giovedì 27 settembre 2012

Le misure satellitari della perdita di ghiaccio





Immagine: Vista dall'albero di uno yacht. Il ghiaccio estivo del pack mostra un ritmo di perdita del 50% più alto di quanto anticipato. Foto: Mike Powell/Corbis


Questo articolo del "Guardian" è di circa un mese fa. Tuttavia, ci sembra il caso di pubblicarne una traduzione oggi alla luce del fatto che la fase di fusione estiva dei ghiacci artici si è conclusa proprio in questi giorni con un minimo inferiore a qualsiasi record storico. Questo ha dato origine a diverse domande su come si misura esattamente la perdita di ghiaccio e con quale precisione. L'articolo qui di seguito descrive i metodi di misura ed è anche interessante perché mostra che già verso i primi di Agosto, i ricercatori specialisti nell'artico avevano capito cosa stava succedendo.

Le nuove immagini satellitari mostrano che la copertura di ghiaccio polare sta diminuendo in estensione e spessore.

Da “The Guardian”. Traduzione di Massimiliano Rupalti

Il ghiaccio marino dell'Artico sta scomparendo ad un ritmo più alto di quanto ci si aspettasse, secondo i dati del primo satellite costruito a questo proposito e lanciato per studiare lo spessore delle calotte polari terrestri. I risultati preliminari della sonda Cryosta-2 dell'Agenzia Spaziale Europea indicano che 900 chilometri cubici di ghiaccio marino estivo è scomparso dall'oceano Artico durante lo scorso anno. Questo ritmo di perdita è del 50% più alto della gran parte degli scenari delineati dagli scienziati polari e suggerisce che il riscaldamento globale, innescato dall'aumento delle emissioni di gas serra, sta  cominciando ad avere un grande impatto sulla regione. In pochi anni, l'oceano Artico potrebbe essere libero dai ghiacci in estate, innescando una corsa allo sfruttamento delle sue riserve di pesce, petrolio minerali e rotte marine.

Usando gli strumenti sui vecchi satelliti, gli scienziati potevano vedere che l'area coperta da ghiaccio marino estivo nell'Artico stava diminuendo rapidamente. Ma le nuove misurazioni indicano che questo ghiaccio si sta assottigliando drammaticamente allo stesso tempo. Per esempio, nelle regioni a nord del Canada e della Groenlandia, dove lo spessore del ghiaccio è stato di circa 5-6 metri in estate un decennio fa, i livelli sono crollati a 1-3 metri.

“Le analisi preliminari dei nostri dati indicano che il ritmo di perdita del volume di ghiaccio marino in estate nell'Artico potrebbe essere di gran lunga maggiore di quanto sospettassimo”, ha detto il Dr. Seymour Laxon del Centro per le Osservazioni Polari e di Modellizzazione al University College di Londra (UCL), dove i dati del CryoSat-2 sono stati analizzati. “Molto presto potremmo assistere al momento storico quando, in un giorno d'estate, guardiamo le immagini dal satellite e non vediamo alcuna copertura di ghiaccio marino nell'Artico, ma solo acqua”.

Le conseguenze della perdita della copertura di ghiaccio artico, anche soltanto per parte dell'anno, potrebbero essere profonde. Senza la brillantezza bianca della calotta che riflette la luce solare nello spazio, la regione si riscalderà anche di pià di quanto non faccia ora. Come conseguenza, le temperature dell'oceano saliranno ed i depositi di metano sul fondo potrebbero sciogliersi, evaporare e gorgogliare fino all'atmosfera. Gli scienziati hanno riportato di recente che i pennacchi di metano, ora stanno apparendo in molte aree. Il metano è un gas serra particolarmente potente e l'aumento dei suoi livelli in atmosfera possono soltanto accelerare il riscaldamento globale. E con la scomparsa del ghiaccio marino estivo intorno alle coste della Groenlandia, i suoi ghiacciai potrebbero sciogliersi ed aumentare il livelli del mare molto più rapidamente che in questo momento.

Il Professor Chris Rapley della UCL ha detto: “Con il gradiente di temperatura fra l'Artico e l'Equatore in caduta, come sta avvenendo ora, è anche possibile che la Corrente a Getto (Jet Stream) nell'alta atmosfera possa diventare più instabile. Questo potrebbe significare un aumento della volatilità del tempo alle latitudini più basse, simili a quelle che abbiamo vissuto in questi anni”.

