su un nuovo accumulatore, che da fine anno verrà prodotto, ed avrà una capacità doppia rispetto ai migliori accumulatori al litio attuali.
Ti sei distratto!...
@Lorendo: "I camion sono l'ultimo dei nostri problemi."
Infatti, c'è sempre una soluzione ai problemi; magari può non essere ottimale, ma c'è sempre.
I trasporti si potrebbero fare su dei treni elettrici... o altro.
La nostra società funziona così com'è, perché è stata organizzata intorno ai combustibili fossili; se la fonte di energia diventerà un'altra (energia elettrica) è chiaro che deve essere organizzata in modo diverso, ma questo non vuol dire che non ci può essere una società senza combustibili fossili.
Semplicemente sarà una società diversa in cui alcune cose non diventeranno più accessibili per la massa della popolazione (vedi voli transatlantici, vedi viaggi in macchina di migliaia di km).
Sempre che ci sia abbastanza energia elettrica, se no, cavoli amari!
---
P.S: e non ti arrabbiare! qui ogni tanto ci stuzzichiamo per evitare la monotonia del fatto che siamo sempre i soliti.
Ogni tanto fattela una risata! :-)
Sempre per parlare di rocce...
EliminaNel 1996 scienziati USA parlarono di un meteorite, che secondo loro, in base al tipo di roccia (basta che una roccia sia in un certo modo, che ci costruiscono tutta una bella teoria) proveniva da Marte.
Trovarono, in questa roccia, alcune formazioni che sembravano create da batteri.
Quindi fecero quel ragionamento sbagliato e semplice che piace a molti di dire:
la roccia è marziana (perché assomiglia alle rocce di Marte);
c'è stata la vita in essa (solchi che assomigliano a quelli dei batteri);
quindi:
su Marte c'è vita e ci dobbiamo andare!
Lo stesso presidente USA, Bill Clinton ne parò.
Finanziarono le varie missioni dei rover da spedire su Marte,
non trovarono vita su Marte e adesso,
dicono che forse quel meteorite non è detto che sia di origine Marziana e quei solchi sul meteorite non è detto che siano di origine batterica.
Ma come?!
I tuoi (Lorenzo) cari scienziati hanno fatto una bella teoria su... niente! (similitudine tra le rocce) e poi...
ops... ci siamo sbagliati!
Adesso fanno un'altra bella teoria sulla Luna...
tanto per finanziare qualche missione per andare sulla Luna a trovare magari forme di vita terrestre (una scusa per spendere tanti soldi ci deve essere),
salvo poi dire...
ops!...
ci siamo sbagliati!
Ma come?!
Ci sono persone che credono a tutte le cavolate... ops... le teorie che dicono gli scienziati e loro si permettono il lusso di sbagliare?!
Certo, si può sbagliare, salco che, per ogni sbaglio se ne vanno miliardi di euro.
Come se ne stanno andando in fumo 15 Miliardi di euro investiti nell'ITER (reattore a fusione nucleare), che si sà già che non funzionerà!
ma questo lo dicono quei miscredenti come me che non credono a tutte le teorie degli scienziati, chissà perché!
:-)
Eccovi il link della storia del meteorite marziano:
Eliminahttps://it.wikipedia.org/wiki/ALH_84001
Lorenzo, il tuo ultimo post gareggia per il premio del post più sconclusionato dell'anno; per via dei camion a molla e a energia nucleare. e non solo. Scusa se non te ne passo altri, ma ci sono dei limiti di sostenibilità anche per i commenti di un blog
Elimina@Alessandro
Elimina"I trasporti si potrebbero fare su dei treni elettrici".
In questo modo ogni tratto di strada dovrebbe essere elettrificato.
E comunque questo comporterebbe un consumo di elettricità eccessivo.
http://energyskeptic.com/2016/all-of-california-electricity-per-year-to-power-16000-catenary-trucks-on-2400-to-8275-miles-of-highway/
@Lorenzo
Dai per scontate delle invenzioni di tua fantasia. Il camion a energia nucleare?
Dove lo puoi comprare? Poi immagino che se fosse commercializzato costerebbe sicuramente poco.
Batterie leggere, poco ingombranti e di lunghissima durata atte ad alimentare il tragitto commerciale di un camion e a non occupare metà del suo volume, non ce ne sono.
