martedì 16 ottobre 2012

Rapporto al Comando Galattico: l'eliminazione degli umani è in corso

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di Massimiliano Rupalti.





Da: Avamposto Orbitale Terrestre
A: Comando Galattico Centrale
(nota: gli intervalli temporali di questo rapporto sono misurati in rivoluzioni orbitali terrestri. Una rivoluzione orbitale terrestre corrisponde a 4e-10 anni galattici)


Relazione intermedia: Piano di eliminazione degli umani

Riepilogo Strategico

L'Avamposto Orbitale Terrestre è lieto di riferire al Comando Galattico che l'eliminazione degli esseri intelligenti (“umani”) che abitano il pianeta conosciuto come “Terra” sta procedendo secondo i piani. E' previsto che il rapido riscaldamento del pianeta ottenuto con l'iniezione di grandi quantità di gas serra nell'atmosfera spazzi via i vertebrati più grandi entro 40-50 rivoluzioni planetarie intorno alla stella madre. Il pianeta sarà pronto per la colonizzazione da parte della nostra specie in poche migliaia di anni, quando l'ecosistema sarà stato ripristinato.

Il piano originario (primo livello)

Il pianeta Terra è stato oggetto di diverse esplorazioni preliminari prima di essere selezionato come adatto alla colonizzazione. Dopo essere giunti a questa decisione, è stato attrezzato l'Avamposto Orbitale Terrestre col proposito di facilitare l'opera di colonizzazione. L'Avamposto ha proceduto allo studio del pianeta, scoprendo che è dominato da una specie chiamata “umani” che si è appropriata di gran parte della produttività dell'ecosistema planetario. Individualmente, gli umani sono risultati essere altamente intelligenti ed è stato presto chiaro che la specie costituisce un ostacolo importante alla colonizzazione. Per questo, un passo necessario per la colonizzazione è stato quello di eliminare la specie umana. La decisione di eliminare questa specie è stata raggiunta anche in considerazione che, se lasciati a sé stessi, gli umani avrebbero probabilmente raggiunto un livello tecnologico sufficientemente alto da diventare una seccatura su scala galattica.

Sono stati sviluppati diversi piani per portare avanti il programma di eliminazione. E' stato chiaro da subito che la sterilizzazione coi raggi neutronici, ad opera della flotta stellare, era possibile ma costosa e, inoltre, gli umani stavano rapidamente raggiungendo un livello tecnologico sufficiente per produrre un'opposizione significativa. Abbiamo invece scoperto che gli umani potevano essere eliminati ad un costo molto inferiore riscaldando il pianeta portandolo a temperature sufficientemente alte da rendere la loro sopravvivenza impossibile. Ciò poteva essere realizzato sfruttando l'abitudine umana di bruciare carbonio fossile per ottenere energia. Secondo le prime osservazioni svolte circa 100 rivoluzioni fa, lasciando semplicemente gli umani a sé stessi avrebbe avuto il risultato di portarli ad iniettare in atmosfera alte quantità di gas serra, tali da causare un riscaldamento sufficientemente  intenso da distruggere i vertebrati più grandi.

Nelle precedenti relazioni, eravamo lieti di descrivere come il piano stesse funzionando. 50 rivoluzioni fa, la concentrazione di gas serra nell'atmosfera terrestre aveva già preso una tendenza di rapida crescita ed era stato calcolato che ciò avrebbe portato al collasso dell'ecosistema terrestre in tempi che erano nell'ordine di meno di 100 rivoluzioni. Tuttavia, come appena detto, gli umani sono risultati essere notevolmente intelligenti, individualmente, ed i più brillanti di loro sono stati in grado di identificare e capire il processo in atto, che chiamavano di solito “riscaldamento globale”. Gli umani hanno costruito un sofisticato sistema di monitoraggio planetario e creato modelli teorici dell'atmosfera terrestre. A quel punto, si sono imbarcati in uno sforzo planetario per fermare il riscaldamento globale arginando la combustione di carbonio fossile e schierando fonti energetiche non basate sul carbonio.

Avendo osservato questo sviluppo, è stato necessario cambiare il piano originario ed intervenire più direttamente sul pianeta, anche se facendo lo sforzo di evitare gli enormi costi coinvolti con l'intervento della flotta galattica.

Il piano di secondo livello 

Fermare gli umani dal prendere le misure per evitare di autodistruggersi ha richiesto  uno sforzo piuttosto modesto – alla portata delle risorse interne dell'Avamposto Orbitale Terrestre. Questo risultato potrebbe essere considerato sorprendente e, infatti, alcuni membri del Comando galattico hanno espresso dubbi sulla nostra capacità di convincere gli umani – individualmente molto intelligenti – a continuare ad agire in un modo che portava alla loro distruzione. Ciononostante, siamo riusciti a portare a termine questo compito.

L'elemento chiave della nostra azione è stata lo studio e lo sfruttamento della rete informativa umana, che loro chiamano “Web”. E' un sofisticato sistema di condivisione dell'informazione a livello planetario che è stato fondamentale per gli umani per comprendere il clima e per diffondere questa conoscenza a chi fra loro prende le decisioni. Tuttavia, abbiamo scoperto difetti fondamentali nel funzionamento di questa rete. In particolare, abbiamo scoperto che la rete è dominata da “super-nodi” che mostrano un più alto livello di connettività di gran parte dei nodi. I super-nodi vengono chiamati “media” dagli umani, a volte “media mainstream”. Sorprendentemente, abbiamo scoperto che i super-nodi sono gestiti dagli umani che sono incapaci di capire gli elementi di base del funzionamento dell'ecosistema della Terra. Ancora più sorprendentemente, abbiamo scoperto che gli umani che gestiscono questi nodi dei media non fanno alcuno sforzo per verificare che l'informazione che diffondono corrisponda alla realtà fisica.

Abbiamo anche scoperto che gli umani incaricati di gestire i super-nodi dei media sono facilmente influenzati da altri gruppi di umani che vengono chiamati “lobbies”, il cui ruolo non siamo riusciti bene a capire. Crediamo che abbia qualcosa a che fare con l'interesse anormale degli umani per un'entità virtuale che hanno creato e che chiamano “denaro”. Anche se le caratteristiche di questa entità ci sono oscure, sembra che gli umani (specialmente i maschi della specie) si preoccupino di essere associati a grandi quantità di entità virtuale e questo, a sua volta, sembra avere qualcosa a che vedere col comportamento delle femmine umane. In ogni caso, questa caratteristica ha aperto un'ampia sfera di possibilità per noi di influenzare il sistema delle decisioni umane.

