domenica 11 ottobre 2015

Il paguro costretto a vivere in un tappo di dentifricio: sempre peggio l'inquinamento da plastica della Terra

Da “Daily Mail”. Traduzione di MR (via Population Matters)

  •  Un recente studio suggerisce che l'oceano contiene otto milioni di tonnellate di rifiuti
  •  E' abbastanza per riempire quattro borse della spesa ogni 30 cm di linea di costa sulla Terra
  •  L'immagine, presa a Cuba, è solo una di una serie di immagini scioccanti che mostrano la  portata dell'inquinamento da plastica sulla Terra


Di Ellie Zolfagharifard

Questo paguro senza casa è ricorso alluso di un tappo di dentifricio per proteggere il suo corpo. E' una scena straziante che rivela la dura realtà dell'inquinamento da plastica e di quello che sta facendo alle creature marine della Terra. Secondo stime recenti, l'oceano contiene otto milioni di tonnellate di rifiuti – abbastanza da riempire cinque borse della spesa ogni 30 cm di linea di costa sul pianeta.


Senza casa e disperato, questo paguro è ricorso all'uso di un tappo di dentifricio per proteggere il suo corpo. Quest'immagine è stata caricata dall'utente di Reddit Hscmidt dopo che la sua fidanzata ha individuato il piccolo paguro che si aggirava su una spiaggia a Cuba

L'immagine è stata caricata dall'utente di Reddit, Hscmidt, dopo che la sua fidanzata ha individuato il piccolo paguro che si aggirava su una spiaggia a Cuba. I paguri usano conchiglie usate come riparo e per dare ai loro corpi soffici una protezione in più dai predatori. I paguri hanno spesso la necessità di trovarsi nuovi ripari, di solito sotto forma di altre conchiglie, man mano che crescono. “All'inizio ho pensato che fosse carino, ma poi mi sono reso conto di cosa significhi realmente”, ha scritto un utente di Reddit riguardo all'immagine. 



I paguri usano conchiglie usate come riparo e per dare ai loro corpi soffici una protezione in più dai predatori. I paguri hanno spesso la necessità di trovarsi nuovi ripari, di solito sotto forma di altre conchiglie, man mano che crescono


Lo scorso anno, un orribile immagine di un piccolo di albatross, morto su una spiaggia nel Pacifico settentrionale, ha evidenziato la scala del problema globale. Gli scienziati pensano che le dozzine di tappi di bottiglia, reti da pesca e plastica spezzettata che erano nel suo stomaco siano state date all'uccello dai suoi genitori. 

“Sulla Terra siamo giunti al punto in cui gli esseri umani hanno creato così tanti rifiuti che la natura ora ha iniziato ad inserirli nel suo ciclo di vita quotidiano”. 

Ecco come l'inquinamento plastico sta devastando la vita marina
La scala completa della minaccia alla vita selvaggia da parte dei rifiuti plastici che inquinano i mari è stata spiegata in uno studio di riferimento a febbraio. Lo studio ha scoperto che quasi 400 specie marine sono a rischio a causa delle tonnellate di sacchetti per la spesa, reti da pesca ed altri rifiuti gettati negli oceani ogni anno. Pulcinella di mare, tartarughe, foche e balene sono fra le creature che hanno ingoiato o sono rimaste intrappolate nelle borse di plastica. Lo studio ha scoperto che molte della gran parte delle creature marine a rischio di estinzione ora sono minacciate. Foche monache delle Hawaii, balene franche nordatlantiche, pinguini africani e tartarughe carretta sono rimasti impigliati in corde, sono soffocati in sacchetti di plastica o hanno inghiottito tappi di bottiglia. Il problema è aumentato di quasi il 50% rispetto allo studio precedente portato a termine nel 1997, hanno detto scienziati britannici.

