domenica 16 novembre 2014

Stiamo diventando tutti psicopatici

Il nostro sistema economico del “io prima di tutto” ha cambiato la nostra etica e le nostre personalità.

DaAlternet”. Traduzione di MR (h/t Maurizio Tron)




Foto: Shutterstock/TijanaM

Di Paul Verhaeghe

Tendiamo a percepire le nostre identità come stabili e fortemente separate dalle forze esterne. Ma in decenni di ricerca e pratica terapeutica, mi sono convinto che il cambiamento economico sta avendo un effetto profondo non solo sui nostri valori, ma anche sulle nostre personalità. Trent'anni di neoliberismo, forze di libero mercato e privatizzazione hanno lasciato il segno, mentre la spinta incessante al successo è diventata la norma. Se siete scettici, vi sottopongo questa semplice dichiarazione: il neoliberismo meritocratico favorisce certe personalità e ne penalizza altre.

Ci sono certe caratteristiche ideali per fare carriera oggi. La prima è l'eloquio, essendo l'obbiettivo quello di conquistare più gente possibile. Il contatto può essere superficiale, ma siccome ciò si applica oggigiorno alla maggior parte delle interazioni, in realtà questo non verrà notato.

E' importante essere bravi a ingigantire le proprie capacità il più possibile – conosco un sacco di gente, ho un sacco di esperienza alle mie spalle e di recente ho portato a termine un grande progetto. In seguito, la gente scoprirà che ciò era più che altro aria fritta, ma il fatto che inizialmente è stata ingannata indica un altro tratto della personalità: si può mentire in modo convincente e sentirsi poco in colpa. E' per questo che non ci si prende mai la responsabilità del proprio comportamento.

In cima a tutto questo, siamo flessibili ed impulsivi, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e sfide. In pratica, questo porta a un comportamento rischioso, ma non fateci caso, non sarete voi che dovrete raccogliere i cocci. La fonte di ispirazione di questa lista? L'elenco di controllo di Robert Hare, il più famoso specialista in psicopatia oggi.

Questa descrizione naturalmente è una caricatura portata agli estremi. Ciononostante, la crisi finanziaria ha illustrato a livello macro sociale (per esempio, nei conflitti fra i paesi dell'Eurozona) ciò che la meritocrazia neoliberale fa alla gente. La solidarietà diventa un lusso costoso e lascia spazio ad alleanze temporanee, essendo la preoccupazione principale quella di trarre più profitto dalla situazione che non dalla competizione. I legami sociali coi colleghi si indebolisce, così come l'impegno emotivo per l'impresa o l'organizzazione.

Il bullismo che era confinato alle scuole, ora è una caratteristica comune del luogo di lavoro. Questo è un sintomo tipico dell'impotente che sfoga la propria frustrazione sul debole; in psicologia è conosciuta come aggressione trasposta. C'è un senso di paura celato, che va dall'ansia di prestazione ad una più ampia paura della minaccia dell'altro.

Le prove continue al lavoro causano un declino dell'autonomia ed una dipendenza crescente da norme esterne, spesso mutevoli. Ciò risulta in quello che il sociologo Richard Sennett ha opportunamente descritto come “l'infantilizzazione dei lavoratori”. Gli adulti mostrano scoppi di collera infantili e sono gelosi di banalità (“Lei ha avuto una sedia da ufficio nuova ed io no”), raccontano bugie a fin di bene, ricorrono all'inganno, provano piacere per le sfortune altrui e nutrono meschini sentimenti di vendetta. Questa è la conseguenza di un sistema che impedisce alle persone di pensare in modo indipendente e che non tratta gli impiegati da adulti.

E' più importante, però, il grave danno al rispetto per sé stessi fatto alle persone. Il rispetto per sé stessi dipende grandemente dal riconoscimento che riceviamo dagli altri, come pensatori che vanno da Hegel a Lacan hanno mostrato. Sennett giunge ad una conclusione analoga quando riconosce che la domanda principale dei dipendenti di oggi è “Chi ha bisogno di me?”. Per un gruppo di persone sempre più grande, la risposta è: nessuno.

La nostra società proclama in continuazione che tutti possono farcela se si impegnano abbastanza, il tutto mentre rafforza il privilegio e mette sempre più pressione sui propri cittadini oberati ed esausti. Un numero sempre maggiore di persone non ce la fa, si sente umiliata, colpevole e si vergogna. Ci dicono da sempre che siamo più liberi di scegliere il corso delle nostre vite di quanto lo siamo mai stati prima, ma la libertà di scegliere al di fuori della narrativa di successo è limitata. Inoltre, coloro che non ce la fanno sono ritenuti dei perdenti o dei parassiti che approfittano del nostro sistema di sicurezza sociale.

Una meritocrazia neoliberista vorrebbe farci credere che il successo dipende dallo sforzo individuale e dai talenti, intendendo che la responsabilità sta interamente nell'individuo e le autorità dovrebbero dare alle persone quanta più libertà possibile per raggiungere i loro obbiettivi. Per coloro che credono alle favole della scelta libera, l'autogoverno e l'autogestione sono i messaggi politici preminenti, specialmente se appaiono promettere libertà. Insieme all'idea dell'individuo perfettibile, la libertà che percepiamo di avere in occidente è la più grande falsità di questa epoca.

Il sociologo Zygmunt Bauman ha riassunto perfettamente il paradosso della nostra epoca così: “Non siamo mai stati così liberi. Non ci siamo mai sentiti così impotenti”. Infatti siamo più liberi che in passato, nel senso che possiamo criticare la religione, approfittare del nuovo atteggiamento libertario verso il sesso e sostenere qualsiasi movimento politico ci piaccia. Possiamo fare tutte queste cose perché non hanno più significato – la libertà di questo tipo è indotta dall'indifferenza. Tuttavia, dall'altra parte, le nostre vite quotidiane sono diventate una battaglia continua contro la burocrazia che farebbe impallidire Kafka. Ci sono regole su tutto, dal contenuto di sale del pane alla possibilità di tenere pollame nelle aree urbane.

La nostra presunta libertà è legata ad una condizione centrale: dobbiamo avere successo – cioè “fare” di noi stessi qualcosa. Non c'è bisogno di cercare lontano per degli esempi. Un individuo altamente qualificato che pone la famiglia davanti alla carriera è oggetto di critiche. Una persona con un buon lavoro che rifiuta una promozione per investire più tempo in altre cose viene vista come pazza – a meno che quelle altre cose non assicurino successo. Una giovane donna che voglia diventare un'insegnante elementare si vede consigliare dai propri genitori di prendersi un master in economia – un'insegnante elementare, ma a cosa stava pensando?