In pratica, è stato sufficiente, per l'Avamposto Orbitale prendere il controllo di un piccolo numero di individui-guida umani, che chiamiamo “avatar”. Questo compito è stato realizzato principalmente grazie al nostro controllo di grandi quantità della summenzionata entità “denaro”. Usando il denaro, il controllo di queste menti è risultato estremamente facile: abbiamo trovato poca resistenza da parte loro e nessuna prova che la nostra operazione fosse stata individuata da altri umani. I nostri avatar hanno portato a termine diversi compiti, principalmente fornendo ai super-nodi dei media dati falsi che contraddicevano i risultati delle precedenti investigazioni scientifiche sul degrado dell'ecosistema.

Un'operazione speciale che è risultata essere estremamente efficace è stata entrare nel database di uno delle loro migliori organizzazioni scientifiche (chiamata dagli umani “Unità di Ricerca sul Clima”) e diffondere lo scambio interno di dati in tutto il network. Questa operazione ha creato una notevole confusione fra gli umani, perché ha messo in risalto le incertezze nel progresso della ricerca. Una cosa normale per la ricerca scientifica ma che, apparentemente, a gran parte di loro non è familiare.

Valutazione della situazione attuale

L'acquisizione del sistema informativo umano da parte dei nostri avatar è stato un pieno successo e siamo stati in grado di trasformarlo in uno strumento per i nostri scopi. Siamo lieti di riportare che gran parte dei leader umani sono stati trasformati in avatar sotto il nostro controllo diretto o sono completamente confusi sul problema del riscaldamento globale. E' stato possibile relegare la discussione su questo tema a soli pochi gruppi della rete di informazione. Tutti i tentativi effettuati dagli umani di diffonderlo al di là di questi gruppi si sono scontrati con un negazionismo aggressivo (gli umani risultano essere estremamente aggressivi per ragioni che a noi appaiono futili).

Come conseguenza della nostra acquisizione della rete di informazione, tutti i tentativi degli umani di fermare la distruzione dell'ecosistema sono stati fermati e sembra improbabile che ricomincino presto. La quantità di gas serra che sono stati emessi nell'atmosfera terrestre continua ad aumentare. Ciò sta creando un rapido aumento delle temperature, come confermato dalla recente osservazione del completo scioglimento della calotta di ghiaccio del Polo Nord, una caratteristica planetaria che è esistita per diversi milioni di anni di storia planetaria.

E' chiaro che il sistema terrestre è diretto verso un punto di non ritorno in cui le temperature in aumento innescheranno una serie di fenomeni che porteranno al riscaldamento autosostenuto ed al collasso totale dell'ecosistema, anche senza ulteriore generazione umana di gas serra. Abbiamo monitorato l'evoluzione del sistema usando i programmi di modellizazzione climatica sviluppati dagli umani, che sono risultati essere molto sofisticati. Secondo questi modelli, il punto di non ritorno potrebbe già essere stato raggiunto o, in ogni caso, sarà raggiunto entro poche rivoluzioni planetarie. Quindi, ci aspettiamo che la completa eliminazione della specie umana potrebbe essere pienamente ottenuta entro poche decine di rivoluzioni.


Recenti sviluppi e raccomandazioni per il futuro 

Anche se è probabile che il punto di non ritorno del clima della Terra sia già stato raggiunto, gli esseri umani potrebbero ancora, teoricamente, reagire con varie contromisure, come la ripresa dell'eliminazione graduale della combustione di carbonio fossile, il dispiegamento di fonti energetiche che non emettono carbonio, la schermatura della Terra dalla radiazione solare e così via. Perché abbiano successo, tuttavia, gli umani hanno prima di tutto bisogno di riprendere il controllo del loro sistema informativo planetario. I nostri avatar sul pianeta riportano tentativi umani in corso in questa direzione, forse innescati dall'osservazione dello scioglimento della calotta di ghiaccio del Polo Nord.

Dati questi recenti sviluppi, le prossime rivoluzioni planetarie saranno cruciali per il successo del piano di eliminazione degli umani. L'avamposto Orbitale Terrestre terrà la situazione sotto stretto e continuo monitoraggio. Ci aspettiamo difficoltà, in particolare per i nostri avatar. La loro integrità fisica non può essere garantita se il loro ruolo nel piano di eliminazione viene scoperto da umani che non sono sotto il nostro controllo. Ciononostante, essi hanno fatto il loro lavoro e la loro perdita non cambierà la rapida evoluzione nel sistema climatico terrestre.

Assumendo che le cose continuino a muoversi secondo i nostri piani, il pianeta Terra sarà presto libero dagli umani e da gran parte dei vertebrati che potrebbero essere un fastidio per la colonizzazione. Successivamente, potremo procedere con la seconda parte del piano, che consiste nel raffreddare il pianeta piazzando specchi spaziali orbitanti. Susseguentemente, i processi naturali terrestri riassorbiranno i gas serra e ripristineranno l'ecosistema planetario in circa 1000 rivoluzioni planetarie. A questo punto, il pianeta sarà pronto per la colonizzazione da parte della nostra specie. L'arrivo di navi di coloni è atteso a partire da 1000 anni da adesso. Un nuovo pianeta verrà aggiunto alla nostra civiltà galattica!

Fine della Relazione – L'Avamposto Orbitale Terrestre

lunedì 15 ottobre 2012

Dr. Steve Running: i cinque stadi dell'afflizione climatica

Da “Friends of two rivers”. Traduzione di Massimiliano Rupalti



Steven W. Running, Università del Montana.
Nel 2007, il Dr. Steve Running ha pubblicato il suo largamente letto “I 5 stadi dell'afflizione climatica”, che è ancora oggi rilevante.



Sembra che il tema del riscaldamento globale stia ora saturando i media. Giornali, televisioni, settimanali e infiniti siti internet hanno tutti riassunti della scienza e ampie discussioni su cosa dovrebbe fare la società. Le tendenze e le proiezioni del riscaldamento globale fanno riflettere, sono persino spaventose, e sollecitano risposte sconcertanti da parte della gente.

Come professore e scienziato del clima all'Università del Montana, ho tenuto lezioni pubbliche sulla “Scomoda Verità per il Montana” per almeno cinque anni e questi impegni divulgativi ora sono quasi settimanali. Inoltre, come uno degli autori del capitolo principale del recente rapporto dell'IPCC, ho scritto sia del consenso pubblico sia dell'incertezza per il riscaldamento globale e sugli impatti sul Nord America. I miei discorsi includono le prove più recenti dell'aumento dell'intensità degli uragani, della maggior ampiezza degli incendi, dello scioglimento dei ghiacciai e dell'aumento del livello dei mari che sono stati coinvolti con il cambiamento climatico. Le reazioni individuali alle mie presentazioni hanno un ampio spettro, dalla rabbia alla depressione ed è stato difficile per me capire questo ampio spettro di emozioni.

