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sabato 1 ottobre 2016

Alzheimer come risultato di processi di combustione? Come al solito, sappiamo cosa non dovremmo fare, e continuiamo a farlo




Particelle di magnetite nel cervello umano. Dal recente articolo di Barbara Maher et al. Non si sa esattamente che effetto facciano alla salute del cervello umano, ma sicuramente non fanno bene


Particelle di ossido di ferro come una delle cause dell'epidemia di Alzheimer? Questo recente articolo su PNAS suggerisce che sia così, dai risultati di un'esplorazione del cervello umano che ha rilevato la presenza di particelle di ossido di ferro (magnetite) in molti campioni. Sono di grandezza dell'ordine del decimo di micron, talmente piccole che, evidentemente, passano attraverso la barriera ematoencefalica dopo che uno le ha respirate.

Gli autori usano la classica prudenza dei testi scientifici. Spiegano che la magnetite è un materiale chimicamente attivo e che la sua presenza nel cervello umano potrebbe essere una causa di Alzheimer, man non c'è la certezza che lo sia.

Questa è una classica difficoltà con tutti gli studi che ci sono stati sulla questione delle "nanoparticelle". Chiaramente le si trovano in varie zone del corpo umano; ma è anche vero che provare la correlazione fra nanoparticelle e patologie è sempre difficile; a volte impossibile. E non è nemmeno il caso di dare la colpa a queste particelle per tutti i vari guai che ci affliggono.

D'altra parte, è anche vero che non si può aspettare che una bomba esploda prima di mettersi a disinnescarla. Sappiamo che queste particelle metalliche si formano principalmente il risultato di processi di combustione: motori, macchinari, processi, veicoli, ecc. Anche gli inceneritori danno probabilmente un contributo anche se non sono la causa principale del problema.

Insomma, la nostra mania di bruciare cose ci fa danni. E, come sempre, sappiamo cosa non dovremmo fare, e continuiamo a farlo

http://www.pnas.org/content/113/39/10797.full 

(se ne volete una copia, scrivetemi a ugo.bardi(cosinostrambo)unifi.it)