venerdì 21 novembre 2014

La dieta dimagrante del Leviatano - 1.

di Jacopo Simonetta.

In un precedente post avevo confrontato la civiltà capitalista attuale ad un organismo coloniale di dimensioni planetarie che ho chiamato Leviatano.   Non si tratta di una semplice metafora.  
Innanzitutto l’idea che l’insieme dei singoli cittadini costituisca un “corpo sociale” unico che agisce come un meta-individuo è di Hobbes: uno dei padri fondatori del pensiero illuminista e dunque della nostra civiltà attuale.   In secondo luogo, Ilya Prigogine ci ha insegnato che, dal punto di vista termodinamico, tanto i singoli individui quanto le società nel loro complesso sono delle “strutture dissipative”.

 Ciò significa che tanto i singoli uomini quanto le società nel loro insieme sono fondamentalmente degli aggregati di materia che si auto-organizza in modo da assorbire e dissipare la maggior quantità possibile di energia (F. Roddier Thermodynamique de l'évolution : Un essai de thermo-bio-sociologie 2012).  
Ciò che cambia è il grado di complessità fra l’individuo e la società, un grado che cresce più che linearmente con l’accrescimento della struttura stessa ed il crescere della complessità comporta l’apparire di quelle che si chiamano “proprietà emergenti”: proprietà che si trovano nel “tutto”, ma non nelle sue “parti”.    E la proprietà emergente delle società umana è quella cosa che chiamiamo “civiltà”.    In estrema sintesi, vi è dunque una correlazione molto forte fra quantità di energia dissipata, dimensioni e complessità delle società, complessità della civiltà che la società produce.   Fattori culturali e spirituali plasmano civiltà diversissime, ma il grado di complessità che queste raggiungono rimane comunque legato direttamente alla quantità di energia che questa è in grado di assorbire e dissipare.   Dunque, ogni singolo individuo umano ha una sua esistenza autonoma, ma la civiltà è il prodotto di un’interazione simbiotica fra tutti i membri della società che costituisce, a tutti gli effetti, una meta-struttura dotata di individualità e capace di reagire agli stimoli esterni in modo da perseguire i suoi scopi.

Una complicata argomentazione per dire una cosa semplice: Hobbes aveva visto giusto.

Dunque il Leviatano non è una metafora, bensì una realtà oggettiva e ciascuno di noi ne fa parte.   E come tutte le strutture viventi, nei secoli si è evoluto.   Vivendo nell’epoca in cui le monarchie assolute facevano la loro fugace comparsa nella storia europea, Hobbes aveva immaginato il suo meta-individuo con una testa pensante individuale: quella di un re-papa che detiene tutti i poteri.   La realtà attuale è molto diversa ed al posto della testa coronata si trova un gruppo di oligarchi che avendo gli “amici giusti nei posti giusti” controllano il grosso del flusso di energia che attraversa il corpo sociale.   Una struttura tipicamente coloniale e modulare che si ripete su scala diversa, ma in modo sorprendentemente simile, dal livello globale a quello di ogni piccolo comune.  

Per essere chiari: i rapporti che intercorrono fra i maggiori gruppi industriali e finanziari mondiali con i governi del “G20” generano delle dinamiche che ritroviamo su scala più piccola, ma strutturalmente uguale a livello di singoli stati, di regioni ecc.    Fino al piccolo comune il cui sindaco ha cura di mantenere rapporti costanti e privilegiati con coloro che detengono il grosso del potere economico in paese.