Recentemente ho dato uno sguardo nuovo ai concetti riconosciuti sui “5 stadi dall'afflizione” che Elizabeth Kubler-Ross ha definito già negli anni 70 per riassumere come la gente si confronta differentemente con notizie scioccanti tipo essere informati di avere il cancro terminale. Sembra che questi stadi dell'afflizione forniscano un'analogia molto buona con l'attuale reazione della gente al tema del riscaldamento globale, quindi ho formulato i miei “5 stadi dell'afflizione climatica” come segue.

Al primo stadio, NEGAZIONE, ci sono le persone che semplicemente non credono alla scienza secondo la quale la Terra si sta scaldando o, in un secondo momento, che gli esseri umani ne siano la causa. Nonostante si vedano registrazioni di 50 anni di concentrazione della CO2 atmosferica in aumento anno dopo anno dal 1957 e le temperature globali dell'ultima dozzina di anni in fila siano le più calde in un millennio, queste liquidano queste tendenze come variabilità naturale. Queste persone non vedono ragioni per disturbare lo status quo. Molta gente è giustamente partita da questo stadio, finché non si sono scontrate con prove convincenti. Queste convincenti prove scientifiche recentemente riassunte nel quarto rapporto dell'IPCC ha, secondo i sondaggi di opinione, drammaticamente ridotto il numero di gente allo Stadio 1.

Molta gente salta dalla NEGAZIONE al quarto Stadio, ma per altri lo successivo Stadio 2 è la RABBIA e si manifesta con commenti furiosi tipo “mi rifiuto di vivere in una casa su un albero al buio e di mangiare noci e bacche”. A causa dei miei discorsi pubblici, ricevo la mia parte di posta piena di odio, compresa l'etichetta di “pomposo idiota”, da individui che sono chiaramente irritati al pensiero di cambiare sostanzialmente il proprio stile di vita. Il mio giornale locale contiene frequentemente lettere all'editore da parte di gente arrabbiata al punto da fare dichiarazioni irrazionali alludendo oscuramente alla fine potenziale della civiltà moderna.

Lo Stadio 3 è la CONTRATTAZIONE. Quando si giunge questo stadio, molta gente che negava pubblicamente il riscaldamento globale (come certi ipocriti conduttori di talk show), cominciano a fare dichiarazioni sul fatto che il riscaldamento non è così male, potrebbe rendere un posto come il Montana “più confortevole”. E' vero che il fabbisogno per il riscaldamento degli edifici della mia città natale, Missoula, è diminuito del 9% dal 1950 a causa di inverni più miti. A questo stadio la gente si attacca alle buone notizie sul cambiamento climatico, tipo stagioni agricole più lunghe, e ignora scrupolosamente le cattive notizie, come siccità e incendi più intensi e la scomparsa dei ghiacciai nel Glacier National Park nel 2030. Ancora più importante, a questo stadio la gente non vuole ancora cambiare stile di vita o esplorare soluzioni energetiche che siano a più bassa intensità di carbonio. Sembra che voglia superare questo grande esperimento globale affrontare qualsiasi cosa accada.

Molta gente alle mie lezioni ora è passata allo Stadio 4, DEPRESSIONE. Essi considerano l'accelerazione annuale delle emissioni di gas serra, la velocità del riscaldamento senza precedenti e la necessità di cooperazione internazionale per una soluzione e vedono l'impresa che hanno di fronte impossibile. Nei miei giorni più difficili, confesso che io stesso ricado nello Stadio 4.

Allo stadio finale, l'ACCETTAZIONE, si trova la gente che riconosce i fatti scientifici con calma ed ora esplora le soluzioni per abbattere fortemente le emissioni di gas serra, cercando fonti energetiche a intensità di carbonio zero. Due fattori sono importanti nel portare la gente dalla DEPRESSIONE a questo stadio di ACCETTAZIONE.

Primo, le alternative praticabili per mostrare che ridurre le emissioni di gas serra è possibile senza la fine della civiltà moderna. E' molto incoraggiante vedere pale eoliche, lampade a LED, fotovoltaico a film sottile e auto ibride sul mercato ora, non solo vaghe speranze di futuro. Secondo, una guida nazionale visionaria, un livello da “Piano Marshall”  a livello di convergenza e impegno nazionale di modo che tutti contribuiscano e i cambiamenti di stile di vita necessari siano ampiamente condivisi, di fatto diventando la nuova normalità. Il progresso su questo fronte non è stato buono finora. Un difetto ovvio in questa analogia è che molta gente semplicemente ignora il problema del riscaldamento globale, una separazione difficilmente raggiungibile quando si affronta personalmente il cancro.

E' sia benvenuto sia importante che alcuni leader della comunità degli affari, da DuPont, General Electric e WalMart fino alle più piccole avvii di impresa siano ora fortemente perseguendo obbiettivi di decarbonizzazione dell'energia, di efficienza e conservazione. I grandi cambiamenti sociali portano sempre inevitabilmente dolore per alcuni e nuove opportunità per altri, dipendendo prevalentemente da quanto rapidamente la gente reagisce alle nuove realtà. Abbiamo davvero bisogno che la maggior parte della nostra classe politica, economica ed intellettuale raggiunga lo Stadio 5, ACCETTAZIONE, per poter proseguire, come nazione e come cittadinanza complessiva.

Non c'è alcuna garanzia che possiamo fermare il riscaldamento globale con successo, ma non fare nulla, data la nostra attuale conoscenza, è ingiustificabile. Come potremo guardare in nostri nipoti negli occhi?


domenica 14 ottobre 2012

Clima: siamo ad una situazione tipo 11 settembre?

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di Massimiliano Rupalti



Il Polo Nord non è mai stato libero dal ghiaccio negli ultimi 10 milioni di anni almeno, ma potrebbe diventarlo nei prossimi anni. Quello che abbiamo visto quest'estate è sufficientemente drammatico da spronare la gente ad agire per combattere il cambiamento climatico? Apparentemente no. 


Forse arriverà il momento in cui tutti si renderanno conto della drammaticità della situazione climatica. Qualcosa accadrà. Qualcosa di così grande, così orribile, così terrificante che la gente guarderà la televisione dicendosi: “sta accadendo ora, sta accadendo a noi!”. Quella potrebbe essere una situazione tipo "11 settembre” o, forse, tipo “Pearl Harbour”. A quel punto potremmo finalmente cominciare a fare qualcosa contro il cambiamento climatico. 

D'altra parte, il momento di shock sul clima potrebbe anche non arrivare mai. Sono già accadute un sacco di cose orribili e terrificanti e la maggior parte della gente le ha malapena notate. Pensate quello che è successo al Polo Nord quest'anno. Una tale riduzione del ghiaccio polare non era mai accaduta su questo pianeta negli ultimi 3 milioni di anni, forse nemmeno negli ultimi 13 milioni di anni. Non è una cosa abbastanza drammatica? Apparentemente no, perché la stampa ne ha parlato a malapena. 

