lunedì 23 febbraio 2015

La scommessa di Seneca: perché la strada per la rovina è rapida

Da “Resource Crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi




Perché le persone possono così facilmente distruggere le risorse che danno loro da vivere? I pescatori, per esempio, hanno distrutto la loro risorse di pesca ripetutamente ed ogni volta si sono rifiutati di prendere la benché minima precauzione per evitare il disastro. Alla fine, sono giunto a pensare che tutto sia da attribuire a degli errori di cablaggio della mente umana: è “la fallacia dello scommettitore”. I pescatori, a quanto sembra, vedono la pesca come se fosse una lotteria e raddoppiano i loro sforzi pensando che, alla fine, saranno fortunati e diventeranno ricchi. Ahimè, non funziona in questo modo e tutto ciò che ottengono è di distruggere le riserve di pesce e creare uno spettacolare collasso dei rendimenti della pesca. Questo modo di creare la propria rovina potrebbe essere chiamato “Scommessa di Seneca”, dalle parole del filosofo Romano Lucio Anneo Seneca che ha affermato che “la strada per la rovina è rapida”.


La “Martingala” è una strategia che si gioca con giochi che hanno un 50% di possibilità di vincita. Consiste nel raddoppiare la scommessa dopo ogni perdita. L'idea è che, alla fine, una vincita pagherà per tutte le perdite e fornirà un guadagno. La Martingala è un esempio della “fallacia dello scommettitore”. Tipicamente, gli scommettitori tendono a pensare che un alcuni eventi – come i numeri che escono alla roulette – siano collegati fra loro. Così, credono che se il rosso esce diverse volte di fila, sia più probabile che uscirà il nero al giro successivo. Questo non è vero, naturalmente, e la Martingala è un modo infallibile per rovinarsi e di farlo molto rapidamente. Ciononostante, molte persone trovano l'idea affascinante, senza rendersi conto che questo è l'effetto di un errore di cablaggio della mente umana.

La fallacia dello scommettitore potrebbe spiegare alcuni aspetti del comportamento umano che sarebbero altrimenti impossibili da capire. Per esempio, in un post precedente mostravo questa figura che descrive i rendimenti dell'industria ittica del Regno Unito (da Thurstan et al.).


Confrontate il riquadro superiore e quello inferiore e vedrete che l'industria ittica stava incrementando ad una velocità incredibile la sua “potenza di pesca” proprio quando i rendimenti della pesca avevano cominciato a declinare. Notate anche come avesse ancora molta potenza di pesca quando le rese della pesca erano completamente collassate. Come poteva essere che continuassero a pescare così tanto anche quando era rimasto poco o niente da pescare?

Pensando a questo argomento, possiamo solo giungere alla conclusione che i pescatori ragionassero come gli scommettitori ad un tavolo da gioco. Gli scommettitori sanno – o dovrebbero sapere – che le scommesse in un casinò sono un gioco a somma negativa. Eppure, la fallacia dello scommettitore li fa pensare che una sequenza di cattivi risultati aumenterà in qualche modo la probabilità che la scommessa successiva sarà quella giusta. Così, continuano a provare finché non si rovinano da soli. 

Ora, considerate i pescatori: forse loro sanno – o dovrebbero sapere – che a un certo punto il rendimento generale della pesca è diventato negativo. Ma, come gli scommettitori che giocano alla roulette, credono che una sequenza sfortunata aumenterà in qualche modo la probabilità che la successiva battuta di pesca sarà quella giusta. Quindi continuano a provare finché non si rovinano con le proprie mani. 

L'errore di cablaggio mentale che da adito a questo comportamento di scommettitori e pescatori può creare anche grandi disastri. Con le risorse minerali stiamo assistendo a qualcosa di analogo: gli operatori raddoppiano gli sforzi di fronte ai ritorni decrescenti dell'estrazione. Forse questo viene fatto sperando che – in qualche modo – la distruzione di una riserva minerale aumenterà la probabilità di trovarne una nuova (o di crearne una con qualche miracolo tecnologico). Così, al posto di cercare di far durare le riserve minerali il più a lungo possibile, ci affanniamo a distruggerle il più velocemente possibile. Ma, a differenza delle riserve di pesce che possono rigenerarsi da sole, i minerali non si riproducono. Una volta che avremo distrutto i ricchi depositi minerali che hanno creato la nostra civiltà, non ci resterà niente. Avremo rovinato noi stessi per sempre. 

Alla fine, la fallacia dello scommettitore è uno dei fattori che portano le persone, le imprese e intere civiltà ad un rapido collasso. E ciò che ho chiamato “Dirupo di Seneca”, dalle parole dell'antico filosofo Romano che per primo ha osservato che “la strada per la rovina è rapida”. In questo caso, potremmo chiamarla la “Scommessa di Seneca” ma, in ogni caso, è una rovina che creiamo con le nostre stesse mani. 



domenica 22 febbraio 2015

La falsa speranza della tecnologia e la saggezza dei corvi

Da “Shift”. Traduzione di MR (h/t Paul Chefurka)

“Cosa dobbiamo fare se non stare con le mani vuote e i palmi verso l'alto in un'era che avanza progressivamente all'indietro?”