C'è un continuo lamentarsi della cosiddetta perdita di norme e valori nella nostra cultura. Eppure le nostre norme e valori sono parte integrante della nostra identità. Quindi non possono essere perse, solo cambiate. Ed è esattamente ciò che è successo: un'economia cambiata riflette un'etica cambiata e determina una identità cambiata. L'attuale sistema economico sta facendo emergere il peggio di noi.

sabato 15 novembre 2014

Il Wall Street Journal capisce tutto al contrario sul picco

DaOur Finite World”. Traduzione di MR

Di Gail Tverberg


Lunedì 29 settembre, il Wall Street Journal (WSJ) ha pubblicato una storia intitolata  “Perché le previsioni del picco del petrolio non si sono avverate”. La storia è scritta come se ci fossero solo due risultati:

  1. La versione del picco del petrolio di cosa aspettarsi dai limiti del petrolio è corretta o
  2. I Ritorni Decrescenti possono e vengono rinviati dal progresso tecnologico – la visione del WSJ. 


Mi pare, però, che un terzo risultato sia non solo possibile, ma sia quello che sta effettivamente accadendo:

     3. Ritorni Decrescenti dei limiti del petrolio stanno già cominciando a colpire, ma gli impatti e la forma attesa della discesa sono molto diversi da quelli previsti da molti Picchisti.

Zona di confusione

Nel modo di pensare di molte persone, l'economia è separate dalle risorse e dall'estrazione di queste risorse. Se crediamo agli economisti, l'economia può crescere all'infinito, con o senza l'uso di risorse, Chiaramente, con questa visione, il prezzo di queste risorse non conta molto. Se un tipo di risorsa diventa più costosa, possiamo sostituirla con altre risorse, una volta che la risorsa scarsa diventi sufficientemente costosa da rendere dare senso finanziario all'alternativa. Gli stipendi possono crescere arbitrariamente – tutto ciò che serve è che ognuno di noi paghi vicendevolmente salari più alti. E possiamo risolvere ogni problema del sistema finanziario con la stampa di più denaro e più debito.

Questa versione sbagliata di come funziona la nostra economia è stata tramandata dal mondo accademico e dal nostro sistema peer review, dove ogni accademico che segue pedissequamente le tracce dei ricercatori precedenti. Finché i nuovi ricercatori seguono lo stesso pensiero sbagliato dei loro predecessori, i loro articoli saranno pubblicati. Gli economisti  sono stati particolarmente coinvolti nel mettere insieme questa visione del mondo errata, ma anche i politici hanno aiutato. A loro sono piaciuti i risultati dei modelli prodotti dagli economisti, erano tutti potenti. Tutto ciò che dovevano fare i politici era ritoccare il sistema finanziario, e l'economia sarebbe cresciuta per sempre. Non c'era nemmeno bisogno delle risorse!

L'impegno dei Picchisti

I Picchisti sono entrati in una situazione con questa visione del mondo sbagliata ed hanno cominciato a provare a rimetterne a posto i pezzi. Un pezzo che era chiaramente sbagliato era la relazione fra le risorse a l'economia. Le risorse, specialmente le risorse energetiche, sono necessarie per produrre qualsiasi bene e servizio che compriamo. Se quelle risorse cominciassero a giungere a ritorni decrescenti, sarebbe più difficile per l'economia crescere. L'economia potrebbe persino contrarsi. Il Dottor Charles Hall, recentemente andato in pensione come professore del SUNY-ESF, ha inventato una misura dei ritorni decrescenti – il crollo del Energy Returned on Energy Invested (EROEI). Come avverrebbe la contrazione? Per questo, i Picchisti si sono rivolti al lavoro di M. King Hubbert, che ha lavorato in un settore della geologia. Ha scritto circa il modo in cui ci si può aspettare che la fornitura di una risorsa declini con ritorni decrescenti. Hubbert non era preoccupato dall'effetto che i ritorni decrescenti avrebbero avuto sull'economia – il caso speciale in cui si poteva trovare un sostituto perfetto e messo a regime, in anticipo rispetto al declino causato dai ritorni decrescenti.

Figura 1. Figura dal saggio del 1956 di Hubbert, Energia nucleare e combustibili fossili.

Nell'esempio mostrato sopra, Hubbert ipotizza che il nucleare a buon mercato avrebbe rilevato i combustibili fossili prima che questi cominciassero a declinare. Hubbert ha persino parlato di fare combustibili liquidi a basso costo usando le risorse nucleari molto abbondanti, quindi il sistema poteva continuare come prima. In questo caso particolare, Hubbert ha suggerito che il declino delle risorse poteva seguire una curva simmetrica, declinando lentamente in uno schema simile al proprio aumento del consumo, visto che questo schema si verifica spesso estraendo una risorsa in natura. Molti Picchisti sembrano credere che questo schema avverrà nel caso più generale, anche dove non c'è un sostituto perfetto disponibile. Un sostituto perfetto dovrebbe essere a basso costo, abbondante ed essenzialmente non comportare alcun costo di transizione.

Nel caso particolare che ha modellato, Hubbert indicava che la produzione avrebbe cominciato a declinare quando circa il 50% delle riserve sarebbero state esaurite. I Picchisti hanno usato spesso questo approccio, o sue variazioni (la cosiddetta “Linearizzazione di Hubbert"), per prevedere la produzione futura e per determinare le date in cui la produzione di petrolio avrebbe “raggiunto il picco”. Naturalmente, col miglioramento della tecnologia, dell'altro petrolio è divenuto accessibile, facendo crescere le riserve. Inoltre, quando il prezzo è aumentato, le risorse che non sono mai state economicamente estraibili lo sono diventate. La produzione è continuata oltre le previsioni delle date del picco, sempre di più. I Picchisti hanno capito bene almeno una parte della storia – il fatto che stiamo di fatto raggiungendo i ritorni decrescenti rispetto al petrolio. Per questo dovrebbero essere lodati. Ciò che non si sono prefigurati è tuttavia, (1) come funziona realmente il sistema energetico-economico e (2) quali pezzi del sistema possono rompersi prima. Questo problema in realtà non è colpa dei Picchisti – è il risultato di aver iniziato con un modello molto sbagliato dell'economia e non aver capito quali pezzi di quel modello dovevano essere sistemati.

Come funziona realmente il sistema economico

Abbiamo a che fare con un'economia messa in rete, una che è auto-organizzata nel tempo. La rappresenterei come una rete vuota, costituita da imprese, consumatori e governi.