Probabilmente per questa sua struttura modulare, di fatto il Leviatano non sembra essere in grado di fare altro che seguire un istinto tanto antico quanto la materia stessa di cui è fatto: assorbire e dissipare più energia possibile.   E deve farlo subito, adesso; senza riguardo alcuno neppure per se stesso domani.   Una totale miopia che contrasta in modo stridente con l’ efficienza, la creatività e l’astuzia con cui persegue il suo scopo.   Una combinazione dagli esiti con ogni probabilità nefasti.
Come tutto ciò ha a che fare con la nostra vita quotidiana?    E’ semplice:   Come ogni struttura dissipativa, il Leviatano (cioè tutti noi insieme) ha bisogno di un flusso costante di “cibo” e di cosa si alimenta?   Di energia certo, ma non direttamente, bensì di energia trasformata in “RICCHEZZA”; un po’ come noi individualmente ci nutriamo di zuccheri, proteine, grassi, ecc., ma non direttamente così come sono, bensì dopo averli digeriti, assorbiti e trasformati tramite un’incredibilmente complesso sistema metabolico.  

In altre parole, la società globale assorbe energia sotto forma principalmente di idrocarburi fossili,minerali e di biomassa, la trasforma in ricchezza e come tale in parte la usa per il proprio metabolismo (cioè per far girare la mega-macchina economica globale), in parte la accumula sotto forma di patrimonio (proprietà e risparmi) o di informazione (arte, scienza, tecnologia, ecc.)
Per circa 300 anni il Leviatano ha potuto “mangiare” più di quanto dissipava sotto forma di metabolismo antropico, guerre, ecc.    Di conseguenza  è cresciuto in dimensioni e complessità: nato in Inghilterra ai primi del XVII° secolo (Ritengo che Bacone e Hobbes ne siano stati i padrini), nel giro di duecento anni ha occupato il mondo intero, annichilendo od assorbendo tutte le altre civiltà.   Ma conservava un fisico asciutto ed efficiente in forza del permanere di limiti sostanziali alla sua capacità di assorbire energia e degli alti consumi necessari per la sua crescita.

Poi ci sono stati i “fantastici 30”.   Trenta anni solamente, all'incirca fra il 1945 ed il 1975, in cui la “bonanza” petrolifera ha sovralimentato il Leviatano in misura senza precedenti.   In tutto il mondo vi è infatti stata una crescita demografica assolutamente spaventosa, ma in una parte relativamente piccola dell’umanità  si è inoltre verificato un accumulo molto consistente di “grasso”, perlopiù sotto forma di patrimonio.   In particolare, la leggendaria “middle class” occidentale è cresciuta in modo tale da diventare una sorta di “tessuto adiposo” del Leviatano.  

Non è stata l’unica parte del corpo sociale in cui si sia accumulata ricchezza, anzi!   La “upper class” ne ha accumulata ancor di più, ma la vera disfunzione metabolica è avvenuta più tardi, dagli anni ’80 in poi, aprendo una voragine senza precedenti storici fra soggetti sempre più ricchi e sempre più poveri.   Per essere chiari, né l’Europa feudale, né le nazioni industriali del XIX° secolo hanno mai raggiunto livelli di disparità economica neppure paragonabili a quelli attuali.    Per trovare situazioni analoghe bisognerebbe risalire al tardo Impero Romano od alla fasi finali dei ricorrenti imperi cinesi.

E la situazione continua a peggiorare in maniera progressivamente accelerata non solo in occidente, bensì in tutto il mondo.


Perché accade questo?   Se osserviamo come funziona una struttura dissipativa di tipo più semplice, ad esempio un singolo individuo umano, osserviamo che, aumentando l’input di energia, dapprima reagisce aumentando la propria massa muscolare e le proprie prestazioni fisiche; poi comincia ad ingrassare, ma non uniformemente in tutto il corpo: alcune parti accumulano più di altre.   Se dopo un poco cominciamo a ridurre le razioni, l’individuo dimagrisce, a cominciare dalle parti dove l’accumulo di grasso è stato maggiore  ed è meno importante sotto il profilo metabolico.   Ad esempio la “pancetta” viene riassorbita prima del grasso intramuscolare.   Se la dieta diventa carestia, una volta esaurite le riserve di grasso, il fisico comincia a riassorbire anche gli altri tessuti (muscoli, ecc.).   L’ultima parte ad essere alimentata è il cervello che, per rimanere funzionante, ha comunque bisogno di quantità consistenti di energia.   Se necessario, il resto del corpo viene sacrificato per mantenere in vita questo centro da cui, in buona parte, dipende il funzionamento di tutto il resto.   Eventualmente fino a morire.

