martedì 16 aprile 2013

La trappola di Desdemona: affrontare il negazionismo nel dibattito sul cambiamento climatico

Di Ugo Bardi

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


La trama dell'Otello di Shakespeare ci può raccontare qualcosa su come affrontare il negazionismo nel dibattito sul cambiamento climatico. Nella figura, vediamo Desdemona in un'interpretazione di Dante Gabriel Rossetti.



Nell'Otello di Shakespeare, vediamo un bell'esempio di quanto facilmente la mente umana possa essere manipolata. Nel dramma, il cattivo Iago convince Desdemona, moglie di Otello, a supplicare suo marito per il suo amico, Cassio. Lei non sa che, allo stesso tempo, Iago ha instillato nella mente di Otello il sospetto che lei stia avendo una tresca con Cassio. Così, più Desdemona supplica per Cassio, più Otello si convince che lei lo stia tradendo. Il risultato è una catena di fraintendimenti che si auto rinforza e che alla fine porta al disastro.

Otello, chiaramente, ha sofferto di una sindrome che oggi verrebbe chiamata “cospirazionismo”. Non è raro come tratto della personalità umana. Jared Diamond, nel suo libro “Il mondo fino a ieri”,  sostiene che la “paranoia costruttiva” sia un tratto genetico orientato alla sopravvivenza. Infatti, potrebbe essere meglio essere spaventati da un pericolo inesistente piuttosto che infilarsi inconsapevoli in una trappola. Ma, se la paranoia potrebbe essere stata un bene nel mondo pericoloso dei cacciatori-raccoglitori di un tempo, nel nostro mondo sfruttare la paranoia è diventato un modo facile per manipolare le menti; i governi lo fanno in continuazione. Ma i governi non sono i soli attori in questo gioco e la mentalità paranoide potrebbe essere anche il fattore principale che genera il comunemente definito atteggiamento “negazionista” nel dibattito sul cambiamento climatico.

Il “Negazionismo” è una forma di rifiuto di accettare la realtà che avviene in molti campi della conoscenza, ma che assume un aspetto particolarmente virulento nel dibattito sul cambiamento climatico. Quelli che sono attivamente impegnati nella negazione della validità della scienza del clima e dei sui risultati vengono spesso definiti “negazionisti” o “falsi scettici”. Hanno raramente credenziali scientifiche in campo climatico, o anche in generale in campo scientifico, e le loro dichiarazioni sono solo superficialmente scientifiche. Sembrano essere concentrati sull'idea che gli scienziati non solo sbagliano le loro conclusioni, ma piuttosto che sono coinvolti in un piano per diffondere bugie sul clima per guadagnare prestigio e soldi.

Gli studi di Lewandowsky e dei sui collaboratori mostrano che i negazionisti hanno spesso un'impostazione mentale cospirazionista; cioè, tendono a credere più della persona media a cospirazioni come “scie chimiche”, “petrolio abiotico”, leggende assortite sul 11/9, falsi atterraggi sulla luna e cose simili. Così, sembra che i negazionisti elaborino le informazioni sul cambiamento climatico secondo la struttura del proprio specifico “meccanismo cognitivo”, che è dominato dal concetto di cospirazione. La loro paranoia costruttiva gioca loro degli scherzi, portandoli alla conclusione che il cambiamento climatico sia un'enorme cospirazione che vede gli scienziati del clima ed i governi allearsi per portare l'umanità alla sottomissione ed alla schiavitù (1).

Questo non significa che non ci siano delle lobby potenti che diffondono disinformazione in rete e nei media – esistono. Ed abbiamo anche le prove di singoli scienziati e professionisti pagati per diffondere menzogne. Tuttavia, non c'è alcuna prova che i singoli negazionisti climatici del tipo che passa il tempo a “trollare” sulla rete siano pagati per quello che fanno. Non possiamo escludere che alcuni di loro possano esserlo, ma importa poco. Pensate a questo: quanto vorreste essere pagati per aiutare a distruggere il mondo (compresi voi stessi)? Nessun pagamento sarebbe abbastanza, a meno che non crediate veramente che il cambiamento climatico sia una cospirazione malvagia per schiavizzare tutti. Quindi, la aziende di pubbliche relazioni che gestiscono le campagne di negazione per conto delle lobbie dei combustibili fossili sfruttano semplicemente questo atteggiamento, senza bisogno in realtà di pagare realmente i troll.

