sabato 22 giugno 2013

Quando l'oncologo fuma sigarette

In questo articolo, Rob Hopkins critica in modo piuttosto pesante la presentazione del centro di ricerca Hadley sul cambiamento climatico che lui e un gruppo di visitatori hanno ricevuto. In effetti, l'atteggiamento della guida descritto da Hopkins si riscontra in non pochi ricercatori e scienziati e non solo in Inghilterra. Sanno che stanno lavorando su un soggetto dal quale dipende la vita e la morte non soltanto di loro stessi, ma di tutto il genere umano. Eppure, non riescono ad "agganciare" alla pratica quotidiana le conseguenze di quello che fanno. E' un po' come vedere un oncologo che si fuma una sigaretta dopo l'altra - e succede! Non è che non sa che le sigarette fanno venire i tumori, ma non riesce ad assimilare emotivamente la nozione e a metterla in pratica. Succede anche ai climatologi, non tutti hanno la lucidità e lo spessore morale di un James Hansen che mette in gioco la sua reputazione dicendo le cose come stanno. Insomma, ancora un esempio di come non riusciamo a renderci conto delle conseguenze di quello che sappiamo (UB)

“Mi scusi... cosa?”: visita al Met Office Hadley Centre


Di Rob Hopkins
Da “Transition Culture”. Traduzione di MR


Il Met Office, vicino Exeter

L'altro giorno io e un amico abbiamo portato i nostri bambini piccoli a fare un giro al centro Met Office, vicino a Exeter. Il Met Office è la sede dell'Hadley Centre, uno dei centri più avanzati in cui hanno luogo le modellizzazioni e le ricerche sul cambiamento climatico. Si è rivelato essere un evento che mi ha lasciato sia arrabbiato sia perplesso e con alcune riflessioni che vorrei condividere con voi. Il giro in sé ha poca importanza ai fini di questo pezzo, a parte dire che è stato in grado di trasformare qualcosa che potevano essere alcune ore davvero interessanti in tre ore piuttosto tediose. Certamente non è un giro pensato per destare l'interesse dei bambini. Il punto più basso secondo me, tuttavia, è stato quando abbiamo effettivamente raggiunto l'Hadley Centre. Ecco la scena...

Il mio gruppo arriva nell'Hadley Centre

Il mio gruppo di circa 40 persone, prevalentemente pensionati in gita di gruppo, arriva negli uffici vuoti (be', è un sabato) dell'Hadley Centre. Ora, per coloro che non sanno, l'Hadley Centre è una specie di terra santa della ricerca climatica. Ecco cosa dice il loro sito Web su ciò che fanno:

  • “Produciamo un'orientamento di valore mondiale sulla scienza del cambiamento climatico e forniamo un centro focale nel Regno Unito per quanto riguarda i problemi scientifici associati alla scienza del clima. In gran parte cofondato dal Dipartimento per l'Energia e il Cambiamento Climatico (DECC) e dal Defra (il Dipartimento per l'Ambiente, il Cibo, e gli Affari Rurali), forniamo un'informazione approfondita e consiglio al Governo sui problemi della scienza del clima. In quanto uno dei centri più importanti per la ricerca sulla scienza climatica, i nostri scienziati danno un contributo significativo alla letteratura peer-reviewed e ad una varietà di rapporti sulla scienza del clima, compreso il Rapporto di Valutazione dell'IPCC. Le nostre proiezioni climatiche sono state la base per la Revisione Stern sull'Economia del Cambiamento Climatico”. 


E' un ufficio enorme, piuttosto anonimo, e noi ci troviamo posizionati a ferro di cavallo intorno alla nostra guida (i nostri figli sono annoiati inutilmente da questo momento e sono andati fuori per una passeggiata intorno alle scrivanie, così ho dovuto tenere un occhio su di loro ed uno sulla guida). La guida comincia a raccontarci che questo è uno dei centri più importanti per la ricerca climatica nel mondo, i cui dati e modelli si trovano alla base di gran parte del lavoro in corso nel mondo.

