domenica 16 gennaio 2011

Il sacro furore di Cassandra

Cassandra di Frederick Sandys

Cassandra sembra veramente presa dalla sacra furia: un post al giorno la settimana scorsa (anzi, per più di una settimana). Imbrogli sbufalati (qui e qui), infamie rivelate (qui), disastri mostrati (qui), verità ribadite (qui e qui), problemi discussi (qui) e tante altre cose.

Questa iperattività è dovuta in parte alla pausa fra i due semestri di insegnamento. Ma, in realtà, devo dire che l'argomento clima è talmente interessante, talmente appassionante, talmente ricco di significati, di scienza, di politica, di umanità, che mi ha coinvolto. Imparo cose nuove ogni giorno e mi fanno pena quei poveracci che credono che tutta la faccenda si riduca a elucubrare su email vecchie di 10 anni.

Comunque, anche per non sovraccaricare i lettori (che sono in netto aumento e che ringrazio per l'interesse), ho intenzione di rallentare un po' il ritmo. Cosa non facile perché l'argomento è così interessante che ci potrei fare quattro post al giorno; ma, insomma, ci proverò.

A parte i lettori in aumento, tutto questo lavoro, mio e di tanti altri, sembra avere un certo risultato. Ho la netta sensazione che stiamo vincendo questa battaglia contro il fronte dell'anti-scienza. Ne parlavo l'altro giorno con Michael Mann, il climatologo americano, e mi diceva anche lui che ha la stessa sensazione; stiamo vincendo.

Certo, i terrapiattisti climatici stanno ancora combattendo; ma sembrano a corto di idee, non hanno più argomenti. Sono ridotti a ripetere sempre le stesse cose: "nascondere il declino", "quest'anno è stato freddo", "è tutto un ciclo", "E' un complotto" e "negli anni '70 si parlava di era glaciale" eccetera, eccetera. Sui media, di clima si parla molto poco in questi ultimi tempi, come ci racconta Richard Littlemore su Desmog blog. Un po' è una saturazione dopo l'effetto climategate. In parte può anche essere che al quartier generale dell'anti scienza hanno ragionato che se di cambiamento climatico non si parlava più, allora forse sarebbe sparito da solo (un po' come ragionavano i vittoriani a proposito del sesso).

In Italia, il silenzio mediatico sul clima è quasi totale - pensate soltanto a come, nel 2009, i media avessero fatto infinita polemica sulle nevicate; descritte come prova evidente che il riscaldamento globale non esisteva. Quest'anno, di fronte alle nevicate del dicembre 2010, sulla questione "riscaldamento globale" è stato un silenzio di tomba. Sembra che siano spariti gli interventi negazionisti dei vari De Bellis, Granzotto, Zichichi, eccetera.

Ma il cambiamento climatico sta andando avanti per conto suo e l'evidenza sta diventando talmente forte che non la si può più ignorare. Dal 2010 che è l'anno più caldo della storia, agli incendi in Russia, alle alluvioni in Australia e in Brasile, e tante altre cose, il cambiamento è non solo evidente, ma dirompente. Così, i contraristi si sono ridotti a dover giocare in difesa, cercando di dimostrare che questi eventi non sono statisticamente significativi (vedi "Il Foglio" sulle alluvioni in Australia). Ma, presi tutti insieme, questi eventi sono significativi e, - in ogni caso - nel conflitto mediatico, se sei costretto a difenderti sei già sconfitto.


Ovunque, il fronte dell'anti-scienza è sulla difensiva. Sembrano sempre di più un circolo ricreativo di persone che si incontrano la domenica a giocare a carte e a raccontarsi sempre le stesse cose. Il loro tentativo di darsi un velo di rispettabilità "scientifica" sta naufragando in un fallimento veramente vergognoso per loro, come per esempio nel caso dell'ultimo disastro che è stato il tentativo di dimostrare che gli oceani non si scaldano.

In Italia, sui blog rimangono gli ostinati dell'era glaciale imminente, che somigliano sempre di più a un culto esoterico di provincia in attesa dell'atterraggio degli extraterrestri nel cortile del condominio. Fanno il paio con quelli che aspettano il pianeta Nibiru e che - vedi caso - sono negazionisti climatici anche loro. Persino Claudio Costa, gatto silvestro dell'anti-scienza, è sparito; non si sente più da metà Novembre del 2010. Scoraggiato? Convertito? O forse, semplicemente, non gli hanno rinnovato il contratto? (*)

Per dare un'idea dello sconforto nelle file dei terrapiattisti, credo valga la pena dare un'occhiata a questo sfogo di Teo Georgiadis intitolato "noi cattivi". E' un esempio del fatto che quando uno non ha più argomenti da presentare non gli rimane altro che lamentarsi. E non solo lamentarsi: gli insulti di Georgiadis contro Sylvie Coyaud, ("Ocasapiens") sono particolarmente pesanti e ingiustificati (e Sylvie risponde per le rime come è giusto che faccia).

In fin dei conti, il momento di silenzio dei media sul clima non può che essere che temporaneo. Quindi, si tratta di insistere e continuare il dibattito per dimostrare la mala fede del fronte dell'anti-scienza. Lo spazio mediatico che è la "blogosfera" è particolarmente adatto a questo scopo e, come facevo notare qualche giorno fa, il successo dei blog seri sul clima nelle classifiche, in confronto a quelli non seri, è un elemento importantissimo. Indica che le argomentazioni scientifiche sul clima stanno avendo successo sulla frazione più preparata e intelligente dell'opinione pubblica - quella che legge i blog.

A lungo andare, questo successo deve finire per tradursi in un'azione politica di qualche genere. Certo, servirà a poco se ci arriveremo quando il pianeta sarà ormai stato devastato in modo irreparabile. Ma è un dovere combattere per la verità - come faceva Cassandra con il suo sacro furore. E allora, continuiamo così. Forza, Cassandra! (**)


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(*) C'è anche Maurizio Morabito (aka "il Tafano") che per mancanza di argomenti si è ridotto a farmi da psicanalista della domenica e a criticarmi per un errore nell'attribuzione di un quadro. Beh, sulla psicanalisi domenicale, continua a fare lo stesso errore che fa sul clima: credersi un professionista quando invece è soltanto un dilettante. Quanto al nome del pittore, glie l'ho lasciato così apposta per farlo divertire un po'. Ora che l'ho fatto contento lo posso anche mettere giusto, ringraziandolo per la correzione.  :-) 


(**) Siccome trovo sempre qualche allocco che mi contesta il fatto che Cassandra non è mai esistita, allora preciso che - si, ragazzi - lo so benissimo che, quasi certamente, Cassandra non è mai esistita. E' una metafora - esattamente come quando Freud parlava di "Complesso di Edipo" e lo sapeva benissimo che Edipo, quasi certamente, non è mai esistito. Contenti adesso?