lunedì 20 giugno 2016

Niente spiritello nella macchina: l'umanità soffre di un'epidemia globale di Alzheimer?

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR



Il cervello umano è la cosa più complessa conosciuta in tutto l'universo. Così complesso e così delicato e fragile! (fonte dell'immagine)

I miei genitori erano sposati da 58 anni quando è morta mia madre. E' stata una perdita terribile per mio padre, che allora aveva 86 anni ed io ero molto preoccupato per la sua salute. Ma mi sono sentito sollevato quando ho visto che, dopo pochi mesi, sembrava essersi ripreso dallo shock. E' rimasto attivo e poteva gestire la sua vita quotidiana senza un aiuto particolare. Poteva prendere l'autobus, da solo, e camminare da solo nel vicinato. Si era persino fatto dei nuovi amici e passava del tempo con loro. Tuttavia, c'era qualcosa di sbagliato in lui. Di terribilmente sbagliato.

domenica 19 giugno 2016

Non ci sono abbastanza risorse per sostenere la popolazione mondiale

Da “Church and State”. Traduzione di MR (via Population Matters)

Abbiamo raggiunto una fase in cui la quantità di risorse necessarie per sostenere la popolazione supera quella disponibile

Di John Guillebaud. 10.06.2014


Molti anni fa, come studente del secondo anno di medicina, ho assistito ad una lezione sulla popolazione umana del mio tutor di Cambridge, Colin Bertram. Da biologo sosteneva che l'incessante aumento della popolazione di qualsiasi specie alla fine è sempre insostenibile. I numeri aumentano fino ai limiti della capacità di carico del loro ambiente e quando la superano, i numeri collassano sempre. Se permettiamo che continui una crescita della popolazione incessante, noi esseri umani non possiamo sfuggire allo stesso destino. Anche se intelligentemente potremmo adattarci a tutti i diversi ambienti sulla Terra, abbiamo un solo pianeta finito su cui vivere e il 70% di esso è acqua salata e metà di quello che resta è deserto, montagna, calotta glaciale o foresta in rapida sparizione.

sabato 18 giugno 2016

Le attempate spogliarelliste della scienza


Recentemente, sono stato a un convegno di cui non dirò il titolo e neppure il luogo. E ho ascoltato alcuni interventi da parte di persone di cui non dirò il nome e non dirò il ruolo. La cosa mi ha fatto venire in mente un articoletto che avevo scritto qualche anno fa su Risorse Economia e Ambiente, e così ve lo ripropongo. (lo ha citato anche Steph nel suo blog)

Le attempate spogliarelliste della scienza


Questo post l'ho scritto di getto sotto l'effetto della lettura di un pezzo di Freeman Dyson intitolato "Pensieri eretici sulla scienza e la società" Un testo che mi ha profondamente deluso. Dyson, che è stato un grandissimo scienziato nel passato, si è messo a criticare la scienza del cambiamento climatico con una faciloneria e una mancanza di approfondimento impressionante, facendo anche dei banali errori di fisica. Da questo, mi è venuto in mente il paragone con una spogliarellista attempata che non si rende conto che certe cose non le può più fare. Dopo che l'ho scritto, ho pensato che forse non era il caso di pubblicarlo; un po' troppo forte come critica. Alla fine, però, ho pensato che certe cose bisogna anche dirle. Quindi, ecco il post come mi è venuto - l'ho solo rivisto un po' aggiungendo le date di nascita degli scienziati che menziono.

Gli scienziati arrivano in varie forme. Ci sono i pedanti, gli accurati, i metodici, i perfezionisti, i cialtroni, i chiaccheroni, gli svagati, i sognatori, insomma un po' di tutto. Ce n'è una categoria particolare, però, che sono i creativi. Li possiamo anche chiamare gli "eretici", perché per essere creativi bisogna avere il coraggio di dire cose che nessuno dice. E' noto quello che diceva Thomas Huxley, il "cane da guardia di Darwin": "le nuove verità nascono come eresie e muoiono come superstizioni"

E' un'arte difficile quella dell'eretico scientifico; bisogna camminare lungo la sottile linea di demarcazione fra la vera creatività e la cialtroneria. Ma, se ci riesce, il creativo viene abbondantemente premiato. Bisogna essere molto creativi per avere un premio Nobel o qualcun altro dei vari riconoscimenti prestigiosi che ci sono nella scienza. I creativi sono la vera elite degli scienziati.