TS Eliot, Cori da “La Rocca”



Di Dave Pollard

Solo un decennio fa, facevo parte del nocciolo duro di una squadra per la strategia e l'innovazione per un'enorme agenzia di consulenza multinazionale e scrivevo esuberante sul mio (a quel tempo nuovo) blog sull'innovazione e la tecnologia e come avrebbero probabilmente salvato il mondo. L'immagine sopra della Sintesi del Forum sulla Nuova Economia del Credit Suisse First Boston, descrive un “processo di sviluppo tecnologico” universale popolare a quel tempo. Uno dei principali relatori aziendali di quei giorni eccitanti era Chris Christensen, autore de Il dilemma dell'innovatore, che ho più o meno idolatrato.

E poi è successo qualcosa. La mia ricerca sulla storia dell'innovazione e della tecnologia mi ha suggerito che, piuttosto che essere il risultato di un processo rigoroso, di eccellenza inventiva, la maggior parte delle tecnologie durature di un qualche valore sembravano essere il risultato di incidenti fortuiti o erano il prodotto di scarto da buttar via di programmi militari massicci e scandalosamente costosi. La scienza della complessità a quel punto stava gettando seri dubbi su molte teorie accettate sul modo in cui avviene realmente il cambiamento nelle organizzazioni e nelle società. Il libro di Ronald Wright Breve storia del progresso e lavori analoghi di Jared Diamond ed altri, sostenevano che il 'progresso' fosse un'illusione e che tutte le civiltà collassano inevitabilmente (portandosi con sé la capacità di sostenere le loro tecnologie).

In realtà è probabile che abbiamo vissuto più sani, felici (e spesso più a lungo, quando non venivamo mangiati dai predatori) in tempi preistorici, sembra, molto prima delle invenzioni – o più precisamente le scoperte – delle prime grandi tecnologie (la freccia, il fuoco, la ruota e poi il linguaggio astratto e, più tardi, l'agricoltura – che Richard Manning, in Contro il grano, dice che dovrebbe più precisamente essere chiamata “agricoltura catastrofica”), permettendo l'evoluzione umana innaturale che chiamiamo “insediamento”. L'insediamento ha portato con sé una bufera di nuovi problemi da risolvere per la tecnologia (più in particolare malattie infettive ed emotive) ed ogni nuove tecnologia dalle buone intenzioni ha prodotto ancora più problemi, probabilmente maggiori di numero, dimensione e intrattabilità, dei benefici che le tecnologie precedenti hanno fornito.

Delusione e disillusione

Niente di nuovo in tutto questo. Nel 1994, nel suo libro "Ricominciare", David Ehrenfeld ha descritto il sostegno tecnologico alla nostra civiltà come un volano lacero, sovradimensionato, rattoppato ed arrugginito, che gira sempre più veloce e che ora comincia a tremare a a gemere man mano che inevitabilmente si sfalda. Nel decennio scorso, la disillusione verso l'innovazione e la tecnologia è cresciuta. Il lavoro di Christensen è stato ampiamente discreditato da una revisione, col senno di poi, che suggerisce che le aziende “innovative” alla fine non vanno meglio di quelle che hanno “disgregato”. Uno studio recente di Peter Thiel sul MIT Technology Review afferma che “la tecnologia è in stallo dal 1970”. Man mano che il potere multinazionale si è consolidato in sempre meno mani, spiega, c'è sempre meno motivazione all'innovazione e più ricchezza per comprarla fuori e soffocarla, con l'aiuto degli eserciti di avvocati della Proprietà Intellettuale.

La mia stessa ricerca degli ultimi anni sostanzia questa affermazione. La cosa più importante che ho imparato da 35 anni nella (e studiando la) cultura organizzativa, è stata che la dimensione è nemica dell'innovazione e che gran parte delle cose creative utili che avvengono in grandi organizzazioni accadono attraverso soluzioni alternative di persone in prima linea, nonostante, non grazie al, tono del processo culturale stabilito dall'alto. Ripensando ai centinaia di programmi e progetti strategici, costosi ed orientati al cambiamento in cui sono stato coinvolto (compresi numerosi che ho condotto io stesso) non è rimasto quasi niente da mostrare di loro dieci, o persino cinque, anni dopo che sono stati condotti.

La critica più schiacciante alla tecnofilia Kurzweiliana che tante persone brillanti ora abbracciano proviene da John Gray, che dedica un intero capitolo del suo libro Cani di Paglia a smontare le nozioni idealistiche ed acritiche secondo le quali la tecnologia, sul lungo termine, migliora costantemente e a volte in modo impressionante le nostre vite. Gray scrive:

“Se c'è una cosa sicura di questo secolo è che il potere conferito “all'umanità” dalle nuove tecnologie sarà usato per commettere crimini atroci contro di essa. Se diventa possibile clonare gli esseri umani, verranno riprodotti soldati nei quali le normali emozioni umane sono stentate o assenti. L'ingegneria genetica potrebbe permettere di estirpare malattie secolari. Allo stesso tempo, è probabile che sia la tecnologia scelta per i genocidi futuri. Coloro che ignorano il potenziale distruttivo delle nuove tecnologie possono farlo solo perché ignorano la storia. I progrom sono vecchi quanto la cristianità, ma senza ferrovie, il telegrafo e i gas velenosi non ci poteva essere alcuno Olocausto. Ci sono sempre state tirannie, ma senza i moderni mezzi di trasporto e di comunicazione, Stalin e Mao non avrebbero potuto costruire i loro gulag. I peggiori crimini dell'umanità sono stati resi possibili solo dalla moderna tecnologia”.

