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mercoledì 3 febbraio 2016

Il cambiamento climatico e gli dei alieni della Bibbia: un'epifania di epistemologia

Di Ugo Bardi, da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Dio-pesce ed alieni vari da un antico sigillo cilindrico Sumero (immagine da wikipedia). Niente di reale, ma così affascinante! 


Mentre stavo aspettando il treno alla stazione di Milano la settimana scorsa, ho fatto un giro in una libreria e sono stato attratto da un libro intitolato “La Bibbia non parla di Dio”, scritto da Mauro Biglino. Libri, libri, libri.... quante cose ci sono scritte nei libri? Non importa, l'ho comprato e l'ho letto. Ed ecco un commento, non tanto sul libro in sé, ma sull'epifania che ha generato in me su quanto sia difficile avere a che fare con un mondo così complesso come è diventato il nostro. E' tutto un problema di epistemologia, penso, come riusciamo a conoscere quello che dobbiamo conoscere. E non è facile.

Per prima cosa, riguardo agli antichi alieni, devo confessarvi che nella mia gioventù non ero solo interessato all'argomento, ma addirittura drogato. Probabilmente avete sentito parlare di Eric Von Daniken, comunemente considerato colui che ha dato origine alla teoria degli “antichi astronauti” che hanno creato la civiltà umana e forse anche gli esseri umani stessi. Forse non sapete che Von Daniken ha avuto un precursore che scriveva sotto il nome di Peter Kolosimo – ma ha scritto in italiano, quindi non è così famoso al di fuori dell'Italia.

Non so se Von Daniken ha copiato da Kolosimo, ma posso dirvi che negli anni '60 ho divorato i libri di Kolosimo. Uno scrittore brillante, un tema affascinante, molta fantasia. Posso ancora trovare le mie note scritte a mano sui suoi libri e posso vedere che, già da adolescente, stavo cercando di analizzare in modo critico le affermazioni di Kolosimo. Penso che almeno una parte del mio interesse per la scienza e per i cicli delle civiltà provenga da quei libri.

Col tempo, ho perso interesse per le speculazioni sugli antichi alieni. Cose affascinanti, certo, ma alla fine si capisce di non andare da nessuna parte. Ci sono immagini che sembrano – un po' – quelle di alieni o di astronavi, testi che parlano – forse – o di alieni o di viaggi nello spazio. Ma niente oltre alle immagini che sembrano come qualcosa o testi che suonano come qualcosa. Mai qualcosa di reale. Mai abbiamo potuto trovare qualcosa che possa ragionevolmente essere ritenuto un vero artefatto alieno. Non intendo un antico phaser ancora funzionante, ma una cosa semplice e piccola come un pezzo di alluminio metallico o di titanio in una tomba sumera sarebbe stata sufficiente per dirci della presenza di una civiltà tecnologicamente avanzata nel passato remoto. Ma non è mai stato trovato niente del genere. Quindi non ci sono astronauti alieni nel nostro passato remoto. Peccato, ma questo sembra essere il modo in cui funziona l'universo.

Eppure, l'argomento resta affascinante e potete capire perché ho comprato il libro di Biglino in quella libreria di Milano. E' un libro che porta avanti la linea iniziata con Kolosimo negli anni 50, ma in un modo più specifico. Biglino e particolarmente concentrato sulla Bibbia che, secondo la sua interpretazione, ci racconta di una razza aliena di esseri che, in qualche modo, hanno regnato sugli esseri umani in tempi antichi. Non solo questo, in realtà hanno creato gli esseri umani perché fossero i loro servitori in una specie di laboratorio genetico chiamato “Paradiso”.

Ora, non devo dirvi che queste idee di Biglino sono, ehm..., diciamo un po' difficili da considerare come basate su fatti. Ma il punto che volevo sollevare qui è osservare quanto sia difficile capire il mondo complesso in cui viviamo. Così, quando Biglino comincia a discutere di biologia evoluzionistica  e di genetica, una cosa che occupa quasi tutta la seconda parte del libro, be', non voglio essere antipatico. Fatemi solo dire che faccio fatica ad immaginare un esempio più lampante di quanto sia difficile avere a che fare con campi che non fanno parte delle nostre competenze di base.