Ah! Non ho voglia di rileggermi tutta la storia dei nostri antenati che hanno modificato l’ambiente ancora incontaminato. (che è bella pesa, come la storia della luna). Se ti guardi intorno vedrai che il il pianeta come si presenta attualmente è nell’insieme molto più stressato e più sovrappopolato di quello dei nostri antichissimi progenitori e andrebbe trattato con le dovute attenzioni. Prima di tutto nel nostro interesse. Se poi vuoi tornare primitivo quelli sono fatti tuoi.
Angelo
@Angelo: "In questo modo ogni tratto di strada dovrebbe essere elettrificato."
EliminaLe merci hanno bisogno di essere trasportati con grandi mezzi, fino ai grandi centri di distribuzione, da li, con quantità più piccole si distribuiscono in modo capillare.
E' chiaro che il treno elettrico potrebbe essere usato solo per le dorsali, il sostituto delle autostrade o strade provinciali.
Nessuno immagina di far passare un treno per ogni strada cittadina.
E i clienti potrebbero andarci con un motorino elettrico, se a piedi è troppo lontano.
Ma questi sono solo degli esempi; la reale organizzazione dipende da quanta energia si ha a disposizione.
@Angelo: "E comunque questo comporterebbe un consumo di elettricità eccessivo."
Chiaramente i consumi elettrici non potrebbero essere uguali a quelli attuali, ma come minimo sarebbero più del doppio.
Per quanto riguarda il trasporto di grandissime quantità, come quello sulle navi, usare lì l'energia nucleare non sarebbe assurdo, visto che già esistono i sommergibili ad energia nucleare.
Per quanto riguarda l'ambiente, io sono dell'idea che preferisco le costruzioni umane a un terreno semi-desertico.
Il problema principale attuale è che siamo tanti nel mondo e vogliamo tantissimo!
@angelo:
Elimina"Qui in Italia se solo chiudono le farmacie per dieci giorni muoiono migliaia di anziani. La nostra è una società ricca ma fragile. Serve veramente una rivoluzione (nel senso di semplificare,"
"Semplificando" quegli anziani non li avremmo mai avuti (nel senso che sarebbero morti prima), per cui non ci sarebbe il problema delle farmacie da tenere aperte. Ogni tanto Simonetta accenna al problema, ma questo e' un tema molto scabro, e come diceva wittgenstein ognuno tende a capire solo cio' per cui i suoi moduli di comprensione sono gia' strutturati. E la morte e' eradicata dalla coscienza contemporanea, potrebbe spaventare i bambini che ormai tutti siamo diventati.
Comunque vediamo che basta un terremoto perche' tutte le "fregnacce" sulla sostenibilita' e l'equilibrio se ne vadano a quel paese: la priorita' numero uno e' che tutto cio' che c'e' di umano sulla terra si mantenga e si estenda sempre di piu', per sempre e all'infinito. Pure per i preti ormai. Si puo' sempre e solo aggiungere e conservare, mai nulla deve essere tolto, e' la nostra "mission". E poi se c'e' il disastro che problemi ci sono, e' semplice: basta assicurarsi con una buona societa' di assicurazione, e comprare un po' di "derivati". Lo Stato, che una volta giustamente si supponeva dovesse servire solo e apposta per questi casi, per i disastri di questo e altro genere, collettivi o individuali, non deve occuparsene, se non per obbligare con la forza delle legge i suoi cittadini alla conservazione ed espansione ad oltranza. Il succo, secondo me estremamente arrogante, tipico della tecnicalita' ottusa e di infimo grado da Bocconi, di tutti i discorsi di questi giorni, e' questo.
Inoltre l'ipotesi di chiedere a uno se vuole che lui stesso e la sua casa vivano all'infinito, per in qualche modo lasciargli decidere se affidare o no al fato questo suo destino, non e' nemmeno presa in considerazione. Siamo la societa' delle cinture di sicurezza obbligatorie. E' sotto mutate spoglie lo stesso argomento di quando si discuteva dell'accanimento terapeutico. E' "accanimento terapeutico di Stato": cioe' difesa della razza.
