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sabato 16 settembre 2017

Tre Ecologisti Italiani (II): Italo Calvino




Qui sopra, Italo Calvino. Il primo post di questa serie, quello su Francesco di Assisi, si trova a questo link.


Di Silvano Molfese


Potrà sembrare strano, se non addirittura provocatorio, l’inserimento di Italo Calvino in questa trilogia di ecologisti italiani; infatti egli è universalmente conosciuto come letterato ma è uno scrittore particolare che fin dalla nascita si è nutrito dei saperi delle scienze naturali, di botanica, di zoologia, dai suoi genitori. Infatti nel clima della Guerra Fredda, con la pressante minaccia di una guerra nucleare, siamo nel 1957, Italo Calvino ne “Il barone rampante” (capitolo XXVIII ), scrive:

“E dire che Cosimo in quel tempo aveva scritto e diffuso un Progetto di Costituzione per Città Repubblicana con Dichiarazione dei Diritti degli Uomini, delle Donne, dei Bambini, degli Animali Domestici e Selvatici, compresi Uccelli Pesci e Insetti, e delle Piante sia d'Alto Fusto sia Ortaggi ed Erbe. Era un bellissimo lavoro, che poteva servire d'orientamento a tutti i governanti; invece nessuno lo prese in considerazione e restò lettera morta. … Di giorno, Cosimo aiutava i tracciatori a delineare il percorso della strada. Nessuno meglio di lui era in grado di farlo: sapeva tutti i passi per cui la carreggiabile poteva passare con minor dislivello e minor perdita di piante.“

Due ecologi forestali Orazio Ciancio e Susanna Nocentini riportano le riflessioni di Pogue R. Harrison  (Ciancio e Nocentini, 1996 )

“Il romanzo contiene una critica poetica dell’ideologia umanistica dell’illuminismo. Il barone di Calvino, di nome Cosimo, passa la sua vita sugli alberi. Acquista fama tra i philosophes (Voltaire, Diderot, ecc.) per certi trattati «politicamente corretti» che scrive su temi come le costituzioni repubblicane e i contratti sociali. Tuttavia, Cosimo scrive un trattato che per qualche ragione viene ignorato dagli intellettuali del suo tempo. "

Dato il titolo, si comprende perché non riesca ad attirare la loro attenzione: Progetto di Costituzione per Città Repubblicana con Dichiarazione dei Diritti degli Uomini, delle Donne, dei Bambini, degli Animali Domestici e Selvatici, compresi Uccelli Pesci e Insetti, e delle Piante sia d’Alto Fusto sia Ortaggi ed Erbe.

Il trattato di Cosimo viene ignorato perché il suo tempo è interessato soltanto alla dichiarazione dei diritti dell’uomo – i diritti dei soggetti umani, non degli oggetti o delle specie della natura. Oggi noi siamo testimoni delle conseguenze di queste dichiarazioni unilaterali dei diritti di un’unica specie, incuranti dei diritti naturali di tutte le altre specie. In questo senso il trattato di Cosimo era in anticipo sui suoi tempi – e anche sui nostri, rispetto a tale questione.”  (h/t Antonio Scalise)

Eravamo alla fine degli anni ’50 e in Italia si pensava allo sviluppo ed alla crescita di tutto il sistema industriale: adesso ci ritroviamo con centinaia di migliaia di ettari cementificati, asfaltati, elevato inquinamento, siccità ecc. : riusciremo a riparare i guasti prodotti?


Bibliografia

Ciancio O.,  Nocentini S.  1996. - Il bosco e l’uomo: L’evoluzione del pensiero forestale dall’umanesimo moderno alla cultura della complessità. La selvicoltura sistemica e la gestione su basi naturali.  Su Accademia italiana di Scienze Forestali, Il bosco e l’uomo, 21-115
(https://aisfdotit.files.wordpress.com/2013/06/bosco-e-uomotutto.pdf)

Harrison Pogue R., 1992. Foreste. Garzanti.