Presto per essere una cosa del passato

Sia che crediamo che l'innovazione e la tecnologia rendano il mondo migliore o peggiore, oppure no, ora ci sono prove schiaccianti che sono insostenibili in ogni caso. Fra la sovratensione economica, la dipendenza energetica e la rovina della nostra atmosfera e di altri ambienti da parte della nostra civiltà e delle sue tecnologie, ora è quasi inevitabile che vedremo presto un collasso che farà sembrare la Grande Depressione, e forse anche la precedente quinta estinzione della vita sulla Terra, un nonnulla.

Questo collasso ci richiederà di vivere una vita molto più semplice, più locale, diversa e dipendente dal luogo. Siamo destinati ad essere molto nostalgici dei buoni vecchi tempi della tecnologia moderna appena se ne va, cosa che è probabile che accada presto. La tecnologia moderna richiede energia a buon mercato e, malgrado i recenti giochi di potere fra Stati Uniti e Russia stiano temporaneamente ed artificialmente abbassando i prezzi del petrolio, lo finiremo rapidamente. La tecnologia richiede standardizzazione e globalizzazione su vasta scala e, senza petrolio a basso prezzo, lavoro straniero a basso prezzo e materie prime a basso prezzo, nessuno dei quali è sostenibile, non possiamo aspettarci che duri ancora a lungo. Un barile di petrolio sostituisce il lavoro di sei anni di una persona e quando quei barili diventeranno indisponibili o inaccessibili, la grande maggioranza di ciò che noi tutti facciamo cambierà drasticamente.

Ma almeno, si potrebbe insistere, Internet sopravviverà e permetterà ad altre tecnologie di continuare a prosperare anche se devono essere prodotte e fatte funzionare in modo più frugale e locale. Dmitry Orlov, come spiega ne Le cinque fasi del collasso, non pensa che sia così e il costo impressionante e il tempo richiesto per mantenere a galla Internet quando l'economia è in caduta libera sembrano completamente insostenibili man mano che i nodi dei server diventano articoli di lusso e il tempo delle persone viene reimpiegato per vivere adeguatamente nel mondo reale. Analogamente ad altre tecnologie sui cui poniamo grandi speranze per il nostro futuro o che siamo arrivati a dare per scontate: pannelli solari ed altri beni costosi e dipendenti dalle risorse; la macchina privata; i voli aerei non di emergenza; i prodotti miracolosi delle industrie farmaceutiche e plastiche (comprese le fibre sintetiche); l'agricoltura industriale; i mass media e qualsiasi cosa che dipenda da una rete elettrica o di comunicazione affidabile e coerente.


La vita dopo la falsa speranza

Come sarà la vita senza le tecnologie alimentate dal petrolio? Varierà enormemente da una comunità, sempre più isolata, all'altra. Molto dipenderà dallo stato della terra (la qualità del suolo, la sua capacità di produrre cibo sostenibile, la vicinanza a fonti di acqua pulita e salutare, la sua vulnerabilità alle siccità, alle alluvioni, alle pandemie e ai disastri naturali indotti dal cambiamento climatico), dal numero di persone della comunità che devono essere sostenute, la loro coesione come comunità e la loro salute fisica e mentale, dalle competenze e capacità essenziali. Dipenderà dalla nostra capacità collettiva di vivere adeguatamente, non in modo stravagante, e di essere resilienti al cambiamento. Dmitry Orlov, in Le comunità che si adeguano (Communities That Abide), dice che tali comunità hanno bisogno di tre qualità: (1) autosufficienza, (2) capacità di autoorganizzarsi e recuperare di fronte alle calamità e (3) mobilità: non essere legate a nessuno luogo. Le più moderne tecnologie non si adattano bene ad un modello del genere.

Ronald Wright non solo ha scritto il summenzionato Breve storia del progresso, ma anche il racconto Una storia d'amore scientifica (A Scientific Romance), che dipinge la vita quotidiana del Regno Unito secoli dopo il collasso. Quando l'ho letto, sono rimasto colpito da quanto la nostra antica natura umana (come spazzini, più come corvi che come mammiferi) emerga nella sua visione e quanto il mondo che descrive risuoni col mondo descritto nel libro di Pierre Berton La Grande Depressione. Entrambi i libri descrivono mondi che accettano (o anche si rassegnano), che sono auto-sostenuti, pieni di sforzo e gioia e solo occasionalmente (e anche brevemente e spettacolarmente) violenti.