Passando ad una struttura dissipativa infinitamente più complessa, come la civiltà capitalista globale, è ovvio che molte cose cambiano, ma i principi fisici fondamentali rimangono i medesimi ed in questa chiave diventa molto facile capire quello che sta succedendo.   Diminuendo la qualità, più che la quantità, dell’energia che il Leviatano può assorbire, il suo sistema fisiologico ha cominciato a digerire la ricchezza che aveva accumulato in passato, ma in maniera non uniforme.   Abbiamo detto all’inizio che il Leviatano attuale ha un sistema nervoso centrale costituito da una classe dirigente che detiene la maggior parte della ricchezza e del potere; un fenomeno questo che si ripete modularmente alle differenti scale di riferimento: pianeta, stati o meta-stati, regioni, comuni, ecc.   Un tipico caso di “invarianza in rapporto alla scala” che ci rassicura circa la natura fondamentalmente fisica del fenomeno.   Dunque la priorità assoluta del sistema è mantenere intatto l’afflusso di energia verso la vetta della piramide sociale, alle diverse scale.   Per fare questo, quando necessario, vengono quindi digeriti i livelli inferiori, ma non in misura uniforme, bensì in rapporto alla quantità di ricchezza che può esserne estratta ed in che forma, alla difficoltà di estrarla ed all’utilità che i diversi soggetti hanno nel mantenere in vita la struttura complessiva.

Rielaborando l’apologo di Menenio Agrippa, potremmo dire che operai e contadini corrispondono al tessuto muscolare;  possono quindi essere digeriti sotto forma di peggiori condizioni di lavoro e di licenziamenti, ma solo nella misura in cui questo non pregiudica l’assorbimento e la metabolizzazione dell’energia.   Al limite possono essere ridotti in schiavitù, ma non eliminati.   Altra categoria rilevante è quella rappresentata dagli specialisti nell’uso misurato della violenza: militari e polizia.   Qui sta succedendo qualcosa di interessante.   In gran parte del mondo i bilanci militari crescono di anno in anno, in alcuni casi in maniera spettacolare, segno evidente che le classi dirigenti attribuiscono a questo “organo”  una funzione importante sia per l’accaparramento di fonti di sostentamento per il sistema economico, sia per il controllo delle proprie classi lavoratrici.  

Viceversa,  in Europa i bilanci della difesa diminuiscono e sono oramai da tempo finalizzati più al sovvenzionamento dell’industria nazionale piuttosto che all’efficacia dello strumento.   Segno evidente della decisione strategica di rimettere questa funzione alla discrezione ed alla disponibilità degli USA: nipoti-pardoni del nostro continente.   Una strategia che se permette di dirigere su altri settori risorse importanti, ci pone collettivamente nella scomoda posizione di essere non solo un vaso di coccio in mezzo a vasi di ferro, ma anche un vaso pieno di grasso cui la crescente fame del ramo americano del Leviatano ha appena cominciato ad attingere.     Discorso analogo per i servizi di polizia deputati al controllo dell’ordine pubblico e simili incombenze, mentre non si lesinano finanziamenti a quei servizi il cui scopo è il reperimento di risorse per alimentare le parti più vitali del sistema; in particolare i principali gruppi finanziari e la macchina politico-amministrativa che controlla gli stati.