Una volta che capiamo la mentalità dei negazionisti, vediamo come sia facile per gli scienziati cadere nella trappola di Desdemona. Normalmente, gli scienziati hanno cercato di usare argomenti scientifici per difendere i loro punti, senza rendersi conto che più perorano la realtà del cambiamento climatico, più i negazionisti vedono le loro credenze rinforzate. Per le loro menti orientate alla cospirazione, ogni argomento razionale portato nella discussione diventa ulteriore prova della cospirazione in atto (pensate alla situazione di Desdemona!).

Allo stesso tempo, chi ha una mentalità scientifica trova il comportamento dei negazionisti completamente impossibile da capire in termini razionali. Di conseguenza, tendono a pensare di avere a che fare con disinformatori di professione. Il che significa, naturalmente, cadere ancora di più nella trappola di Desdemona. Se queste accuse vengono espresse esplicitamente (e qualche volta lo sono), i negazionisti vedranno ancor di più confermate le proprie credenze. Queste posizioni contrastanti portano ad un anello che sia auto rinforza in cui i partecipanti di entrambe le parti si trincerano sempre più nelle proprie credenze opposte.

Alla fine, la tragedia di Shakespeare si sta svolgendo di fronte a noi. La lobby dei combustibili fossili sta interpretando il ruolo di Iago; i negazionisti il ruolo di Otello; gli scienziati quello di Desdemona, tutti completamente immersi nei loro ruoli diversi. Finora, Iago sta vincendo a mani basse giocando sull'ingenuità sia di Desdemona sia di Otello. Se il “dibattito” (si fa per dire) continua in questi termini, il risultato finale può solo essere, giustamente, una tragedia – in questo caso per l'intera umanità.

Quindi come facciamo ad evitare la trappola di Desdemona? Be, ci sono alcuni errori che possiamo evitare. Il primo è pensare che possiamo convincere i negazionisti con argomentazioni scientifiche. Dovrebbe essere chiaro che non funziona: più provi a farlo, più cadi nella trappola. Ma il vero errore cardinale che possiamo fare quando discutiamo con un negazionista è quello di perdere la calma e di usare il sarcasmo, gli insulti o – peggio ancora – di accusarla/o di essere un troll pagato. Questo è il modo perfetto per cadere a testa in giù nella trappola di Desdemona. Pensate all'impressione che date alle persone che seguono il dibattito e che non sono orientate alla cospirazione (2) – penseranno che siete voi i cattivi! A questo punto, il gioco è finito – avete perso.

Cosa dovremmo fare quindi? Be' ricordiamo che i negazionisti climatici orientati alla cospirazione sono una piccola minoranza nel mondo, anche se possono essere molto rumorosi. Così, l'obbiettivo della vostra azione non sono loro, è la grande maggioranza della gente che non è cospirazionista e che non ha ancora elaborato l'informazione sul cambiamento climatico nella propria mente. Così la cosa migliore è quella di evitare il confronto coi negazionisti (a meno che non sia assolutamente necessario) e concentrarsi nella diffusione del concetto di cambiamento climatico al pubblico in generale. Per esempio, lasciate che citi  da “DarwinSF”:

“Il nostro progetto di un giorno per le scuole elementari, il Cambiamento Climatico è Elementare, aggira il solito discorso negativo presupponendo che ogni persona colta concordi che sia un “fatto” scientifico che il clima stia cambiando e che l'uomo è ampiamente responsabile. Noi non ci confrontiamo coi negazionisti e gli scettici, noi li eludiamo portando la scuola di famiglia direttamente ad una visione di un futuro verde e pulito. Ci concentriamo anche sul lavorare con gli innovatori, gli anticipatori e la maggioranza agli inizi, che tendono ad essere d'accordo con noi. Noi ignoriamo la maggioranza tardiva ed i ritardatari, o negazionisti, che semplicemente si aggiungeranno al nostro programma più tardi”.