Ma non è facile fare l'eretico con successo. La scienza ha dei meccanismi collaudati per filtrare le fesserie e lasciar passare le cose buone. Quella che si chiama "ortodossia" in qualsiasi campo della scienza non è dogma, ma il risultato di lunghe ricerche, prove, controprove e affinamenti continui. Andare a contraddire gli esperti in un campo che non è il proprio è uno dei modi più sicuri nella vita per fare la figura del fesso.

Fare l'eretico senza dire fesserie richiede uno sforzo intellettuale poderoso e una padronanza a tutta prova di più di un campo scientifico. E questo richiede l'elasticità mentale di un cervello giovane. Il premio Nobel, si sa, si prende per lavori fatti prima dei trent'anni. In un certo senso, gli scienzati creativi sono come delle spogliarelliste. Anche queste fanno una cosa eretica, ovvero una cosa che la maggior parte delle donne non fa, e la possono fare soltanto fino ai trent'anni di età; più o meno.

Ora, qui c'è un problema. Se una spogliarellista di successo pretendesse di continuare a fare il suo mestiere ben oltre i trent'anni di età, beh, i risultati non sarebbero brillanti. Questo, per fortuna, succede di rado. Ma succede non di rado che uno scienziato che ha avuto successo in gioventù con le sue idee creative pretende di continuare a fare l'eretico a un'età alla quale sarebbe bene che la smettesse.

Ci sono casi di scienziati assai noti, persone di grande prestigio, che cadono vittime della sindrome della spogliarellista attempata e non si rendono conto che le loro esternazioni pubbliche fanno grossi danni, soprattutto alla scienza, dando argomenti a chi di scienza non capisce niente per criticare cose serie, per esempio la scienza del clima.

Fra i casi di scienziati molto noti che in tarda età hanno decisamente perso brillantezza, il primo che viene in mente è Newton, che in tarda età si era messo a studiare l'alchimia. Poi, c'è statoWilliam Shockley (1910-1989), l'inventore del transistor, che in tarda età si mise a sostenere che le razze nere si riproducono troppo, donò il suo sperma a una banca dello sperma in quanto "sperma della migliore qualità" e cose del genere.

Mentre le idee di Newton sull'alchimia e quelle di Shockley sulla razza sono oggi dimenticate, ci sono dei casi recenti di scienziati famosi le cui idee stanno facendo notevoli danni. Questo è il caso di Thomas Gold (1920-2004), un astronomo famoso che in tarda età si mise in testa che l'origine del petrolio è "abiotica." Gold riuscì a ottenere considerevoli finanziamenti pubblici per fare delle inutili trivellazioni. In se, non c'è niente di male a fare dei test di una teoria, il guaio è che con la sua insistenza e il suo atteggiamento dogmatico, Gold ha generato un'intera tribù di seguaci rumorosi che stanno tuttora infestando l'internet sostenendo che il petrolio è "infinito" e che l'esaurimento dello stesso è tutto un complotto delle compagnie petrolifere per farcelo pagare più caro.

Uno dei casi più tristi è quello di James Lovelock (1919 -), probabilmente una delle più grandi menti del ventesimo secolo, noto per il suo concetto di "omeostasi planetaria", a cui dette il nome di "Gaia". Purtroppo, a 87 anni Lovelock ha pubblicato un libro intitolato "la vendetta di Gaia" del tutto senile, sconclusionato e pieno di errori. Con la sua polemica infondata e rabbiosa contro le energie rinnovabili, anche Lovelock ha generato un buon numero di seguaci che impestano l'internet per dir male delle rinnovabili rifacendosi alle sue argomentazioni.

C'è poi Kari Mullis (1944- ), un premio Nobel per la Chimica che si è lanciato in una polemica in cui sostiene che il riscaldamento globale non esiste, che l'inquinamento è solo "un problema estetico" e cose del genere. Mullis è un esempio delle tante persone di un certo prestigio che si lanciano a criticare gli studi sul riscaldamento globale senza sapere niente di clima. Purtroppo, essendo persone di prestigio, c'è gente che gli da retta.