@lorenzo
"Quando i nostri antenati colonizzarono continenti disabitati, come le Americhe o l'Oceania, la prima cosa che fecero fu di trasformare l'ecosistema, in maniera più o meno consapevole ma sicuramente irreversibile. [...] Ci sono due elementi ovvi nel discorso della "sostenibilità". L'odio per se stessi, perché l'umanità è vista come un elemento distruttivo, negativo, estraneo sulla superficie del Pianeta, un parassita orrendo da ridurre il più possibile e idealmente da eliminare. [...] una specie di "comunione con Dio", un dio pagano nel senso proprio del termine."
Si' probabilmente l'uomo e' sempre stato piu' o meno conscio di questa sua singolarita' e delle cose cui accenni sopra (fa parte in modo ineliminabile del fatto appunto dell'avere una coscienza).
E' naturale per la coscienza, che ha carattere ricorsivo, estendere la critica dall'egoismo individuale all'egoismo di razza e poi di specie, che esistono, e balzano all'occhio dopo che li sia visti una prima volta.
Winston
EliminaIlic diceva pressappoco "la società conviviale esige il coraggio di affrontare la morte". La sua era una critica verso l'eccesso di burocrazia e una tecnica sempre più fine a se stessa anche nel settore della medicina. Il cui esito è la somministrazione di cure mediche solo da parte di personale specializzato, nonché l'accanimento terapeutico.
Si però come alternativa Ilic pensava a persone con una certa attitudine per l'assistenza ai malati con la facoltà di praticare medicazioni e semplici cure fuori dalle maglie dell'istituzione sanitaria, magari dei parenti, amici ecc.
Non mi pare abbia mai scritto che bisogna togliere le medicine ai malati. Non mi esprimo sulla tipologia dei medicinali perché non ne sono in grado.
Sull'accanimento terapeutico sono d'accordo, io non ne capisco la ragione. Poi però la cosa e' soggettiva. Ci sono persone molto attaccate alla vita a qualsiasi costo. Cosa deve fare un medico in questi casi?
Tra l'altro Ilic non nomina mai (credo, vado a memoria) la possibilità di praticare l'eutanasia.
Angelo
Tratto dal sito della Donzelli editore:
Elimina(Per presentare il libro: Verso una fisica evolutiva)
«La conservazione senza evoluzione è morte. L’evoluzione senza conservazione è follia»:
Così Gregory Bateson descrive lo strano equilibrio che è in ultima analisi alla base del mistero della vita. Verso una fisica evolutiva è l’affascinante viaggio di uno dei maggiori teorici della scienza italiani alla scoperta delle leggi che regolano il dinamismo della vita sulla terra. La ricerca di Enzo Tiezzi apre una nuova frontiera negli studi sui rapporti tra energia, termodinamica ed evoluzione dei sistemi viventi ponendo le basi di una nuova disciplina scientifica: l’ecodinamica. Tiezzi raccoglie l’eredità del maestro Ilya Prigogine, estendendo in una prospettiva olistica le conseguenze della sua rivoluzionaria teoria termodinamica. L’irreversibilità è un prerequisito indispensabile per lo sviluppo degli ecosistemi, della storia e dell’intera evoluzione. Uno stato di assoluto equilibrio termodinamico equivale alla morte, senza scambi di energia non c’è vita: la nuova scienza ecodinamica ci mostra che tali scambi, proprio in quanto irreversibili, seguono una freccia del tempo e ogni passo in avanti nell’evoluzione verso l’organizzazione più complessa si basa sull’ordine che deriva dal precedente caos. La vita è possibile solo se non deve ricominciare da zero per ogni nuova generazione. Così Tiezzi arriva a spiegare perché l’entropia è alla base dell’evoluzione stessa. Cicli, frecce del tempo ed eventi rappresentano il nuovo lessico per una chimica e una fisica finalmente evolutive. Con questo libro, Tiezzi getta magistralmente un ponte tra Darwin e Prigogine, esponendo con rara trasparenza al lettore le basi di una nuova scienza emergente capace di affrontare la sfida della complessità di una biosfera in continua evoluzione.
Marco Sclarandis
A me Illich piace per il suo atteggiamento libertario e possibilista, per il suo anteporre il rispetto (pleonasma: dell'autodeterminazione) della persona nel suo vivere sociale, di fronte alla attuale priorita' della massima efficienza di una grande societa' organizzata in modo militaresco, di questo grande termitaio.