L'Hadley Centre

Lui dice (o le parole suonano in questo modo), “nella storia, il mondo si è già riscaldato, in occasioni precedenti, molto di più di quanto vediamo oggi. In questo contesto storico allargato, il riscaldamento che vediamo oggi è relativamente minore. Io penso che sia inevitabile che bruceremo tutti i combustibili fossili che ci sono. Per esempio, io stesso guido una macchina che consuma molto, credo che voi stessi vi divertireste ad usarla”. Ero basito. Poi ha continuato, come in molte occasioni durante la visita, a lodare gli uffici del Met Office e dire quanto fossero allo stato dell'arte dell'efficienza energetica. Quando è arrivato il momento delle domande, il mio amico gli ha chiesto “da quello che ha detto, sembra che tutto il cambiamento climatico sia un fenomeno interamente naturale sul quale l'attività umana non ha avuto alcuna influenza. Potrebbe chiarire questo punto?” La guida allora ha detto che no, naturalmente non intendeva dire questo e che naturalmente era tutto dovuto all'attività umana e che non voleva dare quella impressione.

Il mio migliore momento personale del giro: le nuvole di lana appese al soffitto della mensa del Met Office

Gli ho chiesto come fosse per lui lavorare all'Hadley Centre, con tutti quei dati e informazioni che elaborano ogni giorno. Negli Stati Uniti, gli scienziati del clima come James Hansen stanno uscendo dall'imparzialità scientifica e vengono arrestati per aver fermato camion di carbone e cose simili. Ho chiesto se anche lui sentiva un impulso simile. Lui ha detto che come persona al servizio del pubblico (il Met Office è un'istituzione del Governo del Regno Unito) da contratto non può prendere parte a nessuna dimostrazione. Poi ha è andato avanti dando una panoramica molto buona della fusione del ghiaccio dell'Artico, del perché fosse importante e del perché questo abbia rappresentato un anello di retroazione importante e così via. Ma per me il danno era fatto. 

Giorno dopo giorno lui e i suoi colleghi portano il Grande Pubblico Britannico in giro per il Met Office, li portano all'Hadley Centre e parlano del cambiamento climatico. Con la fiducia sulla scienza climatica da parte del pubblico precaria, a dir poco, e con quotidiani come il Daily Mail che continuano a pubblicare sciocchezze demenziali sul cambiamento climatico, se c'è un posto nel mondo in cui alla gente può essere ben disposta ascoltarlo per quello che è, questo deve senz'altro essere dentro l'Hadley Centre. Lui ha sottolineato che devono state molto attenti a non essere 'politici', a non dare le proprie opinioni in termini di cosa possiamo fare per il cambiamento climatico, piuttosto di concentrarsi sulla scienza. Ma non abbiamo sentito niente di questo. Avrebbe potuto dire che: 
  • Le temperature globali sono già aumentate di 0,8°C rispetto ai livelli preindustriali, con altri 0,6°C inevitabili a causa del ritardo temporale degli impatti delle emissioni
  • Le istituzioni mondiali più rispettate hanno tutte dichiarato che ci sono forti prove che l'attività umana stia alimentando l'amento delle temperature
  • Anche livelli relativamente bassi di biossido di carbonio hanno dimostrato di avere una gamma di impatti nel mondo
  • Sulla nostra attuale traiettoria di emissioni, gli scienziati stimano aumenti fra i 2,4 e i 6,4 °C per il 2100
  • Delle 2795 gigatonnellate di carbonio che abbiamo identificato, la scienza ci dice che possiamo bruciarne solo 565 gigatonnellate se vogliamo mantenere l'aumento della temperatura mondiale al di sotto dei +2°C
  • Stiamo già vedendo estremi atmosferici e impatti climatici, come la fusione del ghiaccio dell'Artico, che sta accelerando in modo allarmante
Non c'è niente di controverso o di 'politico' in questo. Presumibilmente queste cose si trovano nei rapporti che l'Hadley Centre pubblica un giorno sì e uno no, il loro pane quotidiano. Oppure potrebbero mostrare questo grafico a settori: 


