venerdì 1 marzo 2013

Distrutti dalla matematica: la scelta è fra le vasectomie e i funerali


Di Albert Bates 
Da “The Great Change”. Traduzione di MR

“La scelta difficile è fra le vasectomie e i funerali. Prima ci rendiamo conto di questo, meglio è”



Ci lamentiamo dei progressi lenti dei colloqui sul clima, ma che ne dite dei progressi ancora più lenti nei tentativi di ridurre le emissioni di sperma?

Considerate questo punto: ogni giorno la popolazione umana sul pianeta si espande di più di 200.000 unità. Questo equivale a una città di medie dimensioni, completa delle infrastrutture per acqua, cibo, energia, trasporti, comunicazioni e sanità. Per provvedere all'alimentazione di questa città, ci vogliono - ammesso che le perdite di processo e stoccaggio siano ridotte al minimo, 1 milione di kilocalorie al giorno - qualcosa come 80.000 metri quadri di recinto per bestiame, un allevamento di polli della dimensione del duomo di San Pietro e una grande flotta di pescherecci giapponesi che fanno fuori i delfini con le loro reti mentre esplorano, in cerca di tonno, le risorse oceaniche in diminuzione. E il giorno successivo si deve trovare un posto dove metterne un'altra, mentre si deve ancora sfamare la prima. Non ci sono cosi' tante persone vive adesso di quante ce ne siano mai state, ma ci andiamo vicino. Questa è una delle caratteristiche di una curva esponenziale, Gli scacchi continuano a raddoppiare. La popolazione umana della Terra oggi eguaglia la somma di ogni raddoppio di popolazione degli ultimi 200.000 anni.

Immaginate che i negoziatori delle Nazioni Unite si accordino per il pagamento di un'accisa sui bambini – o una “birth tax” (tassa sulla nascita) se volete. Supponete una prospettiva in cui una coppia di genitori possa comprare, per un piccolo ma apprezzabile costo un'indulgenza che permetta loro di avere un figlio in più rispetto al numero assegnato.

Le regole di scambio potrebbero richiedere che i privilegi vengano acquisiti a spese di una aspirante madre, in una qualche parte più disperata e povera del mondo, che voleva vendere la sua quota giusto per il prezzo contrattuale, meno le commissioni del mediatore. La transazione potrebbe essere registrata in un ipotetico Scambio di Nascite di Chicago, diciamo. Esso dovrebbe essere ulteriormente assicurato, a scopo di verifica, dalla rimozione chirurgica delle ovaie fertili della donatrice. Così, la coppia benedetta guadagnerebbe un altro figlio raccogliendo alcuni “frutti a portata di mano”, portando via un po' di pressione demografica dai paesi poveri e assumendosela in un paese ricco, più capace di provvedere. Se possiamo essere d'accordo che lo “spazio di parcheggio terrestre” sulla Terra – la terra disponibile per abitante – è già stato superato (un'assunzione onesta, dati i tassi di esaurimento insostenibili di gran parte delle risorse naturali), dovremo stabilire razioni annuali di nascite al di sotto dell'equilibrio per spingere una graduale contrazione della popolazione. 

Diciamo che vogliamo diminuire la popolazione globale di 200.000 unità al giorno. Ci vorrebbero 70 anni solo per tornare a dove ci trovavamo a metà del ventesimo secolo. Misurando le risorse disponibili – prevalentemente un declino nella disponibilità dell'energia di alta qualità che indirizziamo al soddisfacimento delle domande di cibo ed acqua – potremmo non avere 70 anni. Potremmo aver bisogno di raddoppiare verso il basso e decrescere, diciamo, di 400.000 unità al giorno. Non è necessario calcolare tutti i numeri qui e sarebbe problematico , ma possiamo solo convenire che una quota globale potrebbe essere fissata a “X figli per ogni vita di una donna fertile” e ciò formerebbe la base per il prezzo quotidiano nei contratti negoziati nello Scambio di Nascite di Chicago. Siamo molto lontani da un trattato simile. 

E poi, immaginate solo quanto si potrebbe prezzare nel Senato americano, per non dir nulla del parlamento indiano. L'alternativa, naturalmente, è semplicemente lasciare che la natura applichi le proprie quote, cosa che normalmente fa negando il cibo. Dati gli altri nostri negoziati falliti – la Convenzione Quadro sul Cambiamento Climatico – quel risultato è in cantiere. Se picco del petrolio, OGM o l'economia globale al collasso non uccidono il nostro stile industriale di agricoltura, lo faranno tempeste killer e siccità.

Bambini senzatetto di NYC (prima dell'uragano Sandy) 



Lavorando dal punto di vista del cambiamento dalle pratiche agricole inefficienti, energivore e distruttive per il suolo ai metodi alternativi, biologici e permaculturali che usano lavoro umano a risparmio energetico e costruendo densità di nutrienti sia nei suoli sia nelle colture, non possiamo andare lontano. Gli studi suggeriscono che passare al biologico potrebbe aumentare la disponibilità di cibo globale di una piccola percentuale, al massimo. I Permacultori e gli eco agricoltori potrebbero riprogettare molti grandi campi di grano in rotazione con foreste alimentari (food forests). Potrebbero rimpiazzare le pratiche di allevamento di bovini in cattività con animali allo stato brado che vivono in modo sostenibile entro i limiti di quelle rotazioni. Questo potrebbe sostenere ampie popolazioni, ma non popolazioni in crescita e probabilmente non 7 miliardi, probabilmente neanche metà. L'agricoltura sostenibile non comporterà l'ingegneria genetica. Quel modo di spingere fondi da governi, donatori ed azionisti per finanziare grandi laboratori pieni di studenti laureandi in biotecnologia è un meme gonfiato – dateci un taglio. Nessun organismo modificato geneticamente ha mai dimostrato una superiorità rispetto all'organismo naturale che ha sostituito o risolto alcun problema per il quale è stato progettato senza crearne altri più seri come effetto collaterale. Punto. E' una frode.

E' così anche nell'economia classica, che ci dice che la domanda crea l'offerta, basta aspettare. Così è anche per la pretesa per cui in qualche modo la tecnologia può essere il sostituto dell'energia a basso prezzo. O che i mercati siano arbitri neutrali che separeranno sempre il grano dalla pula. Date un taglio a tutte queste assurdità. No, la scelta difficile è fra le vasectomie e i funerali. Prima ci rendiamo conto di questo, meglio è. 

Non sarebbe bello se i bambini di strada di parco Zuchotti, plaza del Sol o Doha avessero tutti i loro canali seminali chiusi e le ovaie asportate? Cosa succederebbe se prendessero quel fatto come un'orgogliosa dimostrazione di libertà personale e di cittadinanza planetaria? Cosa servirebbe? Delle celebrità? Supponiamo che Chris Hedges, Julia Roberts, Julian Assange, Evo Morales, Naomi Klein, Shakira e Brad Pitt uscissero da cliniche di sterilizzazione esibendo piccoli nastri blu. Blu per il gioiello di pianeta che ci sostiene, entro i limiti.