Figura 2. Cupola costruita usando Bastoncini di Leonardo.
Questo sistema economico usa energia di vari tipi oltre a risorse di vari tipi per fare beni e servizi. Ci sono molte parti di questo sistema, comprese leggi, tasse e commercio internazionale. Il sistema cambia gradualmente e si espande, con nuove leggi che sostituiscono le vecchie, nuovi clienti che sostituiscono i vecchi e nuovi prodotti che sostituiscono i vecchi. La crescita del numero di consumatori tende a portare alla necessità di più beni e servizi di ogni tipo. Una parte importante dell'economia è il sistema finanziario. Connette una parte del sistema con l'altra e quasi magicamente segnala quando di verificano delle scarsità, di modo che si possa produrre di più di un prodotto mancante, o che si possa sviluppare un sostituto. Il debito è a sua volta parte del sistema. Con un debito in aumento è possibile utilizzare profitti che saranno guadagnati in futuro, o introiti che saranno guadagnati in futuro, per finanziare gli investimenti attuali (come le fabbriche) e gli acquisti attuali (come le auto, le case e l'educazione superiore). Questo approccio funziona bene se un'economia cresce abbastanza. La domanda aggiuntiva creata attraverso l'uso del debito tende ad aumentare i prezzi dei beni come petrolio, metalli ed acqua, dando un incentivo economico alle società per estrarre questi elementi ed usarli nei prodotti che fanno. L'economia non può contrarsi in nessun modo significativo per diverse ragioni:


  1. Con una popolazione in aumento, c'è la necessità di più beni e servizi. C'è anche la necessità di più posti di lavoro. Un'economia messa in rete in crescita fornisce numeri crescenti sia di posti di lavoro sia di beni e servizi. Un'economia in contrazione porta e licenziamenti e meno beni e servizi prodotti. Si presenta come una recessione
  2. L'economia messa in rete cancella automaticamente i prodotti obsoleti e si ri-ottimizza per produrre i beni necessari ora. Per esempio, i costruttori di frustini da calesse sono piuttosto rari oggi. Così, non possiamo rapidamente tornare ad usare cavallo e calesse, anche se dovessimo, se il petrolio diventa scarso. Non ci sono abbastanza cavalli e calessi e non ci sono servizi per la pulizia del letame di cavallo. 
  3. L'uso del debito per la finanza dipende da una produzione futura sempre in aumento. Se l'economia si contrae o anche se solo smette di crescere rapidamente come in passato, tendono ad esserci un problema di default del debito. 
  4. Se il debito comincia a contrarsi, i prezzi dei beni come petrolio, oro ed anche del cibo tendono a diminuire (analogamente alla situazione che vediamo adesso). Questi prezzi più bassi scoraggiano l'investimento nella creazione di nuovi beni. Alla fine, portano ad una minore produzione e a licenziamenti. Se si verifica la deflazione, il debito può diventare davvero difficile da ripagare. 


In che condizioni può crescere l'economia?

Chiaramente aggiungere più persone aggiunge più crescita. Ciò può essere fatto aggiungendo più bambini che vivono fino alla maturità. Può essere fatto anche dalla globalizzazione – aggiungendo gruppi di persone che in precedenza facevano beni e servizi solo fra di loro in quantità limitata. Quando questi gruppi si collegano all'economia più allargata, i loro modi più vecchi e più semplici di fare le cose tendono ad essere sostituiti da attività più produttive (che comportano più tecnologia e più uso di energia) e maggior commercio internazionale. Naturalmente, ad un certo punto il numero di nuove persone che possono essere collegate all'economia globale giunge ad essere molto piccolo. La crescita dell'economia mondiale diminuisce, semplicemente a causa della diminuita capacità di aggiungere paesi “sottosviluppati” all'economia messa in rete. Oltre ad aggiungere più, persone, è anche possibile rendere i singoli cittadini “migliori” rendendo i lavoratori più efficienti nel produrre beni e servizi. La maggior parte delle persone pensa che la maggiore produttività si verifichi attraverso cambiamenti tecnologici, ma secondo me rappresenta realmente una combinazione di cambiamenti tecnologici oltre ad una combinazione di risorse non costose di vari tipi. Questa combinazione spesso comprende combustibili fossili a basso costo, forniture abbondanti di acqua a basso costo, suolo fertile, e depositi minerali facili da estrarre. Avendo queste cose disponibili rende possibile lo sviluppo di nuovi strumenti (come nuove attrezzature agricole, seminatrici e veicoli), di modo che i lavoratori possano diventare più produttivi.

I ritorni decrescenti sono la cosa che tende a “scombinare” questa crescita pro capite. Coi ritorni decrescenti, i combustibili fossili diventano più cari da estrarre. L'acqua spesso deve essere ottenuta per desalinizzazione o attraverso pozzi più profondi. I suoli hanno bisogno di più modifiche per essere fertili come in passato. I depositi minerali contengono sempre meno metallo, quindi devono essere estratti più materiali estranei col metallo per poi essere separati. Se anche la popolazione cresce, c'è la necessità di una maggior produzione agricola per acro, portando alla necessità di tecniche più avanzate. Aggirare i ritorni decrescenti tende a rendere ogni tipo di bene e servizio più costoso, relativamente ai salari. L'aumento dei prezzi dei beni non sarebbe un problema se i salari aumentassero allo stesso tempo di beni e servizi. Il problema è che in un certo senso i ritorni decrescenti rendono i lavoratori meno efficienti. Ciò accade a causa della necessità di aggirare i problemi (come scavare pozzi più profondi e rimuovere più materiale estraneo dai depositi minerali). Per molti anni, i cambiamenti tecnologici potrebbero compensare gli effetti dei ritorni decrescenti, ma ad un certo punto tendono a stagnare o persino a declinare. La Figura 3 mostra che i salari pro capite hanno avuto la tendenza a crescere negli Stati Uniti quando il petrolio era al di sotto di circa 40 0m 50 dollari al barile, ma hanno avuto la tendenza a stagnare quando i prezzi sono stati al di sopra di quel livello.

Figura 3. Salati medi statunitensi in dollari del 2012 in confronto al prezzo del petrolio Brent, anch'esso in dollari del 2012. I salari medi sono salari totali sulla base dei dati BEA adattati dal CPI-Urban , diviso la popolazione totale. Così, riflettono i cambiamenti della percentuale di popolazione impiegata così come i livelli di salario. 
Quali effetti dovremmo aspettarci dai ritorni decrescenti rispetto all'offerta di petrolio? 