EliminaLa nostra organizzazione sociale, a partire dalla scuola primaria, e' di tipo gerarchico militaresco, e tende a perpetuare questo modello, perche' con questo modello gli eserciti e le societa' vincono le guerre, dominano, e impongono a loro volta questo modello, c'e' poco da fare, fino a comprendere, assorbire tutto in se'. In questo stesso blog, nei commenti, quasi sempre, se notate, si pone l'accento sulla necessita' di imporre a tutti qualcosa, con la costrizione di tipo militaresco tipica dei nostri attuali ordinamenti statuali, per ottenere in fretta qualcos'altro, cio' che ovviamente si ritiene giusto e importante, senza rendersi conto che questo tipo di atteggiamento, a prescindere dal contenuto dell'imposizione, e' quello che ci ha condotti qui, per cui ci si dovrebbe legittimamente chiedere se sara' in grado di tirarcene fuori.
Io non credo che sara' in grado, e soprattutto non credo in ogni caso che ne varra' la pena, non sara' questo a risolvere i nostri problemi visto che non cambiera' per nula il nostro atteggiamento esistenziale che ci rende cosi' insoddisfatti, ansiosi, angosciati, astiosi.
Questo e' un argomento che a volte viene sfiorato (da Simonetta per esempio) ma che richiederebbe maggiore attenzione e riflessione, anche se mette in crisi il modo che crediamo inconsciamente tutti, o quasi, che sia l'unico per risolvere i problemi.
Oltre a dove andare, dovremmo chiederci come andarci, che forse e' molto piu' importante.
Ma non sara' facile, perche' la vittoria militare e' la migliore delle pubblicita', una volta conseguita la vittoria si fa presto a far dimenticare come la si e' ottenuta, e il correre in soccorso del vincitore e' una delle piu' antiche e spontanee professioni (dopo quella "proverbiale", e quella, a cui e' associata, del giornalista :).
Di Illich prova a leggere se ne hai voglia "le professioni disabilitanti", che e' una critica illuminante a quanto adesso crediamo di piu' sacro e sacerdotale, fatta da lui che ne sa qualcosa di sacro e sacerdotale: gli "esperti", i "tecnici". Lo trovi sul mulo.
"Uno stato di assoluto equilibrio termodinamico equivale alla morte"
EliminaInfatti, e noi chiamiamo questo il paradiso della perfezione.
E' il sogno, il limite a cui tendere, di ogni perfettista, del perfezionista che e' in noi, quello che ci fa fare 100 nuove leggi al giorno nel tentativo di raggiungere il "modesto" obiettivo, che poi alla fine si rivela essere, banalmente, la morte.
Questo post dimostra una volta di più che il termine "sostenibilità" non significa niente e tutta la letteratura costruita sopra è aria fritta.
RispondiEliminaPotrei fare una critica ragionata ma non credo servirebbe a qualcosa, perché è tutto cosi evidente che chi non lo vede o non è in grado fisicamente oppure mente.
Se tu depauperi l'ambiente fino al punto di mettere in pericolo le condizioni della tua stessa sopravvivenza, non sei sostenibile.
EliminaGuardati un po'intorno.
Poi ci sarebbe anche una questione etica, ma su questo è meglio lasciar perdere.
Angelo
Lorenzo, (28 agosto2106 22:49)
Eliminainvece di credere che la tua critica ragionata non servirebbe a qualcosa, esponila, così da metterla alla prova come si fa quando si vuole scoprire qualcosa di nuovo.
O confermare o smentire una ipotesi od una congettura.
Ed anche smascherare una menzogna.
O ti manca il tempo, o la voglia o semplicemente i mezzi per fornircela, o tutt'e tre le cose insieme?.
Avendo tu un blog, "Eldalie", puoi anche esporla in quel luogo, e dirci di andare a leggerla.
Sai Lorenzo, chi frequenta questo blog non é nato imparato ma non é neanche fesso.
Quindi, spiegaci dell'insignificanza del termine sostenibilità nell'accezione adoperata in questo post, e della gran frittura d'aria costruitaci letterariamente sopra.