Entrambi i libri descrivono persone che inizialmente cercano di perpetuare le proprie tecnologie, di farle illogicamente funzionare in un mondo in cui l'infrastruttura di base non può più sostenerle. E entrambi i libri descrivono come le persone alla fine lasciano perdere queste tecnologie e si liberano dalla loro dipendenza. Non è così terribile, un mondo senza tecnologie moderne e Internet. E' il mondo a cui si anela nel libro di Mark Kingwell Il mondo che vogliamo e in quello di Thomas Princen La logica della sufficienza, anche se questo non avverrà nel modo così elegante che gli autori avevano sperato. La tecnologia ci ha sempre offerto una falsa speranza e continua a farlo (l'ultimo “miracolo” tecnologico che ci è stato venduto è il fracking). Prima e più gentilmente la lasciamo perdere, e la nostra dipendenza da sistemi che sottende in modo così precario, prima e più gentilmente possiamo cominciare a farci strada verso uno stile di vita più resiliente.

La saggezza dei corvi

I corvi, un successo evolutivo spettacolare sia con sia senza di noi, hanno hanno molto da insegnarci e da mostrarci a questo proposito. Non hanno quasi nessuna tecnologia e quelle che hanno scoperto (per esempio l'uso di bastoncini uncinati) le prendono alla leggera, usandole per impieghi non essenziali e di divertimento. Hanno un sofisticato senso del divertimento ed usano creativamente il loro tempo libero in modo gioioso ed esuberante ogni qualvolta e ovunque sia disponibile. Amano, sostengono ed insegnano agli altri senza aspettarsi reciprocità. Si adattano ai luoghi, al posto di tentare di adattate scioccamente gli ambienti che hanno scelto a loro. La falsa speranza della tecnologia ci può portare solo alla delusione, al dolore e alla sofferenza. E' tempo di imparare a lasciar perdere, gradualmente ma a partire da adesso, e abbandonare i nostri sogni di tecnologie “intelligenti” che sono troppo intelligenti per il nostro bene. Facendo così, non abbracceremo il progresso e la saggezza delle masse (crowds), ma la resilienza e la saggezza dei corvi (crows).



sabato 21 febbraio 2015

Ma non è che la crescita dei ghiacci Antartici compensa la perdita di ghiaccio nell'Artico?

Sembra proprio di no.




Da "Neven"

Completamente fuori di testa: il cambiamento climatico come è visto negli Stati Uniti

Da “Ruminator”. Traduzione di MR

Di Adam Dawson

Tanto per discutere, diciamo che siate dei lobbisti di 56 anni della Camera di Commercio, che è una associazione con sede a Washington DC che influenza i legislatori per conto di enormi multinazionali. Ogni mattina vi svegliate con la sveglia del vostro Smartphone, un miracolo della tecnologia che vi dà facile accesso ad ogni dannato frammento di informazione del mondo. Entrate in cucina per la colazione e mentre mangiate accendete il vostro televisore, fate un giro fra le centinaia di canali disponibili e decidete di fermarvi sul notiziario.

Poi vi fate la doccia con l'acqua resa bollente da un boiler allo stato dell'arte di alta efficienza che può scaldare fino a 50 galloni d'acqua con una spesa energetica a malapena rilevabile. Vi vestite con un abbigliamento adatto al lavoro a Capitol Hill, uscite di casa ed entrate nella vostra macchina. E che macchina! Ha una telecamera posteriore che si accende e visualizza sul cruscotto cosa avete dietro quando siete in retromarcia. C'è un cicalino che scatta quando cominciata ad uscire dalla vostra corsia e a finire in quella di altri. Ha freni antibloccaggio, un telaio rinforzato in acciaio, zone  deformabili che aiutano ad assorbire la forza di una collisione in caso facciate un incidente e, nel caso che lo facciate, ci sono diversi airbag capaci di proteggere ogni parte del vostro corpo.

Mentre guidate per andare al lavoro, la vostra macchina vi dà automaticamente un bollettino sul traffico e vi fa sapere se c'è un grosso ingorgo sula vostra normale via per raggiungere il lavoro. Usando la tecnologia GPS, il vostro display vi indica una via alternativa per giungere al lavoro, fornendovi istruzioni audio di modo che possiate continuare a guardare la strada. Mentre fate la vostra deviazione, vedete il vostro assistente personale attivato acusticamente prenotare una vacanza per voi e vostra moglie alla Bahamas. Poi prendete un appuntamento col vostro medico così potrete avere un'altra ricetta che ha aiutato a sistemare i problemi di rigidità che avete avuto con ciò che vostra moglie chiama “il vecchio bingbong” (E' tutto a posto, Avete 56 anni, Succede ai migliori di noi). Arrivate al lavoro appena in tempo per il vostro brifing del mattino e, mezz'ora dopo, avete un incontro con un deputato, dove lo guarderete dritto negli occhi e gli direte che la scienza è una cazzata.

