giovedì 26 maggio 2016

E' tornato il picco del petrolio!

Da “Peak Oil Barrel”. Traduzione di MR (via Maurizio Tron) 

Di Ron Patterson. 


Dov'è finito tutto il petrolio? Il picco del petrolio è tornato

Una nuova ed estesa analisi scientifica pubblicata nelle “Wiley Interdisciplinary Reviews: Energy & Environment” dice che le riserve petrolifere provate secondo le indicazioni delle fonti industriali sono probabilmente “sopravvalutate” della metà. 

Secondo fonti standard come “Oil & Gas Journal”, “Revisione statistica dell'energia mondiale” della BP e della statunitense Energy Information Administration (EIA), il mondo contiene 1,7 trilioni di barili di riserve convenzionali provate. 

Tuttavia, secondo il nuovo studio del professor Michael Jefferson della  ESCP Europe Business School, un ex capo economista della major petrolifera Royal Dutch/Shell Group, questa cifra ufficiale che ha aiutato a giustificare investimenti massicci in nuova esplorazione e sviluppo, è quasi doppia rispetto alla dimensione reale delle riserve mondiali. 

La Wiley Interdisciplinary Reviews (WIRES) è una serie di pubblicazioni peer-review di alta qualità che opera revisioni autorevoli della letteratura attraverso discipline accademiche rilevanti.

Secondo il professor Michael Jefferson, che ha passato quasi 20 anni alla Shell in vari ruoli importanti, da capo della pianificazione in Europa a direttore della fornitura e commercio di petrolio, “i cinque grandi esportatori di petrolio del medio oriente hanno alterato le basi della loro definizione di riserve petrolifere convenzionali “provate” da un 90% di probabilità ad un 50% di probabilità dal 1984. Il risultato è stato un apparente (ma non vero) aumento delle loro riserve di petrolio convenzionale “provate” di circa 435 miliardi di barili”. 

Le riserve globali sono state ulteriormente gonfiate, ha scritto nel suo studio, aggiungendo le cifre delle riserve del petrolio pesante venezuelano e delle sabbie bituminose canadesi – nonostante il fatto che siano “più difficili e costose da estrarre” e generalmente di “qualità peggiore” del petrolio convenzionale. Ciò ha innalzato le stime delle riserve globali di ulteriori 440 miliardi di barili. 

La conclusione di Jefferson è netta: “Detto senza mezzi termini, l'affermazione standard che il mondo ha riserve di petrolio convenzionale provate di quasi 1,7 miliardi di barili è sovrastimata di circa 875 miliardi di barili. Così, nonostante il crollo dei prezzi del petrolio greggio da un nuovo picco nel giugno 2014, dopo quello del luglio 2008, il problema del “picco del petrolio” rimane con noi”


Lo studio citato qui è: Panoramica: una valutazione energetica globale.

Michael Jefferson

Sullo sfondo dell'enorme (parole loro) 'valutazione globale dell'energia - VGE' della IIASA, questo articolo dà uno sguardo più ravvicinato alle sfide poste da crescita della popolazione, povertà energetica, combustibili fossili e stoccaggio del carbonio, energie rinnovabili, efficienza energetica, catastrofi naturali e cambiamento climatico potenziale per offrire un tetro, anche se probabilmente più realistica, panoramica su ciò che riserva il futuro rispetto al risultato ottenuto dal VGE. © 2015 John Wiley & Sons, Ltd

Ho pensato che l'articolo sopra valesse un post di per sé. Dopotutto è una rivincita rispetto a quello che molti di noi stanno dicendo da anni. E richiamo la vostra attenzione particolarmente sulla frase. "L'affermazione standard che il mondo abbia riserve provate di quasi 1,7 trilioni di barili è sovrastimata di circa 875 miliardi di barili”

Ciò pone le riserve convenzionali a circa 825 miliardi di barili. Cioè OPEC + non OPEC, quindi tutte. Beh, tutto il convenzionale. E' quasi esattamente la quantità di riserve che ho dichiarato per anni. Ho ho ripetuto questa cosa per oltre un decennio ormai e fa sentire bene avere una rivincita.