Mi sono già accomodato sul divano con le patatine fritte nel cartoccio per ascoltarti.
Marco Sclarandis.
Anche io stavo aspettando la "critica ragionata" del Sig. Lorenzo. Anche io mi sono accomodato sul divano, con una bella birra ghiacciata, ma ormai... la birra si è scaldata e le patatine di Marco saranno fredde e stantie! Ma quanto è "ragionata" questa critica!
Eliminarimane sempre che con la fisica attuale non andiamo molto lontano )-:
RispondiEliminaAllora, il succo è sempre quello: i principi da seguire per un pianeta "sano" sono quelli, sensatissimi, incisi sulla famosa Georgia Guidestones ( https://en.wikipedia.org/wiki/Georgia_Guidestones ):
RispondiElimina1)Maintain humanity under 500,000,000 in perpetual balance with nature.
2)Guide reproduction wisely — improving fitness and diversity.
3)Unite humanity with a living new language.
4)Rule passion — faith — tradition — and all things with tempered reason.
5)Protect people and nations with fair laws and just courts.
6)Let all nations rule internally resolving external disputes in a world court.
7)Avoid petty laws and useless officials.
8)Balance personal rights with social duties.
9)Prize truth — beauty — love — seeking harmony with the infinite.
10)Be not a cancer on the earth — Leave room for nature — Leave room for nature.
Il problema principale è che, dato che non si è provveduto "pre hoc" a non violarlo, per iniziare adesso bisogna implementare "post hoc" e MOLTO IN FRETTA il punto 1).
Altrr via d'uscita non ci sono.
Molto interessante, grazie per la citazione.
EliminaMolto ottimisticamente illuministico-massonico, anche, da cui i prevedibili sfregi dei no-global e altri fondamentalisti vari. :)
https://it.wikipedia.org/wiki/Georgia_Guidestones#Le_critiche_ed_il_dibattito
Legga con più attenzione i principi sopra elencati, specialmente i punti 3), 5) 6) e 7). Quanto inciso sulla GG propugna esattamente il contrario della globalizzazione libericola e accentratrice degli attuali ultimi rantoli del capitalismo neo-con: essa auspica una CONFEDERAZIONE di nazioni, che rispetti individui e natura, sotto l'egida della ragione illuminista (se massononica o meno poco importa). Quindi se qualche, vero o presunto, no-global l'ha lordata ha dimostrato solo di essere un ilota che non sa leggere.
EliminaLi ho letti, li ho letti... sono dei bei principi che condivido, peccato che non ci sia scritto COME metterli in pratica. Il diavolo sta proprio in questo tipo di dettagli: come mettere in pratica i grandi principi. E' qui che di solito casca l'asino, e che si vede che per metterne in pratica una parte si e' costretti a negarne un'altra. Del resto non si e' mai visto nessuno, in particolare se un politico i successo, che non sia stato per il bene, il bello, e il giusto, per la liberta' e la prosperita'.
EliminaNo global, e Usa, compresi :)
Tutto sommato ha forse piu' ragione Guido sotto quando dice:
"che non ha bisogno di altre parole, ma solo di esempi concreti, tecniche, abilità, conoscenze.. cose pratiche per iniziare"
Paradossalmente se vuole, il "come" implementare i singoli principi è secondario. La cosa primaria (e più difficile!) è che principi come quelli della GG diventino degli ***imperativi categorici***, il "firmware" della mente di OGNI singolo umano e gruppo sociale. Poi come metterli in pratica sarà data dalla necessità contingente: preferibilmente, se non si gode della sofferenza altrui, in modo incruento, se è ancora possibile (cosa di cui personalemete dubito, ma questo è un altro discorso).