Questa potrebbe sembrare un'incoerenza a tutti voi, ma dovete capire che in America ci sono due diversi tipi di scienza. C'è la scienza che è vantaggiosa per le multinazionali, che buona, giusta e solida come una roccia. E' quella degli Smartphone, dei boiler, del GPS, del televisore a schermo piatto da 62 pollici e 700 canali, delle pillole per l'erezione e ancora e ancora. E poi c'è la scienza che costa soldi alle multinazionali, che è fraudolenta, truffaldina e puro gibberish. Sotto la seconda definizione ci sono cose come la climatologia, le misurazioni dell'inquinamento, l'oceanografia ed altre discipline che potrebbero fottere i margini di profitto ai produttori di energia e al settore manifatturiero.

Naturalmente, la Camera di Commercio sa dannatamente bene che il cambiamento climatico è reale, lo sa anche l'American Petroleum Institute, lo sa la lobby americana del carbone, quella del gas e lo sanno i fratelli Koch (noti finanziatori del negazionismo climatico americano, ndt.). Lo sanno tutti. Semplicemente non gliene frega una mazza. Fregarsene significherebbe alterare i loro modelli di business e questo semplicemente non accadrà. Per quanto riguarda queste persone, qualsiasi conseguenza che provenga dal danno ambientale avverrà molto dopo che saranno morti e sepolti e hanno fatto tanti quattrini fino al punto che che i loro pro nipoti avranno i mezzi necessari per creare le proprie sfere del tuono (cit. Mad Max, ndt.) in cui vivere.

C'è un copione sperimentato per portare il pubblico e il governo statunitense a diventare completamente scettici sulla scienza ufficiale. Il primo passo è assicurarsi di comprare la fedeltà di quanti più Deputati e Senatori possibile e il secondo passo e far sembrare i dati scientifici fraudolenti. Le grandi società del tabacco erano abituate a questo ed erano molto brave a farlo. In quei giorni, possedevano tutti i membri del Congresso in Virginia, nelle due Carolina, nel Tennessee, in Mississippi e in Alabama, che erano gli stati in cui veniva prodotto gran parte del tabacco. Una volta sistemato questo aspetto, è stato ridicolmente facile rallentare, neutralizzare o ammazzare completamente ogni legge sul tabacco. Le società del tabacco hanno anche sempre avuto qualche Professor Frink di turno a libro paga per testimoniare di fronte al Congresso e contraddire qualsiasi cosa dicesse la American Lung Association. Considerando che milioni di americani erano completamente drogati di sigarette, questi sono stati più che felici che il tabacco non fosse poi così male per loro. E le società del tabacco stesse erano senza vergogna. Per esempio, ecco un filmato dei dirigenti di ogni società di tabacco in America che proclamano di fronte al Congresso che la nicotina non dà minimamente dipendenza. Questo ha funzionato dannatamente bene per circa 60 anni, finché il tasso di morti legate al fumo è diventato troppo grande da ignorare.

Il tabacco è stato capace di regnare sovrano in questo paese perché Big Tobacco aveva miliardi di dollari da spendere ed un relativo pugno di Deputati e Senatori in mano. Oggigiorno, il malvagio della storia possiede praticamente ogni Deputato e senatore del Partito Repubblicano. Il tabacco veniva coltivato in pochi stati. L'energia e la produzione sono ovunque. Si produce carbone i 26 stati. Si produce petrolio in Alaska, Texas, California, i due Dakota, Louisiana, ecc, ecc. E se in uno stato non c'è produzione di petrolio, ci sono certamente delle raffinerie di petrolio in quasi ogni stato del paese. Il fracking per il gas naturale è in atto ovunque. E se il vostro stato non ha a che fare con le materie prime, è una scommessa sicura che abbia a che fare con gli utilizzatori finali delle materie prime. Pensate che General Motors, Chrysler, Ford e tutti i produttori di auto stranieri che hanno stabilimenti in tutto il paese siano particolarmente esaltati dagli standard di efficienza dei consumi? Pensate che i governi degli stati vogliano sborsare soldi per qualche nuovo parco eolico fricchettone quando la centrale a carbone sperimentata è ancora in piedi e funzionante?

L'industria dei combustibili fossili è dappertutto e, mentre la manifattura in America sta morendo, c'è n'è ancora abbastanza, e non è una sostenitrice di ciò che potrebbe significare il cambiamento climatico per le loro linee di fondo. E grazie alla decisione Cittadini Uniti della Corte Suprema, questa gente può dare molti più soldi alle campagne elettorali per il Congresso o per il Senato di quanti abbia mai potuto dare Big Tobacco. E non fate errori su questo, gran parte del Partito repubblicano è posseduto completamente.

Di recente al senato c'è stato uno di quei voti tipo “stiamo solo facendo una dichiarazione” in cui hanno determinato che il cambiamento climatico è reale, ma la maggioranza dei Senatori ha dichiarato che benché possa essere reale, l'attività umana non ha niente a che vedere con esso. Ciò potrebbe sembrare una sottigliezza, ma è una sottigliezza con conseguenze gravi. Significa che il Senato sta rendendo del tutto chiaro che sono d'accordo col fatto che l'industria dei combustibili fossili continui a fare quello che le pare.