Visto? E' questo il modo di procedere. Pensare positivo, eludere i negazionisti e concentrarsi sulla realtà. E' una battaglia che possiamo ancora vincere se capiamo come combatterla.

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Note

(1) C'è una domanda interessante circa la mentalità cospiratoria dei negazionisti: se sono così preoccupati di essere vittime della cospirazione messa in piedi dagli scienziati del clima, come mai non sono preoccupati dalla cospirazione opposta, messa in piedi dalla lobbie dei combustibili fossili? Questo è un punto che secondo alcuni prova che siano dei troll pagati. Ma questo non è necessariamente vero. Siccome sto citando Shakespeare in questo post, potrei commentare dicendo che, “In questa pazzia c'è del metodo!”. La mia impressione è che il “metodo” sia nell'impostazione mentale dei negazionisti che è piuttosto coerente con le loro varie sfaccettature mentali. I negazionisti vedono sé stessi come combattenti per la libertà, pensatori indipendenti immuni dalla macchina di controllo mentale messa in piedi dai governi. Come tali, tendono a proiettare sé stessi nella figura dello “scienziato-solitario-che-lotta-contro-l'establishment” e ad avere molta fiducia in sé stessi (raramente sé stesse). Questo spiega, per esempio, il perché le persone che credono che l'esaurimento del petrolio sia una bufala per farci pagare prezzi più alti per la benzina, spesso cadano in una gioia estatica quando ascoltano nuove promesse di energia libera ed abbondante  da parte del genio solitario del giorno. Infatti, molte truffe di successo sono basate sulla narrazione del singolo individuo che lotta contro l'establishment. E, tornando a Shakespeare, pensate a questo: come mai Otello sospetta di Desdemona ma non di Iago?, Be', perché Otello proietta la sua stessa personalità in quella del suo compagno d'armi, Iago, mentre non può fare la stessa cosa con Desdemona. Noi umani siamo così: tendiamo a credere quello che pensiamo di capire (e Shakespeare ha capito gli umani probabilmente meglio di ogni altro umano nella storia)

(2) Pensate ad un'altra sfaccettatura della tragedia di Shakespeare: come il protagonista, Otello, reciti il ruolo dell'idiota totale nella storia – così facilmente abbindolato nel distruggere sé stesso e tutto intorno a lui. E, tuttavia, Otello non ci appare come uno sfigato idiota. No, noi lo vediamo come una figura tragica con la quale simpatizziamo. Sapete perché? Perché lui comincia il gioco con un grande handicap, quello di essere nero in un mondo tutto bianco. Il fatto che Otello sia nero è il punto cruciale della trama che, altrimenti, sarebbe semplicemente ridicola. Ora, pensate ai negazionisti nel dibattito sul clima: partono con un handicap ancora più grande di quello di Otello. Sanno poco o niente della scienza del clima e tuttavia hanno intrapreso una lotta coi migliori esperti di quel campo. Curiosamente, questo handicap genera un forte effetto psicologico in loro favore: è chiamato il “fascino del perdente”(o anche l'effetto “Silvestro contro Titti”). Lo vedete usato di continuo nell'industria cinematografica – il vincitore finale della battaglia è sempre quello che sembrava il perdente all'inizio. Quindi, se siete degli scienziati climatici, state attenti ad evitare di mettervi nel ruolo del cattivo dei film!

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Date anche un'occhiata al blog “Desdemona's Despair”, definito come “la stanza di compensazione per le peggiori notizie sul futuro della vita sulla Terra, come riscaldamento globale, cambiamento climatico, deforestazione, sovrasfruttamento della pesca, acidificazione, perdite di petrolio, esaurimento delle risorse, siccità, inquinamento, sovrappopolazione, zone morte, estinzione di massa e condanna”. Le ragioni per la scelta del nome “Desdemona” non sono dichiarate da nessuna parte nel blog, ma potrebbe ben essere la stessa che ho descritto in questo post.