Ci sono diversi effetti previsti dei ritorni decrescenti:


  1. Aumento dei costi di estrazione di petrolio ed altri beni soggetti ai ritorni decrescenti.
  2. Salari di tutti i tipi stagnanti o in diminuzione eccetto che per i lavoratori d'élite.
  3. Tassi di interesse ultra bassi per cercare di rendere i beni più abbordabili ai lavoratori stremati dai salari stagnanti e dai prezzi alti. 
  4. Aumento del debito governativo, nel tentativo di stimolare l'economia e per fornire programmi di assistenza ai molti lavoratori senza lavori ben pagati. 
  5. Aumento della preoccupazione per il default del debito, quando la quantità eccezionale di debito diventa sempre più assurda in relazione ai salari dei lavoratori e quando tutti gli incentivi al debito finiscono il loro corso, in paesi come la Cina.
  6. Un problema a due facce col petrolio. Da un lato c'è la recessione,quando i prezzi del petrolio aumentano a livelli che non possiamo permetterci. L'Economista James Hamilton ha mostrato che 10 recessioni su 11 successive alla Seconda Guerra Mondiale sono state associate a dei picchi del prezzo del petrolio. Ha anche mostrato che c'è una buona ragione per attendersi che la Grande Recessione sia stata collegata all'ascesa dei prezzi del petrolio antecedenti il 2007. Ho scritto un saggio su questo – Limiti dell'offerta di petrolio e crisi finanziaria continua.
  7. Il secondo problema col prezzo del petrolio è il contrario – i prezzi del petrolio troppo bassi in relazione al costo di estrazione, perché i salari non sono abbastanza alti da permettere ai lavoratori di permettersi il prezzo pieno di beni fatti con petrolio costoso. Questo è davvero un problema con una accessibilità inadeguata (chiamata domanda inadeguata dagli economisti).
  8. Collasso finale dell'intero sistema. 


Ci sono stati molti studi sui collassi delle economie passate. Questi collassi hanno avuto la tendenza a verificarsi quando le economie hanno raggiunto i ritorni decrescenti dopo un lungo periodo di crescita. I problemi sono stati spesso simili a quelli che vediamo oggi: salari stagnanti dei lavoratori comuni e crescita del debito. C'erano sempre più richieste al governo di trovare soluzioni ai problemi dei lavoratori, ma i governi hanno trovato sempre più difficile raccogliere tasse sufficienti per tutti i programmi di sostegno necessari. Alla fine, i sistemi economici hanno avuto la tendenza al collasso, in un periodo di anni. La forma di uso della risorsa nei collassi è stata decisamente non simmetrica. La Figura 4 mostra il mio punto di vista della forma tipica dei collassi delle economie non basati sui combustibili fossili sulla base del lavoro di Peter Turchin e Surgey Nefedof.


Figura 4. Forma del Ciclo Secolare tipico, sulla base del lavoro di Peter Turchin e Sergey Nefedov in Cicli Secolari.

Secondo me, la data della diminuzione dell'offerta di petrolio sarà determinata da ciò che sembrano ai più come problemi finanziari. Una possibile causa è che il prezzo del petrolio sarà troppo basso per i produttori (una condizione che si sta verificando ora). I governi penseranno che sia impopolare aumentare i prezzi del petrolio ma, allo stesso tempo, sarà impotente nel fermare gli impatti negativi che le diminuzioni del prezzo hanno sull'offerta mondiale di petrolio. La diminuzione dei prezzi del petrolio ha effetti particolarmente negativi sugli esportatori di petrolio, perché questi ultimi dipendono dagli introiti del petrolio per il finanziamento dei propri programmi di sostegno. Stiamo già vedendo questo adesso, con l'aumento delle tensioni in Medio oriente, l'aumento della belligeranza in Russia e i problemi del Venezuela. Questi problemi tenderanno a ridurre la globalizzazione, portando a meno crescita mondiale e ad una maggiore tendenza dell'economia mondiale alla contrazione.

Sfortunatamente, non ci sono modi ovvi di risolvere i nostri problemi. I sostituti costosi del petrolio (cioè, i sostituti che costano più di 40 o 50 dollari al barile) è probabile che abbiano un impatto ugualmente negativo sull'economia quanto il petrolio costoso. L'idea che i prezzi dell'energia possano aumentare e l'economia possa adattarsi ad essi è basata sula pia illusione. La nostra economia messa in rete non può contrarsi. Tende piuttosto a rompersi. Anche i tentativi ben intenzionati di ridurre l'uso di petrolio è probabile che si rivoltino contro, perché tendono a ridurre i prezzi del petrolio e ad avere altri effetti indesiderati. Inoltre, un uso del petrolio che una persona considererebbe frivolo (come una vacanza in Grecia), rappresenta un lavoro necessario per un'altra persona.
I Picchisti dovrebbero essere biasimati per aver mancato i limiti “reali” del petrolio?

No! I Picchisti hanno dato un contributo importante nel richiamare alla nostra attenzione il problema generico dei ritorni decrescenti dell'offerta di petrolio. Una delle loro maggiori difficoltà è stata che sono partiti lavorando con una storia dell'economia che era molto distorta. Hanno capito come sistemare parti della storia, ma sistemare tutta la storia era al di là delle loro capacità. Il grafico seguente mostra un riassunto di alcuni modi in cui il loro punto di vista ed il mio differiscono:

Figura 5. Riassunto dell'autrice di alcune differenze di vedute.
Una delle aree che i Picchisti hanno avuto la tendenza ad ignorare è stata il fatto che un sostituto del petrolio deve essere perfetto – cioè, essere disponibile in quantità enormi, a buon mercato, senza grandi costi di sostituzione – per non condizionare negativamente l'economia e per permettere il tasso di declino lento suggerito dal modello di Hubbert. Altrimenti, i problemi di ritorni decrescenti rimangono, portando a salari in declino ed all'aumento dei costi di realizzazione di beni e servizi. Per i Picchisti, saltare sul carro accademico è stata una tentazione, in cerca di sostituti del petrolio. Finché i Picchisti non fanno troppe richieste riguardo ai sostituti – solo confronti di EROEI – sembra che l'eolico e il solare FV siano delle promesse. Ma una volta che uno si rende conto che la nostra reale necessità è quella di mantenere in crescita l'economia, diventa chiaro che tali “soluzioni” sono tristemente inadeguate. Ci serve un modo di superare i ritorni decrescenti per mantenere l'intero sistema in funzione. In altre parole, ci serve un modo per far aumentare i salari e far diminuire il prezzo dei beni finiti in relazione ai salari. Non c'è nessuna possibilità che l'eolico e il solare FV faranno questo per noi. Abbiamo un problema molto più fondamentale di quanto le “nuove rinnovabili” possano risolvere. Se non riusciamo a trovare una soluzione, è probabile che la nostra economia raggiunga quello che somiglia ad un collasso finanziario a breve termine. Naturalmente, la ragione reale sono i ritorni decrescenti del petrolio e anche di altre risorse.