Gran parte della gente sembra non essere in grado di unire i puntini, di vedere la relazione fra il cambiamento climatico e tutto quello che ci sta accadendo intorno. Bolliremo ogni estate un po' di più sempre aspettandoci che la successiva sia migliore? Finiremo il petrolio dando la colpa alla speculazione? Moriremo di fame dando la colpa alla crisi finanziaria? Abbiamo già cancellato le preoccupazioni ambientali dall'agenda politica, soppiantate da quelle per la crisi finanziaria, per il costo della benzina, per il lavoro, la sicurezza e tutto il resto. Quindi, come reagiremo alla crisi climatica in arrivo? Forse chiudendoci ancora di più nel negazionismo. 

Molti secoli fa, Rutilio Namaziano ci ha lasciato una testimonianza del tempo della caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Vedeva il disastro tutt'intorno: Roma saccheggiata, le strade distrutte, le legioni sconfitte, la gente che moriva. E tuttavia non riusciva a capire le ragioni di quello che stava vedendo. Vedeva tutti questi eventi come se fossero temporanei capovolgimenti di fortuna. Roma era stata in difficoltà in precedenza e Roma sarebbe stata di nuovo grande, diceva.  

Nessuno dei responsabili durante gli ultimi decenni dell'Impero capiva cosa stesse accadendo (forse con una eccezione). Potevano soltanto continuare a fare quello che facevano prima, sempre nella speranza che l'anno successivo sarebbe andata meglio di quello precedente. Forse questo sarà anche il nostro destino.




sabato 13 ottobre 2012

Picco del Petrolio: Neurosi o Psicosi?

Da Club Orlov. Traduzione di Massimiliano Rupalti


Nota del Traduttore

Ho tradotto questo articolo perché ritengo che individui dei meccanismi reali che sottostanno all'irrazionalità con la quale gli individui e la società si confrontano con le sfide del nostro tempo, sfide che necessitano della nostra capacità di raziocinio (in combinazione con una sfera emotiva libera di esprimersi creativamente). Tuttavia, non ne condivido il taglio psichiatrico. Il problema del disagio psichico, che ormai è 'disagio diffuso', viene visto con il punto di vista riduzionista della psicologia-psichiatria, mentre ci sono modi e metodologie molto più avanzate di affrontarlo, molto più sistemiche (e soprattutto più umane).

In realtà, la 'psicosi' di cui parla l'autore è un elemento presente in tutti noi ed è naturale nella nostra vita, ma che viene spesso cronicizzato da episodi che ne bloccano il naturale flusso. In genere questi episodi avvengono nella propria famiglia di origine, ma è tutto il nostro stile di vita come società che favorisce potenzialmente il disagio. Per questo motivo e per aver sperimentato di persona il trattamento del disagio con altri strumenti (ed aver visto i risultati del trattamento psichiatrico 'tradizionale'), ritengo molto parziale e pericoloso l'approccio psichiatrico. Considerare l'individuo, e di conseguenza la società, 'malati', oltre a scaricare le proprie responsabilità attribuendo il problema a qualche fantomatico motivo 'genetico' o ad altri fattori sui quali non possiamo intervenire, non tiene conto del processo nel quale l'individuo (ergo, la società) è inserito e col quale interagisce. E si esplicita nella mera somministrazione di 'camicie di forza chimiche': gli psicofarmaci.

Per non farla troppo lunga, a chi fosse interessato ad una diversa visione della 'malattia psichica', consiglio questo video o, per approfondire ancora di più, di visitare il sito Verso una Nuova Specie. E' il punto di riferimento del Progetto Nuova Specie del Dott. Mariano Loiacono, psichiatra, epistemologo, sperimentatore e ideatore, fra le altre cose, del “Metodo alla Salute”. E' uno dei metodi possibili, ce ne sono sicuramente altri. Vi indico questo perché lo conosco e ne conosco l'efficacia.

Detto questo, gli effetti del disagio diffuso (ex malattia mentale) individuati da Orlov sono, purtroppo, quelli qui descritti. Orlov ne individua bene le conseguenze, ma ne da in qualche modo per scontate le origini, cosa dalla quale ho ritenuto di dovermi distinguere.

 di Dmitry Orlov



L'ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disordini Mentali (DSM) è arrivato a includere 297 disordini, ma sembra che sia sempre posto per altri.

Richard Heinberg ha recentemente pubblicato un articolo che affronta varie affermazioni recenti secondo le quali i Picco del Petrolio non è più una preoccupazione. Il termine che usa per il fenomeno è “picco dei negazionisti” (peak denial). Suona bene e si incastra bene col tema complessivo di Richard del “picco di tutto” (peak everything). E' un pezzo riflessivo che fa un lavoro approfondito di esposizione della natura surreale delle proiezioni degli ottimisti ed io non ho niente da obbiettare ai suoi argomenti.

Ho da obbiettare, tuttavia, qualcosa sulla terminologia. Primo, siccome pare che il negazionismo non sia una risorsa non rinnovabile con un profilo caratterizzabile di esaurimento, il suo picco, sempre che ne rileveremo uno, non è particolarmente significativo, perché potrebbe facilmente avere un altro picco domani e poi ancora il prossimo secolo. Secondo, sospetto che “negazionismo” non sia più la parola giusta per descrivere il fenomeno sociale che stiamo osservando attualmente. Penso che Ugo Bardi ci abbia indirizzato nella giusta direzione. Nel suo articolo in risposta alla affermazione di  George Monbiot che “ci eravamo sbagliati sul picco del petrolio. Ce n'è abbastanza per friggerci tutti“, Ugo ha caratterizzato l'approccio di Monbiot al Picco del Petrolio usando un'altra parola: “illusione” ("delusion" in inglese).

Se pensate che questa distinzione fra negazione e illusione sia solo una differenza di termini di poca importanza e innocua – uno spaccare il capello in quattro da parte mia – allora perdonatemi mentre tiro fuori il Sigmund Freud che è in me: in "La perdita della realtà nella Neurosi e nella Psicosi" [1924] egli ha scritto quanto segue: “La Neurosi non disconosce la realtà, la ignora. La Psicosi la disconosce e cerca di rimpiazzarla” [p. 185]. La cosa con cui la psicosi sostituisce la realtà è l'illusione.

Prendiamo questa cosa un passo alla volta. Il negazionismo è quando si conosce pienamente una cosa (per esempio che c'è una quantità finita di petrolio economicamente recuperabile e che ne abbiamo già bruciato circa la metà) ma ci si rifiuta di considerarla importante. Negazionismo è un sintomo della neurosi. I neurotici non sono considerati particolarmente pericolosi; possono essere molto fastidiosi e possono a volte mettere sé stessi in pericolo, ma sono, in generale, non considerati come un pericolo per la società. Possono anche essere affascinanti: Woody Allen ha sfruttato la sua neurosi per una carriera di successo di attore/regista (in tedesco il titolo del suo film "Io e Annie" è "Stadtneurotiker", ovvero “Neurotico urbano”).