E veniamo a Freeman Dyson (1923- ). Dyson è stato un grande scienziato della generazione degli sviluppatori della meccanica quantistica e dell'energia atomica. Una mente estremamente creativa che si occupava un po' di tutto, compreso la colonizzazione spaziale e il destino dell'umanità. E' noto fra le altre cose per la sua geniale intuizione della "sfera di Dyson", il concetto che una civilizzazione planetaria avanzata potrebbe sfruttare al massimo la radiazione stellare circondando la stella con una sfera che la intercetta completamente.

A 82 anni, tuttavia, Dyson si è messo a fare una serie di critiche alla scienza del clima dichiarandosi scettico sul fatto che il riscaldamento globale sia una cosa negativa, sul fatto che sia veramente necessario agire in proposito e, insomma, facendo proprie molte delle argomentazioni dei peggiori negazionisti. La critica di Dyson è pubblicata su internet e anche in un libro intitolato "a many colored glass" pubblicato nel 2007. E' sicuro che anche i negazionisti italiani se ne approprieranno ben presto per giustificare le loro tesi.

Le considerazioni di Dyson sul clima, purtroppo, sono quasi tutte sbagliate. Sono una serie di discorsi senza capo né coda, dove Dyson giustifica le sue conclusioni soltanto sulla base del concetto che essere un eretico è una cosa buona. Da quello che scrive, dimostra di non aver neanche capito bene la fisica del cambiamento climatico! Per una critica dettagliata, vedi quioppure qui. Vedi anche fra i commenti una mia domanda al climatologo Michael Tobis: non riuscivo a credere che Dyson avesse fatto degli errori così clamorosi. Eppure Tobis me lo ha confermato: è rimasto sorpreso anche lui.

Adesso, fatemi dire come la penso:

Mi pesa dire certe cose a proposito di Dyson, che è una persona che ho molto ammirato e che continuo ad ammirare per quello che ha fatto nel passato. Ma proprio perchè è uno scienziato famoso e ammirato ha delle responsabilità. Uno scienziato studia e lavora per una vita cercando di fare del suo meglio; e questo vuol dire verificare i dati, citare le fonti, stare attenti a capire bene le cose prima di lanciarsi a criticarle. Sono cose che impari da giovane, all'università; e le impari dagli scienziati anziani. Uno scienziato anziano non può più essere creativo come un giovane, ma ha questa grande responsabilità di dare l'esempio ai giovani di come essere non solo creativi ma anche e soprattutto rigorosi. Dyson qui ha tradito questa responsabilità.

La scienza vive di tante cose; ha bisogno certamente di intuizioni geniali, ma vive anche e soprattutto del lavoro rigoroso e poco eccitante della grande maggioranza degli scienziati che sono persone serie e competenti, anche se non sono in grado di avere colpi di genio da premio Nobel. Non ha bisogno di eretici attempati che vanno a lanciare le loro eresie in pubblico come se forsero spogliarelliste attempate che comunque insistono a lanciare i loro reggiseni al pubblico.

Deve essere un destino della vita che i tuoi maestri, quelli che consideravi la tua guida, prima o poi ti deludono. Presumo che capiterà anche a me di deludere i miei allievi nel futuro (sperando che non li stia deludendo troppo già ora). Comunque, giuro a me stesso e a tutti quanti che non impesterò nessuno con teorie eretiche a 80 anni, in effetti anche prima. Mi dedicherò alla cura dell'orto e a coltivare carote e cavolfiori. Se mai ci arriverò a 80 anni.....






venerdì 17 giugno 2016

Adrastia intervista Ugo Bardi

Da “Cassandra' Legacy”. Traduzione di MR

L'associazione francese “Adrastia” era sufficientemente interessata dal mio modesto lavoro da chiedermi una serie di domande. L'intervista originale era in francese, questo è il testo tradotto dalla traduzione inglese di Florence Mitchell.




Ugo Bardi è un ricercatore e professore di chimica. Ha collaborato a The Oil Drum, è un membro del comitato scientifico dell'Associazione per lo Studio del Picco del Petrolio e del Gas (ASPO) ed autore di diversi libri, compreso uno sull'energia e le risorse minerali (The Limits to Growth Revisited).

I nostri sinceri ringraziamenti al signor Bardi per aver accettato di parlare con noi.