I trivellatori accumulano più debito che petrolio cercando fortuna nello scisto

DaBloomberg”. Traduzione di MR (h/t Luìs De Souza)

Nota: questo articolo è di circa un mese fa (8 settembre) ma il recente calo dei prezzi petroliferi lo rende ancora più attuale (UB)
 




Foto: Michael Friberg/Bloomberg Markets



Halcon Resources sta trivellando nello scisto di Tuscaloosa Marine. Lo strato di roccia, due miglia sottoterra, frammista a sabbia e detriti. La formazione si allunga dal confine occidentale della Louisiana al Mississippi sudoccidentale.

Floyd Wilson tamburella con le dita sul tavolo liscio della conferenza. Gli hanno appena chiesto, per una seconda volta, come ha reagito quando la sua Halcon Resources Corp. (HK) ha cancellato 1,2 miliardi di dollari dopo i deludenti risultati in due esplorazioni chiave. Wilson una volta ha detto agli investitori che la superficie potrebbe contenere l'equivalente di 1,2 miliardi di barili di petrolio. Fissa il suo interlocutore con i suoi occhi blu e si sporge in avanti. A 67 anni solleva 250 libbre (110 chilogrammi) e lo guarda. Fuori dalle ampie finestre della sua suite da dirigente al 67mo piano, Houston è immersa nel vapore del suo smog di luglio. Risponde, serio, con un'oscenità di una sillaba: “Vaff....”.


Foto: Michael Friberg/Bloomberg MarketsL'amministratore delegato di Halcon Resources Corp. Floyd Wilson ha venduto la sua compagnia precedente, Petrohawk Energy Corp., per 15,1 miliardi di dollari nel 2011. Sta inseguendo la sua prossima grande scoperta petrolifera con Halcon.
Wilson ha ragione a maledire, la rivista Bloomberg Markets ne riferirà nel suo numero di ottobre. Sul muro dietro di lui sono appesi dei certificati incorniciati delle quatrro compagnie energetiche pubbliche che ha messo in piedi nella sua carriera di 44 anni. La Petrohawk Energy Corp., che ha scoperto lo scisto di Eagle Ford, in questo momento la seconda formazione di petrolio più prolifica del paese. Ha venduto Petrohawk tre anni fa per 15,1 miliardi. Poi è venuta la Halcon. Da quando Wilson ha rilevato come presidente e amministratore delegato nel febbraio 2012, le quote della compagnia sono scese di circa la metà, scambiate a 5,67 dollari il 5 settembre. La Halcon ha speso 3,4 dollari per ogni dollaro guadagnato dalle operazioni nei 12 mesi fino al 30 giugno. Ciò è il massimo, ma 60 compagnie elencate dal Bloomberg Intelligence North America Independent E&P Valuation Peers index. La compagnia ha perso 1,4 miliardi di dollari in quei 12 mesi. Il debito di Halcon era di circa 3m2 miliardi di dollari il 5 settembre, o 23 dollari per ogni barile di petrolio di riserve provate, più di qualsiasi altro concorrente.

‘Ah’

Wilson va avanti imperterrito. “Cosa fate se avete torto? Andate a casa a piangere?” Scuote la testa.
“Ah”. Un decennio dentro al boom dello scisto che ha reso fracking una parola famigliare e Wilson un uomo ricco, i trivellatori che sostengono il sogno dell'indipendenza energetica statunitense. Mentre la produzione di petrolio tocca il record in 28 anni, gli investitori e i politici si stanno bevendo la visione di un rinascimento energetico interno.



Le compagnie stanno pagando un prezzo pesante per i guadagni. Come la Halcon, la maggior parte stanno spendendo soldi più in fretta di quanti ne facciano, una media di 1,17 dollari per ogni dollaro guadagnato nei 12 mesi finiti il 30 giugno. Solo sette delle ditte statunitensi elencate nell'indice di Intelligence E&P di Bloomberg hanno fatto in quel periodo più soldi di quello che gli è costato continuare a trivellare. I risultati di due compagnie comprendono solo i primi sei mesi del 2014.

Carenza di contante

Foto: Michael Friberg/Bloomberg Markets 
Dei bestioni collegano il tubo che è attaccato ad 
una testa perforante a 12.000 piedi sottoterra 
in un sito della Halcon Resources 
nella Contea di Wilkinson, in Mississippi.
Queste compagnie stanno tamponando le carenze di cassa con debito spazzatura. Dovevano 190,2 miliardi di dollari alla fine di giugno, dai 140,2 miliardi di dollari della fine del 2011. (Sei delle sessanta compagnie che non hanno registrazioni disponibili per l'intero periodo, non sono state incluse). Standard & Poor valuta il debito di 41 delle compagnie, compreso quello della Halcon, inferiore all'investment grade, il che significa che i fondi pensione o le compagnie di assicurazione non possono investirci. S&P valuta le obbligazioni Halcon  CCC+, che la compagnia di rating descrive come passibili di non pagamento. Il gestore finanziario Tim Gramatovich vede un disastro incombente sull'industria. “Non ho prestato soldi a nessuno in questo lasso di tempo e non credo che lo farò. Questa cosa sta andando assolutamente alle stelle”, dice Gramatovich, responsabile degli investimenti della Peritus Asset Management LLC di Santa Barbara, in California. La ditta gestisce investimenti di circa 1 miliardo di dollari, compreso il debito e il patrimonio netto di compagnie petrolifere e di gas che non stanno trivellando lo scisto.

Riserve provate

I recenti risultati pessimi della Halcon mostrano quanto rapidamente un futuro brillante possa sfumare. Come molte delle sue simili, la Halcon usa due gruppi di numeri per descrivere la sua prospettiva. Alla Commissione per le Sicurezze e lo Scambio (CSS), la compagnia riporta ciò che è conosciuto come riserve provate. La CSS richiede un conteggio annuale e limita questi calcoli a ciò che la ditta è ragionevolmente certa di poter estrarre dai pozzi esistenti e da altre proprietà in procinto di essere trivellate entro cinque anni, sulla base di fattori come la geologia, l'ingegneristica e la produzione storica.



A investitori e prestatori, la Halcon evidenzia anche una cifra molto maggiore che chiama potenziale di risorsa. Queste stime, pur se liberamente definite da linee guida industriali, non seguono la regola della CSS o la linea temporale, come rivela la Halcon all'inizio delle sue presentazioni. Di fatto, come osserva la Halcon, la CSS proibisce alle compagnie di fare dichiarazioni di potenziale di risorsa nei rapporti ufficiali sulle riserve. L'agenzia non regolamenta ciò che le compagnie dicono alle conferenze per gli investitori, nei comunicati stampa o nei loro siti web. Nessuno lo fa.

