giovedì 31 agosto 2017

Morire di Caldo



42 gradi centigradi misurati dal termometro della mia macchina nella piana di Sesto Fiorentino questo agosto

Sembra che, miracolosamente, questa torrida estate stia per finire con le piogge in arrivo. E speriamo che non ci arrivi addosso qualche altro disastro climatico causato dalla troppa acqua, come è successo a Houston. In attesa della pioggia, vi ripropongo un mio articolo apparso il 6 Agosto sul "Fatto Quotidiano".  (UB)


Quarantadue gradi misurati a Firenze durante l’ondata di calore dell’inizio di agosto del 2017. L’ondata di calore che ha investito l’Italia in questi ultimi tempi fa nascere la domanda se, a lungo andare, il cambiamento climatico ci potrebbe far morire di caldo. E’ possibile? Alcuni studi hanno cercato di rispondere a questa domanda in funzione di una misura che si chiama “temperatura di bulbo umido” che imita il meccanismo umano di raffreddamento per sudorazione. In pratica, si misura la temperatura con un termometro, su cui si spruzza acqua, facendola evaporare. Si sa che se la temperatura di bulbo umido è superiore a 35° C, un essere umano non riesce più a disperdere il calore per sudorazione e finisce per morire di ipertermia in qualche ora al massimo.

Quanto siamo lontani da queste temperature, in Italia? Per fortuna, abbastanza lontani. Mi diceva il mio collega, Luca Lombroso, che ha fatto qualche misura a Bologna durante l’ultima ondata di calore, trovando che per una temperatura “normale” di circa 40° C, la temperatura di bulbo umido era 22,5° C. Non si moriva di ipertermia a Bologna, anche se di certo non era la giornata giusta per farsi una passeggiatina rilassante in centro verso le due del pomeriggio.

Tuttavia, le cose stanno cambiando e continueranno a cambiare. Alcuni studi (uno del 2010 e uno del 2017) hanno trovato che il progressivo riscaldamento globale potrebbe portare molte regioni della fascia tropicale dell’Europa e dell’Asia a raggiungere temperature di bulbo umido superiori a 35 °C, rendendole inabitabili. Questo potrebbe accadere verso la fine del secolo. Nessuno di questi studi ha esaminato l’Italia in particolare, ma è chiaro che siamo nella fascia di rischio.

E’ possibile che un giorno l’Italia diventi desertica e inabitabilecome lo è oggi il deserto del Sahara? Forse, e visto come siamo messi con la siccità questo inizio di Agosto, ci potrebbe sembrare addirittura probabile. Ma, ovviamente, ci sono tante incertezzein queste previsioni a lungo termine. Piuttosto, il problema è che già oggi siamo nei guai. La frequenza e la forza delle ondate di calore nelle capitali europee è in continuo aumento.

Non solo le temperature massime diurne sono aumentate ma anche, e in maggior misura, quelle notturne, incrementando il disagio e lo stress per gli esseri umani. Secondo uno studio recente, si prevede un aumento di un fattore 5-10 della frequenza delle ondate di calore devastanti nei prossimi decenni. In un articolo recente apparso su Lancet si parla senza mezzi termini di un aumento di un fattore 10 del numero delle vittime causate dalle ondate di calore in Europa nei prossimi due decenni. Questo numero è destinato a peggiorare nei decenni successivi. E questo vale per l’Europa in media, la situazione si prospetta peggiore nei paesi del sud Europa, ovvero da noi. Così, se vi siete domandati se era soltanto un’impressione che faccia più caldo oggi di una volta, adesso sapete che non lo è.

La buona educazione vuole che quando si parla di un grave problema, si concluda prospettando qualche soluzione. Ma, in questo caso, non ci sono vere e proprie “soluzioni” a un cambiamento ormai largamente irreversibile. I vari trattati a livello internazionale, tipo quello di Parigi, cercano di rallentare il fenomeno del riscaldamento globale con l’idea di bloccarlo a lungo termine. Ma, per i prossimi decenni, il riscaldamento è destinato ad aumentare e con esso le ondate di calore. Così, la raccomandazione principale è di non prendere il problema sottogamba. Non viviamo più sullo stesso pianeta in cui vivevano i nostri nonni. E’ un pianeta diverso e sta cambiando rapidamente.

Così, a parte le soluzioni drastiche, tipo emigrare al Nord, cominciate a pensare a come affrontare le future ondate di calore pericolose, specialmente se non siete più giovanissimi e avete qualche problema di salute. La cosa più semplice è avere l’aria condizionata in casa: vi può salvare la vita. Potete anche fare un isolamento termico alla casa; di per sé non fa molto contro il caldo, ma aumenta l’efficienza del condizionamento. Se avete modo, cercate anche di installare un impianto fotovoltaico sul tetto: vi ripagherà il costo delle bollette causato dal condizionatore e non peggiorerete le cose emettendo ulteriori gas serra. E se potete piantare qualche albero che faccia ombra alla casa, anche quello aiuta.

Non sono soluzioni entusiasmanti, certo. Ma ci sono alternative?Certamente sì. Potete chiudere gli occhi e gridare qualcosa tipo: “Non ci sono prove” oppure, “E’ il sole, non l’uomo” o anche “Sta per arrivare la nuova era glaciale”. Può anche aiutare molto leggere le fesserie sul clima che vi raccontano alcuni. Poi arriverà Settembre e vi dimenticherete del caldo che avete sofferto in estate. E se a Natale ci saranno 20° C direte “Come si sta bene”. In fondo, l’estate del 2018 è ancora lontana.