EliminaOgni singola persona, se si vuole che la specie sopravviva (altrimenti, per cortesia, astenersi dal rispondere con le solite lamentazioni e suicidarsi subito che è più coerente, grazie... ;-) deve imparare a basare la sua esistenza sul fatto che ci siano delle REALTA' INDISCUTIBILI come il fatto che, assieme agli umani in eccesso ai 500.000.000, debbano sparire tutte le strutture sociali e ideologiche degenerate che dominano la mente oggi malata della specie umana, come le teocrazie (classiche o "new age" che vorrebbero solo, nello stesso spirito di irresponsabile - nel senso di de-responsabilizzante - sottomissione, sostituire alle divinità monoteistiche storiche delle non meglio definite entità comunque "altre" rispetto alla specie umana, quali una "natura" divinizzata aumana). Che devono sparire le sovrastrutture capitaliste delle piovre multinazionali per cui il guadagno accentrato è l'unico motore (di cui la finanziarizzazione globale attuale è la forma più deleteria). Che deve sparire l'asservimento di scienza e tecnologia al guadagno di pochissimi. Che devono sparire gli STATI. Nella GG si parla solo di NAZIONI - entità fatte di territorio più persone che lo popolano più cultura storica, quindi, assieme alle multinazionali, devono anche essere bloccate le migrazioni incontrollate di massa che, con ipocrite scuse buoniste, creano di fatto solo caos e alienazione ove approdano. Che l'individuo ha diritti e responsabilità, che non è padrone, ma neppure servo: è socio paritario del pianeta. Che la ragione DEVE essere l'ultimo arbitro. Che la complessità dei sistemi globali e l'esaurimento delle risorse - di cui si scrive spesso anche in questo blog - non sono un dato assoluto, ma una disfunzione generata dalla ***sovrappopolazione umana***.
Lavorare in "basso" come spesso si indica, non serve a nulla a questo punto, perché chi crede di potersi isolare in comunità protette da quello che arriverà (ed è questa è la mentalità diffusa negli ambienti post-collasso) è un illuso, date le dimensioni della catarstrofe prossima ventura.
Se riusciremo a imporci e ad imporre questa visione delle cose IN FRETTA il pianeta tutto avrà un domani, altrimenti no.
Grande, luminosa Donella!
RispondiEliminaparole da incorniciare, soprattutto l'ultima frase.
mi fa sentire l'urgenza di accelerare nella mia piccola rivoluzione, affrancarmi dal sistema il più possibile e aiutare altri a farlo, con gesti, scelte, obiettivi concreti, perchè non bastano le parole, anche se mostrano come siamo messi o dimostrano che abbiamo più o meno ragione, ad avere effetto nel trasformare in positivo il contesto in cui ci troviamo a vivere.
io credo nella rivoluzione dal basso, credere di contrastare l'inerzia del sistema convincendo chi ancora ci investe, o agendo a livello politico, nella migliore delle ipotesi perde tempo, nella peggiore ha trovato il suo modo per non cambiare e sentirsi a posto con la coscienza.
credo che ci sia tanta gente pronta, anche su questo blog, che non ha bisogno di altre parole, ma solo di esempi concreti, tecniche, abilità, conoscenze.. cose pratiche per iniziare a creare una rete di SOSTENIBILITA' scollegata dal sistema ormai fallito, che possa dare un'altra chance all'umanità, a partire dalle ceneri di questa società agonizzante.
ognuno faccia la sua parte per quello che può, rivoluzionando la sua vita.
questa è la mia personale visione.
Eco-anarchismo? Questa che descrivi assomiglia moltissimo alla "Simpler way" di Ted Trainer. Anzichè dire "prendiamo il potere" costituire delle piccole comunità autosufficienti sganciate dal sistema. Poi però non potranno mai diventare del tutto autonome perchè ci sono dei materiali basilari come reti metalliche, cemento, pompe idrauliche, tubi, stivali, radio ecc. che devono essere prodotte a livello regionale o nazionale. Insomma, pensare che spontaneamente, non essendocene una drammatica necessità, una parte consistente della società si strutturi in questo modo, e un poco alla volta trasformi l'economia dal basso, mi sembra un'utopia.
EliminaSe invece lo si fa per scelta personale và benissimo.
Personalmente penso che serva un cambiamento che venga si dal basso, (ponendosi obiettivi realistici) ma che trovi anche un referente a livello politico (vogliamo rinunciare alla possibilità di votare?). Questo e quello, non questo o quello.
Tra l'altro non è detto che il "sistema", prima o poi, non collassi da solo.