L'illusione, al contrario, è un sintomo della psicosi. Ora, quand'è stata l'ultima volta che vi siete imbattuti in uno psicotico affascinante, popolare, di successo e dai modi urbani? Tornando a Freud: il vecchio Sigmund distingue due tipi di pensiero: c'è un processo di pensiero secondario – il tipo buono – il dominio del sé ben regolato e socializzato, basato sulla realtà consensuale, la ragionevolezza, la razionalità e la logica. E c'è un processo primario, o arcaico, di pensiero – il tipo cattivo – il prodotto di ossessione, compulsione allucinazione e... eccoci qua... illusione. La strada che porta dalla neurosi alla psicosi è una regressione verso un sé più primitivo, arcaico e infantile. Prendete un neurotico tipico (rifiuta di affrontare il Picco del Petrolio, recita un blah-blah su di esso quando viene stressato), fategli attraversare una terribile crisi che gli distrugge l'ego e quell'individuo potrebbe regredire e scadere nella psicosi.

Ciò che accade agli individui accade anche a intere società. Prendete una civiltà industriale neurotica che nega il Picco del Petrolio, fatele attraversare una terribile crisi finanziaria globale, ditele che la crescita economica è finita per sempre e quello che ottenete è una civiltà industriale psicotica e delirante. In "Civiltà e il suo disagio" [1930], Freud ha scritto della capacità dell'illusione di alimentare un'intera cultura verso la disintegrazione in un turbine di violenza. In "Costruzioni e Analisi" [1937], ha osservato che una volta che il pensiero illusorio permea un'intera cultura, comprese la sua politica e la sua religione, quella cultura diventa inaccessibile ad argomenti logici. L'illusione è una specie di tirannia – interna nel caso di un individuo malato, esterna nel caso di una cultura malata – che intrappola la realtà dentro immagini specifiche, precludendo ogni possibilità di comprensione di sé o di obbiettività.

Questo è un punto particolarmente importante da fare proprio per coloro che continuano pazientemente a discutere di Picco del Petrolio: per uno psicotico, chiunque non concordi con lui è automaticamente il nemico e, siccome gli psicotici creano la loro propria realtà, è un passo molto breve per lui che è stato il movimento del Picco del Petrolio a causare il Picco del Petrolio ed è quindi da incolpare. E' proprio tipico per uno psicotico proiettare i deliri sugli altri, nel tentativo di farli agire come parti del suo stesso sé incazzato ed incontrollabile, perché identificare la minaccia in sé stessi porta a panico incontrollato. Questo tipo di proiezione è il mezzo principale di uno psicotico per esercitare il proprio potere sugli altri. Ora, teniamo in mente che affrontare la folla delirante non è come affrontare un paziente delirante in un reparto psichiatrico, dove c'è un pulsante rosso anti panico sulla parete che puoi premere ad ogni momento ed un'infermiere accorre per trattenere e sedare il paziente. Dobbiamo essere attenti: quando una società psicotica si muove, non c'è nessuno che la trattenga.

Guardiamo la progressione. Il coro “Drill, baby, drill!” (Scava, piccola, scava!) ai comizi politici di Sarah Palin era una risposta neurotica negazionista al Picco del Petrolio – una reazione ossessiva-compulsiva alla notizia che il petrolio sta per finire. I neurotici sviluppano spesso dei rituali che, anche se sono inefficaci in ogni senso, li confortano e riduce temporaneamente il loro livello di ansia. Uno tipico è lavarsi le mani in modo compulsivo in una persona che soffre di DOP (Disturbo Ossessivo-Compulsivo). E infatti siamo giunti a vedere una quantità ridicola di attività di perforazione, gran parte delle quali non particolarmente produttive. Ma poi sopraggiunge qualcosa di molto diverso: le successive dichiarazioni secondo le quali gli Stati Uniti stiano diventare energeticamente indipendenti sono di natura completamente diversa. Queste nascono dai deliri di onnipotenza che sono molto comuni nei pazienti psicotici. Inoltre, le ossessioni psicotiche hanno spesso mutilazioni fisiche come obbiettivo, usando il corpo fisico come superficie sulla quale esprimere l'ansia e il terrore. E' qualcosa di meno di una metafora dire che per una società il proprio corpo è la terra sulla quale vive.Il fracking (fratturazione idraulica), inefficace in ogni senso e che causa orribili danni finanziari ed ambientali, è proprio una tale automutilazione psicotica?

Ecco un altro esempio della stessa progressione: gli attacchi terroristici del 11 settembre hanno inizialmente provocato una reazione largamente neurotica. Un esempio di questa è quello che spesso viene descritto come “teatrino della sicurezza”, effettuato dalla Transportation Safety Administration negli aeroporti degli Stati Uniti. Il sistema di monitoraggio è sufficientemente permeabile, per chiunque sia interessato a farlo, per contrabbandare un'arma e persino una bomba, ma tutti vengono costretti ad un'umiliante farsa con allusioni sessuali (palpeggiamenti). L'intero processo è un meccanismo di copertura ossessivo-compulsivo istituzionalizzato, un tentativo di controllare il livello d'ansia della società attraverso rituali senza senso. Ma dopo pochi anni si è sviluppato un comportamento molto diverso: gli attacchi “chirurgici” senza fine in aree dell'Afghanistan e del Pakistan che si pensa siano controllati dai Talebani. L'idea è quella di sterminare il nemico attraverso l'eliminazione fisica. Da un punto di vista razionale, la strategia è un nonsense: i Talebani, che sono considerati il nemico, sono a prevalenza etnica Pashtun. Il codice d'onore dei Pashtun, il Pashtunwali, richiede ai membri della famiglia di vendicare tutti gli assassinii. Ogni volta che un drone uccide un Talebano, un altro Pashtun deve unirsi ai Talebani per uccidere un Americano. Se l'obbiettivo è di minimizzare le perdite americane, allora la strategia vincente è ovvia: gli americani dovrebbero smettere di uccidere Pashtun. Ma se il tuo paese ha cambiato marcia ed è passato dalla neurosi alla psicosi, allora le argomentazioni razionali non si applicano più, perché nella tua mente ora sei onnipotente e devi rimuovere chirurgicamente l'Altro o affrontare un panico incontrollabile.

Un ulteriore sintomo: la condizione psicotica è spesso accompagnata da un senso di diritto illimitato e, abbastanza sicuramente, una cosa che sento sempre dagli americani è: “Tutto ciò che dobbiamo fare è continuare a stampare dollari perché nessuno ci può fermare”.

