martedì 13 ottobre 2015

L'ineluttabile irreversibilità del Progresso

di Bodhi Paul Chefurka
traduzione di Stefano Ceccarelli



La realtà del danno che stiamo infliggendo alle altre creature viventi, a noi stessi e al nostro pianeta sta diventando più evidente, a più persone, ogni giorno. Eppure, nonostante i più grandi sforzi di coloro che si sono destati di fronte alla incombente calamità, nulla sembra fare molta differenza. Perché si sta rivelando così difficile correggere i nostri errori e smascherare il nostro “progresso”?
Come vado dicendo in varie occasioni, sia che si guardi al solo livello delle istituzioni sociali umane, o che si prosegua guardando alla psicologia evolutiva o finanche alla termodinamica, come ho tentato di fare, la risposta sembra essere la stessa. I cicli di retroazione positiva che guidano la crescita umana sembrano contenere un meccanismo interno unidirezionale che impedisce loro di essere regolati.

Possiamo chiamarlo Trappola del Progresso, Circolo Vizioso, Determinismo Infrastrutturale, istinto di sopravvivenza, dissipazione termodinamica o Destino Manifesto, ciò è irrilevante. Tutte queste definizioni sono semplicemente diverse sembianze dello stesso fenomeno: l’irreversibilità. C’è una buona ragione per la quale la natura ha reso questo meccanismo unidirezionale così difficile da scardinare. Senza di esso, saremmo stati sbattuti fuori dal gioco dai concorrenti, e non saremmo qui oggi – nel bene e/o nel male.

Dei singoli individui possono talvolta sconfiggere questa unidirezionalità e ricostituire il proprio personale progresso, ma per quanto ne so i gruppi non possono fare altrettanto. Ciò che è peggio è che più persone vi sono in un gruppo sociale, più strettamente il meccanismo ci vincola alla ruota della crescita. Se guardiamo attentamente, possiamo vedere questo effetto nelle nostre comunità e in particolar modo nelle nostre nazioni. Quando poi il ‘gruppo’ è composto da 7,3 miliardi di persone, legate insieme dai moderni sistemi di comunicazione nel “villaggio globale” di Marshall McLuhan, il suo effetto è virtualmente inevitabile, eccetto che per un numero molto piccolo di individui. Per ironia, anche quei fortunati fuggitivi sono destinati in qualche misura ad essere grati ai frutti amari del moderno progresso. Ad esempio, provate a disconnettervi dalla rete senza avere un’ascia con voi!

So che molti non sono d’accordo con me su questo. Spero che avranno ragione, e che io possa alla fine essere visto solo come un duro vecchio cinico, piuttosto che come il realista che temo di essere.