Adrastia: Lei ha costruito una teoria dal nome “il dirupo di Seneca”. Questa rivisita il picco di Hubbert e la relativa curva a campana, anche se in questo caso la sua discesa è molto più ripida della sua ascesa. Originariamente, questa curva è stata applicata alla produzione di petrolio. Potrebbe spiegarci in che modo si applica a molti altri fattori chiave della nostra civiltà?

giovedì 16 giugno 2016

Ma qual è il vero EROEI dell'energia fotovoltaica?

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR



Secondo uno studio recente e completo della letteratura scientifica (1), l'EROEI (energy return on energy invested) medio della tecnologia fotovoltaica più comune (Silicio policristallino) è di 11-12. Ben lontano dalla leggenda del “EROEI inferiore ad uno” che gira nel web.


Qualche tempo fa, un mio collega mi ha raccontato la storia di quando è stato responsabile dell'installazione di uno dei primi impianti fotovoltaici in Italia, nel 1984 (mostrato nella figura sulla destra). Mi ha detto che, poco dopo l'installazione, un politico di alto rango è venuto a visitare l'impianto. Come dimostrazione, il mio collega a collegato l'uscita dell'impianto ad una stufetta elettrica, scaldando le resistenze interne. Il politico ha rifiutato di credere che la stufetta fosse alimentata dall'impianto FV. “Dev'esserci un trucco”, ha detto, “questo non è possibile. Dev'essere un imbroglio”. Il mio collega ha cercato di descrivergli come funzionano le celle fotovoltaiche, ma immaginate di cercare di spiegare la meccanica quantistica ad un politico! Apparentemente, se ne è andato ancora non convinto.

martedì 14 giugno 2016

Risorse: le ragioni del collasso

Da “The Oil Crash”. Traduzione di MR


di Antonio Turiel

Cari lettori,

in più di una occasione abbiamo commentato su questo blog che il sopraggiungere dei limiti della crescita economica scatena un comportamento di tutto il sistema economico caratterizzato dalla sua forte non linearità. Questa espressione (non linearità) è molto diffusa fra i fisici, in particolare fra i fisici statistici, ma non lo è tanto fra i cittadini comuni ed anche quelli che la usano non sempre comprendono esattamente cosa si intende dire con essa. Ma per capire cos'è successo fino ad ora e cosa sta succedendo adesso e, ancora più importante, perché sta succedendo ciò che sta succedendo e perché si discosta tanto dalle nostre aspettative, credo che sia importante chiarire cosa si intende per comportamento lineare, quasi lineare e fortemente non lineare; e siccome tutti questi comportamenti sono cose in realtà naturali e prevedibili, perlomeno al di fuori dei fogli Excel di alcuni economisti che hanno una visione troppo semplicistica di quello che è la realtà. Un comportamento perfettamente lineare è quello che viene descritto con una linea retta.

venerdì 10 giugno 2016

Mai gridare al lupo! La peggior previsione climatica mai fatta

Da “Cassandra's Legacy”. 9 Giugno 2016, Traduzione di MR

Se ti metti a gridare "al lupo!" e il lupo non viene, fai una gran figuraccia. Ma ne farai una ben peggiore se non gridi "al lupo!" e poi il lupo arriva.



Il professor Nicola Scafetta mostra le sue previsioni del 2010 delle temperature globali (da Meteo Live News) ). Queste previsioni si sono rivelate sbagliate in modo spettacolare. 


di Ugo Bardi

Il dibattito su qualsiasi cosa abbia a che fare col futuro spesso diventa una versione particolare della storia di “gridare al lupo”. Immaginate che qualcuno gridi al lupo a che il lupo non arrivi. Qualcun'altro concluderà sempre che il lupo non esiste (o che è una cosa di cui non ci dovremmo preoccupare). Una cosa simile avviene in aree come la scienza del clima quando le incertezze del passato vengono prese come indicazione che il cambiamento climatico non esiste (o che è una cosa di cui non ci dovremmo preoccupare).