Freud non era certamente il primo a indicare la connessione fra il sé psicotico e la società psicotica. Platone, nel Libro 9 della Repubblica, ha descritto la connessione fra lo stato tirannico ed il sé tirannico come esistenti in una relazione reciproca dove uno rinforza l'altro in una simbiosi psicotica. Il delirio psicotico a livello personale diventa ideologia a livello di gruppo. Entrambi hanno il potere di annichilire l'Altro – che sia lo straniero o il sovversivo interno. “Comunichiamo con la parte psicotica del nostro sé localizzando quella comunicazione nella politica. Semplicemente nascondiamo, o reprimiamo, o scorporiamo la parte inaccessibile di chi siamo e proiettiamo all'esterno, come fantasie collettive, emozioni tossiche che prendono forma nei programmi politici, nelle azioni e nell'ideologia”. [James M. Glass, Psicosi e Potere, 1995, p. 169]

La Tragedia greca ha rappresentato la psicosi come commento della vita pubblica. Così come dovrebbe essere, penso: drammaturgia, letteratura e religione, offrono tutte modi potenti per canalizzare i nostri stimoli inconsci e gli impulsi psicotici, preservando il nostro sé comunitario dalla disintegrazione anche durante la peggior crisi immaginabile. E' meglio affrontare la psicosi come parte di un gruppo, perché la disintegrazione di un sé individuale è persino dolorosa da vedere. Se queste persone non stanno ululando, piangendo , tagliuzzando sé stesse con qualsiasi cosa abbiano a portata di mano, spalmando le loro feci sul muro, borbottando confusamente o bestemmiando ad alta voce,  se ne stanno a letto a fissare il soffitto... I sé frammentati non hanno il senso della comunità, della reciprocità e della realtà come esperienza storica continuativa ed hanno poco rispetto di sé stessi e dignità, sempre che ce l'abbiano”. [ibid., p. 155]

Secondo il Dott. Glass, una cultura di psicosi è incompatibile con la democrazia: “Un mondo personale di limitazione, rispetto, comprensione reciproca, cura del corpo e sensibilità verso gli altri, implica un mondo politico di tolleranza, rispetto dei diritti e riconoscimento del diritto dell'altro di vivere senza dominazione. [La psicosi], tuttavia, provoca dominazione e distruzione. E' tragica, come la follia di Edipo a Colono o il tormento di Medea, riflette la tragedia non solo della sua famiglia ma di un'intera società e cultura” [ibid., p. 130]. Infatti, i paralleli fra la psicosi e la tirannia si delineanono quasi da soli. Prendete la famosa espressione di Joseph Goebbels, Ministro della Propaganda di Hitler: “Il nostro compito qui è chirurgico... incisioni drastiche, o un giorno l'Europa perirà della malattia dell'Ebraismo”. Quanto è diversa questa forma da un certo paziente schizofrenico descritto dal Dr. Glass che continuava ad insistere che le sue gambe stavano avvelenando il suo corpo e dovevano essere amputate e che, una volta che non ci fossero state più, era sicuro di essere in grado di vivere e rimanere in salute per un trilione di anni? (Avrebbe dovuto essere il suo Reich personale per un trilione di anni, mi chiedo?)

La capacità di una società di essere ricondotta alla ragione, a negoziare, a rispettare le differenze e così via si trova su un fondamento fragile costituito da illusioni come “vita, libertà e ricerca della felicità” o “il governo alla, della e per la gente” o libertà e giustizia per tutti” o un “sistema di pesi e contrappesi” e così via. “L'illusione è ciò che lega insieme le comunità, il delirio distrugge il processo e la funzione democratica”. [ibid., p. 184] Gran parte di queste, mentre non sono strettamente controfattuali, non sono intese come dichiarazioni di fatto e sono indifendibili come propositi, ma sono accettati come fede: (“Pesi e contrappesi” è un falso totale; la Corte Suprema statunitense ha i mano tutte le leggi federali). La più grande illusione si chiama “Il Sogno Americano”: “E' ancora reale?” si chiede una copia recente del Time Magazine in copertina. Credere in un sogno non è l'essenza dell'illusione? Quando le illusioni cadono, vengono rimpiazzate del delirio. “Il risultato, sia per sé stessi, sia per la comunità, è la tragedia”. [ibid., p. 176] La perdita del Sogno Americano potrebbe portare i singoli cittadini a perdita di identità, disintegrazione dell'ego, rabbia psicotica e automutilazione compulsiva e la nazione ad un'esplosione di razzismo, sciovinismo, xenofobia, ricerca di capri espiatori, caccia alle streghe... in breve, alla tirannia.

E questo ci porta alla questione della leadership politica. I leader politici mantengono o creano le nostre illusioni fondanti, principalmente indulgendo sulle nostre fantasie. Queste fantasie sono di due tipi: consce ed inconsce, e sono quelle inconsce che sono più potenti a livello politico. Le società tendono a scegliere i leader che le rappresentino e le società psicologicamente malate – quelle le cui fantasie inconsce sono in fiamme – tendono a scegliere gli individui più malati per rappresentare i loro particolari disordini.

Il capitalismo del libero mercato, con le sue giustificazioni hobbesiane della legge del mercato, col suo individualismo competitivo, preclusivo, brutale e possessivo, eleva il narcisismo patologico, concedendogli lo status di indiscussa ed inevitabile realtà economica. Facendo questo, esso sceglie dei sociopatici come leader: individui ai quali manca l'empatia o la coscienza. Sembrano esserci certi problemi di connessione nei loro cervelli: puoi scioccarli ripetutamente e loro ancora non si sottometteranno quando dici loro che stai per scioccarli ancora. Sembra che manchino loro le emozioni e la memoria emozionale, ma si sentono spesso emozionati dalla sofferenza altrui. “Più in alto ti spingi sulla scala, più alto sarà il numero di sociopatici che ci troverai”. Dice Martha Stout dell'Harvard Medical School, autrice di Lo Psicopatico della Porta accanto. Infatti, Robert Hare, autore di Lista delle sociopatie di Hare, ha stimato che la prevalenza di sociopatici fra gli amministratori delegati degli Stati Uniti è molto più alto che fra la popolazione, anche più alto che fra la popolazione carceraria. Coloro che non sono sociopatici fanno del loro meglio per emulare quelli che lo sono, ma raramente ci riescono, perché i loro tentativi di massimizzare il valore dei dividendi vengono ostacolati da scomodi e fastidiosi sentimenti di simpatia, pietà, rimorso e paura. (I termini “psicopatico” e “sociopatico” sono usati intercambiabilmente e significano la stessa cosa, ma se guardate la lista vi renderete conto che coloro che vi si trovano in alto sono molto diversi dalla varietà di stronzi che trovate nel vostro ambiente).