E questo ci riporta alla leggendaria classe media, vera trionfatrice nei decenni di “pasciona” ed oggi principale tessuto di riserva cui attingere.   Non è difficile capire perché:   a) se individualmente la ricchezza accumulata di solito non è molta, collettivamente lo è, specialmente in Europa ed in USA.   b) Il radicato individualismo, la divisione in una miriade di sotto-classi spesso ostili fra loro e la totale impreparazione ad affrontare situazioni di effettivo pericolo rendono questa categoria più facile di altre da digerire.   c) Il sistema può fare tranquillamente a meno della maggior parte di queste persone (professionisti, professori, piccoli commercianti, artigiani, ecc.).   Sono “spendibili”.
Si tratta, evidentemente, di una schematizzazione estrema.   Il sistema è in realtà molto complesso e, come abbiamo accennato, articolato in una miriade di sotto-sistemi tipo “scatole cinesi” all’interno dei quali si riproducono le stesse dinamiche fondamentali.   Ma se qualcuno ha l’impressione di essere finito in un meccanismo che ne drena inesorabilmente la qualità della vita ed il patrimonio non pensi di essere paranoico: è esattamente quello che sta succedendo.   Riduzione degli stipendi ed aumento di imposte od affini sono solo due degli strumenti messi in atto dalla fisiologia famelica del Leviatano.   Un altro importantissimo settore in pieno sviluppo è, ad esempio, il profluvio di regolamenti e leggi che, con pretesti che variano dalla sicurezza alla tutela dell’ambiente, sono in realtà  finalizzati ad obbligare la gente a comprare cose che non desiderano e di cui non hanno bisogno.

Un altro sistema particolarmente perverso è quello delle pensioni, un argomento che esemplifica in modo molto efficace come l’effetto dei “Ritorni decrescenti” possa pervertire il funzionamento delle strutture portanti del sistema economico e sociale.   Mediamente, chi lavora oggi deve versare circa il 50% dei propri introiti non già per assicurare la propria vecchiaia, bensì quella di chi lo ha preceduto e che, avendo guadagnato meglio di lui, oggi usufruisce di una pensione che il lavoratore attuale non avrà mai.   In pratica, un sistema concepito per assicurare una decente vecchiaia agli anziani in un periodo in cui i giovani erano nettamente più numerosi e mediamente più ricchi dei vecchi, si è trasformato in un sistema tramite il quale i pensionati stanno parassitando i giovani e gli adulti del loro stesso paese; della loro stessa famiglia.   Un paradosso ormai chiaro a tutti, ma che non sarà corretto perché i giovani sono politicamente meno importanti degli anziani e, dunque, più spendibili.
Si potrebbe riassumere tutto ciò con quattro immagini rappresentative delle diverse fasi nell'evoluzione del Leviatano:


XVII secolo, è l’immagine di copertina dell’omonimo trattato di Hobbes che ci mostra un organismo giovane e dinamico, in piena fase di sviluppo.

XIX – XX secolo, Il Leviatano è diventato una macchina da guerra invincibile, lanciato alla completa conquista del Pianeta, travolgendo non solo le altre civiltà, ma soprattutto appropriandosi di ogni possibile risorsa e devastando la struttura vitale degli ecosistemi terrestri e marini.

Fine del XX secolo, il Leviatano è ancora una macchina da guerra terribile, ma è decisamente obeso, malgrado alcune sue parti siano scheletriche.   Inoltre, comincia a subire seriamente le conseguenze delle conquiste precedenti sotto forma di inquinamento, diffusione di parassiti e patogeni resistenti, ecc.   La sua forza è ancora tremenda, ma la sua salute vacilla.

XXI secolo.   Ridotto alla fame dalla decadenza quali-quantitativa delle risorse e dall’ipertrofia del suo enorme corpo, divora i suoi stessi componenti per sopravvivere.   Ma differenza di Kronos con i suoi figli, non li rigenera e dunque è destinato ad esaurirli in modo non dissimile da come sta esaurendo tutte le altre risorse.    Un fatto questo che a priori condanna il Leviatano ad una morte lenta ed atroce, ma non l’umanità con lui.   La sua esistenza cesserà man mano che la struttura socio-ecomonico che ne assembla le varie parti ed i singoli individui verrà meno.    Alla fine di questo processo certamente il numero di umani sarà molto inferiore all’attuale, ma comunque consistente: ci potrebbero essere i presupposti per costruire nuove civiltà.   In che modo la fame del Leviatano morente può pregiudicare questa possibilità?    Ce ne occuperemo nel prossimo post.