Angelo
Ciao Angelo, non ho letto Ted Trainer, semplicemente penso che questo sistema prima o poi verrà giù, anzi lo sta già facendo, e in un futuro non troppo lontano pezzi di ricambio, cemento, oggetti industriali come reti metalliche o altro, energia elettrica fornita dal sistema ecc. non saranno disponibili, investire nel futuro secondo me significa investire in oggetti, processi, conoscenze di cui il semplice individuo, e non necessariamente il sistema economico-sociale-industriale nel suo complesso, può essere padrone, averne il controllo; se non a livello di individuo, per lo meno a livello di comunità o di rete locale di più comunità cooperanti e in sinergia.
Eliminain sintesi io credo nell'ultima frase che dici, non carico merci su una nave che credo stia affondando, per usare una metafora;
la mia metafora è quella di piccoli alberelli che sopravvivono all'ombra di un grande albero morente: quando il grande albero cadrà, essi avranno luce per palesarsi e crescere, per lo meno avranno una chance.
se invece uno crede che l'albero non sia così vecchio e malato, fa bene secondo me a scegliere di essere un suo ramo, dargli fiducia e continuare ad aspettarsi nutrimento e vita da esso.
questa metafora, nel caso che io ritengo più probabile di caduta a breve dell'albero, non riesce a descrivere un aspetto, cioè il fatto che queste realtà "pratiche" possano rappresentare una sorta di "Arca di Noè" anche per il maggior numero possibile di quei rami che cadrebbero al suolo senza più il nutrimento dalla loro pianta;
Attualmente direi che non c'e' dubbio che sta avvenendo un accentramento sempre maggiore, con tendenza all'accelerazione, sia a livello di produzione economica che politico-decisionale.
EliminaGli spazi di autoderminazione e responsabilizzazione sono quasi a zero, e l'etica e' ridotta al pedissequo rispetto di regole formali eterogenerate da un sistema estraneo, che dell'etica e' la negazione, tant'e' che, in questa pan-normazione, per tutto, per qualsiasi quisquilia, si richiede a gran voce, con strombazzamenti "indignati" di stampa e di rete, l'intervento dell'arbitrato della giurisprudenza formale e dei suoi "esperti", oppure della ulteriore dettagliata normazione legislativa.
Gia', l' indignazione.
Evidentemente si e' persa per la strada la capacita' di autogestirsi, anche nelle piu' piccole cose, anzi la si e' svenduta in cambio della dose quotidiana di "soma" huxleyana.
https://it.wikipedia.org/wiki/Soma_%28fantascienza%29
Se non ne acquistiamo coscienza, secondo me, e continuaiamo a ridurre tutto alla discussione sul che fare tecnico per rendere il sistema ancora piu' efficiente ma indubbiamente ancora piu' estraneo ed estraniante, saremo costretti a correre sempre di piu' gia' solo per eludere, nella fretta, la domanda sul senso di questo arrabattarsi.
Questo andazzo e' estremamente pericoloso, perche' il necessario corollario del non avere piu' nessun potere ne' responsabilita', e' che qualsiasi negativita' viene proiettata all'esterno nella ricerca del capro espiatorio, del colpevole, col sottinteso che MAI esso va trovato, del resto a ragione, in se stessi. Senza liberta' non puo' esistere responsabilita', che fra l'altro e' il principio informatore N.1 di qualsiasi esercito. Tale deriva e' evidentissima nel nostro paese, in una forma o nell'altra non si parla di altro ormai da decenni: notare che questa tendenza e' aumentata in parallelo con l'aumento della normazione e quindi della deresponsabilizzazione (seguire una norma senno' multa non e' responsabilizzazione, la responsabilizzazione e' poter decidere autonomamente la norma e doverne affrontare l'eventuale errore o inadeguatezza).
Il fatto che un concetto risulti molto difficilmente definibile con precisione (e 'complessità' sicuramente appartiene a questa categoria) NON implica che esso possa/debba essere drasticamente cestinato, se esso possiede quantomeno una valenza euristica rilevante; in tale prospettiva, la definizione di D.Meadows (a integrazione di quella data da Daly) sembra una delle migliori in circolazione...
RispondiEliminaNaturalmente in luogo di 'complessità' deve intendersi 'sostenibilità' (concetto appunto "complesso"...), sorry!
Elimina"Insostenibile"
RispondiEliminasignifica che
"non può durare tanto".
Gianni Tiziano