Ecco un paio di altri articoli sul picco del petrolio fra le notizie di questa settimana:

Cosa dice il GAO sul picco del petrolio?

Il 29 marzo, il Government Accountability Office (GAO), definito anche il “cane de guardia” del Congresso, ha pubblicato un attesissimo rapporto dal titolo “Petrolio greggio: incertezza sul futuro dell'offerta di petrolio rende importante lo sviluppo di una strategia per affrontare un picco e declino della produzione di petrolio”. Questo rapporto è stato avviato da una richiesta, poco più di un anno fa, del parlamentare Roscoe Bartlet, un fautore molto loquace della teoria del picco del petrolio nel Congresso statunitense. Il significato di questo rapporto non deve essere sottovalutato. Per la prima volta in Nord America un'agenzia indipendente e non di parte che lavora per il Congresso e per il popola americano è entrata nella storia affermando che il picco del petrolio è reale e mostrando preoccupazione sul fatto che il governo dovrebbe prepararsi per questo. 

La tempistica del picco è importantissima

Uno strano nuovo fenomeno economico entrerà in gioco nel momento in cui la produzione di petrolio raggiungerà il picco, trasformando completamente le normali politiche del minestero nazionale della finanza 

La ragione per cui c'è un dibattito così acceso su quando dovrebbe sopraggiungere il picco del petrolio è perché, nel punto del picco, le leggi fondamentali dell'economia che governano la produzione, il consumo e i prezzi del petrolio, si capovolgeranno in un paradigma del tutto nuovo. E siccome il petrolio è il bene chiave alla base di tutta l'attività economica nel moderno mondo industriale, il capovolgimento delle leggi economiche che governano il petrolio condizioneranno profondamente, e potenzialmente persino capovolgeranno, le leggi fondamentali dell'economia che governano l'attività industriale nel mondo.

E... pensavo che volevo aggiungere solo un paio di grafici presi dall'ultima 'Panoramica di breve termine sull'energia' della EIA.


La EIA prevede che il petrolio di scisto e il resto dei 48 stati meridionali continuino a declinare ma che che rallentino il declino fino a farlo giungere ad un plateau nell'ultimo trimestre del 2017 a 5,7 milioni di barili al giorno.


La manna dal cielo, come crede la EIA, arriverà dal Golfo del Messico. Dicono che la produzione del GdM raggiungerà gli 1,93 milioni di barili al giorno nel dicembre del 2017. I picchi verso in basso di agosto, settembre e ottobre del 2016 e 2017 sono ovviamente la IEA che cerca di prevedere la stagione degli uragani. Penso che qui siano eccessivamente cauti. E' improbabile si verifichino interruzioni di questa grandezza.


E, dopo aver messo insieme i due grafici sopra ed aver poi aggiunto l'Alaska, si ottiene la produzione e la previsione qui sopra.

Jean Laherrere mi ha mandato per posta tutto quello che segue: è bello vedere che anche lui è d'accordo con l'articolo sopra.

Jefferson in questo articolo del 2016 scrive:

“detto senza mezzi termini,  L'affermazione standard che il mondo abbia riserve provate di quasi 1,7 trilioni di barili è sovrastimata di circa 875 miliardi di barili”.  

Citando il suo articolo del 2014: 16. Jefferson M. Chiudere il gap fra ricerca energetica e modellazione, scienza sociale e realtà moderne. Res Soc Sci 2014, 4:42–52. 

Da quando ho pubblicato mio grafico delle attuali riserve politicamente provate e delle 2P retrodatate nel 1998 su Scientific American (con 1700 giacimenti mancanti), ho aggiornato spesso in molti articoli questo grafico molto importante (secondo me il più importante) perché spiega l'enorme discrepanza fra la posizione degli economisti che si basano sui dati ufficiali e quella dei tecnici che si basano su dati riservati. Sono felice di vedere che la IIASA (che ha progettato gli stessi scenari energetici ottimistici per i rapporto del IPCC, in particolare per il folle CRP 8.5) mostri valutazioni più realistiche.