sabato 21 gennaio 2017

Co 'sto freddo e co 'sto vento, dove sta il riscaldamento (globale)?


La ghiacciaia di Monte Senario, vicino a Firenze. Un secolo fa, veniva giù abbastanza neve da queste parti che la si poteva riempire tutta di ghiaccio. Oggi, si lamentano tutti per qualche spolveratina di neve, ma il freddo di una volta era un'altro freddo!

Da "Il Fatto Quotidiano" del 18 Gennaio 2017 - di Ugo Bardi


Negli ultimi giorni è stato tutto un gridare “mamma mia, che freddo!”. Con qualche ragione, dato che questo inverno è sembrato essere nettamente più rigido di quelli degli ultimi anni. Curiosamente, però, i soliti noti che straparlano di “nuova era glaciale” incombente sono rimasti silenziosi, perlomeno sui giornali. Chissà che non siano rinsaviti? Ma, a parte questo, cosa possiamo dire di questa ondata di freddo? E’ una fluttuazione momentanea o qualcosa che ha a che vedere con il cambiamento climatico in generale?

Per prima cosa, bisogna mettere le cose in prospettiva. Il riscaldamento globale non si è fermato e continua imperterrito, con il 2016 che ha battuto il nuovo record di anno più caldo da quando si fanno le misure. Quindi, tutto è relativo. Tanto per fare un esempio, dalle mie parti, in Toscana, c’è ancora sulle colline vicino a casa mia l’edificio della “ghiacciaia” che era usato fino a un secolo fa, circa, per raccogliere neve in inverno e poi rivenderla come ghiaccio in estate. Evidentemente, a quei tempi, in inverno da queste parti nevicava consistentemente per almeno alcuni mesi. Oggi, invece, quello che chiamiamo “inverno rigido” è consistito in qualche spolveratina di neve su quelle stesse colline; subito sparita. Per i nostri antenati, questo inverno sarebbe apparso come una piccola primavera.

Allora, cosa sta succedendo? Beh, mentre la temperatura globale cambia lentamente in media su tutta la superficie terrestre, i cambiamenti locali sono più complessi e difficili da capire e prevedere. Sul clima europeo di quest’anno, ci sono un paio di articoli che potete leggere se masticate bene l’inglese: “L’ondata di freddo dell’Europa dell’Est”, e “Inverni estremamente freddi generati dalla corrente a getto e dal cambiamento climatico”. Secondo alcuni studi, il riscaldamento delle zone polari a Nord sta influenzando la “corrente a getto”, una grande fiume d’aria che si forma nell’atmosfera terrestre alla quota di circa 11 km dalla superficie.





Il riscaldamento della zona polare ha rafforzato le ondulazioni della corrente a getto e ha generato variazioni di temperatura più nette del solito. In pratica, i Balcani e l’Europa centrale (Austria, Ungheria, Polonia, ecc.) si sono trovate a vedersi arrivare addosso aria fredda polare. Questo è successo, in misura minore, anche sull’Italia, in particolare sul versante adriatico. Al contrario, l’Europa dell’Ovest, Spagna Francia, Inghilterra e anche Scandinavia, si trovano in una regione per il momento risparmiata dalle correnti fredde dal nord, e si sono trovate relativamente al caldo.

Quindi, l’evoluzione del clima non è una cosa semplice: sovrapposto al riscaldamento graduale, vedremo sempre di più variazioni locali inaspettate e a volte distruttive. Se poi la corrente del golfo dovesse rallentare in modo veramente sostanziale – come sembra che stia facendo – allora ci potremmo trovare davanti a variazioni del clima veramente drastiche. Non dico come nel film L’alba del giorno dopo che vede tutto l’emisfero nord ghiacciato, questa è pura fantascienza. Però potrebbe generare cambiamenti ancora più importanti di quelli che stiamo vedendo oggi.

Molta gente dice che un piccolo riscaldamento globale potrebbe non essere una cosa tanto cattiva: in fondo staremo più al calduccio e risparmieremo sul riscaldamento domestico. In realtà il riscaldamento globale ci sta portando a un clima instabile e a rapidi cambiamenti per quali spesso non siamo preparati. D’altra parte, il riscaldamento lo stiamo causando noi con le emissioni di gas serra e non ci possiamo lamentare se ne subiamo le conseguenze.