Davvero, è una perversione della logica, ma ha le sue ragioni. Supponete che l'apparizione dei lupi sia un fenomeno relativamente raro. A questo punto, anche se non sapete quasi niente sui lupi, è una scommessa facile: sarete molto più popolari coi pastori se dite loro che il lupo non verrà. E, di solito, sarete in grado di affermare che avevate ragione, eccetto quando il lupo arriva, ovviamente. Ma, in quel caso, è probabile che i pastori saranno molto più occupati a salvare le loro pecore che a castigare voi per la vostra incompetenza in materia di lupi.

Una cosa simile sembra accadere con la scienza del clima, dove un sacco di gente, che di solito sa molto poco sulla scienza del clima, tende a rassicurare la gente che il cambiamento climatico non esiste o che non è niente di cui preoccuparsi. Nella misura in cui le case sul lungomare di solito non vengono spazzate via ogni settimana da uragani e dal livello del mare che aumenta, questi previsori rassicuranti possono affermare di aver avuto ragione.

Ma a volte anche i castigatori di Cassandre potrebbero avere un momentaccio quando cercano di fare previsioni quantitative. Un caso rimarchevole è quello di Nicola Scafetta, che ha cercato di usare un sofisticato trattamento statistico (vale a dire: torturiamo i dati finché non confessano) per provare che il riscaldamento globale è causato principalmente dai cicli planetari a lungo termine. Sulla base dei suoi modelli, nel 2010, ha previsto che le temperature globali avrebbero dovuto rimanere costanti o avrebbero dovuto diminuire. Mentre nel 2012 avva previsto che le temperature avrebbero dovuto aumentare ad un tasso molto più lento di quello previsto dai modelli climatici standard. Su queste previsioni, aveva ottenuto una certa notorietà in rete.

Be', se esistesse un premio per le peggiori previsioni climatiche, penso che queste di Scafetta potrebbero legittimamente concorrervi. Le temperature globali hanno rifiutato di seguire le sue previsioni ed hanno di fatto superato il risultato dei modelli del IPCC che Scafetta aveva criticato.

Giudicate voi stessi. Sotto potete vedere i risultati presentati da Scafetta nel 2010 (N. Scafetta. I cicli climatici e le loro implicazioni. Periodico semestrale dell’Associazione Normalisti. n.2 dicembre 2010) (vedete anche questo link; le temperature recenti sono state aggiunte in rosso):



Alcune previsioni più recenti di Scafetta sono un po' meglio, ma ancora ampiamente fuori bersaglio (le temperature recenti sono state aggiunte in rosso):


Quindi ecco la conclusione: visto che abbiamo prove fisiche solide che i lupi esistono (a differenza dei draghi e degli unicorni), è meglio dare ascolto a coloro che vi dicono che le vostre pecore potrebbero essere in pericolo. Allo stesso modo, visto che abbiamo prove fisiche solide che i gas serra provocano riscaldamento e che la loro concentrazione sta aumentando, è meglio dare ascolto a coloro che vi dicono che la vostra proprietà in riva al mare è in pericolo (e non solo quella!). 

Riconoscimento: Stefano Caserini ha preparato le figure mostrate in questo articolo.

Nota: questo articolo è stato indotto da un dibattito che ho avuto oggi con Nicola Scafetta alla conferenza AIGE-IIETA 2016 di Napoli. Nel suo discorso, Scafetta ha passato gran parte del suo tempo a criticare i modelli climatologici standard, dicendo che non riproducono bene i dati storici e che sono affetti da grandi incertezze. Ha detto che questi modelli in gran parte esagerano la sensitività climatica al CO2, anche se ha affermato di non negare che i gas serra abbiano un effetto sulle temperature. Poi, ha mostrato i risultati dei suoi modelli confrontati coi dati storici, ma sempre fermando il confronto al 2012 o al 2013. ha anche detto che secondo alcuni nuovi lavori che ha fatto, lui crede che Giove abbia un forte effetto sulle temperature terrestri. 

Nel mio commento, ho mostrato al pubblico i dati che pubblico in questo post ed ho chiesto a Scafetta come può giustificare tali errori lampanti. Scafetta ha detto che sono dati vecchi e che ora ha modelli nuovi. Ho risposto dicendo che non può cambiare le sue ipotesi ogni anno ed ogni anno fingere di fare previsioni affidabili. Lui ha ripetuto che il suo modello ora funziona. Poi, il moderatore ha detto che dovevamo fermarci ed ha raccomandato a tutti cautela nel credere ai modelli. Ed è finita lì!