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lunedì 19 ottobre 2015

Riscaldamento globale: quant'è esattamente il calore generato dall'attività umana?

Da “Resource Crisis”. Traduzione di MR



Spesso è difficile visualizzare quello che stiamo facendo al nostro pianeta. Ma un semplice calcolo mostra che l'effetto serra generato dai combustibili fossili può essere visto come l'equivalente di accendere più di un centinaio di stufette elettriche da 1kW per ogni essere umano sulla Terra. E non le possiamo spegnere!


Di Ugo Bardi

Se guardate il modo in cui i climatologi descrivono il riscaldamento globale vedrete che usano molto il termine “forzante”. Cioè, l'effetto aggiuntivo delle attività umane al naturale riscaldamento da parte della luce solare. Non tutte le forzanti aumentano le temperature, alcune tendono a ridurle; per esempio, il particolato atmosferico. Il risultato complessivo viene chiamato “disequilibrio” o “forzante netta”.

Potete pensare ad una forzante in termini di qualcuno che cerca di spostare una persona che non vuole muoversi. Se la persona che spinge è più forte, la forza netta risultante causerà che la persona viene spinta a muoversi. Nel caso del clima, le forzanti di riscaldamento sono più forti di quelle di raffreddamento e il risultato netto è un aumento della temperatura. Man mano che continuiamo ad emettere CO2 ed altri gas serra nell'atmosfera, la forzante serra aumenta, come vedete nella figura sotto (Hansen 2011).

domenica 2 marzo 2014

Pausa nel riscaldamento? Quale pausa?

Da “Climate Progress”. Traduzione di MR

Grafico delle temperature dal 1950 che mostra anche la fase del ciclo El Niño-La Niña. Via NASA.

L'ultimo decennio è stato il più caldo mai registrato e il 2010 è stato l'anno più caldo mai registrato, in continuità con la tendenza a lungo termine alimentata dalle emissioni umane (vedi il grafico sopra). Tuttavia, negli ultimi 10 anni le temperature di superficie non sono sembrate aumentare rapidamente come in molti si aspettavano – anche se gli oceani hanno continuato a scaldarsi rapidamente e il ghiaccio dell'Artico si è fuso più rapidamente di quanto ci si aspettasse, così come ha fatto la grande calotta glaciale in Groenlandia e in Antartide. (Vedere qui). Ora una nuova ricerca scopre che il rallentamento nel tasso di riscaldamento della
superficie è causato dall'aumento della velocità senza precedenti degli alisei, che mescolano più calore e più in profondità negli oceani mentre portano l'acqua più fredda in superficie. Ricordate, più del 90% del riscaldamento planetario antropogenico va negli oceani, mentre solo il 2% va nell'atmosfera. Quindi piccoli cambiamenti nell'assorbimento dell'oceano possono avere impatti enormi sulle temperature di superficie.

L'autore principale, il professor Matthew England, ha spiegato in una nuova pubblicazione:

“Gli scienziati hanno sospettato a lungo che un assorbimento di calore supplementare da parte dell'oceano avesse rallentato l'aumento delle temperature medie globali, ma il meccanismo dietro al rallentamento rimaneva poco chiaro... Ma l'assorbimento di calore non è in nessun modo permanente: quando la forza degli alisei torna normale – come inevitabilmente accadrà – la nostra ricerca suggerisce che il calore si accumulerà rapidamente nell'atmosfera.   Quindi, le temperature globali sembrano destinate a crescere rapidamente oltre il periodo attuale, tornando ai livelli ai livelli previsti entro un decennio”.

I dati corretti (linee in grassetto) sono mostrati
paragonati a quelli incorretti (linee sottili). Via Real Climate
Questo è preoccupante visto che la nozione secondo cui c'è stato un rallentamento proviene in larga parte dall'esame dei dati HadCRUT4, piuttosto che sui dati della NASA. Visto che non abbiamo stazioni meteorologiche permanenti nell'Oceano artico – il luogo dove il riscaldamento globale è stato più grande – la decisione del Hadley Centre britannico di escludere quest'area ha significato che hanno sottostimato il riscaldamento recente. Una recente analisi che usa i dati satellitari per riempire i vuoti ha scoperto che il rallentamento era minore di quanto non sembrasse (vedere la figura sulla destra). La NASA, invece, ha ipotizzato che la temperatura di superficie nell'Artico sia uguale a quella delle più vicine stazioni di terra. Quindi i dati della NASA sono più precisi. In ogni caso, come potete vedere dal grafico in alto, non c'è stato nessun rallentamento nelle temperature di superficie in confronto alla tendenza a lungo termine. Ci sono stati un paio di eventi de La Niña, dal 2010, e La Niña riduce le temperature collegate alla tendenza del riscaldamento antropogenico, proprio come El Niño aumenta le temperature di superficie collegate alla tendenza. Quando vedremo il prossimo El Niño, che potrebbe essere anche quest'estate, possiamo aspettarci di vedere un altro record della temperatura globale subito dopo, nel 2014 o nel 2015. Ciò che il nuovo studio scopre è che è probabile che le temperature aumentino anche di più nei prossimi anni, visto che “l'effetto netto di questi alisei anomali costituiscono un raffreddamento della temperatura media globale dell'aria in superficie del 2012 di 0,1-0,2°C”.