La parte interessante del libro di Biglino, tuttavia – quella collegata alla mia “epifania” - è quando affronta una cosa che dovrebbe conoscere bene, cioè il testo della Bibbia nella sua lingua originale. Sembra che Biglino abbia lavorato per 10 anni con un editore rispettabile “”Edizioni Paoline”) nella traduzione delle versione della Bibbia conosciuta come la “Bibbia Masoretica”. Questo perlomeno può essere verificato. E, infatti, questa sezione del libro dà un'impressione molto migliore di competenza da parte dell'autore.

Biglino interpreta la sua analisi filologica come se desse per scontato che l'entità di nome “Yahweh” nella Bibbia Masoretica non sia “Dio”, ma piuttosto un signore della guerra locale impegnato nella conquista di quanto più territorio possibile. Il fedele lo considererà sbagliato, se non blasfemo (e, infatti, Biglino è stato additato come l'Anticristo in alcuni siti web) ma, perlomeno, non comporta speculazioni su esseri alieni impegnati nell'ingegneria genetica.

Non credo che qui sia interessante discutere chi fosse questo Yahweh, in realtà, anche se molte delle affermazioni di Biglino sembrano essere già conosciute e già discusse da altri autori. Ma ecco l'epifania. Per prima cosa, come potete immaginare, la mia conoscenza dell'ebraico antico è praticamente zero (come suppongo che sia per la maggioranza dei lettori di questo blog). Così, sono andato a verificare i fatti sul web ed ho scoperto un sacco di siti in cui ci sono persone che affermano di essere esperte come Biglino (o di più) in ebraico antico che demoliscono (o cercano di demolire) la sua interpretazione del testo biblico.

Mentre stavo procedendo a stento fra queste discussioni elaborate, mi sono trovato del tutto perso. Chi aveva ragione? Biglino o i suoi detrattori? Davvero, come potevo dirlo? E, mentre mi trovavo in quella situazione, ho avuto un lampo improvviso di illuminazione: non è solo una questione di ebraico antico. Mi sono visto nelle scarpe (o meglio, dietro agli occhiali) di una persona normale che non ha una conoscenza approfondita della scienza del clima e che sta cercando di capire qualcosa del dibattito sul clima. Chiaramente un persona del genere si ritroverebbe nella mia stessa posizione rispetto all'ebraico di Biglino. Al profano medio mancano gli strumenti intellettuali necessari per giudicare in un dibattito sulla scienza del clima proprio come io non ho gli strumenti intellettuali corretti per giudicare in un dibattito sul significato di antiche parole ebraiche.

Quindi ecco l'epifania: il mondo reale è così complesso che per ognuno di noi c'è solo una piccola fetta di realtà in cui possiamo avere una conoscenza sufficiente per giudicare cos'è vero e cosa non lo è. Il resto è avvolto per sempre in una nebbia di ignoranza. Ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro, forse un giorno vedremo la realtà faccia a faccia. Ma per il momento possiamo solo giudicare sulla base del principio di autorità. Riguardo alla Bibbia, proprio come riguardo al clima, crediamo alle persone in cui abbiamo fiducia.

Ed è qui il problema. Sembra che non sia rimasto nessuno nel mondo in cui avere fiducia. I governi? Mio Dio... Politici? Anche peggio. Gli scienziati? Un po' meglio, ma... I traduttori dall'ebraico che vedono alieni nella Bibbia? No comment... Mai prima di leggere il libro di Biglino mi era sembrato che Pilato avesse ragione quando ha detto: “cos'è la realtà?”

Il problema tragico, qui, è che discutere di Dei alieni che si aggirano intorno alla Terra migliaia di anni fa è un passatempo intellettuale con cui ci possiamo divertire senza subire conseguenze negative. Quando ci occupiamo del cambiamento climatico, invece, rischiamo la nostra stessa sopravvivenza, anche come specie. Perché questo non è un gioco intellettuale, c'è una cosa chiamata “realtà” la fuori. Ma, come come ha detto recentemente Peter Sinclair “Una civiltà non può semplicemente sopravvivere se grandi sezioni di quella stessa civiltà hanno dichiarato guerra ai fatti”. Possiamo dichiarare guerra alla realtà. Ma alla fine la realtà vince.