L'industria dei combustibili fossili sta facendo molto di più che comprare semplicemente i politici. Stanno anche finanziando un enorme pressione pubblicitaria, che va dalle cose grandi, come far sembrare che tutti i climatologi che ci avvertono dei pericoli del cambiamento climatico sono solo dei ciarlatani che cercano finanziamenti, alle piccole cose, come far sembrare che l'energia rinnovabile verde sia in qualche modo vagamente di sinistra e per fighetti anziché essere semplicemente pratica.

Parlando personalmente, se fossi uno scienziato che fosse semplicemente interessato ai soldi, non avrebbe avuto più senso per me lavorare con le industrie Koch? Hanno più soldi che escono dai loro vecchi culi raggrinziti, mentre i climatologi devono andare a vendere torte per poter continuare col loro lavoro. Ma questa pressione pubblicitaria sta funzionando nel cambiare le idee dell'americano medio? Assolutamente. Parlate di cambiamento climatico ad un elettore standard repubblicano e è come se sentisse il tema musicale di La Stangata. Inoltre, considerate anche il fenomeno “rolling coal”. Nelle aree rurali, i possessori di camion stanno truccando i loro mezzi con ciminiere che emettono dei nuvoloni neri di fumo da combustione di gasolio pigiando un bottone. Di solito lo fanno quando passa qualcuno con una Prius. Perché, sapete, fanculo loro e il riscaldamento globale. Voglio dire, è nevicato quest'anno, no?

I produttori di energia non hanno affatto paura di fare esempi di gente normale, se non riescono ad averla vinta. C'è questa società di carbone chiamata Murray Energy, di proprietà di un devoto, Timorato di Dio e stronzo totale di nome Robert Murray, e il giorno dopo che Obama ha rivinto le elezioni, ha chiamato un gruppo di impiegati e letto la seguente preghiera:

“Buon Dio:

Il popolo americano ha fatto la sua scelta. Ha deciso che l'America deve cambiare strada, allontanarsi dai principi dei suoi Fondatori. E di allontanarsi dall'idea di libertà individuale e responsabilità individuale. Di allontanarsi dal capitalismo, dalla responsabilità economica e dall'accettazione personale. Siamo un Paese in favore della redistribuzione, della debolezza nazionale e degli standard di vita ridotti e di livelli sempre più bassi di libertà personale. 

Gli acquirenti hanno messo in minoranza i produttori. In risposta a questo, mi sono rivolto alla mia Bibbia e Pietro II, Capitolo 1, versi 4-9 dice: “ Alla fede dobbiamo aggiungere la bontà; alla bontà, la conoscenza; alla conoscenza, l'autocontrollo; all'autocontrollo, la perseveranza, alla perseveranza, la devozione, alla devozione, la tenerezza; alla tenerezza fraterna, l'amore'. 
Signore, per favore perdona me e tutti quelli che sono con me nella Murray Energy Corp. Per le decisioni che ora siamo costretti a prendere per preservare l'esistenza stessa di tutte le imprese che ci hai aiutato a costruire. Chiediamo la tua guida in questo tempo drastico con le decisioni drastiche che verranno prese per avere una qualche speranza della nostra sopravvivenza come impresa commerciale americana. 

Amen”.

Poi ha licenziato 200 persone. Che è proprio quello che avrebbe fatto Gesù. Voi ragazzi ricorderete che nella Bibbia Gesù aveva 20 discepoli, ma ne ha dovuti licenziare un po' perché non faceva abbastanza soldi?

Murray lo stronzo ha dato la colpa del licenziamento alla “guerra al carbone” di Obama, ma in realtà Obama non ha fatto niente di che. Murray stava dando un esempio ai suoi dipendenti, così come qualsiasi altro americano che lavorasse direttamente o indirettamente per l'industria dei combustibili fossili. Volete continuare a lavorare? Attenti a come votate.

Odio darvi cattive notizie, ma per cambi davvero qualcosa riguardo alla politica americana sul clima, dovrà accadere qualcosa di davvero terribile, voglio dire davvero terribile, tipo che dovremo perdere la Florida, o Manhattan debba finire sotto il livello del mare. Ci sono troppi soldi di mezzo e il nostro sistema viene truccato troppo facilmente perché questi vadano in qualsiasi altra direzione.



venerdì 20 febbraio 2015

Appaiono nuove voragini a Yamal

Da “BarentsObserver”. Traduzione di MR (h/t Gianni Comoretto e Maurizio Tron)


Le voragini potrebbero costituire un serio pericolo per l'industria petrolifera e del gas in espansione nella Penisola di Yamal (Foto: vniigaz.gazprom.ru)

Sono state scoperte altre otto voragini vicino al gigantesco giacimento di gas di Bovanenkovo, nella Penisola di Yamal.

Di Atle Staalesen 

Gli scienziati dicono di aver scoperto altre otto voragini nel raggio di 10 chilometri dal giacimento di Bovanenkovo. I crateri sono tutti localizzati intorno al grande buco scoperto dai petrolieri nel luglio 2014, riporta la Yamalpro.ru. Le voragini potrebbero costituire una sfida seria all'industria del gas che si sta rapidamente espandendo nell'area. Gazprom ha investito miliardi nello sviluppo del giacimento di Bovanenkovo, la più grande struttura per il gas della penisola con 4,9 trilioni di metri cubi di gas stimati di risorse. Una nuova ferrovia ora connette il giacimento con la rete ferroviaria nazionale e un gasdotto diretto ad occidente porta il gas ai compratori europei. L'infrastruttura potrebbe essere messa in pericolo se appaiono altri crateri nella zona.