Potrebbero chiedere ai membri più anziani del gruppo se, durante la loro vita, hanno notato il cambiamento del clima ed ascoltare le loro storie. Ma no, quello che abbiamo avuto è stato il tentativo di un pezzo umoristico su come noi non possiamo fare niente comunque, quindi possiamo anche continuare semplicemente a guidare finché i combustibili fossili non siano tutti finiti. Posso capire che giro guidato dopo giro guidato per gente che potrebbe sembrare indifferente a quello di cui stai parlando ti può portare ad una posizione in cui la prendi con leggerezza per mantenere la loro attenzione. Ma questo è un atteggiamento pigro ed è una completa rinuncia alla responsabilità inerente all'essere rappresentanti dell'Hadley Centre, che sta nell'Hadley Centre. Mi sono ricordato del recente ed eccellente articolo di George Marshall Le ragioni per cui i disastri potrebbero non aumentare la preoccupazione sul cambiamento climatico. Marshall ha visitato una città in Texas dove 1.700 case sono recentemente andate perdute in un enorme incendio, le cui cause erano direttamente collegate al cambiamento climatico. Spesso si sente parlare di un altro “eccezionale” evento meteorologico naturale disastroso, “che cosa servirà perché la gente veda che il cambiamento climatico sta avvenendo?” Come dice Marshall: “I disastri possono far aumentare la fiducia e la certezza sociale”. Il suo pezzo è affascinante in quanto, nonostante un tale evento, coloro che credevano nel cambiamento climatico ci hanno creduto ancora più fortemente, vedendo gli incendi come prova del loro credere, e coloro che non ci credevano hanno usato l'esperienza in modo analogo per rafforzare le loro posizioni. Marshall ha scritto che:  

  • “La consapevolezza sul cambiamento climatico è complessa e mediata da atteggiamenti socialmente costruiti. E' importante riconoscere che molti degli ostacoli sociali e culturali alla credenza non vengono rimossi dai grandi impatti e potrebbero, di fatto essere rafforzati”. 

Quando si è radicati in un'analisi particolare del cambiamento climatico, è sempre più facile circondarsi di gente e media che sostengono la tua vecchia visione. Twitter ci permette semplicemente di accedere alle notizie provenienti da gente con la quale siamo d'accordo. Google, basandosi sulle pagine Web che visitiamo, comincia a filtrare la nostra visione del mondo per cui possiamo ricevere solo le notizie con le quali siamo d'accordo. Cerchiamo i quotidiani che sostengono la nostra visione del mondo. E' solo in rare occasioni, come in una visita guidata al Met Office, per scoprire come fanno le previsioni del tempo in tivù, che la nostra visione del mondo può essere autorevolmente cambiata. 

Se qualcuno mi avesse detto in modo autorevole, essendo io uno che dedica la propria vita lavorativa all'attivismo sul clima, che sbagliavo ad essere preoccupato dalla fusione del ghiaccio Artico, questo sarebbe certamente stato cibo per la mente e sarei andato via con l'idea di approfondire. Come dice Marshall:
  • “Accettare il cambiamento climatico antropogenico richiede un alto grado di autocritica ed anche di capacità di dubitare di sé stessi. Richiede una preparazione ad accettare la responsabilità personale per gli errori collettivi e per intere società accettare il bisogno di un grande cambiamento collettivo. E, inevitabilmente, questo processo di accettazione genererebbe dibattito e conflitto intensi”.
Quale migliore opportunità per una tale discussione di un sabato mattina al Met Office? Forse ho avuto una guida impreparata. Forse tutti gli altri ricevono il tipo di presentazione che ho suggerito sopra, a parte il mio gruppo. Forse l'esperienza di coloro che tengono le visite guidate è che se discutono il cambiamento climatico in un modo significativo le persone si ribellano e cominciano a tirar loro i cestini della carta e le spillatrici. O forse è semplicemente più facile prenderla alla leggera per mandare la gente a casa con l'impressione che il cambiamento climatico non è colpa loro e che non ci sia niente che possano fare. Se avessimo un grave problema di salute, uno che abbiamo negato, uno per cui riempiamo i nostri giorni di distrazioni per evitare di riconoscerlo realmente e uno per il quale evitiamo gli amici che ti voglio dire cosa sia realmente, poi abbiamo bisogno di circostanze particolari per portarci ai nostri sensi. Come ha mostrato il pezzo di Marshall, anche un episodio di mala sanità può essere giustificato ed attribuito a qualcos'altro. Ciò di cui abbiamo bisogno è di trovarci in un ambulatorio e che un dottore/dottoressa ce lo racconti per quello che è, per definire un prognosi con chiarezza e compassione. Giungere al punto di trovarsi in quell'ambulatorio può essere in sé un viaggio, ma una volta che ti trovi lì, dipende dall'abilità del dottore l'essere in grado di raccontarti come stanno le cose. Se questi ci scherza sopra e ti dice quanto sia uno sforzo inutile migliorare, come sia orribile la medicina che non la prenderebbe lui stesso ed è più divertente non farlo, questo sarebbe la più spaventosa inadempienza al proprio dovere. Il mio giro all'Hadley Centre mi ha fatto sentire come se avessi incontrato un dottore del genere. Vergogna.