Gli americani dovrebbero sentirsi fortunati ad essere governati da sociopatici; essere governati da uno psicopatico è molto peggio. Le società psicotiche scelgono leader come Stalin, Hitler e Pol Pot. L'effetto è una società che viene efficacemente decapitata. Un corpo politico può continuare a funzionare, per un po', anche con la testa amputata. Il suo esercito e la sua burocrazia intatti, galoppa in tondo come un cavaliere senza testa, spinto a distruggere da impulsi atavici e primitivi. Il potere tremendo delle fantasie inconsce sfruttate a beneficio del potere statale da un leader psicotico infetta tutta la realtà circostante, anche se l'apparato dello stato rimane perfettamente razionale: legge ed ordine al servizio della dura e delirante follia. Come per gli antidepressivi e la depressione, è probabile che risulti che gli antipsicotici siano analogamente inefficaci nel trattamento della psicosi e che siano semplicemente dei sedativi con molti e brutti effetti collaterali. Ad ogni modo, vengono prescritti e la ragione per la quale vengono prescritti, mi avventurerei a indovinare, è perché milioni di persone negli Stati uniti, giovani e anziani, mostrano sintomi di psicosi e necessitano di essere sedati.

Mi avventurerei ulteriormente a indovinare che la prevalenza di sintomi psicotici fra la popolazione americana è in sé un sintomo – della psicosi della società americana nel complesso. Se il trattamento di individui psicotici è un difficile problema ma è l'obbiettivo di una enorme e redditizia industria, il trattamento della psicosi dilagante nella società americana non è nemmeno riconosciuto come problema.

Se hai pensato che il Picco del Petrolio riguardi l'energia, ripensaci. Potrebbe venir fuori che riguardi il delirio, risultando, a livello personale, nella morte dell'ego e, a livello nazionale, nella tirannia psicotica.


venerdì 12 ottobre 2012

Alti Livelli di Metano a Settembre 2012

Da “Artic News” (h/t Medo). Traduzione di Massimiliano Rupalti.

Un precedente post riportava misurazioni di 2.500 ppb (parti per miliardo) registrate a Barrow, Alaska. Purtroppo, difficilmente altre misurazioni in situ sono state rese pubbliche da barrow da allora, come dall'immagine sotto.


I flaconi delle misurazioni continuano ad essere disponibili e le cinque misurazioni più recenti mostrano livelli ben al di sopra dei 2.000 ppb.


L'immagine sotto mostra i livelli di metano su un periodo di tre anni, dal primo agosto 2008 al primo agosto 2011.


L'immagine sotto mostra i livelli di metano durante sul periodo dell'anno più recente dal primo agosto 2011 al primo agosto 2012. C'è un netto aumento del metano alle alte latitudini in confronto ai tre anni precedenti. 


L'immagine sotto mostra i livelli di metano nell'agosto 2012, con livelli alti che si segnalano in molti luoghi.




L'immagine sotto mostra la misurazione più recente dei livelli di metano disponibile, dal primo al 7 settembre 2012. Si segnalano alti livelli di metano in più luoghi ancora, come nella regione Artica e nel Nord America.


Più o meno in questo periodo dell'anno, ci sarà tipicamente molto metano in molte località nell'Emisfero Nord. L'immagine sotto una confronto del periodo del 2012 on quello dello scorso anno. All'inizio di settembre 2011 non c'era così tanto metano quanto ce n'è adesso nel nord dell'Alaska, i Groenlandia e lungo la costa siberiana. Tuttavia, c'era molto metano in Cina lo scorso anno in questo periodo nel 2011 e la situazione sembra essere migliorata in qualche modo quest'anno.

























Per confrontare ulteriormente, c'è un'immagine sotto che mostra i livelli di metano durante lo stesso periodo del 2010.

























Le immagini evidenziano alcune preoccupazioni:
1. I livelli di metano stanno aumentando nel corso degli anni;
2. I livelli di metano sono particolarmente alti nell'Artico;
3. Livelli molto alti di metano sono registrati nell'Artico nel mese di settembre, nello stesso momento in cui il ghiaccio artico si trova ai suoi minimi;
4. Misure sporadiche, come a Barrow, mostrano che i livelli possono aumentare bruscamente con quantità significative.
Il metano è un fattore di potenza più di 100 volte maggiore di gas serra come la CO2 per  20 anni e anche più potente su un periodi più brevi. Questo rende il metano un potente fattore riscaldante nell'Artico. Mentre l'Artico si sta già scaldando ad una velocità tre volte maggiore del resto del mondo, il ghiaccio marino agisce ancora come un tampone per prevenire un'accelerazione anche più rapida del riscaldamento nell'Artico, ma questa situazione deteriorerà drammaticamente quando il ghiaccio marino scomparirà, come ha descritto recentemente il Professor Peter Wadhams.

Il pericolo più grande è che il feroce riscaldamento nell'Artico innescherà il rilascio di metano dagli idrati e dal gas libero nei sedimenti, il che accelererà ulteriormente il riscaldamento nell'Artico e innescherà ulteriormente il rilascio di metano in un circolo vizioso a spirale verso un riscaldamento globale autosostenuto, a meno che non venga intrapresa un'azione per ridurre il pericolo.








mercoledì 10 ottobre 2012

I Pozzi Petroliferi sono dei Rivali Assetati per le Fattorie dell'Ovest


Di Jack Healy

Dal “New York Times”. Traduzione di Massimiliano Rupalti









Foto: Matthew Staver per The New York Times

Bob Bellis ha riempito la sua cisterna ad un idrante a Greeley, in Colorado, ad agosto, per rifornire un pozzo di perforazione. I contratti di cessione con le compagnie petrolifere sono degli introiti importanti per le città

Greeley, Colorado – Una nuova competizione per l'acqua sta emergendo in questa terra bruciata dalla siccità, una competizione che oppone gli agricoltori agli interessi del  petrolio e del gas, guidati dalle nuove tecniche di perforazione che usano potenti getti d'acqua , sabbia e sostanze chimiche per rompere il terreno e rilasciare riserve di petrolio e gas. Uno solo di questi pozzi può richiedere 5 milioni di galloni di acqua e le compagnie energetiche si stanno accalcando alle aste dell'acqua, ai laghetti di campagna, ai fossati di irrigazione e agli idranti antincendio pubblici per avere ciò che serve loro.

Questa sete sta aiutando a condurre una esplosione di produzione di petrolio qui, ma sta anche complicando la lunga ed emozionante lotta fra chi beve e chi no nell'arido e in rapida espansione West. I contadini e gli attivisti ambientalisti dicono di essere preoccupati che le  ricche compagnie energetiche acquisiranno forniture d'acqua, sempre più scarsa, perforando sempre più in profondità nuovi pozzi dove viene usata la tecnica del fracking. E questa estate che ha battuto ogni record di siccità, e che ha prosciugato pozzi e rovinato i raccolti, non ha che amplificato tali preoccupazioni.

“Non è una guerra ad armi pari”, dice Peter V. Anderson, che coltiva alfa alfa nelle pianure riarse del Colorado orientale. “Non credo che nella realtà i contadini possano competere con le compagnie del petrolio e del gas per l'acqua. I loro guadagni sono dannatamente più alti dei nostri”. Ma i funzionari dell'industria dicono che i contestatori esagerano gli effetti sulle forniture idriche.