Gazprom sta per sviluppare diversi altri giacimenti di gas nell'area e anche altre società sono fortemente rappresentate, fra loro la Novatek nel progetto per i Liquidi del Gas Naturale Yamal LNG e la Gazprom Neft nel progetto Novoportovsky. La prima voragine di Yamal ha occupato i titoli dei giornali in tutto il mondo. Con un cratere con un diametro di quasi 60 metri, il fenomeno è stato subito bollato come il Buco Nero di Yamal. Gli scienziati credono che il buco sia stato creato a seguito del rilascio di gas metano e del successivo collasso del permafrost. Le otto nuove voragini sono più piccole in dimensioni di quella scoperta lo scorso luglio. I ricercatori credono che sia probabile che le voragini più grandi vengano circondate da altre più piccole e ora stanno mappando la penisola per essere in grado di prevedere i siti dei nuovi buchi. Come riportato dal BarentsObserver, lo stesso rilascio di metano sta raggiungendo grandi proporzioni nel vicino Mare di Kara. Il clima più caldo è il motore del processo. Commentando sulla situazione, Alexei Portnov del Centro per gli Idrati di Gas, il Clima e l'Ambiente dell'Artico (CAGE) dice che un aumento della temperatura del mare di due gradi “accelererà lo scongelamento all'estremo e aumenterà di conseguenza le emissioni di metano.


Addio 'tight oil'! la verità sul numero delle piattaforme

Dapetroleumtruthreport”. Traduzione di MR (h/t Antonio Turiel)

Di Arthur Berman

La produzione statunitense di tight oil dai giacimenti di scisto crollerà più rapidamente di quanto non si creda. Perché? Gli alti tassi di declino dei bacini di scisto sono un dato di fatto. Le ragioni più interessanti sono gli effetti combinati del pad drilling sulla quantità di piattaforme e le prestazioni medie dei pozzi nel tempo. La produttività delle piattaforme è aumentata ma la produttività media dei pozzi è diminuita. Ogni piattaforma usata nel pad drilling ha circa il triplo di impatto sul tasso di produzione quotidiana di quella di una piattaforma prima del pad drilling. Allo stesso tempo, la produttività media dei pozzi è diminuita di circa un terzo. Ciò significa che i tassi di produzione crollano ad un tasso molto maggiore oggi che durante i periodi di crollo del numero delle piattaforme. Gran parte dei pozzi di scisto oggi vengono trivellati da rampe. Una piattaforme trivella molti pozzi dalla stessa posizione in superficie, come mostrato sotto.



Il giacimento di scisto di Eagle Ford nel sud del Texas è uno dei maggiori responsabili dell'aumento della produzione petrolifera statunitense. Pochi grafici provenienti dal giacimento di Eagle Ford dimostreranno il perché credo che la produzione statunitense crollerà prima e più bruscamente di quanto prevedono molti analisti. Il primo grafico mostra che il numero di piattaforme di trivellazione attive (scala di sinistra) nel giacimento di scisto di Eagle Ford si è stabilizzato a circa 200 man mano che il pad drilling è diventato comune. Il numero di pozzi in produzione (scala in basso), tuttavia, ha continuato ad aumentare. Ciò avviene perché una singola piattaforma può trivellare molti pozzi senza perdere tempo per smobilitare e reinstallare. In altre parole, la trivellazione è diventata più efficiente in quanto serve meno tempo per trivellare un maggior numero di pozzi.

giovedì 19 febbraio 2015

Fregare il picco del petrolio: ci riusciremo ancora una volta?

DaResource Crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi


Il picco mondiale della produzione di petrolio convenzionale è avvenuto nel 2005-2006, ma l'offerta di combustibili liquidi non è diminuita, principalmente a causa dei giacimenti di “petrolio di scisto” (o “tight oil”) recentemente sviluppati. Con l'incombente picco mondiale di “tutti i liquidi” è probabile che l'industria tenterà un nuovo e strenuo sforzo  per strizzare le ultime gocce di petrolio liquido da qualsiasi fonte ci sia a disposizione, a prescindere da quanto sia sporca e costosa. Non è sicuro che il tentativo avrà successo, ma è probabile che dalle fucine sataniche di Sauron verrà fuori qualche nuova mostruosità. 

