venerdì 2 novembre 2012

Il Cambiamento Climatico è qui (ed è peggiore di quello che pensavamo)


Di James E. Hansen (Direttore dell'Istituto per gli Studi Spaziali Goddard della NASA).

Dal “Washington Post” del 4 agosto 2012. Traduzione di Massimiliano Rupalti


Da notare che questo pezzo è stato scritto prima del record storico della fusione dei ghiacci artici in Settembre e prima dell'Uragano Sandy. Vedendo le cose in prospettiva, Hansen era addirittura  un ottimista ai primi di agosto!


Quando ho parlato di fronte al Senato, nella calda estate del 1988, ho avvertito circa il tipo di futuro che il cambiamento climatico porterebbe a noi e al pianeta. I dipinto un quadro truce delle conseguenze delle temperature in costante aumento provocato dall'uso dei combustibili fossili da parte degli esseri umani.

Ma devo confessarvi una cosa: sono stato troppo ottimista.

Le mie proiezioni sull'aumento della temperatura globale si sono rivelate vere. Ma ho sbagliato nel non esplorare pienamente quanto l'aumento medio avrebbe portato ad un aumento del tempo meteorologico estremo.  

Nella mia nuova analisi degli ultimi sei decenni di temperature globali, che verrà pubblicata lunedì, io e i miei colleghi abbiamo rivelato un aumento mozzafiato nella frequenza delle estati estremamente calde, con implicazioni preoccupanti, non solo per il nostro futuro ma anche per il presente.


Questo non è un modello climatico o una previsione, ma l'osservazione reale degli eventi atmosferici avvenuti e delle temperature. La nostra analisi mostra che non è più sufficiente dire che il riscaldamento globale aumenterà la probabilità di tempo estremo e per ripetere l'ammonimento che nessun evento meteorologico può essere collegato direttamente al cambiamento climatico. Al contrario, la nostra analisi mostra che, per il tempo estremamente caldo del recente passato, non c'è virtualmente altra spiegazione se non il cambiamento climatico. E una volta raccolti i dati, fra poche settimane, è probabile che sarà vera la stessa cosa per l'estate estremamente calda di cui stanno soffrendo proprio ora gli Stati Uniti.

Questi eventi atmosferici non sono solo un esempio di quello che il cambiamento ci potrebbe portare. Sono proprio causati dal cambiamento climatico. Le probabilità che una variabilità naturale abbia creato questi estremi sono minuscole, infinitamente piccole. Fare affidamento su quelle probabilità sarebbe come lasciare il proprio lavoro e giocare la lotteria tutte le mattine per pagare le bollette.

Ventiquattro anni fa ho introdotto il concetto di “dadi climatici” per aiutare a distinguere le tendenze a lungo termine del cambiamento climatico dalla variabilità naturale del tempo meteorologico giorno per giorno. Alcune estati sono calde, altre fredde. Alcuni inverni brutali, altri miti. Questa è la variabilità naturale.

Ma quando il clima si scalda, anche la variabilità naturale viene alterata. In un clima normale senza il riscaldamento globale, due lati del dado rappresenterebbero il tempo atmosferico più freddo del normale, due il tempo meteorologico normale e due il tempo meteorologico più caldo del normale. Tirando il dado in continuazione, stagione dopo stagione, avremmo una variazione ugualmente ripartita fra le tre possibilità nel tempo.

Ma mettendo sul dado i riscaldamenti del clima cambia le probabilità. Finisci con l'avere un solo lato più freddo del normale, un lato nella media e quattro lati più caldi del normale. Anche col cambiamento climatico potremmo avere di tanto in tanto estati più fredde del normale o inverni normalmente freddi. Non lasciatevi fregare da questo.

Il nostro nuovo studio peer-reviewed, pubblicato dall'Accademia Nazionale delle Scienze, chiarisce che mentre la temperatura media globale è aumentata stabilmente a causa del clima che si riscalda (fino a 1,5°F durante l'ultimo secolo), gli estremi stanno realmente diventando più frequenti e più intensi in tutto il mondo.

Quando abbiamo tracciato le variazioni delle temperature mondiali su una curva a campana, gli estremi eccezionalmente freddi e, ancora di più, quelli estremamente caldi sono risultati alterati, così stanno diventando sia più comuni sia più forti.

Il cambiamento è così drammatico che una faccia del dado ora deve rappresentare il tempo meteorologico estremo per rappresentare la maggior frequenza degli eventi meteorologici estremamente caldi.

Tali eventi erano oltremodo rari. Le temperature estremamente alte hanno interessato dallo 0,1 allo 0,2% circa del globo nel periodo base del nostro studio, dal 1951 al 1980. Negli ultimi tre decenni, mentre le temperature medie sono lentamente salite, gli estremi solo volati ed ora interessano circa il 10% del globo.

Questo è il mondo che abbiamo cambiato e sul quale ora dobbiamo vivere – il mondo che ha causato l'ondata di calore in Europa nel 2003, che ha ucciso più di 50.000 persone, e la siccità del 2011 in Texas, che ha causato più di 5 miliardi di dollari di danni. Tali eventi, come mostrano i nostri dati, diventeranno anche più frequenti e più gravi.

C'è ancora tempo per agire ed evitare il peggioramento del clima, ma stiamo sprecando tempo prezioso. Possiamo risolvere la sfida del cambiamento climatico con una tassa che aumenti gradualmente sul carbonio richiedendola alle industrie dei combustibili fossili, col 100% del denaro redistribuito a tutti i residenti legali su base pro-capite. Questo stimolerebbe le innovazioni e creerebbe una robusta economia basata sulle energie pulite, con milioni di nuovi posti di lavoro. E' una soluzione semplice, efficace ed onesta.

Il futuro è ora. Ed è caldo.