I produttori di energia non si accaparrano – non possono – i diritti ai corsi d'acqua ed ai pozzi a spese dei contadini o dei proprietari di case. Per riempire le loro autobotti, affittano l'acqua in eccesso delle città o comprano acque reflue trattate che sarebbero altrimenti ributtate nei fiumi. In altri casi, comprano i diritti direttamente dai contadini o da altri utenti – un processo che in Colorado richiede l'approvazione della Corte. “Questo è un uso importante della nostra acqua – produrre energia che è il fondamento di tutto quello che facciamo”, ha detto Tisha Schuller, presidente della Colorado Oil & Gas Association. “Pensate ai grandi utilizzatori di acqua: agricoltura, sviluppo industriale. Tutte queste cose richiedono energia”.

In anni normali, i contadini ed i rancher come il Sig. Anderson dicono di pagare 30 dollari per un “Acro piede” (Acre Foot) d'acqua, che corrisponde a circa 326.000 galloni, un prezzo che può arrivare a 100 dollari quando l'acqua è scarsa. Ora le compagnie del petrolio e del gas stanno pagando, in parte del Colorado, qualcosa come da 1.000 a 2000 dollari per la stessa quantità di acqua trattata proveniente dalle condutture cittadine.

Quei soldi possono essere una benedizione per i servizi pubblici locali allo stremo e per i dipartimenti dell'acqua, ma i contadini dicono che non c'è modo in cui possano permettersi tali cifre. “Non saremo in grado di coltivare il cibo di cui abbiamo bisogno”, ha detto Ben Rainbolt, direttore esecutivo della Rocky Mountain Farmers Union. “Come potremo produrlo con meno acqua?” In primavera, durante un'asta annuale per le eccedenze di acqua nel Colorado del nord, il Sig. Anderson ed un pugno di altri contadini sono stati battuti dai camionisti che fornivano i pozzi del fracking. Anche se il Sig. Anderson alla fine ha ottenuto l'acqua di cui aveva bisogno, come hanno stabilito le offerte alla fine dell'asta, la sola ombra dei produttori energetici all'asta ha dato un accenno della loro presenza crescente nella corsa all'acqua dell'Ovest.

“Le compagnie energetiche si stanno muovendo rapidamente per consolidare le forniture”, ha detto Reagan Waskom, direttrice dell'Istituto per l'Acqua del Colorado all'Università di Stato del Colorado. “La troveranno e la pagheranno quello che hanno bisogno di pagarla, e questo è di un'ordine di grandezza superiore a quanto i produttori agricoli possano permettersi di pagare. Ciò cambia tutta la questione”.

La compagnie del petrolio e del gas stimano che useranno circa 6,5 galloni di acqua in Colorado quest'anno e quella cifra costituisce solo lo 0,1% dell'uso complessivo di acqua, secondo i dati dello stato. Il loro consumo rappresenta più acqua di quanta se ne consumi per innevare artificialmente le piste da sci o per mantenere versi i campi da golf presenti nello stato. Ma ciò è irrisorio in confronto al diluvio necessario per l'irrigazione e l'agricoltura, che conta per l'85,5% dell'uso d'acqua del Colorado.

Tuttavia, l'industria sta crescendo rapidamente. La Commissione per il Petrolio ed il Gas del Colorado stima che il fabbisogno d'acqua per il petrolio ed il gas nello Stato crescerà del 16% nei prossimi 3 anni. “I soldi fanno scorrere l'acqua all'insù” ha detto Mike Chiropolos, un avvocato della Western Resource Advocates, un gruppo ambientalista che ha sede a Boulder. “Sta solo diventando più preziosa e più scarsa”.

In giugno, il gruppo ha pubblicato uno studio che il Colorado di sottostimare la quantità d'acqua usata per il la fratturazione idraulica, nota anche come fracking, dicendo che le cifre vere stanno fra i 7,2 e i 13 miliardi di galloni all'anno – abbastanza per approvvigionare 296.100 persone. Nonostante la siccità e le preoccupazioni circa le forniture idriche, diverse città – e persino contadini con disponibilità d'acqua – si stanno delineando come venditori ansiosi.

In luglio, dopo aver ricevuto proposte da diverse compagnie energetiche, Aurora, un sobborgo di Denver, ha approvato un accordo da 9,5 milioni di dollari per cedere 2,4 milioni di galloni d'acqua corrente alla Anadarko Petroluem Corporation in 5 anni. Questa non proveniva da forniture potabili. Era acqua in eccedenza che “non potevamo captare, immagazzinare, insomma non ne facevamo niente”, ha detto Greg Baker, un portavoce del dipartimento per l'acqua della città.

Ma l'accordo – il primo di questo tipo ad Aurora – ha provocato dure proteste da parte di chi si oppone al fracking. I contrari hanno detto che l'accordo con Anadarko dirotterebbe acqua che sarebbe giunta ad altri utenti lungo il fiume South Platte e l'avrebbe spedita lontana dalla comunità. Molly Markert, una consigliera della città che ha votato contro la cessione, ha detto che era a disagio nel vendere acqua pubblica alle compagnie energetiche.

“Non sono una sostenitrice del fracking”, ha detto la Sig.ra Markert. “Non voglio favorirli”. Per anni, Greeley ha ceduto le sue eccedenze d'acqua ai contadini, alle compagnie di costruzione e ad altri. Nel 2008, le compagnie del petrolio e del gas hanno iniziato a fare delle offerte, ha detto Jon Monson il direttore delle acque e delle fognature della città. Gran parte dell'acqua va ancora all'agricoltura, ma la città ha affittato 1.300 acri alle compagnie energetiche lo scorso anno e sta per affittarne altri 1.800 acri quast'anno, qualcosa come 586 milioni di galloni.

E' un tornaconto favorevole per la città: i contadini pagano 30 dollari ad acro. Le compagnie del petrolio e del gas ne pagano 3.300, il che farà incamerare al dipartimento delle acque della città da 4 a 5 milioni di dollari quest'anno. Essendo l'acqua così preziosa,  Kreg Edrington, 26 anni, poche mattine fa, si è collegato con la sua autocisterna da una bocchetta antincendio a Greeley ed ha aperto la valvola. Come una mandria di elefanti assetati, le autocisterne hanno cominciato a mettersi in coda per riempire le loro pance d'acciaio. In meno di 15 minuti, l'autocisterna del Sig. Edrington ricolmo di acqua della città in cessione ed era pronto a fare il suo giro su strade sterrate verso un sito di perforazione, dove avrebbe svuotato la cisterna per poi tornare a prendere altra acqua.

“Questo è quanto”, ha detto “Ora me ne vado”.