Tradizione onorata

Le discrepanze fra le riserve provate e il potenziale di risorsa sono comuni nell'industria e gli investitori possono rimanere fregati, dice  Ed Hirs, un direttore di gestione alla Hillhouse Resources LLC di Houston , una compagnia energetica indipendente che insegna anche economia energetica all'Università di Houston. “Ci sono molti modi per fare soldi nel settore del petrolio e del gas e non tutti comportano il trivellare per il petrolio”, dice. “Basta trivellare il portafogli degli investitori. Quando gli investitori sono disposti a tirarvi i soldi, si possono fare soldi da questo affare. E' una tradizione lungamente onorata”. La presentazione agli investitori di Halcon di agosto per la Conferenza su Petrolio e Gas di Denver di EnerCom Inc. illustra quanto le cifre possano essere lontane. La compagnia ha detto agli investitori che aveva un potenziale di risorsa pari a 1,3 miliardi di barili di petrolio. Si tratta di circa 10 volte le riserve provate che ha riportato alla CSS alla fine del 2013. Quando gli è stato chiesto quanta fiducia dovrebbero riporre gli investitori sulle stime delle risorse, Wilson ha detto: “Non dovrebbero riporne alcuna. Dovrebbero solo fare entrare in testa che là ci sono dei rialzi. E se i professionisti sono bravi a fare quello che fanno o sono fortunati, quel rialzo potrebbe essere trasformato in valore”.

Successo spettacolare

Sarebbe più facile respingere le stime ottimistiche di Halcon se Wilson non avesse avuto un successo così spettacolare in passato. Nato in una base militare in Georgia, si è guadagnato una laurea in ingegneria all'Università di Houston ed ha fatto i primi passi nel mercato del petrolio nel 1970. Wilson dice di essere stato un cattivo impiegato, quindi si è messo in proprio. Ha venduto la prima compagnia che ha reso pubblica, la Hugoton Energy Corp., alla Chesapeake Energy Corp. (CHK) per 326 milioni di dollari nel 1998, mostrano le registrazione della CSS sotto. La sua seconda, 3TEC Energy Corp., è stata comprata da Plains Exploration & Production Co. 417.6 milioni di dollari nel 2003. riporta la CSS sotto. Wilson si è trasferito alla Petrohawk nel 2004, sicuro che avrebbe venduto la compagnia in tre anni. Non essendoci riuscito, ha portato la Petrohawk in nuove e non sperimentate attività nello scisto. La scommessa ha pagato.

Premiare gli azionisti

Nel 2008, sotto la pressione degli azionisti per tagliare le spese e ridurre il debito, Wilson e la sua squadra hanno fatto la scoperta della vita – la formazione di Eagle Ford, che ora pompa 1,5 milioni di barili di greggio e 6,5 miliardi di piedi cubici (184 milioni di metri cubi) di gas naturale ogni giorno. La sua vendita di Petrohawk nel 2011 alla BHP Billiton Ltd. è stata la seconda transazione più grande nell'industria del petrolio e del gas in Nord America in più di 5 anni, che segue solo l'acquisto della XTO Energy Inc. da parte della Exxon Mobil Corp. Per 35 miliardi di dollari nel 2010, secondo i dati compilati da Bloomberg. “Ho fatto davvero bene per tutti gli azionisti in ogni momento”, dice Wilson. “Quei numeri sono pubblici, non li devo dimostrare”. Incoraggiato dal trionfo di Petrohawk, Wilson e i suoi partner hanno messo insiem 55 milioni di dollari ed hanno rilevato la RAM Energy Resources con base a Tulsa, in Oklahoma, nel febbraio del 2012. Ulteriori 550 milioni di dollari sono venuti da EnCap Investments LP, una ditta patrimoniale privata che precedentemente aveva sostenuto Wilson. In onore dei suoi recenti successi, Wilson e i suoi partner hanno rinominato la compagnia Halcon, falco in spagnolo.

Le più grandi prospettive

Sei settimane dopo, nell'aprile del 2012, Wilson ha detto agli investitori presenti alla conferenza dell'Associazione Indipendente Americana del Petrolio all'Hotel Sheraton vicino a Time Square, New York, che il potenziale complessivo di risorsa della Halcon era di 1,4 miliardi di barili. Il numero è stato sosprendente perché era 66 volte maggiore delle riserve provate della Halcon riportate alla CSS nel marzo del 2012. La presentazione della Halcon ha evidenziato le due prospettive maggiori: 875 milioni di barili nello scisto di Utica, che si estende lungo la Pennsylvania, l'Ohio e la Virginia Occidentale e ulteriori 306 milioni a Woodbine, nel Texas orientale. Le note finali dicono che Halcon ha già trivellato un unico pozzo in entrambi i siti. Gli investitori erano impazienti di sostenere la Halcon. Sono stati raccolti 2,1 miliardi di dollari in obbligazioni nei 12 mesi che hanno seguito la presentazione di aprile. Il Canada Pension Plan Investment Board, un fondo di 227 miliardi di dollari che gestisce i beni pensionistici di 18 milioni di canadesi, ha pagato 300 milioni di dollari per una quota di partecipazione del 11.4% nell'ottobre 2012. Mei Mavin, una portavoce del fondo pensionistico, ha rifiutato di commentare.

Molto entusiasta

Col passare dei mesi, la Halcon ha avuto problemi nel trasformare il potenziale di riserva in riserve provate. Wilson sembrava ottimista. Durante un appello a una conferenza dell'agosto 2013, ha detto: “Siamo molto entusiasti dell'attività a Utica/Point Pleasant”. Wilson dice che un pozzo della Halcon era uno dei più importanti del bacino e, anche se parte della sua superficie era “pascolo per le capre”, la compagnia si stava preparando per lo sviluppo su piena scala di Utica. Tre mesi dopo, la compagnia ha riportato una perdita di 1,2 miliardi, ampiamente collegata ai bacini di Utica e Woodbine. La Halcon ha venduto la propria superficie di Woodbine per 450 milioni di dollari nel febbraio del 2014. Dopo quasi due anni di trivellazione, la Halcon ha riportato alla CSS, nel marzo del 2014, di avere 16,4 milioni di barili di riserve provate ad Utica e Woodbine – la stessa superficie in cui nell'aprile del 2012 Wilson aveva detto che conteneva il potenziale per 1,2 miliardi di barili. L'abbondanza stimata era semplicemente evaporata – suscitando l'oscenità di Wilson. “Il potenziale di risorsa, che significa 'Chi lo sa?'”, dice nella sua intervista di luglio. “Ma è possibile. Il potenziale di risorsa ad Eagle Ford nel sud del texas è aumentato di 10 volte nel tempo. Quindi il nostro mestiere può essere difficile. Può andare in entrambe le direzioni”.