Circa 8 milioni di tonnellate di bottiglie di plastica, sacchetti, giocattoli ed altri rifiuti plastici finiscono negli oceani del mondo ogni anno. A causa della difficoltà di stabilire la quantità esatta, dal momento che gran parte di essa è sprofondata, gli scienziati dicono che la cifra potrebbe essere di 12,7 milioni di tonnellate che inquinano l'oceano ogni anno. Trasportati dalle correnti marine, questi rifiuti si agglomerano in cinque enormi “isole di rifiuti” che girano intorno ai maggiori vortici oceanici del mondo. Il mese scorso, la NASA ha creato una visualizzazione di questo inquinamento evidenziando la portata alla quale l'umanità sta rovinando gli oceani con questi rifiuti. La dottoressa Jenna Jambeck, dell'Università della Georgia, negli Stati Uniti, ha detto che stiamo per essere “sommersi dai nostri rifiuti”. La squadra ha anche avvertito che questo “oceano di plastica” può danneggiare la vita marina. Le tartarughe possono scambiare i sacchetti di plastica per meduse e mangiarli. I sacchetti intasano quindi i loro stomaci, causando la loro morte per fame.


Circa 8 milioni di tonnellate di bottiglie di plastica, sacchetti, giocattoli ed altri rifiuti plastici finiscono negli oceani del mondo ogni anno. A causa della difficoltà di stabilire la quantità esatta, dal momento che gran parte di essa è sprofondata, gli scienziati dicono che la cifra potrebbe essere di 12,7 milioni di tonnellate che inquinano l'oceano ogni anno


Più di metà della plastica che finisce negli oceani proviene da cinque paesi: Cina, Indonesia, Filippine, Vietnam e Sri Lanka



Gli uccelli marini spesso scambiano la plastica galleggiante per cibo; oltre il 90% delle procellarie artiche trovate morte intorno al Mare del Nord hanno plastica nei loro stomaci. Si teme anche che mangiare pesce che abbia consumato plastica possa danneggiare la nostra salute. Lo scorso anno, una immagine orribile di un piccolo di albatross, morto su una spiaggia nel Pacifico settentrionale, ha evidenziato la scala del problema globale. Gli scienziati pensano che le dozzine di tappi di bottiglia, reti da pesca e plastica spezzettata che erano nel suo stomaco siano state date all'uccello dai suoi genitori. Fra il 2010 e il 2025, potrebbero essere gettate nell'oceano circa 155 milioni di tonnellate di plastica – abbastanza da riempire 100 sacchetti ogni 30 cm di linea di costa. Ammassati l'uno sull'altro, i sacchetti creerebbero un muro di rifiuti alto 30 metri. La Cina guida la lega dgli inquinatori da plastica, contribuendo con 3,5 milioni di tonnellate all'anno, o quasi un quarto del totale, [si è detto] alla conferenza annuale dell'Associazione Americana per il Progresso della Scienza, sentita lo scorso anno. Il coautore Roland Geyer, professore associati di ecologia industriale all'Università della California di Santa Barbara, ha detto: “la rimozione su larga scala dei detriti plastici marini non sarà economico e molto probabilmente non fattibile. Ciò significa che dobbiamo impedire che la plastica finisca negli oceani attraverso una migliore gestione dei rifiuti, più riuso e riciclo, migliore progettazione dei prodotto e miglior sostituzione dei materiali”. 

Chi butta via di più? Più di metà della plastica che finisce negli oceani proviene da cinque paesi: Cina, Indonesia, Filippine, Vietnam e Sri Lanka. Il solo paese occidentale nell'elenco dei primi 20 inquinatori plastici sono gli stati Uniti al n° 20. Gli Stati Uniti e l'Europa non stanno gestendo tanto male i loro rifiuti raccolti, quindi i rifiuti plastici che provengono da quei paesi sono dovuti ai rifiuti gettati in giro. Mentre la Cina è responsabile di 2,4 milioni di tonnellate di plastica, quasi il 28% del totale mondiale, gli Stati uniti contribuiscono per 77.000 tonnellate. 


Fra il 2010 e il 2025, potrebbero essere gettate nell'oceano circa 155 milioni di tonnellate di plastica – abbastanza da riempire 100 sacchetti ogni 30 cm di linea di costa. Ammassati l'uno sull'altro, i sacchetti creerebbero un muro di rifiuti alto 30 metri



La scala completa della minaccia alla vita selvaggia da parte dei rifiuti plastici che inquinano i mari è stata spiegata in uno studio di riferimento a febbraio. Lo studio ha scoperto che quasi 400 specie marine sono a rischio a causa delle tonnellate di sacchetti per la spesa, reti da pesca ed altri rifiuti gettati negli oceani ogni anno