Il picco del petrolio è una cosa che viene definita una “teoria”, in senso dispregiativo. Ma il concetto non è solo una teoria; i picchi di produzione sono fatti storicamente osservati che si verificano non solo per il petrolio, ma per qualsiasi risorsa naturale che venga sfruttata oltre la sua capacità di riformarsi (vedi olio di balena). Non solo i picchi sono un fenomeno comune, ma spesso possono anche essere previsti con una certa precisione. E' il caso di due dei maggiori eventi di questo tipo; il picco del petrolio negli Stati Uniti nel 1970 e il picco mondiale del petrolio "convenzionale" nel 2005-2006. Il primo è stato previsto da Marion King Hubbert nel 1956, il secondo da Campbell e Laherrere nel 1998. Eppure, nonostante la buona precisione di queste previsioni, i “picchisti” vengono spesso presi di sorpresa quando questi picchi non portano ad un declino dell'offerta di combustibili. Il picco statunitense del 1970 è stato compensato dall'aumento delle importazioni di petrolio e da un grande passaggio al carbone per la produzione di elettricità. Il picco mondiale del 2005-2006 è stato compensato dall'aumento della produzione di petrolio non convenzionale, in particolare di “tight oil” (chiamato comunemente “petrolio di scisto). Alla fine, nessuno di questi picchi è stato, per la specie umana, il grande punto di svolta che alcuni avevano previsto.

Oggi, siamo di fronte ad un nuovo picco. Il collasso dei prezzi del petrolio della fine del 2014 è un'indicazione del fatto che il mercato non riesce ad assorbire il petrolio non convenzionale abbondante – ma caro – che può essere teoricamente prodotto. Il risultato è il “picco dei liquidi” che è in arrivo al massimo entro pochi anni, secondo Arthur Berman. Ma, proprio come è successo in passato, l'industria non se ne starà con le mani in mano. Cercherà attivamente nuove risorse per mantenere la produzione costante. Il picco del petrolio può essere ancora una volta ingannato, almeno per qualche tempo?

Come è risaputo, le previsioni sono difficili, specialmente quando riguardano il futuro. Ma sembra evidente che, là fuori, qualcosa si sta muovendo e vengono esplorate “nuove soluzioni” per contrastare il declino incombente dei combustibili liquidi. L'enfasi sull'energia nucleare dell'ultimo rapporto della IEA è un segno dei tempi. Ma il nucleare non produce combustibili liquidi e i costi e le complicazioni associate lo rendono un improbabile salvatore del mondo. La stessa cosa si può dire dei biocombustibili: inefficienti e consumatori di terreni agricoli, hanno già raggiunto i loro limiti pratici. Piuttosto, l'industria petrolifera è sempre stata brava a strizzare combustibili liquidi dalle fonti più sporche possibili. Le sabbie bituminose rimangono una risorsa potenzialmente ampia, ma il loro sfruttamento è enormemente costoso. Forse è più probabile che il nuovo “miracolo” si possa trovare nel processo di liquefazione del carbone.

Questo coso andava a benzina sintetica

Trasformare carbone in liquidi è un'idea vecchia e negli anni 40 i tedeschi hanno alimentato tutta la loro macchina da guerra usando combustibili sintetici prodotti dal carbone. E' stata una produzione piccola in confronto a quello di cui abbiamo bisogno oggi, ma mostra che, in una situazione di emergenza, il carbone può venire in soccorso.

Fare combustibili dal carbone è stato preso in considerazione durante la prima crisi petrolifera degli anni 70, anche se è risultato che non fosse necessario. Poi, nel suo rapporto del 2005, Robert Hirsch ha suggerito che il picco del petrolio poteva essere scongiurato da un programma intensivo – fra le altre cose- di liquefazione del carbone. La tecnologia è nota, alcuni impianti sono in funzione già ora, Wikipedia elenca 6 impianti in funzione negli Stati Uniti ed altri 6 al di fuori degli Stati Uniti. Molti altri sono pianificati. Così, se un programma intensivo sul carbone dovesse partire ora, potrebbe produrre una buona parte della domanda statunitense in 10 anni, circa 5 milioni di barili al giorno (immagine sotto dal rapporto Hirsch), un impatto simile a quello ottenuto dal petrolio di scisto in un periodo di tempo analogo.



E' davvero possibile? Vedremo una corsa al carbone simile alla corsa allo scisto che abbiamo visto durante più o meno l'ultimo decennio? Non si può escludere. Le riserve mondiali di carbone sono – teoricamente – molto grandi, ma il fatto che siano o meno estraibili è un'altra questione. Prima che questo venga accertato, tuttavia, non è improbabile che il sistema finanziario possa essere convinto a buttare grandi quantità di soldi nella nuova avventura, potenzialmente molto redditizia, della liquefazione del carbone. 

Il problema vero è, naturalmente, che cercare di sostituire il petrolio col carbone significherebbe portare l'atmosfera terrestre ben al di là del “punto di non ritorto” del cambiamento climatico. Significherebbe sacrificare un intero pianeta in cambio di poter guidare i nostri SUV per qualche anno in più. Eppure, la sete di combustibili liquidi è così forte, e il negazionismo della scienza del clima così diffuso e radicato, che è difficile pensare che la corsa al carbone possa essere fermata se – per disgraziadovesse dimostrarsi (o solo percepita come) economicamente redditizia. Così, prima di abbandonare i combustibili liquidi ed ammettere che la sola via d'uscita è darsi alle rinnovabili, è del tutto possibile che dalle fucine sataniche di Sauron venga fuori qualche nuova mostruosità.