Praterie delle terre scure

Le ultime prospettive della Halcon stanno al di sotto delle querce e sotto le praterie delle terre scure a nord di Houston, nella sua esplorazione di El Halcon, e sotto gli aridi altipiani del North Dakota occidentale, dove la compagnia sta trivellando lo scisto di Bakken. I due bacini costituiscono la maggior parte della produzione di Halcon. La più grande scommessa di Wilson è sui 315.000 acri (127.000 ettari) dello scisto non verificato di Tuscaloosa Marine, conosciuto come TMS, uno strato di roccia che si estende dal confine occidentale della Louisiana al Mississippi sud-occidentale. “Deve funzionare per loro”, dice Leo Mariani, un analista esperto della RBC Capital Markets LLC di Austin, in Texas. “Se la superficie non funzionasse e non potessero abbassare i costi, si troverebbero in un grande problema”.

Sfida ingegneristica

Strizzare petrolio dal TMS è una sfida ingegneristica. La formazione si trova 2 miglia sottoterra nella roccia frammista a sabbia e detriti. In un umida mattina di luglio, un segno sull'argilla rossa della contea di Wilkinson, nel Mississippi, annuncia il pozzo Fassmann 9H-1 della Halcon. Un impianto della Helmerich & Payne Inc. Flex3 si erge sopra la radura. Un monitor nella roulotte del supervisore con l'aria condizionata mostra che la punta perforatrice ha raggiunto una profondità di 12.000 piedi (3.660 metri). La progressione è lenta. Nella cabina dell'operatore dell'impianto, 30 piedi più in alto, un uomo manovra una punta circolare avvitata alla fine di una tubazione di 2 miglia, monitorando la progressione su un banco di monitor lampeggianti. La punta deve perforare il TMS orizzontalmente nel punto giusto. Il suo margine di errore: 5 piedi.

Luna calante

Sbaglia. La frustrazione è forte mentre la temperature sale a 91°F (33°C). Le ore passano, misurate in piedi di tubo. Mentre una luna quasi piena sorge, una squadra di soccorso vestita con tute ignifughe emerge, già sudata, dai dormitori al margine della radura. Lampi di calore sulle nuvole purpuree verso sud. Sono oltre le 9 di sera quando un supervisore riceve un messaggio. La trivella ha deviato dal suo corso. E' tempo di riprovare. A più di 13 milioni di dollari l'uno, i pozzi della Halcon nel TMS sono quelli più costosi della compagnia. La Halcon ha abbandonato i suoi primi pozzi nel bacino. Altri tre sono in arrivo. Wilson dice che la Halcon ha abbastanza contante per continuare a provare e nessun pagamento di debiti imminente. I fondi associati ad Apollo Global Management LLC (APO), una ditta di equity privata con base a New York, ha impegnato 400 milioni di dollari a giugno per aiutare la Halcon a pagare per le trivellazioni nel TMS in cambio del 12% del ritorno e di un 4% delle royalties su quanto viene prodotto. Questo è stato ridotto al 2% dopo che è stata soddisfatta una soglia di ritorno, dice la Apollo.

“Potrebbe funzionare”

“Non so quante volte ci si possa sbagliare”, dice Wilson. “Non ho mai sbagliato così tante volte. Se il tuo concetto è che il  Tuscaloosa Marine Shale possa funzionare o meno, ce ne sono molti nell'industria che lo percepiscono così. Ma ce ne sono molti che pensano che funzionerà”. Wilson non ha bisogno di guardare lontano per vedere cosa succede quando le cose vanno male. Il suo ufficio apparteneva a dirigenti del grossista di elettricità che ha fatto bancarotta Dynegy Inc. (DYN), che è emersa dal Capitolo 11 nel 2012. I pannelli in legno su misura, troppo lussuosi per i suoi gusti, sono stati tappezzati con mappe colorate delle prospettive di perforazione. Presi insieme, il milione di acri della Halcon potrebbero coprire Rhode Island. Wilson chiede a un visitatore di non guardare da vicino; non vuole far scoprire la sua prossima mossa.

Potenziale di risorsa

Wilson dice che i numeri delle riserve provate non sono importanti quanto il potenziale di risorsa della compagnia. “E' ciò che c'è in futuro che ci importa realmente”, dice. Quindi il potenziale di risorsa è tutto ciò che siamo”. Se il TMS funziona, la Halcon prevede una ricompensa enorme. Nel settembre 2012, una presentazione per la conferenza degli amministratori delegati della Energy-Power di Barclay Capital ha mostrato il potenziale di risorsa delle proprieta della Halcon nel TMS come equivalenti a 373 milioni di barili di petrolio. Wilson dice che la stima ora è molto più alta. La compagnia dice che non fornisce più stime di risorse per bacino. Con l'inclinazione degli Stati Uniti verso l'indipendenza energetica e gli investitori che inseguono le ricchezze del boom del fracking, c'è un altro numero da considerare. Le riserve provate della Halcon del TMS riportate al CSS: zero.

venerdì 14 novembre 2014

Lo studio “I Limiti dello Sviluppo” aveva ragione. Una nuova ricerca mostra che ci stiamo avvicinando al collasso


DaThe Guardian”. Traduzione di MR (h/t Emilio Martines)

Quattro decenni dopo la pubblicazione del libro, le previsioni de “I Limiti dello Sviluppo” sono state vendicate da una nuova ricerca australiana. Ci si aspetta che le prime fasi di un collasso globale cominciano a manifestarsi presto 

Di Graham Turner e Cathy Alexander 


Mucchi di automobili rottamate in un sito di riciclaggio dei metalli a Belfast, Irlanda del Nord. Foto: Alamy

Il libro del 1972 “I Limiti dello Sviluppo” (The Limits to Growth), che ha previsto che la nostra civiltà probabilmente collasserà ad un certo punto in questo secolo, è stato criticato come fantasia catastrofista sin dalla sua pubblicazione.

Nel 2002, il sedicente esperto ambientale Bjorn Lomborg lo ha consegnato alla “pattumiera della storia”. Non è quello il suo posto. Una ricerca dell'Università di Melbourne ha scoperto che le previsione del libro sono precise, su 40 anni. Se continuiamo a restare il linea con lo scenario del libro, possiamo aspettarci che le prime fasi del collasso globale comincino presto. I “Limiti dello Sviluppo” è stato commissionato da un think tank chiamato Club di Roma. I ricercatori al lavoro al MIT, compresi i coniugi Donella e Dennis Meadows, hanno costruito un modello computerizzato per tracciare l'economia mondiale e l'ambiente. Chiamato World 3, questo modello computerizzato era all'avanguardia.