Il CryoSat-2 è il primo satellite al mondo ad essere stato costruito specificatamente per studiare lo spessoere del ghiaccio marino ed è stato messo in orbita da un missile Dniepr dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakhistan, l'8 aprile del 2010. I precedenti satelliti di monitoraggio della Terra avevamo mappato l'estensione della copertura del ghiaccio marinonell'Artico. Tuttavia, lo spessore di quel ghiaccio si era rivelato più difficile da misurare. La sonda statunitense ICEsat ha fatto alcune importanti misurazioni dello spessore del ghiaccio, ma ha operato a intermittenza e solo in alcune regioni prima di smettere di funzionare completamente nel 2009. Il CryoSat è stato progettato specificatamente per affrontare il problema dello spessore del ghiaccio, sia nell'Artico sia nell'Antartico. E' stato equipaggiato di un radar che può vedere attraverso le nuvole (i laser dell'ICEsat non potevano penetrare le nuvole). L'orbita del CryoSat è stata anchessa progettata per dare una maggior copertura del mar Artico.

“Prima del CryoSat, potevamo vedere che la copertura estiva di ghiaccio stava crollando marcatamente nell'Artico”, ha detto Rapley, “ma avevamo soltanto dei barlumi di quanto stesse accadendo allo spessore del ghiaccio. Ovviamente se anch'esso stava crollando, la perdita del ghiaccio estivo sarebbe stato ancora più significativo. Avevamo bisogno di sapere cosa stava succedendo ed ora CryoSat ci ha dato la risposta. Esso ha mostrato che la calotta marina Artica non si sta soltanto riducendo in estensione, ma si sta anche assottigliando drammaticamente”.

La copertura di ghiaccio marino nell'Artico varia sensibilmente durante l'anno, raggiungendo un massimo in marzo. Mettendo insieme i precedenti risultati di ICESat ed i dati di altri studi, comprese misurazioni fatte da sottomarini in rotta sotto la calotta polare, Laxon ha detto che le analisi preliminari ora danno un'indicazione chiara della perdita di ghiaccio marino artico durante gli 8 anni scorsi., sia in inverno sia in estate.

Nell'inverno del 2004, il volume di ghiaccio marino nell'Artico centrale era ad circa 17.000 chilometri cubici. Quest'inverno era di 14.000, secondo CryoSat.

Tuttavia, i valori estive rivelano un vero shock. Nel 2004 c'erano circa 13.000 chilometri cubici di ghiaccio marino nell'Artico. Nel 2012 ci sono 7.000 chilometri cubici, quasi metà dei valori di 8 anni fa. Se l'attuale perdita annuale di circa 900 chilometri cubici continua, la copertura di ghiaccio estivo potrebbe scomparire in circa un decennio nell'Artico.

Tuttavia, Laxon ha invitato alla cautela, dicendo: “Innanzitutto, questo si basa su studi preliminari dei valori di CryoSat, quindi dovremmo aspettare prima di correre alla conclusioni. Inoltre, l'attuale ritmo di declino del volume di ghiaccio potrebbe cambiare”. Ciononostante, gli esperti dicono che i modelli al computer indicano che i ritmi di declino del volume del ghiaccio sono solo destinati ad aumentare durante il prossimo decennio.

Circa l'esattezza delle misurazioni fatte da CryoSat, queste sono state calibrate confrontandole con le misurazioni fatte sulla superficie del ghiaccio dagli scienziati, compreso Laxon, con aerei in volo sotto all'orbita del satellite e da dati forniti da stazioni sonar sottomarine che hanno analizzato lo spessore del ghiaccio in posti selezionati nell'Artico. “Ora possiamo dire con una certa sicurezza che le mappe dello spessore del ghiaccio di CryoSat sono corrette con una tolleranza di 10 cm”, ha aggiunto Laxon.

Laxon ha anche indicato che il ritmo di perdita del ghiaccio in inevrno è stato molto più lento di quello in estate. “Questo suggerisce che, quando comincia l'inverno, il ghiaccio cresce più rapidamente di quanto non facesse in passato e questo effetto compensa, parzialmente, la perdita di ghiaccio estivo”. Complessivamente, la tendenza della copertura di ghiaccio nell'Artico è decisamente alla diminuzione, in particolar modo in estate - un punto sostenuto recentemente dal Professor Peter Wadham, che quest'anno ha fatto indagini della calotta di ghiaccio con aerei e sottomarini per fare stime della perdita di ghiaccio estivo. Queste indicano anche grandi riduzioni nel volume del ghiaccio marino estivo, circa il 70% negli ultimi 30 anni.

“L'Artico è particolarmente vulnerabile all'impatto del riscaldamento globale”, ha detto Rapley. “Le temperature là stanno salendo molto più velocemente di quanto non facciano all'Equatore. Pertanto anche la copertura di ghiaccio marino che abbiamo visto. Essa ci sta dicendo che qualcosa di molto significativo sta accadendo alla Terra. I sistemi climatici del pianeta sono interconnessi, quindi ciò che accade alla alte latitudini ci condiziona tutti”.