lunedì 29 febbraio 2016

La caduta dell'Impero Romano d'Occidente: un effetto del cambiamento climatico?

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Immagine dall'articolo di Buentgen et al., pubblicato su  "Nature Geoscience" l'8 febbraio 2016. Le curve rosse sono i cambiamenti di temperatura ricostruiti dagli anelli degli alberi nell'Altai russo (curva in alto) e della Alpi europee (curva in basso). Osservate il notevole crollo delle temperature che ha avuto luogo a partire dal sesto secolo D.C.. Ma, a quel punto, l'Impero Romano d'Occidente è bello che andato. Il suo collasso NON è stato causato dal cambiamento climatico. 

Il rapporto fra clima e collasso delle civiltà è un tema molto discusso. Dal recente collasso dello stato Siriano a quello molto più antico della civiltà dell'Età del Bronzo, i cambiamenti climatici sono stati visti come i colpevoli di diversi disastri successi alle società umane. Tuttavia, un punto di vista alternativo del collasso della società lo vede come il risultato naturale (“sistemico”) dei ritorni decrescenti che una società ottiene dalle risorse che sfrutta. E' il concetto definito “ritorni decrescenti della complessità” da Joseph A. Tainter. Su questo punto, potremmo dire che potrebbero benissimo esserci diverse cause del collasso di una società. Cambiamento climatico ed esaurimento delle risorse possono indebolire sufficientemente le strutture di controllo di qualsiasi civiltà da piegarla e farla scomparire. Nel caso dell'Impero Romano d'Occidente, tuttavia, i dati pubblicati da Buentgen et al. confermano totalmente l'interpretazione di Tainter del collasso dell'Impero Romano: è stato un collasso sistemico, NON è stato causato dal cambiamento climatico.


dai dati, possiamo vedere che c'è stato un episodio di raffreddamento che probabilmente ha condizionato tutta l'Eurasia e che è cominciato con l'inizio del sesto secolo D.C.. Questo periodo si chiama LALIA (Late Antiquity Little Ice Age) e sembra essere stato più forte della più famosa LIA (Little Ice Age) che si è verificata durante il diciottesimo e diciannovesimo secolo. Apparentemente, la LALIA è stata causata da una serie di eruzioni vulcaniche che hanno iniettato grandi quantità di particolato nell'atmosfera, raffreddandola riflettendo la luce solare. In generale, le temperature sono scese di un paio di gradi in confronto al periodo che chiamiamo “Periodo Romano Caldo”.

Un raffreddamento davvero brutale, sì, e sicuramente ha avuto effetti sulla vita umana, come discusso in modo esteso nell'articolo di Buentgen et al.. Ma non ha avuto niente a che fare con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, il cui declino era iniziato almeno due secoli prima. L'Impero ha iniziato la sua fase di disintegrazione finale con l'inizio del quinto secolo, quando non è più stato in grado di presidiare le fortificazioni ai confini. Poi, Roma è stata saccheggiata una prima volta nel 410 D.C. E infine distrutta dai Vandali nel 455 D.C. E' stata questa la vera fine dell'Impero d'Occidente, anche se, per qualche decennio, ci sono stati ancora individui che rivendicavano il titolo di Imperatori. Ma tutto questo è avvenuto in un periodo di clima relativamente stabile, perlomeno da quello che possiamo dire circa i dati disponibili. Così, il collasso è stato sistemico, collegato a fattori diversi dal clima e, secondo me, principalmente legati al collasso del sistema finanziario Romano, causato a sua volta dall'esaurimento dei minerali.

Ma potrebbe essere che, dopo tutto, ci sia una correlazione fra il collasso Romano e il cambiamento climatico? Solo che potrebbe essere il contrario di ciò che a volte abbiamo proposto: può il collasso Romano aver causato il raffreddamento di LALIA (o, perlomeno, aver contribuito ad esso)? L'idea non è fuori di testa: il collasso della popolazione verificatosi con la caduta dell'Impero potrebbe aver portato a livelli considerevoli di riforestazione dell'Europa occidentale e ciò avrebbe riassorbito il CO2 dall'atmosfera. Questo avrebbe potuto essere un fattore aggiunto al raffreddamento da vulcani. E' un'idea già espressa qualche anno fa da William Ruddiman. Sembra essere fuori moda, oggigiorno, ma penso che dovrebbe essere esplorata di più.

Alla fine, questa storia ci può insegnare molto: per prima cosa, quanto sia fragile il clima. Nell'interpretazione di Buentgen et al., solo tre eruzioni vulcaniche – relativamente grandi, ma non realmente gigantesche – sono state sufficienti a causare un raffreddamento di 2°C esteso su tutta l'Eurasia. Pensate a quale potrebbe essere l'effetto se dovesse succedere qualcosa di simile ai giorni nostri! Poi, mostra anche in che modo la situazione, oggi, sia del tutto cambiata. Le temperature hanno preso una tendenza completamente diversa con l'inizio di emissioni su vasta scala di emissioni di gas serra nell'atmosfera. Incidentalmente, questi dati confermano i dati della "Mazza da Hockey" di Michael Mann ed altri. Il riscaldamento globale è reale, il clima terrestre è fragile e siamo in guai seri.