L'impresa era molto ambiziosa. La squadra ha tracciato l'industrializzazione, la popolazione, il cibo, l'uso di risorse e l'inquinamento. Hanno modellato i dati fino al 1970 e poi hanno sviluppato una gamma di scenari fino al 2100, a seconda del fatto che l'umanità intraprendesse un'azione seria sui problemi ambientali e di risorse oppure no. Se questo non fosse accaduto, il modello prevedeva un “superamento e collasso” - dell'economia, dell'ambiente e della popolazione – prima del 2070. Questo è stato denominato lo scenario “business-as-usual”. Il punto centrale del libro, da allora molto criticato, è che “la Terra è finita” e la ricerca della crescita infinita di popolazione, beni materiali, ecc. alla fine avrebbe portato ad un collasso.

Allora, avevano ragione?Abbiamo deciso di controllare quegli scenari dopo 40 anni. Il dottor Graham Turner ha raccolto dati dall'ONU (dal suo dipartimento di economia e affari sociali, Unesco, dall'organizzazione dell'alimentazione e dell'agricoltura, FAO e dall'annuario statistico dell'ONU). Ha anche controllato i dati della statunitense NOAA, della revisione statistica della BP ed altro. Quei dati sono stati messi a fianco degli scenari de “I Limiti dello Sviluppo”. I risultati mostrano che il mondo sta viaggiando molto vicino allo scenario “business-as-usual” dei Limiti dello Sviluppo. I dati non corrispondono ad altri scenari. Questi grafici mostrano i dati del mondo reale (prima dal lavoro del MIT, poi dalla nostra ricerca), tracciati in una linea continua. La linea punteggiata mostra lo scenario “business-as-usual” dei Limiti dello Sviluppo fino al 2100. Fino al 2010, i dati sono sorprendentemente simili a quelli delle previsioni del libro.



Linea continua: MIT e ricerca in grassetto. Linea tratteggiata: scenario “Business-as-usual” de “I Limiti dello Sviluppo”.



Linea continua: MIT e ricerca in grassetto. Linea tratteggiata: scenario “business-as-usual” de “I Limiti dello Sviluppo”. Foto in dotazione.


Linea continua: MIT e ricerca in grassetto. Linea tratteggiata: scenario “business-as-usual” de “I Limiti dello Sviluppo”. Foto in dotazione.

Come hanno spiegato i ricercatori del MIT nel 1972, sotto quello scenario, la popolazione in crescita e le richieste di nuova ricchezza materiale avrebbe portato a più produzione industriale e a più inquinamento. I grafici mostrano che questo è in effetti accaduto. Le risorse vengono usate ad un tasso veloce, l'inquinamento aumenta, la produzione industriale e il cibo pro capite stanno aumentando. La popolazione sta aumentando rapidamente. Finora, I Limiti dello Sviluppo collimano con la realtà. Quindi cosa succederà? Secondo il libro, per alimentare la crescita continua dei produzione industriale ci deve essere un uso di risorse sempre in aumento. Ma le risorse diventano più costose da ottenere man mano che vengono usate. Visto che sempre più capitale viene diretto verso l'estrazione, la produzione industriale pro capite comincia a scendere – nel libro, circa dal 2015.

Mentre l'inquinamento aumenta e l'input industriale nell'agricoltura diminuisce, la produzione di cibo pro capite diminuisce. I servizi sanitari ed educativi vengono tagliati e questo si mette insieme portando un aumento nel tasso di morte da circa il 2020. La popolazione globale comincia a diminuire circa dal 2030, di circa mezzo miliardi di persone a decennio. Le condizioni di vita scendono a livelli simili a quelli del primo 900. Sono essenzialmente i limiti delle risorse che portano il collasso globale nel libro. Tuttavia, II Limiti dello Sviluppo tengono conto delle ricadute dell'aumento dell'inquinamento, compreso il cambiamento climatico. Il libro ha avvertito che le emissioni di biossido di carbonio avrebbero avuto un “effetto climatico” attraverso “il riscaldamento dell'atmosfera”. Come mostrano i grafici, la ricerca dell'Università di Melbourne non ha trovato prove di collasso fino al 2010 (anche se la crescita era già in stallo in alcune aree). Ma ne “I Limiti dello Sviluppo” quegli effetti cominciano a farsi sentire solo intorno al 2015-2030. I primi stadi del declino potrebbero essere già cominciati. La Crisi Finanziaria Globale (CFG) del 2007-2008 e l'attuale malessere economico potrebbero essere dei precursori di conseguenze dovute ai limiti delle risorse. La ricerca di ricchezza materiale ha contribuito a livelli di debito insostenibili, con improvvise impennate dei prezzi di cibo e petrolio che hanno contribuito ai default – ed alla CFG.

Il problema del picco del petrolio è cruciale. Molti ricercatori indipendenti concludono che la produzione di petrolio convenzionale “facile” abbia già superato il picco. Anche la prudente IEA ha avvertito riguardo al picco del petrolio. Il picco del petrolio potrebbe essere il catalizzatore del collasso globale. Alcuni vedono le nuove fonti di combustibili fossili come il petrolio di scisto, le sabbie bituminose e il gas dai giacimenti di carbone come i salvatori, ma il problema è la rapidità con la quale possono essere estratte queste risorse, per quanto tempo e a quale costo. Se risucchiano troppo capitale per la loro estrazione, le conseguenze sarebbero diffuse. La nostra ricerca non indica che il collasso dell'economia, dell'ambiente e della popolazione mondiali sia una certezza. Né dichiariamo che in futuro si manifesterà come hanno previsto i ricercatori del MIT nel 1972. Potrebbe scoppiare la guerra, come invece potrebbero sopravvenire delle vere leadership ambientaliste. Entrambe potrebbero condizionarne drammaticamente la traiettoria. Ma le nostre scoperte dovrebbero risuonare come un campanello d'allarme. Sembra improbabile che la ricerca di una crescita sempre in aumento possa continuare senza limiti fino al 2100 senza causare gravi effetti negativi  - e quegli effetti potrebbero arrivare prima di quanto pensiamo. Potrebbe essere troppo tardi per convincere i politici mondiali e le élite ricche di intraprendere un corso diverso. Quindi per il resto di noi è forse tempo di pensare a come proteggerci, dal momento che siamo diretti verso un futuro incerto.

Come concludeva “I Limiti dello Sviluppo” nel 1972:

Se le attuali tendenze di crescita di popolazione mondiale, industrializzazione, inquinamento, produzione di cibo ed esaurimento delle risorse continuasse immutata, i limiti della crescita su questo pianeta verrebbero raggiunti ad un certo punto entro i prossimi 100 anni. Il risultato più probabile sarebbe un declino piuttosto improvviso e incontrollabile sia della popolazione sia della capacità industriale. 

Finora, poche cose indicano che avessero capito male.